giovedì 30 aprile 2020

Colao meravigliao

Talmente snob che si schifa di guidare i 500 consulenti di Conte dall' italia, lui lo fa da Londra, nel tempo libero dagli impegni con la grande finanza ed il grande capitale. L’ideona dei congiunti e dei 15 familiari massimo per funerale, pare sia stata partorita quindi a Londra, bevendo un the col mignolo alzato. Si aspetta la disposizione del lancio di un po’ di brioches al popolo, dalle finestre dei palazzi istituzionali. La persona giusta per condurre un paese che si basa su piccole imprese di cui non conosce un tubo. Pare che però non lo faccia gratis, anzi. Dimettetevi tutti.

Dalla bacheca di Gabriele Rigoni

mercoledì 29 aprile 2020

Regime di paura

Non è ancora il 4 maggio e già pensano a come metterci di nuovo agli arresti domiciliari di Diego Fusaro

Non è ancora il 4 maggio. Ma pare che ad altro non pensino che a come condannarci di nuovo agli arresti domiciliari per qualche mese. Tutto come da programma: dopo la fase 2, si passerà alla fase 1. Ricordatevelo. Sono passati appena tre giorni da quando ci hanno comunicato ufficialmente i pur tenui allentamenti delle restrizioni e di quel lockdown che io non smetterò di chiamare, con la mia lingua madre, “arresti domiciliari”: ebbene, già sembra che la scena della narrazione sia transitata al passaggio successivo. A come fare per trovare un valido motivo – o più d’uno – per condannarci di nuovo alla disumana esperienza degli arresti domiciliari in nome del virus. Intanto capita che il vis-Conte dimezzato giallofuscia chieda alle banche “un atto d’amore”, che è un po’ come chiedere ad Attila di essere clemente. Intanto ancora capita che molti nostri connazionali si stiano togliendo la vita grazie a queste misure governative, che condannano al fallimento tante piccole e medie aziende, tante partite iva, tanti lavoratori privati – grazie al liberismo – di ogni benché minima protezione sociale. Ma per il governo sembra non esistano: come se morire di Covid19, che certo è orrendo, fosse più intollerabile che morire di inedia, di disoccupazione e di futuro desertificato. L’argomento dominante del giorno è stata la Germania: la Germania che ha allentato le restrizioni e come effetto, si dice, ha avuto l’impennata dei contagi. È la prova, per la tribù dei virologi vaticinanti dei salotti televisivi, che occorre essere cauti: per chi sa leggere tra le righe, è anche la prova che, come dicevo, alla fase 2 seguirà la fase 1. Potrei sicuramente sbagliare e, forse anche per il contesto difficile, inficiare l’analisi con le emozioni: ma a me pare, purtroppo, che taluni non vedano l’ora che gli arresti domiciliari proseguano. Un po’ come se stesse prendendo forma una sorta di partito del Coronavirus, che lo evoca e quasi lo brama, avendone in cambio forse qualche vantaggio. “Conte: rischio seconda ondata”: così titolava, tanto per cambiare, “Otto e Mezzo”, grancassa del verbo dominante, megafono dell’ordine liberista caro ai mercati: non è ancora il 4 maggio e già si pensa alla seconda ondata e, ovviamente, alle sue conseguenze. Chissà poi perché e su che basi scientifiche la seconda ondata, come molti ripetono, dovrebbe essere devastante, peggiore anche della prima. Chissà, davvero, qual è il confine tra la descrizione obiettiva della realtà e i desideri di qualcuno che, forse, sta apprezzando concretamente gli effetti sociali che la situazione, su più fronti, produce. Intanto anche Bergoglio, il pontefice del globalismo, si è schierato con il governo e contro la Cei: ha invocato l’“obbedienza alle disposizioni”, con ciò rivelando, come quando predicò l’obbedienza alle Nazioni Unite (2019), l’ormai completa dissoluzione della Chiesa come potenza autonoma e distinta dalla mondanità.

lunedì 27 aprile 2020

I magistrati della sanità

La democrazia e la libertà sono nelle mani dei "magistrati della sanità"

Il discorso di ieri del Presidente del Consiglio Conte è stato un vuoto a perdere. Irrompe in mezzo ai TG serali, così tutti sono costretti a mandarlo in onda, per dire ciò che sarebbe stato semplice scrivere in un Dpcm - l'ennesimo - e diffondere con un semplice comunicato stampa. Mezz'ora persa per comunicarci le distanze che dovranno mantenere chi corre o chi passeggia, oltre ad autoincensarsi su presunti risultati ottenuti al Consiglio europeo. Quali non si sa, visto che insieme al Recovery Fund (che ancora non c'è) c'è anche il cosiddetto MES "light" (che invece c'è già). In punto di sostegno economico, nulla. Il vuoto. Dal 4 maggio non cambierà sostanzialmente nulla. Rimarranno in vigore le limitazioni attuali, salvo qualche attività che potrà riprendere a lavorare. Con quali clienti non si sa, ma potrà rialzare la saracinesca. Tante altre, invece, resteranno chiuse, alcune addirittura fino a giugno. Nel frattempo 70 mila Partite Iva e autonomi stanno ancora aspettando il bonus dei 600 euro di marzo, così come 4 milioni di lavoratori dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione in deroga (sempre di marzo).

Nel suo discorso il Presidente del Consiglio ha più volte citato Colao, esponente di spicco del capitalismo neoliberista di casa nostra, a capo delle 15 task-force nominate dal governo per la cosiddetta Fase 2. Insieme a lui, Conte ha più volte nominato il Comitato tecnico-scoentifico, che coadiuva il governo, composto da medici e presunti scienziati che decidono sulle libertà fondamentali di sessanta milioni di persone. Sia le task-force che il comitato sono del tutto estranei al processo democratico. Decidono della nostra vita e delle nostre libertà senza alcun collegamento con le determinazioni della sovranità popolare.

Il virus ha infettato anche la democrazia.

Ciò che più mi ha colpito è però il linguaggio usato dal premier Conte: "vi sarà consentito", "vi sarà concesso" etc... Come se la libertà ce la consentisse uno venuto dal nulla, non eletto neppure in Parlamento, o dipendesse da 450 tecnici che - da sempre nascosti nell'oblio - hanno annusato la possibilità di prevalere l'uno sull'altro e di esercitare il potere esecutivo senza passare dal processo democratico. Mi è venuto in mente il Tribunale della Sanità della Milano del Seicento, di cui parla Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. Un gruppo di scienziati che, fatta eccezione per il vecchio Settala, non avevano capito assolutamente nulla. Rileggere Don Lisander, soprattutto in questo periodo, apre la mente.

In altre parole i corsi e i ricorsi storici di cui parla Giambattista Vico. Oggi, seppur con strumenti istituzionali del tutto differenti, siamo pressappoco nella stessa situazione: medici e "scienziati", spinti da ataviche ambizioni personali, mirano all'esercizio del potere disponendo delle libertà fondamentali altrui, addirittura della libertà personale che l'art. 13 della Costituzione definisce come "INVIOLABILE" e prevede una "riserva di legge" assoluta. Giuristi da avanspettacolo e virologi da passerella, sempre gli stessi, vanno poi in televisione ad affermare che il diritto alla salute è, tra i diritti fondamentali, quello con maggiore tutela costituzionale. Falso! Ho riletto i verbali dei lavori preparatori dell'Assemblea Costituente, ed è chiaro come i Padri Costituenti postposero la salute alla libertà perché non può esistere "salute" se prima non v'è "libertà". Non a caso, ripeto, la libertà personale è definita addirittura come INVIOLABILE. E non è un caso che la salute sia posta all'art. 32 e la libertà personale all'art. 13.

Tutto ciò è figlio della concezione illuministica alla quale i Costituenti si ispirarono. La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 attribuisce infatti alla Libertà la matrice di diritto naturale, diritto che segue l'uomo sin dalla sua nascita, a prescindere dalle disposizioni del diritto positivo. Insomma, la politica e la democrazia hanno abdicato alla tecnoscienza. Sostanzialmente, la fine della politica e della democrazia. E soprattutto della Libertà. La dittatura è ormai nei fatti.

