lunedì 15 gennaio 2018

E poi le scuse...


È un mezzo passo indietro quello che Catherine Deneuve fa in una lettera aperta pubblicata dal quotidiano francese Liberation, in cui torna a parlare del tema delle molestie, dopo avere messo il suo nome nell'elenco di cento persone firmatarie di un appello finito sulle pagine di Le Monde e che difende la "libertà di importunare", parlando di una "caccia alle streghe" avviata dopo l'emergere del caso Weinstein.

"Lo stupro è un crimine, ma tentare di sedurre qualcuno, anche ostinatamente o in maniera maldestra, non lo è, come la galanteria non è un'aggressione machista", si leggeva nell'appello. Ma se la Deneuve ribadisce "sono libera, e lo resterò", la fiumana di critiche che le si è rivolta contro dopo avere firmato l'appello la porta ora a correggere la rotta, spiegando il perché e che cosa significasse per lei aderire.

"Saluto fraternamente tutte le vittime di atti odiosi che possono essersi sentite offese. È a loro e soltanto a loro che presento le mie scuse", spiega l'attrice francese, dopo che anche Le Monde ha dovuto pubblicare un articolo in cui argomentava la sua decisione di pubblicare l'appello. E dice che se avesse ritenuto che ci fosse alcunché sul tema delle molestie "non l'avrebbe firmato", condannando al contempo "un'era dove le semplice accuse sono sufficienti a ottenere punizioni, dimissioni... e spesso un linciaggio mediatico".

La lettera aperta della Deneuve arriva dopo commenti sui media da parte di alcune delle donne che hanno firmato l'appello, per nulla in linea con il suo modo di vedere. In molte l'hanno condannata, a partire da Asia Argento, che sui social ha criticato le firmatarie: "La loro misoginia interiorizzata - ha scritto - le ha lobotomizzate fino a un punto di non ritorno". Altrove sono arrivate invece dimostrazioni di sostegno. "Senza le avances - ha detto Claudia Gerini - finisce il mondo"-

Ora la Deneuve chiarisce: "Vorrei dire ai conservatori, razzisti, tradizionalisti di ogni bordo che hanno trovato strategico darmi il loro sostegno, che non sono sciocca. Non avranno la mia gratitudine né la mia amicizia, anzi".

3 commenti:

Nessie ha detto...

Ha fatto male. Ma sono mosse che devono esserle state suggerite dal suo manager o ufficio stampa. Al suo posto avrei chiarito tuttalpiù che il titolo dove si rivendica "la libertà di importunare" era un titolo provocatorio usato per aprire un varco contro il politicamente corretto che ha veramente rotto e nauseato.

Nessie ha detto...

PS: In ogni caso, questa è la sua lettera originale comparsa su Libération, certamente più sfumata nei toni, dei resoconti giornalistici italiani che la sintetizzano:

http://www.liberation.fr/debats/2018/01/14/catherine-deneuve-rien-dans-le-texte-ne-pretend-que-le-harcelement-a-du-bon-sans-quoi-je-ne-l-aurais_1622399

Eleonora ha detto...

E ha fatto male si. Imposte o no, le scuse non servono, anzi, aiutano la confusione. La lettera originale, il suo pensiero raccontava la verità. Inutile dire il contrario o scusarsi.