mercoledì 26 marzo 2025

Il kit di sopravvivenza

Mentre ci si trastulla con la storia di Prodi, è volutamente passato inosservato qualcosina di più importante e cioè un video di Hadja Lahbib, commissario europeo per la parità, la preparazione e la gestione della crisi (carica che non significa nulla come per il 90% dei ruoli ricoperti in UE). Video in cui la signora, vestita come una invitata ad un matrimonio, ci mostra il "kit di sopravvivenza" in caso di un ipotetico pericolo. In pratica un agente di validazione che prova a galvanizzare le proprie truppe, già indottrinate, sul fatto che la Russia stia per invaderci, spianando la strada affinché figure come lei intaschino mazzette sui contratti per la Difesa.


Ma cosa è presente in questo kit? Se per un attimo ho temuto sbucassero gli assorbenti per Paolo che si percepisce Maria, troviamo una bottiglia d'acqua con tappino rigorosamente attaccato, un accendino, un coltellino svizzero per richiamare il tema delle armi (utile contro le pale dei russi), medicine varie (in discarica potete reperire gratuitamente fiale di vaccino Pfizer), barrette proteiche (a momenti ho creduto estraesse due manubri da 12 kg per fare alzate laterali e allenare i deltoidi), un carica batteria per il cellulare (altrimenti sarebbe impossibile combattere i russi con i tweet), carte napoletane per distrarsi (che poi è quello che in sostanza fa il commissario tutto il giorno a Bruxelles) e, venendo alla cosa più importante, soldi in contanti perché "cash is king" e "le vostre carte di credito potrebbero essere semplici pezzi di plastica".


Al netto dell'opportunità di ricordare che i cittadini europei stiano combattendo due guerre parallele e che nessuna delle quali vede la Russia come nemico: una contro i clandestini, l'altra contro l'élite a capo dell'Unione Europea che si serve, in uno schema piramidale, di altri agenti di validazione come Carlo Calenda o Pina Picierno per dipingere un quadro di pericolo frutto del pensiero magico, vi invito a notare l'ammissione implicita della supremazia del mondo reale in cui è il denaro contante a comandare mentre quello digitale si rivela un bluff che in questi anni è stato tenuto in piedi esclusivamente grazie ad altre agenzie di validazione. Emergenze inventate (pandemia, cambiamento climatico, invasione russa) che chiamano in causa soluzioni scenografiche e atte esclusivamente a riciclare denaro impiantando una struttura di controllo sociale della popolazione attraverso la leva del terrore costante. 


Crollato quindi il muro che portava la coscienza a provare imbarazzo per certe uscite politiche, probabilmente perché persino la coscienza ha deliberatamente optato per dissolversi, il solo motore che muove gli europarlamentari assoggettati al pensiero progressista è quello di "far credere" che è alla base della discipline politica. Non ha importanza esporre se stessi ad ingiurie e schernimento: ogni tentativo di consolidare le menzogne e stringere il collare del pubblico eccitato all'idea del sacrifico diviene valido: persino quello di uscire un mazzo di carte per giocare a briscola. Tale è l'epoca che ci vede fendere la follia come coltello nel burro nell'arrendevole assimilazione di una anormalità divenuta la sua antitesi. Come sempre ognuno valuti e lo faccia guardando il video:


https://x.com/hadjalahbib/status/1904858985972351264 


Giovy Novaro

venerdì 21 marzo 2025

Criminali e guitti

Sta crollando tutto e credono di tenere insieme il muro che viene giù rafforzandolo con la melassa. Senza manco capire che oramai la melassa genera disgusto, vomito. A quel giullare del potere che è Benigni bisogna ricordare che la UE, quella reale e non quella dei suoi deliri, ha significato:


1) compressione salariale (ammesso dallo stesso Draghi)


2) smantellamento dello stato sociale, dei diritti alla salute, del lavoro.


3) soppressione della sovranità popolare, dato che la UE è servita a spostare le decisioni importanti verso centri sottratti al controllo democratico


4) svuotamento della democrazia, dato che tutte le decisioni erano prese altrove, e qualsiasi governo eletto si doveva muovere entro quelle coordinate (vi ricordate quei vermi cge giustificavano tutto con "ce lo chiede l'Europa"?)


