martedì 29 dicembre 2020

Europa, vaccini, Confcommercio e Cina

Se c'è una cosa che, più di altre, ho imparato nella vita, è che l'essere umano ha una innata capacità di vivere fingendo di non vedere, distogliendo lo sguardo da un problema per autoconvincersi che quel problema non esista.


La Germania conclude un contratto privato con l'azienda Pfizer per ulteriori 30 milioni di dosi. Dico "ulteriori" in riferimento a quelle già previste dal patto fra UE e Paesi membri. Lo fa per porre fine, il più in fretta possibile, alla morsa del virus. "La legge del più forte" si direbbe in natura. Il potere del denaro che tutto può comprare. Questo accade perché l'Europa è unicamente una entità astratta, un disegno sulla cartina geografica, un'idea mai compiuta. La Gran Bretagna, in verità, non è uscita all'UE, perché non si può uscire da qualcosa che non esiste. Nell'Europa non compare il totale, ma solo una somma di singoli addendi che viaggiano per conto proprio. Lo abbiamo visto nelle differenze di tassazione che spinge le aziende ad abbandonare l'Italia o nella iniqua ripartizione dei migranti. Eppure fingiamo che non sia così. 


Migranti, appunto. Ammassati da giorni in Bosnia, nella neve, alcuni morti per il freddo. Accatastati in campi dati alle fiamme. Flussi di anime e carne che l'Europa finge di non vedere. Del resto, qualcosa che non esiste non può vedere qualcuno che sarebbe meglio non esistesse. 


Confcommercio annuncia che oltre 300 mila imprese nel 2020 sono definitivamente chiuse e tante altre ancora lo saranno. Eppure, con deforme perseveranza, viene annunciato che a Gennaio non riapriranno teatri, palestre o piscine, come se la cultura e lo sport fossero gingilli superflui e non cura per anima e corpo, medicina per spirito e testa. Una saracinesca abbassata non provoca un rumore udibile solo per il singolo imprenditore, ma porta i nostri passi alla devastante resa. Eppure la politica, con audacia corrosa dalla inettitudine, sceglie di non vedere, per autoconvincersi che il bene di una comunità non dipenda anche da questo.


Zhang Zhan, voce coraggiosa, baluardo di verità, bella nella sua ostinata presunzione di scardinare i sigilli di un regime totalitario, viene condannata al buio per quattro anni, rea di aver raccontato cosa accadeva a Wuhan lo scorso inverno. Ciò che, per vigliaccheria, la comunità internazionale non fa, lei ha fatto. Non si è genuflessa davanti al silenzio della Cina, mai imputata per essere la colpevole di quello che ci stravolge. "Non nominare la Cina" è il dictat dell'Europa che non esiste, di Governi deboli, pavidi, vacanti di quella luce che dovrebbe spingere essi a conoscere la verità che appare ovvia e, al contempo, impronunciabile. Zhang Zhan, prode guerriera, condannata dal nostro sguardo pigro a cui ci aggrappiamo per sopravvivere in un mondo così ostile.


"Per non vedere non è obbligatorio essere ciechi o chiudere gli occhi".


Giovy Novaro 

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