Al posto di Colombo
A Elizabeth, nel New Jersey, al posto della statua del padrino del colonialismo, Cristoforo Colombo, reo di essere stato primo Viceré delle Indie Occidentali, (a quando l'abolizione del Columbus Day?) apprendiamo che verrà posta la statua di Marsha P. Johnson all'anagrafe Malcom Michaels Jr. pioniera afroamericana del transessualismo stelle a strisce. La statua segue il parco a lei dedicato a Brooklyn dal sindaco superliberal di New York, Andrew Cuomo, per l'attivismo della Johnson a favore del movimento LGBTQ. Ora, non c'è nulla di male che un'attvista transessuale venga ricordata e apprezzata per il suo operato a favore dei transessuali e contro la discriminazione nei loro confronti. Il problema non è questo, il problema è il contesto all'interno del quale viene fatta questa scelta, che è quello della rimozione delle statue di personaggi storici considerati indegni perchè bianchi e razzisti (e tutti i bianchi sono razzisti anche se non lo sanno, come ci spiega Robin DiAngelo). La scelta di dedicare una statua a una attivista nera transessuale, invece di scegliere al suo posto, per esempio, un altro attivista per i diritti omosessuali, come Harvey Milk (il latte è bianco, e il cognome lo evoca), ucciso nel 1978, ci dice assai della natura prettamente ideologica di questa scelta.
Cosa c'è, infatti, di più risarcitorio contro "l'oppressione" del potere bianco ed etero della celebrazione di un transessuale di colore? Soprattutto adesso in cui gli estremisti di Black Lives Matter e i loro fiancheggiatori bianchi vergogonosi di esserlo, ci insegnano che gli USA sono un paese fondato sul razzismo sistematico? Il maschio Colombo, bianco e colonialista, e colonialista perchè bianco, è, insieme alle effigi di altri colonialisti bianchi e presumibilmente eterosessuali, un affronto per la sensibilità dei paladini del sovvertimento sociale e culturale.
Il grande processo con verdetto di colpevolezza già emesso nei confronti della civiltà occidentale, istituito dai nipotini di Marcuse, Marx e Fanon, vuole una perenne penitenza, da espiare lavando i piedi ai discendenti degli schiavi ed erigendo statue a transessuali di colore, da iscrivere anch'essi nella categoria degli oppressi. L'onda di fanatismo e violenza che imperversa negli Stati Uniti, assai ben orchestrata e foraggiata, ha il suo lontano antecedente nei processi di Salem. L'oltranzismo puritano si ripresenta sempre, nella sua essenza, come linciaggio morale e isterico, rivolto, di volta in volta al maschio, (Metoo), o al bianco (Black Lives Matter), o alla cultura occidentale tout court, venuta in essere, in parte sostanziale, grazie al contributo di maschi bianchi. Forse Marsha P. Johnson merita un omaggio, ma una sua statua al posto di quella di Cristoforo Colombo, ci mostra solo il lato più patetico e regressivo dell'ideologia liberal.
Niram Ferretti
0 commenti:
Posta un commento