mercoledì 19 giugno 2013

Imbecilli

Per intanto, ad oggi, hanno firmato questa convenzione solo 2 paesi europei, l'italia (ovviamente... della serie facciamo finta che sia utile e non dannoso) e il portogallo e per essere valida, deve essere ratificata da ALMENO 10 paesi membri, esclusi naturalmente Turchia e Albania che non fanno parte della Ue. E poi, un commento: "allora il minuto di silenzio vale anche per la violenza psicologica che tutte le donne subiscono quotidianamente. fa onore. chi stabilisce cosa è una violenza psicologica? cosa si intende per donne che subiscono violenza psicologica? un uomo che sin da bambino ha subito una feroce violenza psicologica dalle donne non vale niente? un uomo che subisce violenza psicologica talmente feroce che decide di togliersi la vita non va condannata questa violenza? esiste, ce ne sono tanti di questi casi. spero che si inizi a parlare pure di questo e di denunciare le donne pazze che violentano psicologicamente i loro uomini fino a portarli (molti al suicidio). la giustizia sarà vera quando non guarderà in faccia a nessuno, fino ad allora sarà solo una schifosa rappresentazione di un mondo che vuole passare il potere (economico) da una parte (uomini) ad un altra (donne). è solo una questione di soldi e potere. la giustizia non è vendetta è solo la ricerca della verità per punire il solo o i soli/e colpevoli! Violenza sulle donne, con il “sì” del Senato la Convenzione di Istanbul è legge"


Con il “sì” unanime del Senato, la Convenzione di Istanbul è legge. Dopo la votazione alla Camera, preceduta anche da qualche polemica per l’assenza di molti parlamentari durante le discussioni precedenti, Il Senato ha approvato all’unanimità la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione della violenza contro le donne e contro gli abusi domestici, siglata nella città turca nel maggio del 2011. La norma entra così nell’ordinamento giudiziario del nostro Paese. Prima della votazione, l’aula ha osservato un minuto di raccoglimento per ricordare, “tutte le donne, ragazze, bambine che hanno subito violenza fisica e psicologica”, ha affermato la vice presidente di palazzo Madama, Linda Lanzillotta. La Convenzione è stata firmata dall’Italia, dall’allora ministro Elsa Fornero, nel settembre scorso a Strasburgo. Con il via libera di Palazzo Madama, è il quinto Paese ad aver ratificato la Convenzione, che però, per entrare in vigore, ha bisogno della ratifica di dieci Paesi, di cui almeno otto membri del Consiglio d’Europa.

“Il nostro Paese ha compiuto un grande passo nella lotta alla violenza di genere”. Il ministro per le Pari Opportunità Josefa Idem ha espresso grande soddisfazione per il voto di Palazzo Madama. “Con il voto di oggi – ha esordito il ministro -l’Italia vuole ripagare un debito, incolmabile, nei confronti delle tante donne uccise dai mariti, fidanzati, partner o ex partner violenti ed intende tutelare e proteggere le donne dalla violenza maschile”. Poi ha spiegato: “Mancano ancora cinque firme per arrivare ai dieci Paesi europei necessari per l’entrata in vigore, ma ritengo che dobbiamo partire coi lavori per quanto riguarda le richieste della Convenzione di Istanbul”. Precisando inoltre che “occorre dare una lettura a 360 gradi del fenomeno per capirne le origini, le forme e i modi per combatterlo, altrimenti le azioni non sono efficaci”, il ministro ha ricordato che “proprio ieri sono stati avviati i lavori della task force interministeriale da cui mi aspetto risultati concreti”. Idem ha quindi sottolineato il ruolo importante dei Centri antiviolenza: “la Convenzione di Istanbul chiede un numero preciso di centri e ad oggi in Italia siamo appena al 10% di quanto richiesto dalla Convenzione. La rete dei centri va estesa. So che il problema è sempre quello delle risorse, ma non mi fermerò di fronte a risposte negative, i centri se non vengono finanziati scompaiono”.

Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha inoltre tracciato una linea comune da seguire: “L’impegno corale ed unitario delle forze politiche è un segnale di alto valore e significato per la sempre maggiore affermazione dei diritti della donna nella società. Adesso è prioritario proseguire nell’azione di sensibilizzazione verso i nostri partner affinchè ratifichino al più presto la Convenzione e ne permettano la rapida entrata in vigore”. “La Convenzione di Istanbul – ricorda al contempo il Ministro Bonino – prevede impegni legislativi per la modifica del nostro ordinamento su materie molto complesse. Intendo seguire con grande attenzione, in raccordo con i Ministeri competenti e con il Parlamento, il percorso di attuazione della Convenzione. Dobbiamo essere i primi – sottolinea Emma Bonino – ad attuare a casa nostra le “tre p” di Istanbul: prevenire la violenza, proteggere le vittime, punire i colpevoli”.

Per la presidente della Camera Laura Boldrini aver ratificato la Convenzione “è un segnale importante, soprattutto perché per la prima volta i maltrattamenti contro le donne vengono inseriti nell’ambito della violazione dei diritti umani. Adesso però è necessario dare seguito all’impegno preso dal Parlamento con la ratifica. E dare seguito significa soprattutto trovare la copertura finanziaria per le misure che la Convenzione ci richiede, misure innanzitutto preventive. Senza mai dimenticare che la battaglia che abbiamo di fronte è prima di tutto culturale“. Anche dal Consiglio d’Europa è arrivato il plauso alla votazione italiana: ”La ratifica del Senato della Convenzione di Istanbul è un atto di primaria importanza per il Consiglio d’Europa, data la sensibilità dell’argomento e la tremenda attualità degli episodi di violenza sulle donne in Italia”, ha dichiarato la Vice Segretario Generale del Consiglio d’Europa, Gabriella Battaini Dragoni. “Ora attendiamo a Strasburgo all’inizio di luglio il Ministro delle Pari Opportunità, Josefa Idem – ha concluso Dragoni - per la cerimonia ufficiale di ratifica e per un ampio approfondimento di questi temi che hanno visto l’Italia in prima linea sul piano internazionale”.

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