giovedì 19 maggio 2022

Tempeste perfette…

Siamo seduti su di un vulcano che sta per esplodere. Tutto lascia pensare che stiamo andando incontro ad una tempesta perfetta. A parte la guerra, vi sono molti altri motivi di preoccupazione. L’inflazione, dopo essere stata tenuta per anni sotto controllo attraverso una feroce politica di contrazione salariale, si sta ovunque approssimando al 10%. Con la pandemia e le politiche di sussidi generalizzati da essa provocate, il debito degli stati è raddoppiato. Il minacciato blocco delle importazioni dalla Russia provocherà uno shock energetico e forse alimentare, con l’aumento, solo in parte già scontato, del prezzo del petrolio, del gas, del grano, dei fertilizzanti agricoli.

In questa situazione da ultima spiaggia non si capisce cosa le classi dirigenti abbiano intenzione di tirar fuori dal cilindro. In condizioni normali le banche centrali si sarebbero affrettate ad alzare i tassi. Questo provvedimento, però, avrebbe effetti deleteri sul debito degli stati. In poche parole, l’aumento, anche solo di pochi punti, del tasso di sconto e la fine del quantitative easing rischiano di provocare la bancarotta di molti paesi del terzo mondo e di alcuni di quello industrializzato (l’Italia è il primo fra questi). Gli effetti sull’economia globale sarebbero catastrofici.

Come non bastasse, l’Europa e gli Stati Uniti stanno vivendo una crisi culturale senza precedenti. L’ideologia ufficiale delle cosiddette libere democrazie è una perversa clonazione di liberismo economico iper capitalista e di valori politicamente corretti “di sinistra”, imposti in modo sempre più invasivo e intollerante  nei mezzi di comunicazione, nel cinema, nella scuola. L’elite al comando promuove la distruzione della famiglia, la cancellazione di ogni identità nazionale e regionale, l’omologazione delle culture particolari, la censura preventiva su ogni idea eterodossa, la diminuzione della popolazione mondiale e l’immigrazionismo selvaggio (che è cosa, va da sé,  ben diversa dal rispetto e dalla tutela dei cittadini e dei lavoratori di origine straniera). In pratica si punta ad una rivoluzione culturale che ponga fine alla civiltà occidentale per come l’abbiamo conosciuta finora. Di fronte a tutto questo è difficile prevedere cosa verrà imposto a popoli sempre più spaesati e privi di bussola. La cosa al momento più probabile è che si pensi di affrontare la crisi attraverso una enorme distruzione di ricchezza: un crollo dei valori azionari e immobiliari senza precedenti. In ogni caso, la militarizzazione spinta della società, iniziata con la scusa della pandemia, sembra destinata a continuare.


Silvio dalla Torre 

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