[Giuseppe Palma]

#Conte #taskforce #contedimettiti #coronavirus #Fase2

Sulla fase 2

Quelli che dicono: "capisco le esigenze lavorative, capisco le attività commerciali, comprendo il disagio di commercianti e partite iva, ma occorre prima valutare l'andamento del contagio e mettere in sicurezza il Paese", (che fa pure figo!), sono per lo più dipendenti pubblici col culo al caldo. A fine mese c'è pantalone che accredita loro lo stipendio. 

La setta dei "restoacasisti" (neologismo coniato dal collega e amico Alessandro Leo) è quella che comodamente dal divano di casa deve solo aspettare lo stipendio. Fritture di pesce e flash mob sui balconi.

Se noi partite Iva, che dal 12 marzo non stiamo incassando nulla (non a causa nostra), non riuscissimo a pagare le tasse (con che soldi?!), saltano pure gli stipendi dei dipendenti pubblici.

Io, al momento, non ho alcuna possibilità (causa di forza maggiore a me non imputabile) di pagare tasse e contributi. Non per mia volontà ma perché lo Stato mi ha obbligato a stare chiuso per due mesi, e non ho ancora ricevuto neppure l'elemosina dei seicento euro.

E non mi indebiterò di certo con le banche per pagare le tasse che servono a pagare lo stipendio ai fancazzisti o ai sindacalisti di sto cazzo, altra categoria super-tutelata per non fare nulla se non tutelare se stessa tradendo i diritti dei lavoratori.

I miei figli hanno gli stessi diritti dei vostri, ma non vedo lo stesso trattamento. Pazienza, ma non lo dimenticherò.

Oggi a noi, domani a voi. Prosit.

Giuseppe Palma

#Contedimettiti

Fase 2


Sciacalli

Capisci la grandezza della persona da chi lo attacca nel giorno della sua morte.

- Massimo Mantellini, intellettuale componente della commissione ministeriale contro l'odio on-line che per dare il buon esempio non esita a insultare un morto on-line;

- Laura Cesaretti, ex di quella Radio Radicale che mentre predica il libero mercato ingoia decine di milioni di euro dallo stato, ex ilFoglio, giornale fondato da un ex agente Cia (per ammissione di Ferrara stesso) e che ha ingoiato in dieci anni 60 milioni di euro dallo stato sempre predicando il libero mercato per gli altri.

- Stefano Feltri, firma del quotidiano travaglista il Fatto Q. (che peraltro nessuno sa come si finanzia). Questo signore una volta transitato al Bildelberg ha assunto posizioni "istituzionali" (si Europa e si austerità, per gli altri, si capisce). In questo tweet c'è una balla enorme che lo qualifica. Millanta di un incontro tra Giulietto e lui al Ministero degli Esteri russo nella "sezione" dove a detta sua opererebbe Sputnik. Io con il portale di informazione russo ho collaborato e posso dire che al Min. degli Esteri russo non c'è alcuna "sezione". La sede di Sputnik si trova nel palazzo dell'agenzia di stampa Ria Novosti. Se Feltri voleva farci sapere di essere un mestatore e un calunniatore c'è riuscito in pieno. Sulla vigliaccheria meglio sorvolare.

Giuseppe Palma




domenica 26 aprile 2020

Fuffa, solo fuffa...

Fase 2? Una presa in giro. Ci vogliono schiavi per sempre? di Diego Fusaro

Questa sera un nuovo epico discorso del vis-Conte dimezzato. Che, nel rispetto della sua professione avvocatesca, è stato come sempre cavilloso e sfuggente, ambiguo e obliquo. Argomento era la famigerata “fase 2”, che partirà dal 4 maggio. In sintesi, il discorso di questa sera è massimamente deludente per più ragioni. In primis, perché di fatto non c’è alcun “libera tutti” (sic!): come se fossimo, appunto, dei carcerati, excusatio non petita… Infatti, nulla sostanzialmente cambierà: al netto del velame delle tante parole, si potranno fare funerali e corse solitarie, ma nulla di essenziale cambierà. Proseguono gli arresti domiciliari di un’intera nazione, in violazione della lettera e dello spirito della Costituzione. Ma la chiamano fase 2, come se davvero fosse un progresso rispetto alla fase 1… Di cui è invece continuazione pressoché integrale. Il distanziamento sociale continua a restare il principio organizzativo della società. E, a giudizio del sottoscritto, lo resterà per molto ancora (con o senza virus). Le piccole attività commerciali come i bar, i parrucchieri e i ristoranti non riapriranno, almeno fino a giugno. Un modo garbato e avvocatesco per dire a baristi e ristoratori che potranno morire, nel rispetto della legge e della lotta al virus. Poi naturalmente v’è stato il doveroso ringraziamento al top manager globalista Colao, il salvatore della patria che nel 2018 partecipò alla riunione del Bilderberg. “Se ami l’Italia, mantieni le distanze”: ha detto il vis-Conte con una certa curvatura retorica. In effetti, il top manager Colao ha sempre mantenuto le distanze dall’Italia, occupandosi di Morgan Stanley e Vodafone. Quindi, in sintesi, la chiamano fase 2, ma è ancora la fase 1, mutato nomine. Secondo punto su cui val la pena di ragionare, anche a costo di fare, come sempre, la parte della Cassandra di turno: saremo pronti a intervenire se la curva epidemiologica tornerà a salire, ha detto il vis-Conte giallofucsia. Già, è proprio qui il punto. La mia tesi è che la fase 2 durerà ben poco: e sarà presto sostituita dalla fase 1. Infatti, prevedo che i contagi aumenteranno: e, con essi, le restrizioni. E, così, ci rimetteranno gentilmente agli arresti domiciliari: addossandoci peraltro la colpa. Sarà infatti colpa nostra, che non avremo rispettato le distanze sociali e le prescrizioni sacre del comitato ieratico e sapienziale dei tecnici e degli scienziati. Il governo sarà pronto a “chiudere i rubinetti”, questa l’idraulica espressione usata dall’avvocato dei mercati. E a causarlo sarà solo il “comportamento responsabile di ciascuno”, secondo la formula di Conte. Chissà se in questo contegno responsabile rientra anche l’impiego della famigerata app Immuni. Insomma, siete pronti a eseguire cadavericamente tutti gli ordini che vi impartiranno pur di non essere di nuovo reclusi agli arresti domiciliari completi?

sabato 25 aprile 2020

La festa tradita

Il 25 aprile non è la "Festa della Libertà", come capita di sentir dire anche in questi giorni. Libertà è una di quelle paroline polisemiche che fanno la felicità dei politici quando devono fingere di dire qualcosa di significativo astenendosi rigorosamente dal dire alcunché di contestabile.

Il 25 aprile è la Festa più celebrata e più tradita della storia d'Italia. Tradita ogni qualvolta la si è celebrata genericamente come "Festa della libertà".

Il 25 aprile, se è qualcosa, è la festa della sovranità nazionale e popolare. La Resistenza non nasce col fascismo, ma con il collasso del fascismo, dopo l'armistizio dell'8 settembre, e dopo che le dirigenze fasciste mostrarono di preferire l'alleanza con lo straniero, con la Germania nazista, alla fiducia nel proprio popolo. Prima c'era una (sparuta) opposizione al fascismo, naturalmente, ma di Resistenza si può parlare solo quando la lotta politica si trasforma in lotta popolare nazionale.

