lunedì 16 dicembre 2019
Orwell, la sinistra a le sardine
Il movimento dei pesci in mano e la deriva orwelliana della sinistra italiana di Roberto Vallepiano
Guardo alla pochezza della Sinistra Sardina, osservo i loro capetti: figli del benesseree e del privilegio dall'espressione ridanciana e non molto acuta, e ripenso a un passo del ibro 1984 di George Orwell: “Perfino quando in mezzo a loro serpeggiava il malcontento (il che, talvolta, pure accadeva), questo scontento non aveva sbocchi perché, privi com’erano di una visione generale dei fatti, finivano per convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. Non riuscivano mai ad avere consapevolezza dei problemi più grandi“.
Leggo che uno dei punti focali del programma delle Sardine recita: "Pretendiamo che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica".
Questa frase, incresciosa dal punto di vista logico e pericolosissima da quello politico, pare ripresa pari pari dal "Ministero dell'Amore".
Nell'universo concentrazionario immaginato da Orwell in 1984, il Ministero dell'Amore si occupava di reprimere, mediante un vasto apparato di lavaggio del cervello ogni sintomo di dissenso contro la società e contro il Partito di Governo. Il suo nome è volutamente paradossale e rientra nella logica del bispensiero. E' il Ministero che controlla la psicopolizia. La verità è che tutto ciò che dagli anni '70 in poi è stato lo spauracchio della sinistra e dei movimenti: il perbenismo, il moralismo, il bigottismo, le pruderie ridicole e affettate nei confronti del torpiloquio, quell'atteggiamento spocchioso di rigida e ipocrita difesa della morale, oggi diviene rappresentazione plastica della sinistra stessa.
Delle sue ossessioni pedagogiche e dei suoi tic rivelatori.
Gli stessi che un tempo deridevano in modo dissacrante gli inamidati dirigenti della Democrazia Cristiana, oggi si sono trasformati a pieno titolo negli alfieri del Semanticamente Corretto. Oggi si censura bollando con l'etichetta di "populismo" e di "odio" tutto ciò che non piace alla sinistra da salotto: i cori da stadio, gli status di facebook, i sacrosanti insulti ai politicanti. Con un fanatismo da Santa Inquisizione si indignano e si lagnano per qualsiasi cosa provenga dai ceti popolari e danno dell'analfabeta funzionale a chiunque si opponga alle loro sconclusionate narrazioni.
Al fianco dell'oscurantismo cool e progressista, il gregge belante delle sardine e come di consueto la schiera servile dei "giornalisti da riporto", sempre così pacati e scodinzolanti davanti ai propri padroni, sempre così arroganti nei confronti della gente comune. Ecco chi sono quelli che oggi dai loro giornali e tv celebrano le "Sardine". Pennivendoli falliti che ci raccontano tutto e il contrario di tutto, tanto la coerenza è un optional e l'opportunismo una vocazione. Dalla Yugoslavia alla Libia, dalla Siria al Venezuela, negli ultimi venti anni hanno dimostrato di non capire un cazzo di ciò che stava accadendo, ma oggi scrivono libri per spiegarci come va il mondo.
L’intellighenzia di sinistra, sempre pronta a guardare tutti dall'alto in basso, con i loro occhialetti rotondi, le loro ignobili maglie a collo alto, le loro orribili giacche di tweed e sopratutto i loro insopportabili sorrisetti di colta superiorità.
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