sabato 10 gennaio 2015

L'islam moderato non esiste

Il silenzio assordante del mondo islamico moderato di Giovanni Terzi

Inutile dire che l’attentato terroristico di ieri (7 gennaio 2015) rappresenta per l’Europa ciò che in America fu l’11 settembre del 2001; un attacco al cuore della nostra società. La domanda che ci viene spontanea credo a tutti e’ come sia possibile che un commando di uomini armati fino ai denti possa entrare in una redazione di un giornale e seminare morti e devastazione come se nulla fosse. Ci sentiamo tutti più vulnerabili dopo ciò che è accaduto a Parigi nella reazione del giornale Charlie Hebdo. Ma quel atto terroristico ha origini lontane e risiede nella nostra incapacità di affrontare con chiarezza e determinazione il tema dell’integrazione tra culture diverse. Non posso non ricordare l’incapacità dei legislatori di inserire le nostre radici cristiane (storiche e non religiose) nella Costituzione Europea. Così come non riesco a dimenticare come nel silenzio e’ passato l’omicidio di Theo Van Gogh , il regista olandese reo di aver ironizzato nel film “Submission” sul mondo Arabo e prontamente giustiziato da un estremità islamico del gruppo Hosfstad. Oggi non ho voglia di sentire i distinguo di politici che da una parte denunciano la gravità dell’accaduto ma dall’altro e immediatamente vogliono evidenziare che non tutti i mussulmani sono terroristi. Oggi voglio che il mondo dell’Islam moderato in maniera ufficiale condanni gli atti terroristici accaduti a Parigi. Se ciò non avvenisse significherebbe che l’ Islam moderato e’ una fantasia di politologi e sociologi incapaci di prendere di petto un problema che ci porterà a diventare, come diceva profeticamente Oriana Fallaci, Eurabia.

"I giornalisti di Charlie Hebdo se la sono andata a cercare". Nella moschea di Roma, la più grande d'Europa, l'imam condanna la violenza, ma i fedeli la giustificano. E ci sono pure italiani convertiti all'islam di Francesco Curridori

“Fratelli e sorelle: seguiamo questi nobili insegnamenti nella nostra vita quotidiana, in cui ogni atto di violenza è condannabile di per sé. Questo perché il messaggio dell’Islam è un messaggio di pace, concordia, solidarietà e coesione sociale. L’Islam è una religione all’insegna della misericordia, dell’amore e non della violenza”. Mentre Parigi vive ore di assedio, l’Imam della moschea di Roma, la più grande d’Europa, ha concluso con queste parole il sermone del venerdì.

Una condanna ferma della strage di Charlie Hebdo che però sembra non aver fatto breccia nel cuore di tutti i fedeli. Secondo Abdellah Redouane, il segretario generale del Centro Islamico Culturale, “si deve distinguere tra chi non condivide un certo tipo di satira e chi uccide dodici persone. Nessuna vignetta può giustificare un atto di violenza così orrendo anche perché gli atti degli uomini devono essere giudicati solo da Dio e difenderlo non vuol dire sostituirsi a lui nel giudicare gli altri”, ma tra i molti musulmani che hanno partecipato alla preghiera comunitaria c'è chi la pensa diversamente. Medi, un marocchino di 21 anni, che lavora in uno dei tanti chioschi antistanti la moschea, è convinto che si tratti di “qualcosa di più grande di noi” e che tutto dipenda “dalla lotta con l'America”. Per Medi i terroristi “hanno sbagliato a uccidere ma quelli se la sono andata a cercare perché hanno provocato apposta sapendo che ci sarebbe stata una reazione”. “D’altronde – si chiede il giovane marocchino - io non offendo il tuo dio tu perché devo offendere il mio?”. Mohammed, un algerino sui 30 anni, accerchiato dai giornalisti, invita a non fare di tutta un’erba un fascio: “Nel mondo ci sono un miliardo di musulmani e tra questi è ovvio che ci possano essere dei pazzi” ma poi si lascia andare con un paragone alquanto discutibile: “C'è chi viene offeso da una parolaccia e non risponde, chi risponde con un'altra parolaccia e chi, invece, si incazza e normalmente si comporta da pazzo…”

A colpire è anche la presenza di Luca, un ventunenne romano che si è convertito all’Islam dieci anni fa perché affascinato dalla cultura araba e perché ritiene che “nell’Islam vi sia la Verità”. Anche lui abbraccia la tesi del complotto secondo cui questi attentati non abbiano una matrice religiosa ma siano dettati solo “da interessi economici e politici” e sono frutto di “reati legati alla droga e alla prostituzione che per l’Islam sono dei peccati”. Anche Mustafà, un italiano di origine palestinese, si chiede: “Da dove arrivano i soldi per le armi?” e aggiunge: “È chiaro che questi atti di violenza sono manovrati da qualcuno”. In molti sostengono che l’Isis non può essere confuso con l’Islam e invitano a non dimenticare che “in quell'attentato un algerino ha sparato a un altro algerino”. Da più parti vi è la convinzione però che “l'Italia non sia a rischio perché è un Paese molto più tollerante della Francia o della Gran Bretagna”, come spiega un musulmano moderato, italiano ma di origini tunisine, Nordim che in italiano significa “la luce della religione”.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Scontato che vi sarebbero state le solite manfrine di facciata ( ah, la religione di pace .... ) a mascheratura delle immancabili ritrosie, litanie giustificatorie e via cantando.
Diversamente non si capirebbe come gli islamici siano implicati in tutti i casini interreligiosi del globo: sono tutte le altre religioni tanto perfide da avercela con l' islam o è l' islam ad essere poco compatibile con le altre ?

Una correzione, che anche indice di quanto sia lacunosa - spessissimo artata - l' informazione proveniente da "espertoni" di islam e di arabismo: Nordim = luce della religione è un' idiozia solenne !

Nour ( luce ) ed Din ( religione ) contratto in Noureddin ( o Noureddine nelle regioni del Maghrib ) sono il radicale ed il nome corretto.

Un saluto.


Paulus

Eleonora ha detto...

Ammesso e non concesso che il capitalismo (o neoliberismo) abbia fatto e faccia danni ovunque nel mondo in nome di un altro dio, quello denaro. Ma si, paulus, nessuno si è posto la tua stessa domanda (io si), del come mai l'Islam porta caos dovunque e la risposta è sempre stata sotto gli occhi di tutti. Ripetiamo che l'Islam e' violenza e manco troppo nascosta. Ricordiamo anche che gli espertoni e gli islamici applicano sempre la dissimulazione quando parlano di Islam.

E, ti dirò, nel vedere i capi di stato che sfilavano oggi a Parigi, ho provato forse più orrore del massacro di due giorni fa. Forse perché sono stati proprio loro a farci subire uno schifo del genere?

Anonimo ha detto...

Quella della dissimulazione è tecnica vecchia, ormai abboccano solo i tonti ( inclusi gli ideologizzati politici ed i buonisti a spada tratta ) e quelli che pretendono di parlare di islam a sproposito.

Che vi sia una certa correlazione di causa-effetto è vero, così come è ancor più vero che l' integrale interpretazione coranica, peggio ancora se guidata da qualche spregiudicato ed invasato imaam, facilmente conduce a radicalizzazioni che contrappongono l' islam a qualsiasi altro ordinamento religioso e statuale.

Con gli effetti che vediamo, solo in parte, ormai in ogni angolo del globo.

Paulus