Il 25 aprile è una fiammata, rapidamente spenta, di orgoglio popolare (minoritario, ma popolare) e nazionale. Ma la gioia per la liberazione dell'Italia dall'esercito nazista è durata lo spazio di un mattino. Questo non tanto per la presenza di truppe alleate sul territorio, ma perché solo qualche anno dopo inizierà un nuovo processo di svendita nazionale al migliore offerente. La Democrazia Cristiana farà la sua scelta, svendendo una volta di più il paese, nel nome di un'alleanza in funzione anticomunista dei ceti possidenti e della grande industria privata; e questa volta la svendita, l'asservimento, avverrà nei confronti degli USA. (Ogni tentativo di argomentare la 'necessità storica' di quella scelta, in quelle forme servili, è insostenibile: all'uscita dalla guerra ogni paese europeo fece le proprie scelte di alleanze e schieramenti, e non ve ne furono due uguali: Francia, Spagna, Austria sono altrettanti modelli di paesi non meno compromessi con il nazifascismo, che non operarono una svendita analoga.)

Poco più di un trentennio più tardi, dopo le scelte provvisoriamente 'isolazioniste' degli USA - in seguito all'uscita dagli accordi di Bretton Woods - e per porre freno alle rivendicazioni (anni '60 e '70) delle classi lavoratrici, i ceti dirigenti italiani decisero che era venuto il momento di ridefinire l'orizzonte di svendita del paese. Nacque così una nuova tipologia di 'vincolo esterno': non bastava più il tacito refrain 'ce lo chiedono gli americani', ma nasceva l'esplicito ritornello: 'ce lo chiede l'Europa'. Una volta di più, pur di contenere le pretese della maggioranza popolare che vive del proprio lavoro, i ceti dirigenti italiani scelsero di scommettere sulla cessione di sovranità. (A scanso di equivoci, la scelta fu esplicita e consapevole, come testimoniato dalle dichiarazioni di Andreatta e di Guido Carli.)

Il 25 aprile era la festa di una promessa, quella immortalata nell'articolo 1 della Costituzione. Oggi, altri trent'anni dopo la creazione di quel nuovo 'vincolo esterno', siamo qui a celebrare la festa della promessa più mancata di tutte, quella di un paese democratico con sovranità popolare e 'fondato sul lavoro'. A festeggiarlo, con grande sfoggio di gagliardetti tricolori, sono forze politiche (dal PD alla Lega) che intendono solo ribadire quel vincolo, negoziando con potentati stranieri quel tanto di allentamento che consenta al ceto possidente di sopravvivere, ma tenendo saldamente il tallone sul collo di chi vive di lavoro, per i secoli a venire.

Il 25 aprile è dunque la festa tradita per eccellenza. Ma non, come insistono a spiegarci con inflessibile monotonia i mistificatori liberali, perché qua e là ci sarebbero ancora sempre 'rigurgiti fascisti'. Per quanto antipatici, questi contano come il due di picche. E' una festa perennemente tradita perché la sua promessa di fondo, quella di uno stato nazionale governato nell'interesse del suo popolo, è stata sempre reiteratamente tradita dalle sue classi dirigenti.

Andrea Zhok

venerdì 24 aprile 2020

Questo ometto è ancora lì

E' ormai ufficiale che il governo è rimasto inerte per almeno un mese pur sapendo che il Paese stava per essere investito dallo tsunami del coronavirus, non prendendo nessuna decisione apprezzabile e lasciando ignari gli italiani e anche gli operatori sanitari «per non spaventarli»: il che ha impedito che gli stessi si premunissero a vario titolo (anche solo con guanti e mascherine e opportuni distanziamenti) e che comunque non si spaventassero lo stesso, magari prima di lasciarci le penne. A rivelare la cronologia è lo stesso governo: il direttore della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Andrea Urbani, ha infatti risposto a un’altra ricostruzione di quattro giornalisti del Corriere della Sera (Monica Guerzoni, Marco Imarisio, Simona Ravizza e Fiorenza Sarzanini) i quali avevano reperito tutti i pezzetti del puzzle sui ritardi governativi e li avevano abilmente messi insieme sino a (quasi) completare il quadro, ora definitivamente incorniciato grazie alla precisazione-boomerang di Urbani. Il quale ha raccontato che già all'inizio di gennaio il ministero della Salute sapeva che cosa rischiava di accadere, ma si è limitato a prefigurare un «piano nazionale di emergenza» con quattro scenari possibili, i quali, tuttavia, il ministero ha deciso di non rivelare (li ha secretati) perché «La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio», ha scritto. Ma è proprio questo «lavorare» a essersi tradotto in un'inerzia decisiva. «Non c’è stato nessun vuoto decisionale. Già dal 20 gennaio avevamo pronto un piano secretato e quel piano abbiamo seguito», ha scritto ancora Urbani. Il risultato è che moltissimi, oltre a essersi spaventati, sono anche morti. «Sarebbe stato meglio un lockdown immediato», ha ammesso il direttore del Ministero. Ma ricostruiamo.

Il 5 gennaio la Direzione generale della prevenzione sanitaria invia una nota a Regioni e ministeri («Oggetto: polmonite da eziologia sconosciuta - Cina») che riportava i sintomi clinici dei primi 44 casi di Wuhan (febbre, difficoltà respiratorie eccetera). Comicamente e tragicamente, la circolare si concludeva con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, quella a cui Donald Trump ha tolto i finanziamenti perché accusata di essere troppo filo-cinese: «Si raccomanda di evitare qualsiasi restrizione ai viaggi e al commercio con la Cina».

I primi casi anomali di strane polmoniti, notati e divulgati dall'ormai noto medico Pietro Poidomani nel bergamasco, cominciano il 7 gennaio. Il 22 successivo, in segreto, c'è la prima convocazione di una task force creata al ministero della Salute, che diffonde una circolare che si limita a prescrivere il tampone in caso di polmoniti insolite: questo senza tener conto del luogo di residenza, viaggi o altre patologie del paziente.

Il 27 gennaio il Ministero si limita a scrivere di controllare chi arriva in Italia da Wuhan o ha avuto contatti recenti con la Cina; in serata, a una domanda sul coronavirus, il premier Giuseppe Conte risponde col suo celebre «siamo prontissimi».

La sera del 30 gennaio i telegiornali annunciano «Virus, colpita l’Italia», «l’allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità», mentre sui quotidiani si parlicchia di vaghi provvedimenti che il governo potrebbe prendere, ma senza precisarli: stato d’emergenza? Blocco dei voli con la Cina? Il decreto arriva il giorno seguente, ma è ancora generico: intima di «provvedere tempestivamente a porre in essere tutte le iniziative di carattere straordinario» e però non dice quali. Qual è il piano d'emergenza per uno stato d'emergenza? Che cosa bisogna fare? A non saperlo sono anche gli ospedali. Si capisce solo – con un decreto giuridicamente anomalo e incostituzionale, si appurerà – che vengono bloccati i voli con la Cina, ma non i voli di scalo, ergo non è possibile tracciare il contagio e fare tutti gli opportuni controlli. Il caos è totale. Ognuno spara le cazzate che vuole. Il 2 febbraio, in tv da Fabio Fazio, il virologo Roberto Burioni dice che in Italia il rischio «è pari a zero». Il ministro della Salute invece drammatizza: «Abbiamo fatto scelte prudenziali, il Paese deve essere pronto», e parlerà spesso dell'eretica proposta di «chiudere tutto»: ma Giuseppe Conte non è convinto per niente.

La confusione e l'inconsapevolezza sono tali, in quei giorni, che i materiali che ci servirebbero li regaliamo. Alla Cina. Il 15 febbraio, da Brindisi, decolla un volo per Pechino organizzato dal ministero degli Esteri: contiene due tonnellate di materiale sanitario. Questo poco tempo prima che mascherine e tute di protezione per i sanitari si rivelino introvabili in Lombardia. Nello stesso giorno, i medici del bergamasco decidono di scrivere all’Azienda di tutela della salute della provincia di Bergamo, ma nessuno risponde loro: «Avremmo potuto salvare qualche vita» dicono ora. Intanto, ripetiamo, il governo già sapeva, ma taceva, quindi nessuno cominciava a procurarsi attrezzature e bombole di ossigeno.

