martedì 7 gennaio 2020

Mattarella

Mattarella, la tempesta trova l’Italia. Con il peggior governo repubblicano

L'Italia si trova al drammatico crocevia di seri problemi economici interni, come le vistose crisi di Ilva, Alitalia, Popolare Bari e altri 149 dossier relativi ad aziende sul punto di chiudere o di ridimensionarsi con pesanti conseguenze sull'occupazione e dunque sul tessuto sociale; e di gravissimi problemi internazionali, come la crisi Usa-Iran che arroventa il clima del Medio-Oriente, dove sono impegnati militari italiani, e la crisi della guerra civile in Libia, dove abbiamo rilevanti interessi petroliferi e dove una fazione ha invitato la Turchia a darle l'aiuto militare che l'Italia le ha negato.

Questa spaventosa temperie coglie il nostro Paese proprio quando è stato imprudentemente affidato al governo più debole, più improvvisato, più inesperto, più impreparato di tutta la storia repubblicana. Un presidente del Consiglio debuttante, pescato dai Cinquestelle nella folla dei simpatizzanti e senza alcuna esperienza di politica nazionale e internazionale, di economia e di burocrazia. Quasi tutti i ministri sono scelti per opportunità politica, più che per capacità e competenza: alla guida di dicasteri importanti abbiamo trovato o possiamo trovare gente fallita, produttori assicurativi, un ex impiegati di cancelleria... Fa scalpore la clamorosa impreparazione del ministro degli Esteri - oggi spiegabilmente ignorato dalle segreterie internazionali -

Difficile dire quando, come e se usciremo dall'uragano della crisi internazionale e dal terremoto della inefficienza nazionale. Ma ancora più difficile accettare che i gestori dell'agenda politico-economica nazionale si tengano alla larga dai loro doveri nei confronti di problemi vitali per la sopravvivenza dell'Italia, solo perché non sanno come affrontarli; e fingono di occuparsi di questioni di basso cortile come l'inquietudine dei Cinquestelle, il processo a Salvini per un reato inesistente, le elezioni regionali di Emilia-Romagna e Calabria. Quando brucia la casa, non si perde tempo a controllare se il quadro è appeso storto e se sul pianoforte c'è la polvere.

A mio umile parere, questa sensibilità dovrebbe essere avvertita non "anche", ma "innanzi tutti" dal Presidente Sergio Mattarella. Di fronte all'addensarsi di tante insidie non può limitarsi alla notarile funzione di guardiano della Costituzione. Deve sentirsi Capo, dunque responsabile supremo della sorte del Paese, e valutare se è il momento di intervenire con il coraggio, la personalità, la decisione che i momenti difficili sempre richiedono.

La Storia giudicherà azioni e figure dei tumultuosi tempi dei quali siamo testimoni. Sperando di non diventarne anche vittime.

Tratto dalla bacheca di Gianni De Felice

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