La startup da 7 milioni e mezzo di euro che pagava gli "schiavi" 4 euro l'ora
"Siamo un’impresa giovane ed innovativa che rappresenta la più grande realtà in Lombardia che coltiva frutti di bosco. Operiamo nell’assoluto rispetto dell’ambiente utilizzando l’energia solare prodotta dai pannelli fotovoltaici posti sopra le serre". Ed ecco nel 2013 e nel 2014 era arrivato il riconoscimento Oscar Green, come azienda agricola innovativa ed attenta alla sostenibilità ambientale. Invece la StraBerry, azienda agricola fondata da un 31enne imprenditore ex Bocconiano. I finanzieri, invece, raccontano di braccianti - oltre 100, tutti extracomunitari - costretti a lavorare nei campi per più di 9 ore al giorno e per una paga di 4 euro e 50 centesimi all'ora in "degradanti condizioni d’impiego nei campi" e sempre "soggetti alla continua vigilanza dei responsabili" che li costringevano "a sforzi fisici oltremodo gravosi, tesi a velocizzare la raccolta dei frutti e in spregio alle norme anti Covid 19 sul distanziamento sociale". Quegli stessi "schiavi" che avevano un solo bagno chimico per tutti all'aperto e che spesso venivano assunti per due giorni di prova senza retribuzione e poi allontanati senza nessun motivo in una sorta di folle turn over a costo zero per la società. Questo è il capitalismo (verde, politicamente corretto e globalizzato) che importa nuovi schiavi e che va combattuto. Serve il cambio di sistema.
Marco Rizzo
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