5) crimini contro l'umanità in Grecia, perché tre lire non si potevano tirare fuori, mentre ora scopriamo che fare un baratro di debiti per favorire l'industria delle armi e salvare l'industria tedesca di può fare 


Ora ve ne venite fuori con quel guitto, o con discussioni su Ventotene. Ma lo avete letto? Un insieme di chiacchiere che mai nessuno ha preso sul serio, dato che la UE, nei suoi trattati fondativi, delinea una direzione opposta. Idee confuse, buone per fare propaganda, ma che si disfano non appena devi fare i conti con la realtà, con le differenze di cultura, di interessi, di tradizioni. Un manifesto che ignora del tutto la discussione sull'Europa che già all'epoca era ricca, sul rapporto tra culture nazionali e identità europea, sugli strati che compongono la storia dell'Europa. Si potrebbe parlare di quel manifesto, non con coloro che ne fanno un feticcio, quelli gne gne, oddio contessa, critica Spinelli. E chi è Spinelli? Mose? Perché lo hanno imbalsamato e trasformato in Mose', solo che le acque non si aprono e manna dal cielo non ne è venuta. Si potrebbe discutere, lo si faccia senza le regole celebrative, salottiere, da perditempo e da signora la contessa. Ma in fondo sarebbe del tutto inutile, è tempo perso, perché mai nessuno ha preso sul serio Spinelli. Spinelli e' sempre stato e sempre sarà un'arma di distrazione di massa. Serve a parlare del sesso degli angeli per non parlare della realtà.


Qualcuno crede che Ursula bomber leyen lo abbia letto? Forse neanche sentito mai nominare. Il manifesto di Ventotene è un nulla che serve solo come foglia di fico per non parlare delle politiche antidemocratiche e antipopolari che hanno caratterizzato trent'anni di UE. Destra e sinistra ci costringono a parlare del nulla per non parlare della realtà, di un'Europa al servizio delle banche, vi ricordate Draghi? Spinelli serve alla Meloni come serve a Fornaro: un'evasione nel mondo delle ideologie, per coprire quello che sta accadendo. Parliamo di un manifesto di cent'anni fa per non parlare delle sfide attuali. Il guitto Benigni serve a questo: a nascondere la realtà sotto una massa di retorica. Il potere sta perdendo la testa, capisce che sta crollando tutto, e allora ha scatenato una guerra di propaganda che manco le SS. Tutto inutile, perché, signori, siamo al capolinea e tra poco si scende. Il castello sta crollando perché i costruttori  erano pessimi, perché l'edificio è senza fondamenta. Perché la UE nasce come tentativo di cancellare l'Europa, i suoi strati, le sue radici, le sue differenze, la sua ricchezze, per annullare la tradizione Europea. E noi, eredi dell'Europa e della sua cultura, difendiamo l'Europa contro quella macchina per fare il vuoto che è la UE.


Vincenzo Costa

sabato 15 marzo 2025

La manifestazione di Michele Serra

Ho sentito diversi interventi della manifestazione di Piazza del Popolo. Mi hanno colpito molte cose. Anzitutto l’impreparazione dei relatori. Non mi riferisco solo allo stile sommario, approssimativo e un po’ cialtronesco. Trovo assai sconcertante che i relatori non abbiano saputo esprimere alcuna cultura politica. I loro interventi sono stati un carosello di luoghi comuni: gli ottant’anni di pace in Europa, come se l’ex Jugoslavia fosse in Oceania… il primato della democrazia europea, dopo che per tre anni gli italiani si sono espressi contro l’invio di armi e per tutta risposta i governi che si sono succeduti hanno trasgredito questa indicazione senza nemmeno degnarsi di fornire al parlamento la lista degli armamenti dati all’Ucraina… e poi la celebrazione della “cultura” europea. Vecchioni, che tra tutti ne era evidentemente il più sguarnito, si è pure messo a elencare i nomi di scrittori che ci renderebbero superiori, facendo della cultura un vessillo esteriore, un mezzo di esibizione folkloristica. Per me che insegno letteratura è stato un momento disarmante. Mi ha colpito molto anche il discorso di Michele Serra, sempre con la battutina, la capriola retorica che sostanzialmente lasciava trasparire il nulla. Ho provato molta vergogna quando gli ho sentito evocare la crisi greca. Ma dov’erano lui e il suo giornale quando l’Ue umiliava quel paese e faceva carne di porco dei suoi beni? Io la loro manifestazione non me la ricordo. A un certo punto Serra ha tirato poi fuori la lagna moralistica secondo cui noi italiani (perché quando c’è da parlar male torniamo ad essere italiani) saremmo dei viziati con la pancia piena e impigriti dal benessere. Mezza Italia che vive con poco e si ammazza per sbarcare il lunario, anche per colpa di trent’anni di austerity, per questo signore imbolsito semplicemente non esiste. Pensa che siano tutti privilegiati come lui.


