Bersani oggi fa parziale ammenda di trenta anni di frusta sul groppone dei lavoratori dicendo, bontà sua, che "abbiamo fatto cose disdicevoli" testuale. L'uomo cresciuto tra la via Emilia e il West dunque sostiene che è ora di riparare (come se trenta anni di sferza siano qualcosa a cui può essere posto riparo): ovviamente andando a votare ai referendum sul lavoro e ripristinando i diritti che il PD stesso aveva tolto.
No caro Bersani, a prendere per i fondelli vai da un altra parte: quando cambiano le condizioni, politiche, tecnologiche, geopolitiche, macroeconomiche, non basta riportare le lancette dell'ordinamento giuridico a trenta anni fa per riavere le condizioni di trenta anni fa. Nel frattempo è cambiato tutto; la globalizzazione è finita, siamo senza energia, abbiamo la guerra in Europa, sono arrivate applicazioni della Intelligenza Artificiale che radicalmente cambieranno il mondo del lavoro, abbiamo perso la competitività internazionale e anche buona parte dei mercati di sbocco. E in tutto questo caro Bersani tu davvero credi che per riportare livelli di diritti e salari ai livelli di trenta anni fa basta abbrogare 4 articoli di legge?
E per di più a braccetto a questi referendum sul lavoro mettete il referendum sulla cittadinanza facile a 5 anni (anche la super immigrazionista Gran Bretagna vuole riportare a 10 anni il tempo necessario per fare richiesta di cittadinanza!!!!) creando così milioni di cittadini che chiederanno diritti, che pretenderanno ricongiungimenti familiari con tutto ciò che significa a livello di prestazioni sanitarie, pensionistiche e di welfare... Per carità, senza offesa per i migranti, però mi pare un po' troppo caro Bersani. Mentre fate finta di voler restaurare i diritti con i primi quattro referendum, volete rimpinguare "l'esercito industriale di riserva" (cito Kalecki) però in assenza di industrie, portando altri milioni di persone a pretendere l'esangue mammella dello stato e dunque peggiorando le condizioni di tutti. O siete completamente scemi o siete dei delinquenti. Caro Bersani, scelga lei.
Giuseppe Masala
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