domenica 6 aprile 2014

Sulla carica dei 600 mila e sull'italia in ginocchio

Cari buonisti, siete crudeli (perché ingannate gli immigrati?) di Marcello Foa

Dunque Alfano annuncia il prossimo sbarco di 600’000 immigrati. Disperati, in cerca di una vita migliore o, forse, illusi dal mito, propagato dai media, dal cinema e dalle leggende metropolitane, di un’Europa Eldorardo dove tutto è facile, bello, e dove ci si può arricchire facilmente. Le ragioni dell’immigrazione sono molteplici, però alcuni dati sono incontrovertibili. La depenalizzazione del reato dell’immigrazione rappresenta uno straordinario incentivo per i trafficanti di uomini – autentici, moderni luridi schiavisti – che si arricchiscono sulle spalle di persone sovente ingenue. Complimenti vivissimi al governo Renzi.

L’Unione europea continua a incoraggiare – di fatto -l’immigrazione extraeuropea, promuovendo così il modello di una società multietnica, senza aver elaborato modelli di integrazione e, come sempre, senza aver chiesto ai popoli europei se queste dinamiche sono di loro gradimento. La politica di immigrazione europea è talmente contraddittoria, scriteriata e priva di buon senso che ci si può legittimamente chiedere se il vero scopo non sia quello di una destabilizzazione e di uno sradicamento identitario e culturale della civiltà europea. Sia chiaro: l’immigrazione è un fenomeno storico, inevitabile e, se gestito sapientemente, salutare. La Svizzera, la mia Svizzera, lo dimostra da sempre. Ma anche la Svizzera – unico Paese al mondo con una percentale di immigrati superiore al 20% – a un certo punto dice basta, come avvenuto in occasione della votazione del 9 febbraio.

Ecco perché la situazione dell’Italia è ancora più paradossale. Il Paese è in ginocchio, la disoccupazione è ai massimi storici, quella giovanile degna di un Paese sottosviluppato, il tessuto industriale sapientemente sradicato da economisti di straordinaria lungimiranza alla Mario Monti. E da 20 anni non è stato sviluppato un modello credibile di integrazione. La domanda sorge spontanea: cosa vanno a fare gli immigrati in Italia? Il lavoro non c’è per gli italiani, figuriamoci per loro. Lo Stato non ha più le risorse per mantenere lo stato sociale. Forse il governo Renzi e l’Unione europea vogliono cortesemente rifornire di manodopera la criminalità organizzata? La mia ovviamente è una provocazione, ma non posso non chiedermi: Che senso ha farli arrivare? Permettere loro di sbarcare significa condannarli alla disperazione. E questo nel nome di un indefinito, romantico ma nei fatti crudele buonismo…

PS Questo post è stato in parte ispirato da un lettore siciliano di 84 anni, Rocco Antonio Sergi, che mi ha inviato una lunga e appassionata lettera, che pubblico volentieri come primo contributo al dibattito.

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