Ma ripeto il più sconcertante era Vecchioni, con la sua “cultura” da salottino, la finta citazione, il tocco fascinoso sui capelli... A un certo punto ha pure affermato che non tutte le paci sono accettabili. Bene, dico io, e dunque? Cosa intende fare? Esattamente cosa dovrebbe accadere, come dovremmo comportarci? Se dovessimo seguire questi pazzi, cosa ne dovrebbe venire fuori? Dichiariamo guerra alla Russia? Iniziamo a combatterla direttamente noi, con i nostri soldati? È militarmente possibile? E soprattutto, gli italiani e gli europei (in nome dei quali questa gente è scesa in piazza senza che se ne accorgessero) sono d’accordo? Serra ha del resto menzionato più volte la parola “rappresentanza”. Chi si è schierato contro l’invio di armi, che rappresentanza ha avuto in Italia? Cosa risponde il democratico Serra? Tra le altre cose che mi hanno colpito c’è poi l’assenza della parola diplomazia. È chiaro che per avere diplomazia occorre avere cultura politica, occorre avere una qualche idea di cosa sia uno stato, cosa è un esercito, cosa è un tavolo di trattativa. Per parlare di diplomazia occorre anche avere un’idea di cosa sia l’Ue. In ogni caso non c’è stato nemmeno un accenno. Eppure con la diplomazia si possono fare tante, tantissime cose, anche trasformare una vittoria militare, come quella di Putin, in una sconfitta strategica. Vaglielo a spiegare a questi assatanati! Un po’ meno arroganza, un po’ meno superbia non farebbero male a questa borghesia salottiera e insipiente di benestanti avariati.


Paolo Desogus 

mercoledì 12 marzo 2025

Criminali

La libertà stessa è in pericolo, non solo la democrazia. In pochissimo tempo abbiamo visto, tra tante altre cose


1) l'annullamento delle elezioni in Romania, che non erano state contestate dal candidato europeista che le aveva perso, il quale ha considerato anzi quell'annullamento un colpo al cuore della democrazia. Il fatto che il candidato non piaccia a qualcuno di noi non può essere motivo per annullare elezioni democratiche. Ora gli viene addirittura impedito di partecipare, per impedire che il popolo rumeno si esprima. Per farlo si usa la magistratura, ledendo il principio della separazione dei poteri, minando la credibilità degli stessi principi liberali. La separazione tra poteri e' oramai una favola cui nessuno più crede perché l'uso politico della magistratura la ha privata di credibilità. 


2) La Picierno chiede e ottiene che un giornalista non possa parlare perché putiniano. Il pluralismo cessa di essere un valore, si invita a volte qualcuno solo per mantenere un simulacro di pluralismo, che è ben altra cosa. Questa persecuzione si moltiplica. Chiunque dissente diventa, d'ufficio, puntiniano, viene escluso da tutto ciò che è nelle mani dei progressisti per la guerra. Già ora tutta la stampa e i media sono nelle mani di un sistema totalitario, le manifestazioni per la guerra e le adunate vengono promosse dai giornali che fanno capo a grandi gruppi industriali e finanziari, e ci possono scrivere solo progressisti per il capitale. Tra poco neanche potremo pubblicare un post su fb, forse rischieremo il lavoro. I progressisti non sentono alcuna censura. E certo, neanche i nazisti sentivano una privazione di libertà durante il regime nazista. 


3) il parlamento europeo, già inconsistente, viene privato di ogni funzione. La baronessa pretende che il suo piano da 800 miliardi di euro non venga sottoposto al voto parlamentare. Per motivi di urgenza dice. Ma quel piano, per essere implementato, richiede anni e anni. Davvero qualche settimana di dibattito parlamentare avrebbe ritardato in maniera gravissima le misure? A sostenere ciò sono poi persone che da noi urlano al fascismo per la riforma sul premierato, che depontezierebbe l'istituto parlamentare. Di fatto molti hanno abolito anche il principio di non contraddizione. Non è solo la democrazia ad essere minacciata: è la libertà stessa, di tutti noi. La minaccia reale è qui, il nemico reale è questo. La libertà la stiamo perdendo.


PS. Giunge notizia di Calenda paladino delle nostre libertà. Risultati elettorali che non piacciono potranno essere cancellati.


