martedì 29 ottobre 2019
La storia che si ripete
La nomina di Draghi a senatore a vita di Giuseppe Masala
Lascia davvero stupefatti la naturalezza con la quale si anticipa la
nomina di Draghi a Senatore a Vita. Certamente si tratta di una
prerogativa del Presidente che può
essere esercitata autonomamente ma non arbitrariamente. Infatti se
capisco bene l'italiano (pur non essendo un giurista) mi pare evidente
che i costituenti abbiano messo precisi limiti rilevabili dalla lettura
dell'Art. 59 della Costituzione: <<(...) cinque cittadini che
hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale,
scientifico, artistico e letterario>>. Non si capisce quali
possano essere questi altissimi meriti con i quali Draghi abbia dato
lustro alla nazione. Sì, è un accademico, ma onestamente ha esercitato
per pochissimi anni e non risulta abbia lasciato testimonianza di
ricerche che abbiano accresciuto la conoscenza della sua materia.
Potenzialmente certo - l'intelligenza e la bravura non gli mancano -
poteva farlo ma, potenzialmente, per quanto ne sappiamo noi potrebbe
essere anche un pittore superiore a Michelangelo. Fatto sta che non ha
mai dipinto come non ha mai fatto ricerca economica per quanto mi
risulti.
Per quanto riguarda la sua attività si tratta di un
Pubblico Funzionario, lautamente pagato per fare il suo lavoro. Non mi
pare una ragione sufficiente per dargli questa carica. Dico questo senza
entrare nel merito di quello che sono state le scelte nelle varie
cariche che ha svolto. Scelte che, sia chiaro, non sono certamente
esenti da critiche; per andarci leggero. Ma la torsione più grave della Costituzione derivante da questa
possibile nomima è, per come la vedo io, un'altra. La nomina di Draghi
sarebbe premessa ad una sua discesa nell'agone politico. Situazione
questa che già si è verificata con Mario Monti che dopo aver ricevuto
l'onorificenza è stato nominato Presidente del Consiglio e dopo,
addirittura, ha presentato una lista con il suo nome alle elezioni
(Scelta Civica con Monti). Ecco, non vi è traccia nella Costituzione
della prerogativa del Presidente della Repubblica di usare - di fatto -
la concessione di un onorificenza per paracadutare qualcuno nell'agone
politico e per consentirgli la possibilità di occupare cariche
istituzionali come per esempio la Presidenza del Consiglio. Non sono un
esperto di Costituzione ma se questa prassi fosse realmente prevista
saremmo di fronte non ad una Costituzione improntata alla democrazia,
all'eguaglianza dei cittadini grazie alla sovranità popolare ma ad una
Costituzione delle Oligarchie e degli Ottimati che hanno il diritto di
agire al di sopra della volontà popolare. C'è solo un modo previsto
dalla Costituzione per scendere in politica: candidarsi alle elezioni e
sottoporsi al giudizio del popolo sovrano.
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2 commenti:
Nel tuo precedente commento hai chiesto: "E dal financial Times è arrivato l’avviso di sfratto al bipolare Conte. È un messaggio per l’arrivo di draghi?".
Risposta: mi sa di sì. Dopotutto non ce lo vedo fare il pensionato di lusso della BCE.
Infatti Nessie.
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