sabato 2 agosto 2025

Scelte soggettive dei giudici

Ma cosa c’è da festeggiare? Quello che non hanno capito i beoti che oggi festeggiano giulivi la sentenza della corte di giustizia europea sui cosiddetti “paesi sicuri”, è quanto devastante sia tale pronuncia non per l’Italia (di cui è noto il loro disinteresse) bensì per la loro amata europa. Sono così inebetiti e gongolanti per il fallimento della politica dei respingimenti, da non rendersi conto che quella sentenza non assesta solo un colpo mortale al vituperato modello Albania, o alla politica migratoria nazionale, ma al principio dell’unità del diritto europeo in materia di controllo dell’immigrazione illegale di massa. L’imbecillità gioiosa e l’infrenabile cretineria gaudente non gli permette neanche di rendersi conto di quanto profondo sia lo sfregio alla certezza del diritto.


Ma cosa c’è da festeggiare? Se poggiaste per un attimo il fiasco di vino e smaltiste la sbornia, forse vi rendereste conto che, in base a quella sentenza, in qualsiasi stato membro dell’unione europea (non solo nell’odiata Italia “fascista”) sarà il singolo giudice nazionale a stabilire se il paese dove il governo vuole rimpatriare il migrante, illegalmente giunto sul suolo nazionale, sia sicuro o meno. E non solo. Quel giudice per poter valutare la sicurezza di una nazione straniera potrà attingere a “fonti di informazioni personali”. Siete ancora sotto i fumi dell’alcool o un minimo di lucidità mentale vi è balenato in quel cervellino con il vuoto a rendere? Capite cosa significa questo? Significa che la valutazione sulla sicurezza o meno di un paese in cui rimpatriare il clandestino, non sarà un’uniforme scelta politica, bensì una scelta soggettiva del singolo giudice. Per cui, ciascun giudice potrà decidere in maniera diversa. Un paese potrà essere sicuro per un Tribunale e per un altro no. Per qualcuno l’Egitto potrebbe essere non sicuro, per altri invece potrebbe essere sicuro. Si avrà una pluralità di diritti tanti numerosi quanti sono i giudici.


E questa la chiamate “certezza del diritto”? Ma non solo! Come faranno i singoli giudici a valutare senza avere gli strumenti per svolgere una complessiva e complessa valutazione sulla sicurezza di un ordinamento straniero, senza la conoscenza approfondita del suo diritto e delle sue applicazioni consuetudinarie? Interpelleranno un’agenzia di viaggi? Chiederanno ai loro amici che sono stati lì in vacanza? Si baseranno su un documentario visto su La7? O su una serie Netflix ambientata in quel Paese Qui non si tratta di potere politico subordinato al potere giudiziario ma addirittura subordinato al singolo giudice! E non sto parlando del potere politico italiano, e tantomeno di “sovranismo”.  Mi sto riferendo alla politica europea, alle direttive europee sul controllo dell’immigrazione che, con tale sentenza, non avranno più alcuna efficacia poiché la commissione europea sarà surclassata dall’ultimo giudice di Roccacannuccia. Ma cosa c’è da festeggiare? C’è una stupidità feroce in chi si rifugia nel “tanto peggio, tanto meglio”. Chi lo fa non cerca soluzioni ma sfoghi e vendette. Applaude all’incendio dimenticando che quando tutto brucia nessuno si salva.


Salvino Paternò 

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