mercoledì 13 marzo 2019

La sinistra e il fallimento della UE

C'è da farsene una ragione: in Italia non si può essere di sinistra. Non si può essere di sinistra come non si può essere un guelfo o un ghibellino, come non si può essere monarchico. L'attuale sinistra ha esaurito completamente la propria spinta ideale: vive completamente appiattita su un progetto che ha sposato trenta anni fa, quello del mitico sogno europeo. Ovvero l'assurda convinzione autorazzista per la quale introdurre un vincolo esterno - quello europeo e segnatamente quello dei paesi del Nord Europa - avrebbe portato buona amministrazione, prosperità e felicità per tutti.

Un'utopia che ci ha portato al disastro sotto molteplici aspetti: il vincolo esterno non ha portato alcun buongoverno ma semmai la necrosi del nostro apparato produttivo perché è stato usato da chi ci riteneva un concorrente per strangolarci senza pietà imponendoci austerità al di là di qualsiasi reale principio economico.

Ecco, la sinistra in Italia è morta perché non accetta, non riesce ad elaborare la fine di un progetto - il Sogno Europeo - dimostratosi oltre che altro rispetto a quanto prospettato anche insostenibile di fronte alle potentissime meccaniche della Storia. E li vedi ormai ripetere come degli zombie con il vestito delle feste da grandi competenti che blaterano di sogno europeo, di responsabilità (ma verso chi e cosa?), di necessità di rispettare i parametri di Maastricht che ci strangolano senza riuscire a dare una sensata spiegazione economica: devi fare austerità perché bisogna portare il rapporto debito/pil al 60% come dicono le sacre scritture di Maastricht.

Hai voglia tu a sgolarti e dire: "Ma perché il 60% e non direttamente il 15% come il Congo? Ma a che serve l'austerità se il sistema-paese Italia ha 500 mld di euro di risparmio sociale in eccesso in giro per l'Europa che i fratelli europoidi stanno felicemente spennando come le galline alla faccia di noi fessi totali?". E niente, non ti capiscono.

E allora avanti con il Sogno Europeo (che si è rivelato un incubo), avanti con i dogmi di Maastricht che bisogna rispettare per Suprema Responsabilità mentre ai nostri fratelli europoidi non gli pare vero che possa esistere gente così fessa. Fra cento anni ci parleranno ancora del loro Sogno. Di Altiero Spinelli e del Manifesto di Ventotene.

Per fortuna la Storia si sarà presa cura di aver spazzato via tutto. Li guarderemo mentre ci parlano del loro Sogno come un reduce delle guerre napoleoniche che ancora aspetta il ritorno del Corso da Sant'Elena per lanciare un'altra campagna di Russia.

Giuseppe Masala

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