giovedì 31 ottobre 2019

La commissione contro l’odio della Boldrini

Spiace davvero leggere decine di commenti intelligentissimi e corretti sotto ogni punto di vista che stigmatizzano l'istituzione della "commissione straordinaria per il contrasto (...) dell'istigazione all'odio". C'è chi ricorda Gramsci (<>), chi ricorda Edoardo Sanguinetti (<>), c'è chi ricorda la poesia che apre "Se questo è un uomo" di Primo Levi (<<(...)O vi si sfasci la casa, la malattia vi impedisca>>), c'è chi ricorda lo psicoreato del 1984 di George Orwell. C'è chi fa correttamente notare che non si può comprimere la libertà di pensiero (e di sentimento) quando peraltro - se l'odio si trasformasse in qualcosa di concreto - sono già previsto dal nostro ordinamento i reati di diffamazione, minaccia, ingiuria e qualsiasi forma di discriminazione. C'è chi la butta sullo storico e fa correttamente notare che uno dei (non) reati di cui furono accusati i dissidenti del regime fascista trascinati davanti ai tribunali speciali era proprio quello di "istigazione all'odio tra classi sociali" (art. 415 codice penale allora vigente). 

Comunque la si voglia mettere questa storia della "commissione straordinaria per il contrasto all'odio (ecc. ecc)" è una mostruosità giuridica e filosofica. 

Spiace davvero perchè una persona cristallina come Liliana Segre, a cui tutti siamo debitori, sia incorsa in errore. Ma la ragione è ragione. Capita, gli si vuole bene lo stesso. Altrettanto non si può dire di tutti coloro che hanno spinto per questa commissione il cui chiaro intento è quello di mettere il bavaglio ai social network. Belli i tempi, Signora Bonino, quando pontificavate senza reale contradditorio dalle tv e dai giornali?

Giuseppe Masala

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