Neanche una settimana dopo, il 21 febbraio, ecco il primo paziente positivo all’ospedale di Codogno, neppure sottoposto al tampone (non subito) perché non veniva dalla Cina. Il generico decreto di emergenza intanto continua a generare bailamme: i medici di tre grandi ospedali di Milano, Como e Bergamo, il 21 febbraio, chiedono di quantificare i posti di terapia intensiva disponibili in Regione, perché temono che «date le attuali condizioni» possano non essere in grado di affrontare l’epidemia, se arriverà. Ma è già arrivata.

Il governo intanto non ha fretta. Nove giorni dopo, il direttore generale della Salute, Andrea Urbani, recepisce le richieste della Protezione civile secondo le quali è necessario attivare un coordinamento «per un incremento delle disponibilità di posti letto del 50 per cento nelle unità di terapia intensiva e del 100 per cento in quelle di pneumologia e malattie infettive». L'accordo con la società Siare per la fornitura di ventilatori meccanici (fondamentali per le terapie intensive) verrà comodamente siglato sei giorni dopo.

Conte intanto continua a nicchiare. La curva dei contagi s'impenna, ma lui, per giorni, resiste alle pressioni dei governatori soprattutto della Lombardia e del Veneto (Salvini è nella fase «chiudete tutto») e non vuole cedere al centrodestra. L'idea di Conte è fare un decretino alla volta, piano piano: ha sempre paura che gli italiani non siano pronti e che la sua popolarità possa risentirne. Nell'inerzia governativa, le regioni cominciano comprensibilmente a muoversi da sole (cosa che innervosisce Conte) e il 23 febbraio per esempio ecco l’ordinanza che istituisce misure restrittive per la Lombardia: c'è la firma del presidente Attilio Fontana ma anche di Roberto Speranza.

Ma nello stesso giorno, in Lombardia, ci sono 500 sindaci lombardi che chiedono deroghe per un sacco di attività (mercati, centri commerciali, attività sportive) e la Lombardia cede colpevolmente dopo 72 ore, con una deroga che concede ai bar di restare aperti anche dopo le 18: ed ecco – dal 27 febbraio – la fiera delle cazzate col «Milano non si ferma» e Bergamo nemmeno, gli aperitivi progressisti, tutto il resto. Neanche due giorni dopo, però, Attilio Fontana vede le stime della curva epidemica e capisce che l'intero sistema ospedaliero, di quel passo, rischia di andare in default. Intanto l’Emilia Romagna chiede di tenere aperti cinema e teatri, e il Veneto vuole un deroga sulle terme. E’ surreale. E lo è anche domenica 8 marzo – festa e sole - che secondo l'opinione comune ci è costata carissima in termini di contagi. Il giorno dopo, a buoi scappati, Conte chiude le stalle e annuncia che l’Italia diventerà zona rossa: questo 38 giorni dopo l'emergenza sanitaria proclamata il 31 gennaio. Non sono gli italiani, a essere spaventati: è spaventato lui. Giuseppe Conte è ancora presidente del consiglio.

( Filippo Facci - Libero, 22 aprile 2020)

mercoledì 22 aprile 2020

Una lettera

E' partita la campagna mediatica contro la Lombardia. Vi chiedete perché tanti morti? Chiedetelo a Sala, a Gori, a Del Bono. Per quindici giorni siamo andati avanti a bere aperitivi sui Navigli a Milano, abbiamo festeggiato il Santo Patrono a Brescia con 230.000 visitatori, si è disputata la partita di calcio Atalanta-Valencia (40.000 spettatori) in assoluta tranquillità. Quindici giorni in cui il virus contagiosissimo ha infettato il mondo! Avete presente in quanti siamo in Lombardia? 10,6 milioni! Siamo più del doppio del Veneto e dell'Emilia Romagna! Cosa volete ancora da noi? Non ci avete mandato mascherine e respiratori, ci avete preso per il c con i panni swiffer (Boccia e le sue risatine...), ci avete ostacolato quando chiedevamo la chiusura di aeroporti e confini. Abbiamo raddoppiato nel giro di pochissimo i posti in terapia intensiva da soli a mani nude contro un male che ci avevate detto (voi e i cinesi) essere poco più di un raffreddore. Volete indagare? Bene! Partite dal governo farlocco allora, dal Bisconte del Grillo, che si è fatto un ospedale privato a Palazzo Chigi, mentre in Lombardia medici ed infermieri morivano come le mosche senza le mascherine, che il Bibitaro in piena emergenza ha spedito ai suoi amici cinesi, invece di mandarle in Lombardia. Indagate sulla incapacità totale di questa classe dirigente inetta che non si vuole prendere nessuna responsabilità ed ora delega un gruppo di esperti, deresponsabilizzati da tutto (mica scemi) che si prenderà la responsabilità di governarci senza essere stati votati da nessuno. Andatevi a leggere i curricula di questi qua e ditemi se non vi vengono i brividi lungo la schiena. Senza offesa, ma sono il cavallo di Troia di un sistema che farà carne da macello di tutti noi, altro che stato democratico che si prende cura della salute dei suoi cittadini.. La Grecia non vi ha insegnato nulla? Il tutto con il plauso “dell'uomo del colle”. La Lombardia? I Bresciani ? I Bergamaschi? Devono solo lavorare, pagare le tasse, tacere e morire, possibilmente senza rompere i coglioni!

domenica 19 aprile 2020

Il presidente del consiglio

Come Conte ha fregato gli italiani:

1) 4 febbraio 2020: in Italia è tutto "sotto controllo", i governatori del Nord si fidino. Così il Presidente del Consiglio rassicurava gli italiani, rispondendo ai governatori di Lombardia, Veneto, Friuli e Trentino che chiedevano la quarantena di chiunque arrivasse dalla Cina. Rassicurazioni andate avanti fino al 21 febbraio, nonostante un documento del ministero della salute del 5 gennaio - pubblicato il 9 gennaio - parli già di "polmonite da eziologia sconosciuta - Cina". Grave negligenza;

2) i 600 euro alle partite Iva promesse per marzo, siamo al 19 aprile e in più di 40.000 non li hanno ancora ricevuti. Stessa situazione per i professionisti iscritti alle casse di previdenza diverse dall'Inps. I pagamenti - ancora parziali - sono avvenuti a seconda di quando son state presentate le domande, una corsa al click in stile fantozziano. Una vergogna per un Paese che pretende di definirsi civile. Ad oggi, in parecchi non hanno ancora ricevuto un centesimo. E del "decreto aprile" ancora nemmeno l'ombra;

3) sospensione dei mutui: altra presa in giro, vengono infatti sospesi solo i mutui prima casa per i quali il richiedente non ha nemmeno una rata di arretrato. Le partite Iva, per poter accedere alla sospensione, devono dichiarare di aver avuto - nei tre mesi successivi al 20 febbraio - una riduzione del fatturato nella misura del 33% rispetto all'ultimo trimestre 2019;

4) i 400 miliardi promessi, la famosa "potenza di fuoco", sono prestiti bancari nei limiti del 25% del fatturato (con garanzia dello Stato). Non si tratta di trasferimenti di denaro in favore di cittadini e imprese ma di prestiti (utili sostanzialmente a pagare le tasse) da restituire alle banche in sei anni. Non una "potenza di fuoco" quindi, ma un maggiore indebitamento delle piccole e medie imprese nei confronti delle banche. Lo Stato coprirà l'insoluto solo dopo che la banca avrà attaccato i beni del debitore. In buona sostanza cambia ben poco rispetto ai finanziamenti pre-virus. La garanzia statale serve solo ad ottenere il prestito senza istruttoria (o con istruttoria minima);

5) Mes sì, Mes no, Mes "light". Alla fine, tra le misure in campo, accetterà anche il Mes. Probabilmente non lo attiverà, ma lo accetterà tra le misure da utilizzare, esattamente ciò che ha fatto Gualtieri all'Eurogruppo.

