lunedì 22 luglio 2024

Biden e Kamala Harris

Adesso tocca anche ascoltare  la retorica sul grande presidente che si ritira, piegato dall'età, per lasciar spazio alla sua valente collaboratrice. Di fronte a questo maldestro tentativo di creare un nuovo improbabile santino, sarà bene ricordare che Biden è salito alla presidenza attraverso un colpo di stato (l'operazione COVID) e una frode elettorale e fin dall'inizio non era nelle condizioni fisiche e mentali per esercitare il suo mandato. Il suo quadriennato è stato uno dei più sanguinosi della storia recente. Gli Stati Uniti hanno assunto una posizione aggressiva nei confronti della Russia, della Cina, dell'Iran, della Siria, di tutti, fomentando guerre ai quattro angoli del mondo. Anche sul piano della politica interna i suoi risultati (quelli cioè dei poteri che lo hanno avuto sotto tutela) sono fallimentari. Tutti i problemi strutturali del paese, dallo squilibrio commerciale alla diffusione esponenziale degli stupefacenti tra la popolazione,  si sono aggravati. L'unica risposta concreta a queste sfide è stata il bellicismo esasperato e l'aumento, a livelli deliranti, della retorica politicamente corretta. Quanto alla sua erede designata, la sua presidenza potrebbe forse riempire di gioia le femministe esaltate, quelle che ritengono che l'essere donna sia, di per sé, un merito per una personalità politica. Chi però ritiene che tra donna e donna, come fra uomo ed uomo, vi siano delle differenze, per cui, ad esempio, Rosa Luxembourg non è la stessa cosa di Ursula Von der Leyen, non può non prendere atto che Kamala Harris è espressione di quegli stessi poteri che hanno manovrato Joe Biden ed è destinata, qualora fosse eletta, a continuarne la politica. Ci sono forti dubbi che Trump voglia, sappia e possa cambiare strada. Di sicuro Kamala Harris questa strada disgraziata continuerebbe a percorrerla a piena velocità.


Silvio dalla Torre 

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