A me i collettivi studenteschi di sinistra che, ebri di odio, festeggiano pubblicamente l’assassinio di Charles Kirk, non meravigliano, né scandalizzano. Sono solo dei poveri imbecilli talmente mentalmente disturbati da inorgoglirsi nel fare sfoggio della loro crudeltà. Nei loro confronti non servirebbero misure repressive, bensì psichiatriche. Non sono loro la causa dell'odio e della violenza politica che dilaga anche nel nostro paese. Ne sono il prodotto. Chi invece dovrebbe scandalizzarci e preoccuparci è quell’infinita pletora di fanatici pseudo intellettuali di allevamento, appollaiati nei salotti buoni della sinistra radical chic. Tromboni osannati ben più infidi e pericolosi, che vanno dai Saviano agli Odifreddi, dai Friedman ai Tosa e via, via strombazzando. Ebbene costoro, nel commentare la notizia, con fantasmagorici giri di parole, valzer semantici, acrobazie verbali, funambolici ragionamenti e pindariche considerazioni, sono stati capaci di esprimere gli stessi beceri concetti, la stessa gioia assassina dei cavernicoli studenti. Un misero panegirico finalizzato a giustificare, minimizzare, strumentalizzare il delitto. Far finta di condannarlo per poi insinuare, insultare, vituperare la vittima, e infine arrivare alla stessa identica conclusione alla quale, senza giri di parole e più onestamente, erano giunti i collettivi: “Se l’è cercata. Bene così! Uno di meno!”. Non mi meraviglia neanche la citazione incisa sulla pallottola che il killer ci ha voluto dedicare: “Bella Ciao”. Un’espressione che, sfregiando il simbolismo della resistenza, diviene emblema di rabbiosa intolleranza. Un’estrema faziosità che sostituisce le argomentazioni con le pallottole.
D’altronde è risaputo che da noi “uccidere un fascista non è reato”. E, nel corso del tempo, in assenza di fascismo, ogni opinione diversa dal pensiero unico dominante è divenuta tale. E come tale va tacitata, etichettata e disumanizzata. E poi, non siamo proprio noi quelli che hanno eletto parlamentare una accusata di andare in giro a rompere la testa dei “fascisti” a martellate? La nostra premier oggi punta il dito contro i collettivi studenteschi e con tono di sfida intima: «Non ci faremo intimidire!». In verità, aldilà dei proclami, il governo da lei presieduto pare tutt’altro che risoluto a non farsi condizionare e intimorire dalla cultura dominante di coloro che predicano l'umanità ma trasudano disumanità, si atteggiano a buonisti ma esalano perfidia, in nome della libertà e dei diritti non accettano la democrazia e sono patologicamente affetti da ipocrisia, intolleranza e doppiopesismo. Per cui, è inutile scagliarsi contro i collettivi studenteschi di sinistra. Anzi, paradossalmente, grazie a loro, da noi una tragedia del genere non si sarebbe verificata. Kirk è stato trucidato mentre teneva una conferenza nell’università. Da noi i collettivi non gli avrebbero neanche permesso di avvicinarsi all’università. E se le Forze dell’ordine avessero tentato di forzare il blocco degli studenti e fosse scappata una manganellata di troppo, sarebbe intervenuto a difesa dei giovani rivoltosi finanche il Presidente della Repubblica! …E chi ci intimidisce a noi? Bella ciao!
Salvino Paternò