giovedì 25 maggio 2017

L'ennesima figuraccia del governo Renzi-Gentiloni

Da facebook di Andrea Scanzi

Sono giunto alla conclusione, ma a dire il vero l'ho sempre pensato, che attaccare Renzi è un po' come prendersela con un bambino che rondolina. La fredda cronaca: questa goffa controfigura scartata da Panariello, in neanche tre anni riesce a dilapidare un consenso tanto immeritato quanto mostruoso, si fa sfanculare al referendum (è ancora torcida) e inanella con sicumera pingue un filotto leggendario di bocciature: legge elettorale, pubblica amministrazione, banche. Per non parlare poi di Jobs Act, Buona Scuola e altri demoni. Ora ne arriva un'altra: le nomine di cinque musei sono state fatte alla LaVia e, quindi, vanno respinte. Anzi bombardate. Non vanno bene gli aspiranti direttori stranieri, non vanno bene i colloqui a porte chiuse, non vanno bene i criteri di valutazione. Non va bene una sega, per dirla col Monni. "Valutazioni magmatiche, poca trasparenza". si vola. Franceschini, con quel consueto carisma da mediano infortunato del Tegoleto, sibila che è "è una figuraccia per l'Italia", e neanche si accorge che nel dirlo si sta dando del bischero da solo. Ma il massimo lo raggiunge ancora lui, la faina guizzante di Rignano: "Non abbiamo sbagliato perché abbiamo provato a cambiare i musei, ma perché non abbiamo provato a cambiare i Tar”. Tradotto dalla supercazzola con tapioca prematurata come fossero Antani&Nardella: prima fai un'altra schifezzina, poi te lo fanno notare, quindi te la prendi con chi te l'ha fatto notare. Por'omo. E' ancora convinto che, quando gli dicono che ha perso, basti portar via il pallone. Solidarietà agli Zucconi e ai Nannimoretti: passare dal culto di Berlinguer al Vangelo secondo Renzi, è come vendere tutti i vinili originali dei Led Zeppelin per comprare in edicola l'opera omnia di Bianca Atzei.



(Nella foto, Renzi obbedisce al suo spin doctor Filippo Sensi, che lo ha appena obbligato a fare una faccia intelligente)

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