domenica 1 giugno 2014

Si può essere più viscidi e imbecilli di così?

Pasticciano pure sulle pensioni. Tasi: cittadini a rischio multe. Archiviate le elezioni arrivano al pettine molti nodi e qualche pasticcio, previdenziale e fiscale. Come quello della Tasi di Antonio Signorini

Roma - Aria di prima Repubblica nel governo Renzi, tra ingorghi fiscali e rigore all'italiana sulla previdenza, con ministri che lodano innalzamenti dell'età pensionabile. Finite le elezioni, insomma, arrivano al pettine molti nodi e qualche pasticcio, previdenziale e fiscale. Come quello della Tasi. Il dato nuovo è che i centri di assistenza fiscale non ce la fanno a evadere le pratiche della prima rata e molti cittadini che risiedono nei Comuni che hanno deliberato le aliquote, non riusciranno a pagare entro il 16 giugno. Quindi saranno a rischio sanzioni. La misura della tegola che sta per cadere sulla testa dei contribuenti la dà un appello - inascoltato - lanciato dalla Consulta dei Caf: «Chiediamo ai Comuni di non applicare sanzioni ai contribuenti che verseranno l'acconto Tasi oltre il 16 giugno e rinnoviamo con urgenza la richiesta di prorogare la scadenza per la trasmissione del modello 730». In altre parole, questo il messaggio dell'organismo che rappresenta la gran parte dei centri di assistenza fiscale: cari sindaci, spostate in avanti la scadenza delle dichiarazioni. Poi, mettetevi nell'ordine di idee che tanti cittadini non riusciranno a pagare entro il 16 giugno, ma toglietevi dalla testa di applicare le multe, perché la colpa non è dei contribuenti.

In nove giorni si concentrano infatti le scadenze dei 730 e quelle della Tasi per i Comuni che hanno deliberato entro i tempi. Fino a ieri erano 2.176. Di questi un centinaio hanno mandato i bollettini ai cittadini, una quarantina ha rinviato di sua iniziativa il termine. A giustificare la richiesta di una moratoria sulle sanzioni da ritardo, non c'è solo l'ingorgo. Parte della colpa ce l'hanno gli stessi Comuni, perché molti hanno previsto procedure di calcolo «particolarmente complesse, caotiche, spesso contraddittorie», tanto da risultare «nei fatti impossibile riuscire a “tabellarle”». Per quelle fatte bene, spiegava un esponente di un Caf, serve circa mezz'ora per inserirle nel sistema informatico. Altre sono incomprensibili. Il dato certo, per il momento, è il salasso subito dalle famiglie. Grazie al moltiplicatore Monti e alla Tasi, rispetto all'Ici 2011 si pagheranno fino a 44,1 miliardi in più, ha calcolato Confedilizia. «Solo» 40,9 miliardi nell'ipotesi di applicazione dell'aliquota minima.

I soldi servono e, passata di moda la spending review, succede che un ministro di peso come quello dell'Economia Pier Carlo Padoan, parli di pensioni. «Non sono a favore di una diminuzione dell'età pensionabile, ma di un graduale aumento. Mi chiedo cosa succederà in Germania dove sono andati nella direzione opposta», ha detto al Festival dell'Economia di Trento. Parole, ha precisato poi, che non preludono a una misura del governo e si riferiscono all'indicizzazione già presente nelle riforme. Comunque la prova che il governo, sulle pensioni, segue il vecchio assioma della prima Repubblica: risolvere i problemi colpendo le generazioni future.

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