Solo annunci, zero sostanza. Continuate pure ad applaudire Conte.

Giuseppe Palma

sabato 18 aprile 2020

Tutto per il nostro bene

Scaricate la app del ministero della Verità che è facoltativa e non comporta nessun rischio per la privacy e tanto meno limiterà mai le vostre libertà individuali. Non cercate di capire come funzioni, non fate troppe domande, denunciate chi non segue le indicazioni e ogni movimento sospetto. E sappiate che restare a casa è bello, lo dicono tutti i vip che ci dicono come saremo persone migliori e poi vi potrete godere gli aiuti statali. Lasciateli lavorare serenamente, credete solo all’OMS, qualunque cosa sia e qualsiasi interesse protegga, e se dovete pregare fatelo per il vaccino di Bill Gates. E ricordate sempre che il super governo lo fa per il nostro Bene.

Lorenzo Cappellini Mion

Avanti, c’è posto nel lusso...

Oggi sono stati trasbordati i 160 clandestini della ONG tedesca “Alan Kurdi”, nave messa a disposizione dal governo italiano per trascorrere la quarantena. Il traghetto, uno dei più grandi della flotta proprietà della "Tirrenia", può ospitare fino a 1470 passeggeri, con 289 cabine e sala poltrone da 185 posti. È dotato di aria condizionata, ristorante, self service, due bar, negozi, infermeria, cinema, area giochi per bambini e solarium.

In arrivo anche la nave ONG "Aita Mari" che ci porterà altri 40 clandestini. Una volta trasbordati da una nave tedesca ad una italiana i clandestini entrano automaticamente in territorio italiano e sarà obbligo dell'Italia occuparsene e non della Germania. In questa maniera si aggira la legge dei porti "non sicuri": la nave italiana fa da ponte, fanno trascorrere lì la quarantena ai clandestini, dopodiché indovinate voi dove li sbarcheranno. Mentre agli italiani non è permesso nemmeno oltrepassare il confine del proprio Comune, pena sanzioni o galera, centinaia di clandestini possono varcare i confini nazionali in piena libertà. Qualcosa non torna.

Dalla bacheca di Piero Lorenzini

venerdì 17 aprile 2020

Soliloqui europeisti

Scusate eh, l'Europa è in ritardo, in effetti, e chiediamo scusa all'Italia che ha tanto sofferto, e siamo tutti commossi, e già che ci siamo chiediamo di nuovo scusa anche alla Grecia, con cui non ci siamo comportati davvero bene, e quei poveri bambini, sul serio, non si fa... Ci dispiace tantissimo. Davvero. Però adesso è la volta buona, adesso c'è la grande ripartenza dell'Europa che non si farà trovare impreparata alla prova del fuoco. Ecco che parte il grande piano Juncker di investimenti europeo, eccolo, ecco che arriva..., ancora un momento..., è proprio dietro l'angolo..., ne vedo praticamente l'ombra..., come? Oops, vi chiedo scusa. Però adesso parte il Green New Deal, sarà fantastico, potente, verdissimo, e soprattutto resiliente, ancora un momento, ecco che parte..., un momento di pazienza..., scusate mi chiamano dalla regia...., ah, capisco... Vi chiedo ancora scusa, sono qui con il cuore in mano, guardate l'occhio mesto..., inumidito...

Ora però parte il grandioso, colossale piano Marshall per l'Europa, qualcosa che non si era mai visto e che finalmente mostrerà al mondo quanto è conveniente far parte della grande famiglia europea..., eccolo..., si profila all'orizzonte..., è grande, bellissimo, circondato da un'aura invincibile..., come dici Angela...? Ah. Pardon, un piccolo intoppo. Ma niente paura, adesso facciamo partire il Corona-Recovery-Safety-Holiness-Project-Bond, ma chiamatelo James, preferisce. Vi potranno accedere con estrema facilità tutti i paesi che ne avranno bisogno, purché abbiano raggiunto l'immunità di gregge, abbiano i conti in ordine, siano biondi e parlino correntemente Swahili. Nel malaugurato caso in cui nessuno ne faccia richiesta, niente paura, l'Europa non lascia indietro nessuno, abbiamo predisposto l'apposito programma di prestiti Safe-Happy-Youth-Last-Option-Credit-Kidnapping (per i sottoscrittori, SHYLOCK). Per l'occasione siamo lieti di fornire a interessi favorevolissimi denari freschi a chi ne abbia bisogno, previa consegna dei primogeniti a garanzia. Interessa l'affare?

Andrea Zhok

giovedì 16 aprile 2020

La lettera a Conte

LETTERA DI Francesco Amodeo a GIUSEPPE CONTE

Gentile Presidente del Consiglio,

Le scrivo il giorno di Pasqua, perché una giornata di pace e di amore mi obbliga ad abbassare i toni e a rivolgermi a lei in maniera pacata. In questi giorni il suo governo ha annunciato la nascita di una Task force governativa. Un comitato di esperti guidato da Vittorio Colao, che avrà il compito di accompagnare l’Italia verso la cosiddetta fase 2 dell’emergenza pandemia. Di concerto con il comitato tecnico-scientifico, la task force dovrà elaborare le misure necessarie per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive, anche attraverso l’individuazione di nuovi modelli organizzativi e relazionali, come ha rimarcato lei stesso.

La parola “misure necessarie” fa suonare in me un campanello dall’allarme. Approfittando dello stato di necessità, spesso si costringono i popoli ad accettare misure che vanno contro i loro interessi ma che in situazioni ordinarie non avrebbero accettato mai. E’ la strategia della shock economy preconizzata dai padri fondatori di quel pensiero neoliberista, che oggi sta infettando l’Unione Europea, creando più danni di qualsiasi pandemia. La teoria a cui si riferiva sicuramente Monti quando dichiarò “abbiamo bisogno di crisi e di gravi crisi per fare passi avanti. Perché i passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni delle parti sovranità nazionali “. Concetto ribadito da Prodi parlando dei nuovi strumenti di politica economica da introdurre: “proporli adesso è politicamente impossibile ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno nuovi strumenti”. Milton Friedman il fautore di questa dottrina dello shock fu estremamente chiaro: “bisogna sviluppare alternative alle politiche esistenti e tenerle in vita e disponibili finché il politicamente impossibile diventi il politicamente inevitabile”. Oggi mi rendo conto che quel “politicamente inevitabile” può abilmente essere celato dietro la parola “misure necessarie” e che un commissariamento del paese possa essere nascosto dietro la parola “task force”. Per questo, dopo aver letto che lei ha istituito una “Task Force” per portare avanti “misure necessarie”, sono iniziate a risuonare nella mia coscienza tante sirene d’allarme. Sarà lo spirito pasquale che mi spinge a questa metafora, ma non vorrei che questo comitato d’esperti si rivelasse un uovo pieno di spiacevoli sorprese per gli italiani.

Oggi è un giorno dedicato a tutto ciò che risorge e odio doverlo passare sospettando, invece, che ci sia qualcuno che voglia affossarci. Allora sono andato a spulciare la lista degli esperti da lei scelti, per confrontarla con le liste di quelle organizzazioni che ho trattato nelle mie inchieste, e che fanno gli interessi dei grandi capitalisti, delle grandi multinazionali straniere, dell’alta finanza. Purtroppo le dico che la maggior parte dei nomi coincidono con la lista da lei proposta. A capo della task force c’è tale Vittorio Colao, vicepresidente della lobby Europea “Round Table of Industrialists” una lobby che in pochi conoscono ma a cui io ho dedicato il capitolo “le lobby di Bruxelles” della mia inchiesta “La Matrix Europea” perché si tratta di una organizzazione nata per tutelare gli esclusivi interessi delle grandi multinazionali, soprattutto straniere. Tra i membri di spicco oltre a Colao troviamo, infatti, Peter Sutherland della Goldman Sachs, la banca che nel 2011 attaccò l’Italia, ma troviamo anche il presidente del Bilderberg, lo spietato Etienne Davignon. Questi sono gli ambienti che frequenta Colao alla European Round Table. Oltre alle grandi banche d’affari internazionali come la Morgan Stanley, dalla quale proviene il capo della task force che lei ha istituito, e che hanno sempre speculato nel nostro paese. Anzi, tornando al Bilderberg, ho notato che il nome Colao appare nelle liste di quella organizzazione per la prima volta proprio nel 2018. Indovini insieme a chi? insieme a Mariana Mazzuccato, altro personaggio che lei ha scelto per la task force governativa.

