giovedì 19 maggio 2022

Quarantasette e quarantotto…

Draghi dichiara: "Il Governo ha sempre agito in coerenza con le indicazioni del Parlamento". Nella forma è ineccepibile, poiché questo Parlamento connivente ha votato per 47 volte (morto che parla, cioè esso stesso) una fiducia aprioristica e codarda al Governo. E dove la forma combacia con la sostanza, cadono gli ostacoli a quel dominio del totalitarismo sullo stato di diritto. Del resto se il seme dell'idea di un Regime può essere sotterrato in solitudine, affinché esso si sviluppi necessita della complicità di altri protagonisti: politica, giornalismo, parte della società. Draghi dunque, abile mentitore seriale, dice il vero nel ricordare che il Parlamento legittima il suo operato. Quarantasette fiducie ne sono prova sufficiente (annunciata la numero 48 mentre scrivo). È ciò che si dice "avere le spalle coperte". Il rapporto fra Parlamento e Presidente del consiglio è un matrimonio di interessi che si alimenta di energia generata dal suo stesso esistere. In tante occasioni abbiamo sentito l'espressione "scollamento fra politica e Paese". Ciò che mi preme sottolineare è la volontà di ambo le parti di non porre rimedio a questa voragine creatasi fra i due giocatori.


Mario Draghi è una moda momentanea, come lo furono le scarpe Hogan quando andavo a scuola. I partiti non ripongono in lui una sincera passione (escluso Calenda che ha in casa un altare in suo onore, su cui sacrifica selvaggina), piuttosto sopportano i sogni di gloria e la brama di potere di questo anziano mercante di menzogne pur di poter finire di pagare il mutuo della casa in Sardegna, acquistare il Mercedes dei sogni e garantirsi a vita di essere su una barca diversa rispetto a quelle su cui naviga l'elettore medio, arresosi alla fatalità inoppugnabile della vita. È l'eterna lotta fra caste, dove Covid e guerra fungono soltanto da cornice per una storia sempre uguale a se stessa: chi può arraffa il maggior quantitativo di privilegi e, se avanza tempo, si dedica a questioni morali, senza mai dimenticarsi di mostrare solo tali questioni sui social, sperando che la pesca sia talmente fruttuosa da nascondere il gioco di prestigio.


Giovy Novaro 

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