Salvini è stato aggredito da una esagitata di colore subito difesa da molti illustri personaggi della intellighenzia di sinistra. “Chi semina odio deve aspettarsi le conseguenze”, questa, in soldoni, la sottile “argomentazione” di tanti “intellettuali progressisti”. Qualcosa di simile era accaduto a Berlusconi, vittima a suo tempo di un autentico attentato. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, questo fu allora il commento di molti. Ora, si potrebbe facilmente obiettare che solo nelle tirannidi totalitarie difendere determinate idee, valori, interessi diventa “causa del suo mal”. Parimenti si potrebbe obiettare che solo dei faziosi imbecilli possono ritenere che lottare contro la immigrazione clandestina significhi “seminare odio”. Questi però sono dettagli. Il problema vero è un altro. Certa intellighenzia di sinistra si ritiene portatrice del bene e della verità. E ritiene che gli altri, i “diversi”, siano portatori della menzogna e del male. Loro sono gli angeli, gli altri i demoni. La parola di un demone è, per definizione, “violenza”. I pugni di un angelo sono, per definizione, “giustizia”. Loro hanno il diritto di aggredire, gli altri non devono avere il diritto di parlare. Perché il diritto è dalla parte del bene, e il male non ha diritti. Per definizione. Niente di nuovo sotto il sole. Lenin e Trotzkji teorizzavano, e mettevano in atto, il terrore contro i contadini. E definivano “terroristi” i contadini che cercavano di tener per se una parte almeno del raccolto. Al “bene” tutto è concesso. Nulla è concesso al “male”. Sono dei manichei faziosi. Sono LORO il vero pericolo per le libertà democratiche. LORO, per usare una parola abusata, i veri “fascisti”. Con la loro violenza faziosa creano, LORO, senza neppure rendersene conto, un clima da guerra civile strisciante.
Da un post di Giovanni Bernardini
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