Ora mi chiedo: si è fatto suggerire da qualcuno o in quegli ambienti dell’alta finanza speculativa hanno davvero la sfera di cristallo, se meno di due anni fa hanno convocato per la prima volta Colao e Mazzuccato e oggi se li ritrovano in una posizione per loro utile al Governo italiano? Opto per la seconda risposta, dato che a quella riunione con loro c’erano anche Ursula Von der Leyen, poi diventata presidente della Commissione europea e Charles Michel, poi diventato presidente del Consiglio Europeo. L’anno prima c’era anche Christine Lagarde diventata poi governatore della Banca Centrale europea. Quindi l’unica risposta attendibile e che questi speculatori internazionali abbiano davvero una sfera magica, altrimenti dovremmo pensare che questi personaggi siano proprio loro ad imporli. Ma non sono questi gli ambienti da cui dobbiamo difenderci? Lo ha visto lei stesso in queste settimane che le parole della Lagarde hanno fatto schizzare senza motivo il nostro spread. Le avrà ascoltate sicuramente le inaccettabili frasi contro di noi della Von der Leyen, talmente gravi, che io non sono neanche riuscito ad accettare le sue scuse. Dovrei magari riascoltarle oggi che è Pasqua. Ma allora perché ha scelto tra i membri di quelle stesse organizzazioni quelli che invece dovrebbero salvarci? Guardi che io non le sto dicendo che appartenere a quelle lobby voglia dire far parte di uomini incappucciati che si riuniscono in segreto per comandare il mondo. Ma sappiamo bene che sono ufficialmente organizzazioni di categoria, dai metodi marcatamente antidemocratici, nate per portare avanti gli interessi di una ristretta élite di persone o comunque di categorie che nulla hanno a che vedere con i popoli. Cosa c’entrano allora questi personaggi con la task force per risollevare i popoli da una delle peggiori crisi che abbiano mai attraversando? Eppure li avete scelti tutti in quegli ambienti. Enrico Giovannini è uno dei membri del board del Club di Roma ideato da Rockefeller. Cosa c’entrano questi personaggi con noi? Chi glieli ha suggeriti? Possibile che non esistano in Italia esponenti che amano il proprio paese e che provengano da sindacati, da associazioni, da organizzazioni nate per fare gli esclusivi interessi del popolo italiano?

Allora i sospetti mi vengono. Capirà che se ritrovo l’ex Ad di Vodafone, Colao, esperto di telecomunicazioni, in una task force governativa in un periodo in cui si vorrebbe far accettare al paese la folle transizione verso la tecnologia 5G, comincio a pensare che questa cosa la proporranno tra quelle “misure necessarie” che hanno però bisogno di un popolo sotto shock per essere accettate. Colao è sempre rimasto uno dei più grandi estimatori di questa tecnologia di quinta generazione, nonostante sia pienamente consapevole, non tanto dei possibili danni alla salute del 5G, che qualora ci fossero, certamente non ce li verrebbe a raccontare l’Ad di Vodafone, ma dei danni sociali. Riporto un virgolettato di un articolo pubblicato da Dagospia con le parole proprio di Colao a riguardo. L’amministratore delegato di Vodafone Group si dichiarava ottimista sulle sfide del futuro ma non nasconde le possibili conseguenze della nuova era dell’intelligenza artificiale e del 5G:


“C’è molta paura per i posti di lavoro che spariscono e per i salari che potrebbero scendere – osserva – ma ci sono anche dei requisiti rispettare per governare il cambiamento”. Posti di lavoro che spariscono? salari che potrebbero scendere? E’ questo quello di cui abbiamo bisogno per uscire dalla crisi? Nell’articolo è scritto anche (riporto testualmente): “l’Ad di Vodafone Group cita più volte l’Italia come esempio di sperimentazione intelligente delle reti 5G di prossima generazione”. Sperimentazione intelligente? sulle nostre teste? Chi l’ha autorizzata? Quando abbiamo firmato per essere delle cavie di un laboratorio a cielo aperto? Che queste cose le dica l’amministratore delegato di una azienda di telefonia mobile lo trovo poco etico, ma plausibile, ognuno porta avanti i propri interessi in questo mondo basato sugli egoismi. Ma che queste parole siano di colui che oggi guida il gruppo nato per risollevare il mio paese dalla crisi dovuta alla pandemia, lo trovo inaccettabile. Come fanno a non sorgermi dubbi, se alla sua prima uscita pubblica nella nuova veste, ci fa sapere che: “L’Hi tech è decisivo contro la crisi e per il controllo della popolazione”. Frase ripresa poi da tutti i media. Mi dica la verità è il 5G la sorpresa nell’uovo di Pasqua per gli italiani? Io non sono contro il progresso, ma non è questo il modo di imporre certe misure. Che cosa avete promesso, invece, alle banche straniere e agli speculatori che fanno capo al Bilderberg? di riaprire il mercatino Italia? cosa gli daremo? Autostrade per l’italia? Alitalia? i nostri porti? O semplicemente a costo zero gli farete raccogliere tutte le aziende che nel frattempo farete fallire? Perché questa è la strategia che hanno già usato nel 92. Come si dice: cavallo vincente non si cambia. Ed infatti analizziamo il copione:


Approfittare di uno stato di shock del paese: Il 1992 quando partirono le privatizzazioni fu l’anno più scioccante per gli italiani. In pochi mesi ci furono le stragi eccellenti e l’inizio di tangentopoli. Ci dissero che “servivano misure necessarie” e una “task force”. La mini-crociera sul Britannia con il gotha della finanza internazionale venuto a largo di Civitavecchia per acquistare le nostre aziende e le nostre banche a prezzi di saldo, la organizzarono 10 giorni dopo l’attentato a Falcone. Il popolo era terrorizzato. Il paese era in lutto. Pezzi del governo, tra cui Mario Draghi, erano invece, a brindare con i membri dei potentati bancari e finanziari internazionali. Neanche il lutto nazionale li fermò. Bisognava approfittare del momento. Shock economy docet.


E da dove provenivano i vari Prodi, Draghi, Monti? Esattamente dal Committee di quelle medesime organizzazioni internazionali dalle quali provengono oggi i salvatori della task force. Non hanno cambiato una sola virgola. Caro Presidente, me lo dica. Tanto non ci ascolta nessuno. Ho colto nel segno vero? Sono quelle le “misure indispensabili”? lo dica solo a me. Le ho dedicato la domenica di Pasqua per scrivere, nonostante il movimento delle mie dita sia rallentato dalla digestione dello splendido casatiello napoletano di mammà.


Non si preoccupi della reazione degli italiani. Non le diranno nulla. Ci pensa Rocco Casalino. Le scriverà un discorso in cui comunicherete agli italiani che avete scoperto che il sito dell’Inps si bloccava a causa del 3G ma che risolverete subito con il 5G, in modo che i soldi possano arrivare finalmente sui loro conti. Tirerete giù qualche albero e alzerete qualche antenna tanto ora non vi vede nessuno e qualora vi scoprissero, voi lo avete già anticipato che l’hitech ci salverà. Quindi vi crederanno. Poi dirà di aver sbattuto i pugni sul tavolo per evitare il Mes, che non ci serve più, dato che con un po’ di privatizzazioni le cose si sistemano. Ed aprirà finalmente il mercatino. Sconto covid19, suona anche bene. Se non vuole dirmelo, ancora una volta mi toccherà fare una previsione e pubblicarla. Le ultime volte mi è andata bene. Non c’è nulla che non si sia verificato. A pensar male tante volte si fa peccato ma spesso ci si indovina. In fin dei conti, se noi non abbiamo scelto la task force e non abbiamo scelto manco quelli che l’hanno scelta la task force, è ovvio che qualcuno dovesse scegliere per noi.

