A poche ore dalla tragedia avvenuta nella tendopoli di San Ferdinando, dove un carabiniere, aggredito mentre tentava di sedare una rissa furiosa fra un gruppo di migranti, ha accidentalmente ferito a morte un giovane africano, scoppia la rivolta. Per i cittadini della Piana di Gioia Tauro torna la paura che si possa rinnovare il terrore di quella "storica" del 2010.
Come prevedibile il risveglio nella tendopoli è stato agitato. I più facinorosi tra gli immigrati hanno fatto montare la rabbia per tutta la notte fra le baracche. Pochi hanno dormito, mentre molti preparavano i cartelli di protesta e minacce soprattutto contro i carabinieri. Gli unici a essere stati ammessi questa mattina nella tendopoli sono stati i cronisti, mentre le forze dell'ordine, al loro apparire, sono stati aggredite a sassate. Molti fra i manifestanti indossano passamontagna, cappelli con la visiera abbassata e sciarpe a coprire i volti, per non farsi riconoscere. Qualcuno dice di essere armato, probabilmente di coltello. Sono davvero pronti a tutto. Le automobili vengono bloccate da una specie di servizio d'ordine improvvisato dagli immigrati stessi. Un folto manipolo si è avviato verso il centro abitato di San Ferdinando. Le intenzioni non sono pacifiche, tanto che anche le autocivetta della polizia vengono intercettate e bloccate.
Il primo obiettivo del corteo è la piccola caserma dei carabinieri di San Ferdinando. Poi, però, i migranti deviano verso il Comune. A prima impressione, l'aria che tira non è delle migliori. C'è più non detto che dichiarato. E sembra che il piano, probabilmente studiato nell'accampamento per tutta la notte (guarda il video), sia uno solo: fare giustizia o, quanto meno, dare voce al giovane maliano morto tragicamente. Alla polizia non resta che controllare da lontano, senza perdere di vista il corteo. La rabbia monta di minuto in minuto. "Italiani razzisti", urlano. "Fuck carabinieri", scrivono sui manifesti. I più agitati si spingono anche oltre con minacce di ogni genere. Nessuna pietà per il carabiniere che, spaventato dall'aggressione, è stato costretto ad aprire il fuoco e reagire.
2 commenti:
La politica "dell'accoglienza", venduta come espressione di una civiltà avanzata, attenta ai diritti umani, nasconde il piano di sostituzione della popolazione autoctona ed espone al rischio dell'invasione islamica/islamista, che avviene da un lato con le masse di immigrati e dall'altro con l'uso dei capitali sauditi, emiratini, qatarioti. Se molti immigrati e profughi sono sunniti, gli emirati (Abu Dhabi - Etihad) hanno comprato l'Alitalia, che non è più compagnia aerea di bandiera. Si agisce, insomma, su più fronti contemporaneamente per raggiungere l'obbiettivo ... Un governo collaborazionista acconsente e agevola.
Cari saluti
Eugenio Orso
Peggio di così, si sta morendo per davvero.
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