Stamattina una mia amica, persona molto gradevole, da diverso tempo in contatto con me su questo social, mi ha fatto notare che sto esagerando. E’ possibile che io, in deroga al mio usuale codice linguistico in uso comune, abbia in effetti pronunciato parole più forti del solito, ma, credo, sempre nel rispetto delle regole civili. Mi chiedo però, allora, se possano essere definite esagerazioni anche le esternazioni di Draghi (“Chi non si vaccina muore e fa morire”), di Burioni ( che augura ai sorci che non si vaccinano gli arresti domiciliari), di certa stampa che ha bollato le manifestazioni di ieri come “di estrema destra”e di “poveri mentecatti”, di una dottoressa che ha auspicato la morte nelle camere a gas ed i campi di concentramento a chi nutre dubbi sulla vaccinazione. Le parole sono importanti, ricordiamocelo tutti.
Non credo di esagerare se definisco le misure prese da molti governi come inefficaci ed insensate contro i contagi; non credo di esagerare se affermo che esistono molti modi di affrontare il problema e quelli scelti finora non sono stati felici; non credo di esagerare se dichiaro che questa situazione surreale ha tirato fuori la parte peggiore di molti, (ma anche la parte migliore di altri). Un buon governante non lo si giudica nella normale amministrazione, ma nell’”ora più buia”, per dirla alla Churchill, perché solo nei momenti più difficili si può misurare la sua effettiva forza e la sua vera competenza. Di certo mettere gli uni contro gli altri è proprio di chi non ha una equilibrata concezione del potere, ma si sa, fin dai tempi del Manzoni, la caccia all’untore è uno sport che nessuno, o quasi, disdegna praticare.
Dalla bacheca di Stefano Burbi
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