Buona Pasqua Presidè.

Se non sapesse nulla di come operano quelle organizzazioni le lascio il link de La Matrix Europea:

https://matrixedizioni.it/books/la-matrix-europea-ed-2019/

Il tiro al bersaglio

Questo tiro al bersaglio sulla Lombardia non mi piace. Evidenziare gli errori nella gestione della pandemia, forti dei pessimi numeri che si sono riscontrati nella regione (in termini di ricoverati e deceduti) è fin troppo facile. Non è questione di difendere una parte politica piuttosto che un'altra. Certo lo sbaglio più grande sembra quello di non avere chiuso la provincia di Bergamo, come si era fatto per Codogno. Certo i tamponi dovevano essere estesi a gran parte della popolazione. Ma obiettivamente non era fattibile, bisogna avere l'onesta intellettuale di ammetterlo. Mentre il Veneto ha gestito in scioltezza il suo piccolo focolaio, la Lombardia è stata investita da un'onda talmente vasta di contagi che l'unica cosa possibile è stato resistere con i mezzi che c'erano. Anche volendo, non era possibile applicare la metodologia veneta sui tamponi, perché non esistevano reagenti sufficienti, perchè i centri per le analisi non potevano elaborare così tanti dati ogni giorno. Quindi è stato gioco forza per l'amministrazione regionale affermare di volersi attenere alle indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità che invitava a fare tamponi solo ai casi più gravi. La realtà è che comunque non si era in grado di fare di più.

Anche sulla gestione delle RSA qualcosa bisogna dirlo. E' indubbio che l'idea di mandarci i malati Covid in via di guarigione non è stata la scelta più lungimirante, ma è altrettanto vero che decine e decine di RSA in tutta Italia stanno vivendo situazioni drammatiche senza avere ospitato malati Covid. Quindi la verità è che il virus si è insinuato in queste strutture, trovando terreno fertile nella debolezza dei pazienti e nella obiettiva impreparazione delle strutture ad affrontare l'epidemia e ha fatto strage.

Infine sui morti. Mi rifiuto di credere che i lombardi siano più deboli degli altri Italiani. Mi pare poco credibile che le cure dei medici lombardi siano così deficitarie rispetto a quelle dei loro colleghi di altre regioni da determinare maggiori perdite di pazienti. E allora la verità è una sola: se ci sono molti più morti è perché in Lombardia ci sono stati infiniti più contagi (mai diagnosticati) che nelle altre regioni. Per questo il numero di morti è proporzionalmente più alto. Solo dopo aver dato per assodato il fatto che la Lombardia ha subito un'ondata di contagi che non ha paragoni in nessuna regione italiana, si può criticare la gestione dell'emergenza. Ed è giusto farlo, perché errori ce ne sono stati, ma con l'onestà di riconoscere che si è affrontato un problema decuplicato rispetto agli altri.

n la lente deformante

lunedì 13 aprile 2020

Un ex di sinistra scrive...

Riflessioni notturne di uno che stava a sinistra di Giuseppe Palma

Da ragazzo ho sempre creduto che essere di sinistra significasse difendere la Costituzione e i suoi principi. Ne ero certo. Tant'è che ho votato PD fino al 2010. Convintamente e, occorre dirlo, stupidamente. Poi ho iniziato a capire che qualcosa non andava. Su tutti l'arroganza e l'impunità di magistrati politicizzati, il settarismo culturale e soprattutto un sistema di potere fortemente radicato sui territori. Una rete perfetta con la quale dal PDS al PD la sinistra (si fa per dire!) ha occupato il Deep State, sia a livello locale che centrale. I ministeri sono pieni zeppi di quadri e funzionari in gran parte vicini ai Dem. Dunque, più passava il tempo e più mi convincevo che tutto ciò in cui avevo creduto non era altro che esercizio del potere per il potere. Col passare degli anni ne ho avuto sempre maggiori conferme. Basti vedere l'utilizzo strumentale della Costituzione e dei diritti. Nessuno del PD ha ad esempio in questi giorni rimproverato a Conte l'uso privato della TV pubblica per attaccare le opposizioni. Ciò che ha fatto Conte si vede soltanto nei regimi autoritari, eppure il PD - che della Costituzione si è sempre lavato la bocca - ha lasciato fare senza battere ciglio. Se al posto di Giuseppe Conte vi fosse stato Matteo Salvini, i Dem avrebbero strillato alla dittatura, sarebbe venuto giù il finimondo. Se invece al governo ci sono loro, quelli "giusti", allora tutto va bene, tutto è consentito.

Il Partito democratico è il partito del potere, della conservazione del potere. Non ha più nulla del vecchio PCI. Da comunisti, sovranisti e keynesiani sono diventati neoliberisti. Il PD non ha esitato un attimo, da sconfitto alle elezioni politiche del 2018, ad allearsi coi nemici storici del M5S pur di tornare al potere (senza peraltro passare da democratiche elezioni) e occuparne le stanze più importanti, la cabina di regia del governo. Il potere per il potere. Eppure il 4 marzo 2018 la coalizione di centrosinistra, di cui il PD faceva parte, era arrivata terza. Fino a luglio 2019 definivano Conte e il M5S come pericolosi incompetenti e cialtroni, oggi Conte è addirittura uno statista. I Dem sono soliti cantare "Bella Ciao" e osannare la "resistenza", ma governano il Paese ed intere comunità territoriali da decenni: contro chi vorrebbero "resistere"? Contro loro stessi o contro le opposizioni? Chi sarebbe il nuovo oppressore? Il leader dell'opposizione che non governa?

Hanno massacrato Berlusconi per l'uso che faceva delle televisioni, ma non hanno detto mezza parola sul dittatorello Conte che in prima serata, a reti unificate, si è scagliato contro i leader dell'opposizione, che non hanno neppure goduto di una più che legittima replica alle medesime condizioni, con i medesimi strumenti. Due pesi e due misure. Sono soliti lavarsi la bocca coi diritti fondamentali, su tutti il lavoro, ma sono stati proprio loro, quelli del PD, a rendere meramente residuale l'applicazione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori con l'approvazione del "Jobs act". E ancor prima approvando le due "leggi Fornero". Non potendo più difendere i diritti sociali per via delle regole europee e del funzionamento della moneta unica, hanno sposato acriticamente l'europeismo becero, il neoliberismo e si sono buttati sui diritti civili, talvolta cosmetici.

Loro hanno votato la fiducia a Monti, loro hanno ratificato il MES e il Fiscal Compact, loro hanno votato a favore dell'inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio e sempre loro hanno legato i diritti dei lavoratori al sistema dei cambi fissi. Ma la colpa non è mai la loro, è di Craxi, di Berlusconi, di Salvini e così via. Tra il PD ed il potere non ci sono dunque le elezioni ma il nemico da distruggere, con qualsiasi mezzo. Si dicono democratici, ma in realtà sono più fascisti dei fascisti. Il libero pensiero va bene, ma solo se conforme e allineato al loro. Se la pensi diversamente, ben presto sarai etichettano come "fascio-leghista", xenofobo, razzista etc. Senza parlare della cultura. Hanno occupato scuole e Università, giornali e case editrici, incarichi di qualsiasi tipo e addirittura le giurie dei concorsi letterari, piene zeppe - come le Università - di sacerdoti del "pensiero politicamente corretto". Un tempo i professori universitari erano presidio di libertà, oggi sono acritiche linee di congiunzione tra il pensiero unico dominante e l'aspirante classe dirigente del Paese, con una pletora di beneficiari privi di capacità di critica. Ovviamente non tutto il mondo dell'Università è così, gran parte dei docenti sono persone degne e meravigliose, ma una parte - non minoritaria - è l'essenza della mediocrità e funge da megafono del potere.

