La linea del governo Draghi: “le nostre misure non funzionano? Bene, accentuiamole”
Di fronte a fallimenti, discriminazioni e bugie i provvedimenti via via adottati sono sempre più incredibili. Da un Consiglio dei Ministri all’altro, l’arlecchinata di disposizioni rispetto agli eventi pare non fermarsi più: vaccino obbligatorio per lavorare, collasso del sistema dei tamponi, richiesta delle Regioni di alleggerire le regole sulle quarantene, boom di casi positivi, molti dei quali del tutto asintomatici e molti -anche- tra i vaccinati con doppia o terza dose. Il premier Draghi, chiuso nella sua Wolfsschanze, insieme ai suoi “esperti”, rilancia. L’obbligo di super Green Pass viene allargato dal 10 gennaio ai trasporti pubblici locali e regionali (contravvenendo alla Costituzione), agli alberghi, ai ristoranti persino all’aperto e a tutto il resto. Una sorta di obbligo vaccinale surrettizio, a cui non corrisponde da parte del “governo dei migliori” una assunzione di responsabilità per i casi avversi gravi, tantomeno prevedendo la chiamata in causa delle multinazionali del farmaco. Di maggiori investimenti per la sanità manco a parlarne, anzi, per gli anni a venire, sono previste ulteriori riduzioni di investimenti pubblici. Perché avviene questo? Principalmente perché larga parte del popolo ancora accetta (o subisce) questa fallimentare dottrina, secondariamente perché nel paese “culla del diritto” non esiste, ad ora, una ragguardevole numero di giuristi che abbia gli attributi per fare massa critica sufficiente e denunciare lo stato di eccezione e sospensione dei diritti costituzionali (primo l’accesso al lavoro). Tutto questo serve soprattutto a coprire il disastro economico e sociale che si sta abbattendo sul nostro Paese. Fino a quando? La Stalingrado di Draghi si avvicina e noi, a quel punto, saremo in campo come forza organizzata.
Marco Rizzo
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