Vincenzo Costa

 


L’ oligarchia finanziaria va in guerra

Con il voto favorevole del parlamento europeo al piano di riarmo (419 SI, 204 NO, 46 astenuti) credo si possa dire che, simbolicamente, con oggi, la democrazia in Europa è andata; appassita prima, oggi i petali secchi sono caduti. Non è stata sostituita, come molti temevano, da una dittatura. La storia prende sempre forme diverse e sorprendenti. No, questa volta la democrazia è stata sopraffatta dalla conquista delle istituzioni e dei media, dall'interno, da parte dell'oligarchia finanziaria e dei suoi stipendiati. Oramai la manovra di aggiramento è compiuta. I canali a disposizione per la popolazione per esprimersi in termini politicamente significativi sono stati tutti o chiusi o neutralizzati. Un po' è avvenuto con modifiche delle leggi elettorali, un po' rendendo il processo democratico contendibile solo a chi aveva finanziamenti signifcativi a disposizione, un po' occupando a tutti i livelli il sistema mediatico (ed espellendo chi non si adeguava a scrivere sotto dettatura), un po' sopprimendo la terzietà della magistratura, capillarmente politicizzata. Ora i colpi possono susseguirsi in maniera progressivamente sempre più violenta e sfacciata. Aggirare con decreti le discussioni parlamentari è già e sarà sempre più la nuova normalità. Come lo è impedire agli outsider di partecipare al dibattito pubblico prima, ai processi elettorali poi. Che sia stato progettato così o semplicemente avvenuto, de facto la vicenda pandemica ha rappresentato le prove generali della militarizzazione della società e dell'informazione: una sorta di legge marziale senza guerra.


Questa svolta era stata preceduta da molti passi intermedi, da molte lamentele intorno all'inefficienza dei tempi della politica, dei rituali della democrazia. Poi, dal 2022 la guerra russo-ucraina è divenuta l'occasione per ribadire gli ultimi chiodi sulla bara della democrazia. D'ora in poi aspettiamoci che i passaggi diventino sempre più veloci. Tra la grande espropriazione di risorse pubbliche della crisi subprime (2008-2011) e la grande espropriazione di risorse pubbliche della crisi Covid (2020-2022) erano passati una decina d'anni. Ora, e sono passati solo 3 anni, si passa ad una terza colossale espropriazione nel nome dell'emergenza bellica. L'esito di questo passaggio è trasparente e chiarissimo. Pilastri sociali fondamentali come il sistema sanitario e il sistema pensionistico verranno stroncati. Per parare il colpo gran parte del residuo risparmio privato verrà drenato dai cittadini in beni difensivi (assicurazioni private, pensioni private, ecc.). Il patrimonio immobiliare privato, dove, come in Italia, ancora rilevante, diverrà dapprima il collaterale necessario per l'erogazione di finanziamenti indispensabili per far fronte ad esigenze inderogabili (la salute, lo studio dei figli, la sopravvivenza una volta usciti dalla sfera produttiva). L'ultimo passo sarà naturalmente la sottrazione stessa delle proprietà immobiliari, che diventeranno invece il collaterale per le erogazioni di prestiti ad interesse da parte dei gruppi finanziari.

 

Alla fine del processo una cittadinanza variamente indebitata sarà di fatto in catene anche se formalmente libera: condizionata e ricattabile ad ogni passo. Fine pena, mai. L'indebitamento economico irreversibile sarà la nuova forma della coazione. Non più gli antiquati modelli dell'asservimento violento, della schiavitù, ma un sistema pulito, contrattualmente ineccepibile, e tuttavia assai più stringente e dettagliato di qualunque passato rapporto servo-padrone. Se poi con questa leva si deciderà di mandare debitori/colpevoli (Schuld) a fare la carne fresca in guerra o l'ingranaggio a vita per una multinazionale, questi saranno dettagli. Questo è il futuro che bussa alle porte, e gli spiragli in cui si presentano ancora possibili margini di reazione - posto che ancora ci siano - si vanno chiudendo rapidamente.


