venerdì 14 novembre 2014

Quelli puliti...

Dopo l'avviso di chiusura indagini a carico del segretario generale dell'Ambiente il ministro valuta la possibilità di revocargli la direzione dell'Isin, l'ispettorato per la sicurezza nucleare. Anche i democratici per la marcia indietro, i Cinque Stelle chiedono le dimissioni del ministro di Thomas Mackinson e Andrea Palladino

La nomina di Antonio Agostini a capo dell’Ispettorato per la sicurezza nucleare è in bilico. Poche ore dopo la diffusione della notizia delle indagini della Procura di Roma sull’attuale segretario generale del ministero dell’ambiente, il ministro Gianluca Galletti valuta diverse ipotesi – secondo quanto riferito alle agenzie – e non esclude il ritiro della nomina. Agostini è indagato per turbativa d’asta e abuso d’ufficio in un’inchiesta – arrivata a conclusione oggi – del pm Felici sulla gestione dei fondi per la ricerca all’interno del Miur. Sulla stessa vicenda stanno lavorando gli investigatori dell’ufficio antifrode di Bruxelles e la procura della Corte dei conti, che, nei mesi scorsi, ha già ascoltato alcuni funzionari del Miur.

Al centro dell’inchiesta sono finiti due bandi finanziati dai fondi comunitari: quello per la ricerca industriale e quello per il potenziamento della ricerca. Secondo l’accusa della procura, Agostini – che all’epoca dei fatti occupava il posto di direttore generale – avrebbe fatto erogare fondi ad enti nominando una commissione di esperti che facevano parte del suo entourage. Tra i promotori di progetti finiti sotto la lente della Procura vi sarebbero anche soggetti vicini all’ex ministro Maria Stella Gelmini. I fatti contestati si riferiscono al 2011, quando i valutatori del ministero dell’istruzione della ricerca avviarono la selezione dei progetti. Per la procura Agostini avrebbe esercitato pressioni al fine di soprassedere su alcuni requisiti previsti dalla legge, come, ad esempio, la solidità economica delle aziende beneficiarie. L’inchiesta romana prosegue, puntando a chiarire come siano stati utilizzati i soldi erogati nell’ambito dei due bandi gestiti da Antonio Agostini. Oltre ad Agostini l’inchiesta ha coinvolto l’autorità di gestione dei progetti in mano a Fabrizio Cobis, dirigente dell’ufficio settimo, che è accusato del suolo abuso di ufficio per i bandi del secondo avviso.

Intanto l’ufficializzazione dell’indagine a carico sta avendo effetti sulla nomina di Agostini all’Isin, l’agenzia che dovrà occuparsi del post-nucleare italiano. Se il ministro Galletti che l’ha avanzata ne sta valutando il ritiro, dallo stesso Pd che l’ha votata in Parlamento arrivano chiari segnali di ripensamento. “A seguito della notizia dell’avviso di chiusura indagini che potrebbe preludere a una richiesta di rinvio a giudizio, invitiamo i ministri competenti dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, a sospendere la nomina di Agostini alla direzione dell’Isin ai fini di valutarne l’opportunità alla luce dei necessari chiarimenti”, questo quanto dichiarano congiuntamente Ermete Realacci e Guglielmo Epifani, presidenti della VIII Commissione Ambiente e della X Commissione Attività Produttive della Camera.

Più duri gli oppositori della prima ora alla nomina che ora vanno all’attacco frontale di chi la proposta chiedendo le dimissioni del ministro.  “In Commissione Ambiente abbiamo in tutti i modi cercato di far capire che era la persona meno adatta – sottolinea Mirko Busto, deputato del M5S in Commissione Ambiente – Nel suo curriculum non c’è traccia di competenza in campo nucleare e già durante la discussione era emerso che c’era un fascicolo aperto su di lui e l’amministrazione dello Stato ne era a conoscenza. Adesso il ministro dell’Ambiente, che ha insistito nel volerlo, sta valutando la revoca della nomina? Per noi l’unica cosa che dovrebbe valutare sono le proprie dimissioni per manifesta inadeguatezza nelle valutazioni”. Un segnale del governo in questo senso dovrà arrivare a breve, visto che il decreto di nomina dovrà essere convalidato in Cdm dopo il parere favorevole delle commissioni parlamentari e poi trasmesso al Quirinale per la controfirma.

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