«Con il sì al referendum un futuro migliore per l'Italia». A un mese dalla consultazione popolare sulla riforma costituzionale e dopo quello del presidente Usa Obama arriva l'ennesimo endorsement per Matteo Renzi. Questa volta è il ministro degll'Interno tedesco Thomas De Maizière, intervistato da Maria Latella per Skytg24 a venire in soccorso del premier. «Non spetta a me esprimere un giudizio sulla struttura sociale di un popolo», si schermisce il ministro che poi però questo giudizio lo esprime ed assai chiaramente. «Quando la struttura parlamentare non è abbastanza efficiente è il popolo a dover intervenire -afferma De Maizière - Riconosco il coraggio di questo governo nel voler cambiare la Costituzione e la struttura decisionale di questo Paese. Potrà dare all'Italia un futuro migliore. Approvare un simile cambiamento per il futuro è una decisione coraggiosa».
Proprio un paio di giorni fa il quotidiano Repubblica, che fino ad ora aveva sempre dato in testa il Sì, ha pubblicato un sondaggio che registrava il sorpasso del No. Se a votare il 4 dicembre andassero i leader europei o il presidente Usa, Renzi dormirebbe sonni tranquilli ma invece a votare andranno gli italiani che sono ancora nella stragrande maggioranza indecisi se non addirittura orientati per il No. E non è detto che l'interferenza dei leader stranieri non sia un boomerang per il governo. È già successo con le dichiarazioni rilasciate poche settimane fa dall'ambasciatore Usa in Italia, John Phillips. Le sue parole, «se vince il No addio agli investimenti americani», erano apparse come un'inaccettabile pressione sull'opinione pubblica del nostro paese, provocando la dura reazione delle opposizioni.
La presa di posizione di De Maizière non è certamente una sorpresa visto che Berlino aveva chiaramente fatto capire che Angela Merkel si era schierata al fianco di Renzi per sostenere le sue riforme. Berlino e anche il resto d'Europa. All'inizio di ottobre Pierre Moscovici, commissario agli Affari Economici, aveva parlato di «una minaccia populista» che incombe sull'Italia. Moscovici aveva lasciato intendere che pur di scongiurarla la Ue era pronta a sostenere gli sforzi di Renzi, lasciando aperto uno spiraglio per una maggiore flessibilità dei conti. Nell'intervista di ieri De Maizière sulla flessibilità è stato molto più rigido ricordando che «ci sono obblighi europei e questo vale per tutte le parti».
Anche sulla questione immigrazione il ministro tedesco ha lanciato qualche stoccatina all'Italia colpevole «in passato di un deficit nella registrazione degli immigrati» che così sono arrivati nel nord Europa mentre, ha aggiunto, «l'Italia si comporta in modo corretto, quando registra gli immigrati e non li esorta ad andare al nord». De Maiziere, incalzato dalla Latella, è stato molto chiaro sulla questione delle ricollocazioni chiamando in causa anche il nostro ministro dell'Interno. «La ricollocazione in Europa deve riguardare persone vulnerabili. Cioè bisognose di protezione - avverte - Quando Angelino Alfano mi dice che il 70-75 per cento di coloro che arrivano in Italia sono migranti economici, dunque non soggetti vulnerabili, dev'essere chiaro che queste persone non saranno ricollocate». Insomma il sostegno a Renzi da parte del governo tedesco alterna bastone (niente sconti su flessibilità e crisi migranti) carota, ovvero benedizione per il Si.
De Maizière infine pur invitando a «non fare di tutta l'erba un fascio» ha confermato che «tra i rifugiati possono nascondersi anche combattenti dell'Isis».
1 commenti:
A prescindere dal "io voto no", ciò che tutti dovrebbero comprendere è che:
1) I profughi economici sono la grande maggioranza e resteranno dove si trovano, a meno che non scappino verso nord facendo perdere le loro tracce. Non ci sarà "ricollocamento" presso presunti paesi fratelli europei, se non per poche unità e per fare un po' di propaganda, solo nel caso si accerti che costoro provengono veramente da teatri di guerra (cosa ardua, come sappiamo). L'unione europide assassina, strangolatrice non prevede alcuna solidarietà, ma solo l'imposizione del rispetto più assoluto dei parametri "europei" e dei vincoli di bilancio.
2) Non ci sarà alcuna rapida ricostruzione con criteri rigorosamente anti-sismici in Italia centrale, perché l'unione europide (e la Germania!) se ne fregano della sorte delle popolazioni italiane - che crepino sotto le macerie o nei conteiners è uguale - ma esigono il rispetto più assoluto dei parametri "europei" e dei vincoli di bilancio.
Ecco, in due parole, l'esito del "sogno europeo" strombazzato per anni dagli infami piddini dervi di Bruxelles e di Francoforte!
Cari saluti
Eugenio Orso
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