Andrea Zhok

sabato 8 marzo 2025

Le emergenze della Ue

Emergenza bellica = emergenza sanitaria 2.0, o emergenza finanziaria 4.0 o 11 settembre reloaded per l'ennesima volta. Insomma, un pretesto che la UE mette in atto per far ricoprire di cambiali gli Stati membri, facendo la debita pressione sull'opinione pubblica affinché acconsenta ma i media mainstream servono a quello, e legare sempre più strettamente e sempre più a lungo quegli Stati straindebitati al suo dominio. L'Esercito europeo serve quanto servivano le benedizioni acquistate dalla Von der Leyen coi messaggini oscurati, e quanto servì lo spread nel 2011, e l'11/9 nel 2001... Do you remember o'spread? Do you remember Osamabbbinladénnn? "Binladén nun te scurdà a' casa e Ferlaino'" dissero i tifosi del Napoli in quel 2001 con un memorabile striscione appeso alle gradinate dello Stadio San Paolo. Bene, adesso siamo punto e accapo. Siamo nel 2001, con 24 anni in più sul groppone ma perculati allo stesso modo con il ricatto, la schiavitù e la minaccia del debito. E anche questa volta saremo lì, con la faccia come il di dietro, a firmare 25 kg di cambiali scadenza tre mesi con comode dilazioni se però ci intesti la casa, la macchina, ci consenti "l'uso di tua moglie" (cit. Gianni Agus nell'episodio "Il Veggente" di "Culo e Camicia" con Pozzetto & Montesano, 1980) e balli pure il charleston a richiesta per far divertire i signori cravattari. Ma annoi checcefrega, tanto teniamo a felpa e' Zelensky e il 15 marzo manifestiamo con tutto il circo barnum per chiedere ancora "più Europa", cioè più debiti, più interessi da pagare e più emergenze che fanno fare tanti soldi ai soliti noti e tanto odiens ai nostri talk show preferiti... In attesa, e la aspetto con ansia non sto scherzando, della già annunciata e in fase di ingresso dietro le quinte (sta al trucco ma ha quasi finito) emergenza alimentare.


Paolo Borgognone 

sabato 1 marzo 2025

Zelensky e la figura da peracottaro

C’è un’immagine che più di tutte dà la misura di ciò che è avvenuto nel famoso incontro alla sala ovale tra Trump e Zelensky, quella dell’ambasciatrice ucraina che sgomenta assiste a ciò accade di fronte ai suoi occhi, il suo presidente è colpito dai potenti fendenti trumpiani. Zelensky stretto nell’angolo, lo sguardo perso di chi non si rende conto di ciò che gli accade intorno, lui che fino a poco fa era esibito come un eroe, scompostamente pietisce un po’ di considerazione. L’ambasciatrice, Oksana Makarova, è riversa sulla sedia, avvilita, con la testa tra le mani, quasi piangente. Con Vance che rafforza la dose e ricorda a Zelensky: avete preso un sacco di soldi, ci avete raccontato un sacco di baggianate. E poi ancora Trump: la tua gente sta morendo e tu non vuoi che finisca la guerra, fosse per te andremmo alla terza guerra mondiale. Lo Zelensky di ieri era la plastica rappresentazione dell’Utile Idiota, infine bastonato dal padrone. Utile agli Usa innanzitutto, poi anche ai suoi padrini europei, con questi, ora che gli americani hanno altro da fare, a cianciare di  difesa europea e sostegno all’Ucraina fino alla vittoria. Molti commentatori ricordano che gli Usa non sono nuovi a questi scenari di abbandono repentino del campo di guerra divenuto scottante o non più fruttifero: il veloce ripiego da Saigon nel 1975, l’altrettanto veloce quanta indecorosa fuga da Kabul nel 2021… Con Trump certo le cose hanno subito un’accelerazione impressionante, si è aperto un tavolo di pace, che ovviamente non può includere l’isterica Europa a trazione baltica, e la brutalità con la quale il presidente americano ha trattato il servo Zelensky ad alcuni, deboli nelle emozioni, può essere sembrata addirittura odiosa, ma la storia non procede per forme galanti e garbate, solo che il tutto ora è avvenuto in visione mondiale. A Zelensky che insolentisce Putin Trump risponde con voce sonante che il presidente russo non rispettava né Obama né Biden, ma rispetta lui; che Putin è un leader saggio che vuole solo la sicurezza del proprio paese e che non avrebbe iniziato nessuna guerra se solo fosse stato rispettato. L’approccio di Trump è brutale perché lui sa di aver messo al tappeto non la Russia ma l’Europa, durante l’amministrazione Biden convinta a investire nella guerra per procura ucraina. Gli americani sono riusciti a privare delle risorse a buon mercato provenienti dalla Russia gli europei – rendendoli ancor più subalterni agli Usa – i quali ora pensano di poter contare sulle risorse russe solo a condizione di una sua sconfitta strategica, la qual cosa non fa che incoraggiare la propria partecipazione al conflitto in Ucraina. Insomma, gli americani dopo hanno ottenuto l’obiettivo strategico di ridimensionare l’Europa possono ora dedicarsi ad altro, in un mondo già diventato multipolare. L’odio del mondo globalista per Trump non è odio ideologico ma odio per chi rappresenta la fine della stagione globalista, con le sue guerre e le sue follie. 


Antonio Catalano