giovedì 12 ottobre 2017
"Non vi lasceremo soli"...
COSÌ SI RICATTANO I TERREMOTATI di genzianaproject
C’è una sola parola che ci viene in mente: «ricatto». E se questo è l’esordio del commissario alla ricostruzione Paola De Micheli il rischio è di dover rimpiangere Vasco Errani. Parlando con “Il Messaggero”, nelle scorse ore, la De Micheli ha chiarito la sua posizione, che evidentemente è anche quella del Governo, sulle cosiddette “casette fai da te”. Eccola: «Il provvedimento contempla due possibilità - sottolinea la De Micheli, al quotidiano romano - : la prima prevede che chi si è organizzato con una casa mobile, la potrà tenere se rispetta tutti i vincoli, paesaggistici e di edificabilità, quindi rinuncia alla casetta e al contributo di autonoma sistemazione. Una volta realizzata la ricostruzione della sua abitazione, la casa mobile sparisce. Il secondo caso riguarda le strutture fisse per le quali è possibile chiedere una regolarizzazione rinunciando alla casette e al contributo per la ricostruzione. Ma devono sempre rispettare i criteri edilizi e paesaggistici». Fuori dal politichese, e ci permettiamo noi di tradurre, il succo è questo: ogni terremotato che esasperato dai ritardi della Sae, o addirittura non inserito in coloro che hanno diritto alle casette d’emergenza, potrebbe costruirsi a sue spese, e ripetiamo a sue spese, una casetta. Magari l’unica soluzione possibile per non abbandonare la propria terra. Ma così facendo, cioè provvedendo di tasca sua a dotarsi di un tetto, dovrà dire addio ad ogni contributo statale per la ricostruzione di quella che una volta era la sua vera abitazione. Perchè se vuoi fare da solo sarai abbandonato a te stesso. In pratica, e se a qualcuno viene in mente un altro termine ce lo suggerisca pure, un autentico ricatto.
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