venerdì 25 novembre 2016

Espropri criminali

Le case da requisire: si parte dall’Adriatico di Ruggiero Capone

È iniziato al Viminale il conto alla rovescia per il massiccio piano di requisizioni immobiliari lungo le coste adriatiche. Secondo indiscrezioni di certi dipendenti dell’Interno, la prova di forza con la cittadinanza inizierà da Pescara: dove lo Stato dovrà fronteggiare chi s’opporrà alla consegna delle seconde case rivierasche destinate dalla Prefettura all’ospitalità di cittadini extracomunitari, profughi e rifugiati politici. Nel mirino circa centomila immobili, dalla provincia di Lecce sino a Trieste. Pescara sarebbe stata prescelta come unità pilota sperimentale. Verranno requisite solo le seconde case sfitte e non le strutture alberghiere: queste ultime possono solo offrire il servizio d’alloggio, che verrebbe valutato dalla prefetture. Per il momento l’operazione decollerebbe dal comune adriatico abruzzese e riguarderebbe circa 5.500 alloggi, tutti tra Vasto e Francavilla a Mare: il via libera alla requisizione sarà attivato intorno al 20 dicembre.

Ad oggi solo Goro (nel delta del Po) e la provincia di Verona hanno già assaggiato la requisizione immobiliare. I servizi segreti pare abbiano già allertato il Governo circa eventuali proteste violente da parte di italiani non disposti a farsi requisire l’immobile. Anche perché nell’immediato non vi sarebbero risorse da destinare ai proprietari, causa la concomitanza di eccezionalità dell’evento e la penuria di risorse finanziarie: va rammentato che rimarrebbero comunque a carico del proprietario sia l’Imu che la Tasi, nonché verrebbe calcolato il reddito ai fini della dichiarazione nei modelli 730 e 740.

Ovviamente, chi si vedesse requisito l’immobile avrebbe (ma solo sulla carta) il diritto ad un fantomatico indennizzo: per farselo riconoscere e quantificare dovrebbe comunque azionare un iter legale contro lo Stato, costoso e con esito incerto. Il Governo avrebbe già parlato di “extrema ratio”, “vista l’eccezionalità dell’evento e la poca disponibilità degli italiani a collaborare all’accoglienza” spiega una fonte dell’Interno. Gente vicina al ministro Alfano (titolare dell’Interno) parla di “provvedimento temporaneo”, che “diverrebbe definitivo, e configurabile in esproprio, se nei riguardi del proprietario dell’immobile si configurassero reati eversivi in danno dello Stato”: come a dire “non ribellatevi, altrimenti non rivedete più casa”. In favore della requisizione rema l’ultimo rapporto di Fondazione Migrantes e Servizio centrale Sprar, reso pubblico lo scorso 16 novembre, in cui si spiega che “su ottomila comuni italiani solo 2600 hanno accolto i migranti”, cioè un comune su quattro. Il 10 agosto di quest’anno il ministero dell’Interno ha approvato un decreto per potenziare il sistema ordinario di accoglienza chiamato Sprar proprio per limitare il ricorso all’accoglienza di emergenza dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas). “Lo Sprar, infatti - spiega il rapporto - permette una maggiore trasparenza e rendicontazione delle spese e risponde a linee guida nazionali che il sistema di accoglienza straordinario non è tenuto a seguire”.

Per fronteggiare eventuali rivolte da parte degli italiani dovrebbero essere distaccati nei comuni interessati alla requisizione circa duemila uomini interforze, tra esercito, carabinieri, Guardia di finanza e polizia di Stato. Per l’occasione anche il ministero della Giustizia starebbe affilando le armi, per garantire processi rapidi e disponibilità detentiva per gli italiani che s’opponessero (anche violentemente) al piano del Viminale. Secondo molti sindaci della riviera adriatica “questa è la fine del turismo”. Intanto gli 007 starebbero già monitorando tutti i residenti, cercando di capire se possano organizzarsi in gruppi di resistenti ribelli.

