La vestale UE e la difesa dei diritti di Niram Ferretti
Da David Sassoli apprendiamo alcune cose fondamentali su come funzioni il progresso incarnato dalla UE. Sassoli, in una intervista a Il Corriere della Sera, così risponde alla seguente domanda. Eppure, nell’Europa di oggi molti chiedono la difesa della propria identità contro l’omologazione del «SuperStato bruxellese». «Un conto è il rispetto delle differenze nazionali, culturali, che sono un arricchimento per l’Europa e che ben si riassumono nel nostro motto “uniti nella diversità”. Su questo noto una riflessione in corso anche in gruppi che un tempo volevano dividerci e ora invece chiedono un’Europa più governativa e meno federalista. Discutiamone. Altra cosa è se autorità locali, invece, dichiarano il loro territorio come “Lgbt free zone”. Quando sento parlare di zone “libere da qualcuno” mi vengono in mente i nazisti, che nel 1942 dichiararono Belgrado prima città “Judenfrei”. In Europa i diritti di ogni persona sono diritti di tutti. Da noi non possono esservi discriminazioni su base politica, religiosa, etnica o di orientamento sessuale. Punto. Bene che la Commissione abbia dall’inizio dell’anno aperto circa 40 casi di infrazione legati alla protezione dello Stato di diritto. Il Parlamento farà la sua parte».
Il riferimento, ovviamente è Orban e la recente legge promulgata dal Parlamento ungherse. Dunque, secondo il presidente del Parlamento europeo, il premier ungherese sarebbe paragonabile ai nazisti, Budapest sta a Belgrado. Là, nel 1942, il Terzo Reich prese le sue misure per togliere di mezzo gli ebrei, oggi, nel 2021, Orban ne prende di analoghe per una sanificazione legislativa contro quelli che una volta venivano chiamati i "diversi". La legge ungherese a tutela dei minori contro l'indottrinamento LGBT è per l'Unione europea una legge discriminatoria e, per il presidente del Parlamento europeo, addirittura "nazista". A questo scopo bisogna dichiarare il falso: «La legge ungherese equipara omosessualità e orientamenti sessuali alla pornografia e usa la protezione dei bambini come pretesto per discriminare le persone sulla base del loro orientamento sessuale. Tutto questo è contrario ai nostri principi sul rispetto delle minoranze, dell’uguaglianza e della dignità umana. Siamo determinati nel difendere con forza l’articolo 2 del nostro trattato». L'affermazione che la legge voluta dal parlamento europeo usi la protezione dei bambini come "pretesto" per la discriminazione degli omosessuali è del tutto apodittica, così come è falso che l'omosessualità e altri orientamenti sessuali ("altri" quali?) vengano equiparati alla pornografia. Equiparazione che anche solo sotto il profilo della pura logica è del tutto priva di senso, perchè esiste la pornografia omosessuale come quella eterosessuale, quella omosessuale non ha l'esclusiva.
Sassoli o mente sapendo di mentire o non sa di cosa parla. Ecco cosa dice la legge incriminata: “E' vietato mettere a disposizione dei minori un contenuto che presenta qualsiasi rappresentazione della sessualità fine a se stessa, qualsiasi deviazione dall'identità corrispondente al proprio sesso assegnato alla nascita, cambio di sesso o promozione dell’omosessualità”. In altre parole la legge ha il fine di proteggere i minorenni dalla pornografia in senso generale, come è chiaramente esplicitato dalla frase, "qualsiasi rappresentazione della sessualità fine a se stessa" e poi anche da contenuti specificamente orientati al transessualismo, al transgenderismo e alla "promozione" dell'omosessualità. "L'eguaglianza" e "i diritti umani", sono il solito e ben noto abracadabra demagogico che viene sempre messo in campo tutte le volte che una minoranza agguerrita vuole imporre la propria agenda. Agenda di cui Sassoli, in virtù del ruolo che ricopre, è, ovviamente zelante vestale. Ma proseguiamo.
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