Giuseppe Palma
lunedì 11 maggio 2020
Virus è potere
“Restiamo distanti oggi per riabbracciarci domani“. Questo lo slogan con cui Giuseppe Conte ha conquistato, quantomeno nella Fase1, la fiducia degli italiani. Applausi scroscianti al “comandante in capo”, all’ “uomo solo al comando”. Agli inizi di marzo nessuno poteva pensare che certe misure restrittive della libertà personale (e non solo) potessero prolungarsi fino al 31 luglio, data ultima dello “stato di emergenza” dichiarato il 31 gennaio. Chi faceva notare un tempo così lungo dello stato emergenziale (fino alla fine di luglio) veniva tacciato di diffondere fake-news perché tutto si sarebbe risolto in poche settimane, come lasciava intendere il presidente del consiglio. E invece, di rinvio in rinvio, siamo arrivati a maggio, agli inizi della Fase2.
Nel frattempo, con gli italiani costretti sul divano o sul balcone, sono arrivate 15 task-force con 450 esperti nominati dal governo. Un poltronificio con cui la politica ha abdicato alla tecnoscienza. Un’occasione ghiotta per virologi e presunti scienziati – chi più chi meno legati ad organizzazioni sovranazionali o a multinazionali – di esercitare il potere esecutivo coperti dalla maschera di un esecutivo politico. Con un patto implicito ben preciso che lega governo e tecnoscienza: i tecnici diffondono la paura e il governo mantiene lo stato emergenziale che garantisce ad entrambi la sopravvivenza e la continuità nella gestione del potere. Un prolungato stato di pericolo e di terrore (soprattutto psicologico) che giustifica la conservazione del potere e l’adozione di misure folli, contrarie al buon senso e alle libertà fondamentali.
Prima gli obblighi del distanziamento sociale e della mascherina, poi la proposta dei braccialetti ai bambini nelle scuole piuttosto che la didattica a distanza come misura non più emergenziale ma permanente, ora l’AppImmuni e una maggiore digitalizzazione del lavoro che esclude i contatti umani, infine la proposta dei 4 metri di distanza da un posto all’altro nei ristoranti con plexiglass di separazione tra clienti. Dulcis in fundo la proposta della Protezione Civile, che è un dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di estendere di altri sei mesi lo “stato di emergenza”, fino al 31 gennaio 2021. E che ci vuole poi, essendo inverno, a prolungarlo fino al 31 luglio del prossimo anno? Proprio quando scatterà il semestre bianco (fine luglio 2021) e le Camere non potranno essere sciolte, quindi niente elezioni anticipate. Nelle more non più la politica deciderà della vita sociale bensì la tecnoscienza, che certamente non risponde alle regole della democrazia.
Non è solo una pandemia, è anche un esperimento sociale. Il virus c’è e va sconfitto, ma ora la questione non è più (solo) il virus, anche perché prima che sia disponibile il vaccino vi sono altre soluzioni parecchio efficaci capaci di curare gli infettati (il plasma sta dando ottimi risultati in tal senso), senza la necessità di prolungare lo “stato di emergenza”. Ma tali soluzioni sono osteggiate dai Sacerdoti della “verità” scientifica che, ad essere sinceri, fino ad ora non ne hanno azzeccata una ma continuano ugualmente a diffondere diktat e terrore. Il tutto nella più subdola operazione di limitazione delle libertà fondamentali con semplici atti amministrativi del governo. In alcuni casi si è anche proceduto a TSO – trattamento sanitario obbligatorio – nei confronti di chi ha espresso (giusto o sbagliato che sia) il suo libero pensiero. Ovviamente i media di regime non hanno dato risalto alla cosa (caso Ravanusa). Se al governo invece che che i giallo-rossi vi fosse stato il centrodestra, una notizia del genere avrebbe riempito i giornali e i talk-show per mesi. E invece niente. Col PD al governo è ammessa ogni nefandezza. Per farla breve, in attesa del vaccino, il Covid19 è un’occasione d’oro per l’establishment giallo-rosso di restare aggrappato al potere. E con esso l’establishment della tecnoscienza globalista che ne è complementare. Inutile dirlo, ma in questo lasso di tempo l’essere umano verrà privato di una parte delle sue libertà e abitudini ormai secolari. E si sentirà disposto a farlo perché crederà al perenne stato di emergenza narrato dal mainstream, al continuo terrore del virus che governo e tecnoscienziati sapranno diffondere e misurare a dosi sufficienti. Se in economia ha ormai ben attecchito la scemenza di “aver vissuto per decenni al di sopra le nostre possibilità“, ora la vulgata del “dobbiamo cambiare le nostre abitudini perché nulla sarà più come prima” troverà di fronte a sé un’autostrada. È, in buona sostanza, il solito mantra neo-liberista: la sottrazione di un diritto o di una libertà viene camuffata da “sfida“, in modo da abbagliare gli stolti. Avevamo dato la Libertà per scontata, per questo non siamo più in grado di difenderla.
Giuseppe Palma
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2 commenti:
D'accordo con tutto l'articolo fuorché nel finale: non è un mantra liberista, ma comunista. Anzi, komunista. Trovami un liberista che sospende perfino la proprietà privata. Perché questo è avvenuto, con la scusa dell'epidemia.
Si, concordo con te.
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