A conti fatti, ed a causa delle espulsioni verso l’Italia da parte degli altri Paesi Ue (vale la regola del primo approdo), lungo l’Adriatico si dovranno garantire alloggi per non meno di un milione e mezzo di migranti.

7 commenti:

Nessie ha detto...

E' una notizia spaventosa perché aspettano l'esito del referendum per procedere. Se appena dovesse prevalere il SI' sarà la catastrofe e ci sono bombe governative pronte a deflagrare.

Eleonora ha detto...

Non so se la cosa sia effettivamente vera o no. Presumo comunque di sì, visto che requisiscono già da un pezzo gli hotel. Resta il fatto che se anche la cosa entrerà in vigore, noi non saremo capaci di reagire. Siamo stati già bolliti come le rane di chomsky.

Massimo ha detto...

Se lo facessero scoppierebbe la guerra civile, perché i proprietari sarebbero legittimati a difendere in ogni modo la loro proprietà, anche a cacciare gli occupanti con la forza appena venissero dirottati altrove i carabinieri che avessero eseguito l'esproprio. Un simile esproprio sarebbe una scelta folle e criminale. Piuttosto che requisiscano chiese e palazzi del clero, così i bergoglioni pagherebbero le chiacchiere del loro capo.

Eleonora ha detto...

Oddio Massimo, non è che la gente non si incazza, vedi Goro e Gorino e altre piccole cittadine. O Capalbio dove sono insorti persino i radical chic. Ma non basta. Non tutti hanno la forza di reagire. O hanno paura a reagire. Comunque, un governo come quello attuale, può fare tutto con tutta tranquillità. Mi pare che abbiamo tanti esempi di quello che ha potuto con oltre 50 fiducie in parlamento. No? Per quanto riguarda i possedimenti del vaticano, quelli sono intoccabili e lo sai bene. Le chiacchiere bergogliane stanno a zero finchè non aiutano concretamente coi loro soldoni.

Nessie ha detto...

Amici, non sono d'accordo sulla proposta di Massimo e non perché io ami Bergoglio e il Vaticano, ma per la ragione semplice semplice che chiese, palazzi della Curia e monasteri sono edificati su territorio italiano. Spesso la chiesa sorge al centro di un borgo abitato, idem abbazie e monasteri. In questo modo, non ce li toglieremmo affatto dalle palle, i clandestini, che, al contrario, si arrogherebbero il diritto di circolazione.

Inoltre una chiesa è un simbolo cristiano molto forte e se venisse adibito a moschea, avremmo perso in un sol colpo tutta la civiltà d'Occidente. E senza spargimenti di sangue come è avvenuto in passato. Non possiamo più permetterci di giocare al ribasso e di fare proposte simili, tanto per limitare i danni.

Da ultimo, i cattivi papi vanno, le chiese e i simboli cristiani (spesso beni artistici) invece restano e dobbiamo preservarli.

Non ci sono scorciatoie, Massimo, dovremmo lottare e lottare e poi ancora lottare fino al sacrificio della vita.

Eleonora ha detto...

Ecco Nessie, a questo non avevo pensato. Non posso che darti ragione. È vero i cattivi papi se ne vanno, eppure pare siano più influenti dei buoni papi. Resta il fatto che, carità cristiana o no, razzismo o no, comincerei a ricacciare lo straniero a casa propria. Il problema è che non abbiamo più sovranità e dunque, non c'è soluzione.

Ah, una notizia, ricordate il nigeriano morto a fermo? Si mormora sia stato un importante membro della mafia del suo paese. Quindi, chi caspita ci dobbiamo accollare noi italiani??? Nella maggior parte, delinquenti ma non si può dire... È razzismo!

Nessie ha detto...

E' un razzismo assai più forte contro di noi, permettere a delinquenti di passare per vittime. IL VERO RAZZISMO lo fanno questi governi di scellerati contro i cittadini italiani. E bisogna imparare a invertire i termini della questione: razzismo antiitaliano.

Quanto ai papi, spesso per fare del bene, hanno dovuto imparare a scendere in lotta e in guerra anche loro. Penso al grande Papa Sisto V che ha diretto la flotta navale contro la Battaglia di Lepanto.