Prima l'assist sulla manovra economica con una stoccata all'Unione europea, poi l'entrata a gamba tesa nella campagna referendaria con uno spot per il "sì" alle riforme costituzionali. Matteo Renzi viene accolto alla Casa Bianca per l'ultima cena di Stato del presidente statunitense e incassa un appoggio senza precedenti da Barack Obama. "Matteo sta portando avanti riforme coraggiose - scandisce il capo di Stato americano - noi sosteniamo il referendum per un sistema politico più responsabile".
Non è la prima volta che gli Stati Uniti mettono becco nel nostro Paese. E, con buona pace di tutti, non sarà nemmeno l'ultima. A settembre l'ambasciatore americano a Roma John R. Phillips aveva già detto chiaramente che Washington gradirebbe la vittoria del "sì" al referendum del 4 ottobre. Un'invasione di campo che aveva generato non pochi mal di pancia fuori e dentro al parlamento. Obama fa di più. Il tifo per Renzi è ancor più smaccato. Prima concede un'intervista a Repubblica per attaccare l'Unione europea e difendere la manovra economica appena presentata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a Bruxelles, poi alla Casa Bianca loda apertamente le riforme del nostro governo e invita gli italiani a votare "sì". "Renzi ha dimostrato di essere un leader - ha detto il numero uno della Casa Bianca - non potrei avere un amico migliore. Matteo rappresenta una nuova generazione di leader non solo in Italia, ma nell'Unione europea e nel mondo".
Il bilaterale tra i due leader spazia dalle politiche economiche per uscire dalla crisi all'emergenza immigrazione, dalla lotta al terrorismo alla guerra in Siria. Eppure quello che più interessa a Renzi, parlando dalla Casa Bianca, resta comunque il referendum costituzionale. "Se vincono i 'sì' per l'Italia sarà più facile la battaglia per cambiare l'Europa", spiega promettendo che si impegnerà in prima persona perché questo avvenga. "C'è un bisogno di grande investimento contro la burocrazia - incalza - abbiamo cambiato 63 governi in 70 anni ed è un dato incredibile, un cambio di governo quasi ogni anno. Se a dicembre vinceremo il referendum, per l'Italia le cose saranno più semplici". In caso di sconfitta, però, ci pensa Obama a invitarlo a restare a Palazzo Chigi "a prescindere dal risultato" perché "con le sue riforme ha mantenuto la parola" nei confronti dell'Unione europea.
Dopo aver incassato il sostegno alle riforme, Renzi rende il favore attaccando a testa bassa sia il presidente russo Valdimir Putin sia il candidato repubblicano Donald Trump. "Mentre qualcuno sceglie l'odio e la cultura dell'intolleranza - dice il premier - noi vogliamo scommettere sulla libertà, sulla nostra identità e i nostri valori". Dai toni sdolcinati in cui si è svolta la conferenza stampa, tutto lascia intendere che anche alla cena di Stato i due leader continueranno a farsi assist politici. Con Obama pronto a immischiarsi negli affari (costituzionali) italiani e Renzi ben contento di lasciarlo fare.
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