mercoledì 10 aprile 2024

Speranza sapeva

Questa storia non è semplicemente "una storia", seppur venga trattata ormai come tale, in virtù sempre della cronica mancanza di memoria storica del cittadino. È la storia della nostra vita. È la storia di una magistratura che protegge la politica, ritagliandosi di tanto in tanto un piccolo spazio per le scaramucce come specchietto per le allodole. È una storia che parla di mancata riabilitazione di chi già sapeva tutto tre anni fa ed è stato portato al patibolo virtuale dal vicino di casa che si vantava della sua superiorità culturale che lo distanziava dal complottismo. Ma sappiamo e abbiamo sempre saputo che il complottismo è verità anticipata dal potere del dubbio. Questa è allora una storia di verità, seppur celata. Una storia di rivelazioni che si spengono nel silenzio, di ammissioni che non hanno seguito, come il vapore acqueo che si dissolve senza traccia alcuna. Questa è una storia di morte della giustizia, del disequilibrio fra pena e condanna. Una storia che ognuno legge e interpreta e assimila come desidera, se lo desidera ovviamente. Ad esempio, se io fossi un giudice e sentissi Speranza affermare "sapevo certo, ma la campagna vaccinale doveva andare avanti", chiederei il perché dovesse andare avanti. C'era un obbligo tacito con la Von Der Leyen che ha nascosto i termini dei contratti e ha chiesto ai singoli Stati di utilizzare ogni mezzo per smaltire quante più dosi possibili, finanche uccidendo persone? È una domanda, nulla più, ma oggi domandare è un atto coraggioso, splendente, necessario. Ecco, questa è una storia di necessità che per alcuni coincide con la pretesa del sapere, per altri con la garanzia di far parte di un sistema che sia rassicurante nella menzogna.


Giovy Novaro



0 commenti: