Neppure il nuovo codice di condotta pesantemente annacquato e recentemente stemperato in tutti i suoi punti più salienti, per compiacere la galassia delle associazioni nazionali ed internazionali che sulla tratta dei migranti costruiscono il proprio reddito, sembra soddisfare lo smodato appetito delle ONG. Oggi in una riunione a porte chiuse, durata quasi due ore, tra le organizzazioni non governative impegnate nelle operazioni di ricerca... e soccorso nel Mediterraneo e i funzionari del ministero dell’Interno, le ONG interessate hanno infatti contestato con veemenza quanto non imposto, ma semplicemente proposto nel nuovo codice.
Un codice a detta loro “contro le leggi marittime in molti punti e non aderente alla convenzione di Ginevra” secondo le parole di Sandra Hammamy, della ong Sea Watch.
Al centro delle rimostranze il fatto che proprio le ONG vengano chiamate in causa, nonostante si considerino "l'ultima parte dell'intera catena", un'ultima parte però sempre un po' troppo vicina alle coste della Libia per essere considerata tale, ci sentiamo di aggiungere. Altra contestazione riguarda il fatto che alle ONG venga imputata la responsabilità di condurre i migranti sempre e solo nei porti italiani e non ad esempio a Malta in Spagna o in Germania, dal momento che a detta loro non si tratta di una scelta personale ma di una decisione del "Centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera". Ed a questo proposito proprio lo Stato italiano (nel caso ancora ne esista uno) dovrebbe fare un minimo di chiarezza e prendersi, qualora ci siano, le proprie responsabilità.
Medici Senza Frontiere ha confermato, in una nota “la propria volontà di partecipare alla discussione con un approccio aperto e costruttivo”, ma altre informazioni sugli esiti dell'incontro non sembrano essere al momento disponibili, sia per la scelta di svolgerlo a porte chiuse, sia perché le ONG si sono rifiutate di parlare con i giornalisti, limitandosi a definirlo un incontro interlocutorio. In ogni caso venerdì prossimo si replica, probabilmente sempre a porte chiuse, perché i panni sporchi è sempre bene lavarli in famiglia, lontani da occhi e orecchie indiscreti.
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