Hanno occupato kermesse letterarie di prestigio internazionale, sostenute da denaro pubblico, scaraventando in mezzo ad una strada libri contenenti un pensiero opposto al loro. Sono arrivati a vietare la presentazione di un libro perché contenente l'intervista a Matteo Salvini, all'epoca ministro dell'interno. Un neo-fascismo più pericoloso del fascismo perché travestito da finto antifascismo. Io ricordo i nazisti di Hitler e i comunisti di Stalin scaraventare i libri dalla finestra, pensavo che in Italia il pensiero fosse libero. Insomma, oggi l'Ancien Regime si può individuare - dal punto di vista nazionale - col potere per il potere conseguito dal PD. L'ex PCI, partito di straordinario valore, si è trasformato in un'associazione atta al solo esercizio del potere, anche a costo di sacrificare libertà, democrazia e lavoro sull'altare degli indicibili scopi del capitale internazionale. Governare un Paese, anche attraverso contingenti forzature costituzionali, e al contempo attaccare le opposizioni, è sicuramente l'emblema del decadimento culturale e democratico di un Paese - ancora il più bello del mondo - ormai allo stremo.

L’intollerabilità

Stanno riprendendo gli sbarchi. Con le navi ONG temporaneamente ferme (ma scalpitanti dalla voglia di ripartire) sembra che i trafficanti di carne umana stiano ricorrendo ad un vecchio trucco. Una nave porta i migranti fino in prossimità delle coste italiche. Poi vengono caricati in piccole imbarcazioni che si avviano verso terra. Ed è evidente che non si possono bloccare in mare piccole barche. Per fermare un simile, sporco, traffico basterebbe usare i droni, quelli che qualcuno vorrebbe utilizzare per scoprire chi fa una corsetta o porta a spasso il cane ad oltre 200 metri dalla propria abitazione. Un drone individua la nave che fa il giochetto, questa viene avvicinata e costretta a far marcia indietro. Ma figuriamoci se i “buoni” che ci governano farebbero mai una cosa simile! I porti italiani sono formalmente chiusi, ma già c'è chi li vorrebbe riaprire e già la protezione civile è allertata per offrire soccorso a chi vuole entrare clandestinamente in Italia. Si, la protezione civile! Quella che è tragicamente a corto di risorse, che non riesce a gestire la crisi, dovrebbe accollarsi l'onere di accogliere i migranti! Siamo oppressi dalla pandemia, abbiamo raggiunto i 20.000 (VENTIMILA) morti, probabilmente sono MOLTI DI PIU', siamo tragicamente carenti di mascherine, posti letti, attrezzature sanitarie ma dobbiamo stornare preziose risorse per sostenere l'immigrazione clandestina! Siamo tutti reclusi in casa nostra, i viaggi sono la cosa più vietata del mondo, ma si può entrare clandestinamente in Italia! E questo nello stesso momento in cui pare che l'Africa sia colpita dalla pandemia ed aprire le porte alla immigrazione da questo continente non fa che moltiplicare a dismisura i rischi! E' folle tutto questo? SI, ovviamente. Ma non è altro che la tragica applicazione di uno dei dogmi della sinistra italiana: NO alla chiusura delle frontiere esterne e SI alla imposizione di sempre più pesanti frontiere interne. E' stata una politica di questo genere che ha favorito il diffondersi della pandemia in Italia. Riproporla oggi sarebbe criminale oltre che folle. Non può essere tollerato!

Giovanni Bernardini

domenica 12 aprile 2020

Lettera al presidente del consiglio

LA VOCE DELL'ITALIA?

Signor Presidente, lei gode in questa fase drammatica di una popolarità senza precedenti. Questo accade anche perchè trova una corposa parte dei media molto amichevole nei suoi confronti. Penso per esempio ad una intervista della scorsa settimana, diventata virale sui social, nella quale la domanda più scomoda che le è stata rivolta era: “Ma quanto sono irresponsabili Renzi e Salvini?”

Ed ha una popolarità agli apici perchè ha, giustamente, una visibilità senza precedenti, per via dell’emergenza che il Paese e il mondo stanno vivendo. Ma soprattutto ha una visibilità senza precedenti perchè quando lei parla, in questo momento, non parla Giuseppe Conte, parla l’Italia. Parla anche per me che sovente non sono d’accordo con lei. E quando parla l’Italia, a reti unificate, mi aspetto che la voce dell’Italia sia una, non che si punti il dito per mettere qualcuno dietro la lavagna, che se lo meriti o no.

E quando parla l’Italia, non può dire “mi pare che all’epoca quella persona fosse ministro”. Un capo di governo non può dire “mi pare”. Me lo aspetto perchè quando parla Angela Merkel parla la Germania. Se la immagina la cancelliera parlare al Paese e bacchettare tutti quelli, e ne sono molti, che in questi giorni hanno preso posizione contro il rigore ed il no agli eurobond del governo tedesco? La Merkel non lo farebbe mai e non avrebbe dovuto farlo neanche lei. Signor Presidente, apprezzo la sua fermezza nel difendere gli interessi dell’Italia al tavolo europeo. Ma al netto del suo impegno e con l’auspicio sincero che saprà capovolgere il risultato e portare a casa la partita, ad oggi ci sono tre dati di fatto.

1 - Non abbiamo ottenuto ciò che chiedevamo, gli Eurobond.

2 – Lei chiede, giustamente, di fare presto, ma intanto il secondo tempo della partita non si giocherà prima di due settimane, il 23 aprile all'incontro di capi di Stato e di governo.

3 – Lei fa il centravanti di una squadra spaccata a metà, che dal centrocampo in giù (PD) dice che il Mes non va disprezzato, e dal centrocampo in su (M5S) pretende gli Eurobond.

Gli italiani, signor Presidente, si innamorano sempre del campione che fa reparto da solo. Ammesso e non concesso che lei sia un campione, i mondiali li abbiamo vinti sempre da squadra.

Andrea Agostini

sabato 11 aprile 2020

Chicco Mentana sulla conferenza di Conte

Visto che molti me lo chiedono, molti ne parlano, molti hanno messo in campo un vero e proprio shitstorm, ma molti altri hanno avanzato legittime critiche, parliamo di quel che ho detto ieri al tg. Come si sa già dal primo pomeriggio era stata anticipato un probabile intervento televisivo a reti unificate del premier Conte. Il motivo era noto: il nuovo decreto che prolunga le misure drastiche che la difesa dal contagio rendono indispensabili. Per far spazio alle comunicazioni di Conte il commissario Borrelli aveva limitato a pochi secondi la lettura del bollettino quotidiano della Protezione Civile. Come tutte le emittenti anche la7 ha interrotto la programmazione per trasmettere la diretta da Palazzo Chigi: in un momento grave come quello che stiamo attraversando è vitale dare immediato rilievo a provvedimenti che riguardano la vita di tutti noi. Il potersi rivolgere a reti unificate a tutti i cittadini è prerogativa del presidente del consiglio e del capo dello stato, e sempre vi è stato fatto ricorso, come è giusto, solo in circostanze eccezionali. E lo è sicuramente l'emergenza attuale. Il premier ha ben illustrato la situazione e i provvedimenti che ci terranno ancora vincolati fino al 3 maggio. Poi però, passando alla materia degli aiuti europei, si è lasciato andare a una dura polemica con i suoi avversari politici. E questo - lo penso, l'ho detto a caldo in sede di commento ieri e lo ribadisco oggi - non si può proprio fare. Non quando utiilizzi un privilegio assoluto come è quello di parlare direttamente a decine di milioni di italiani, in un frangente drammatico, da una sede istituzionale, illustrando un decreto che riguarda la salute e la vita di tutti. Il politico Conte aveva mille strumenti per rispondere agli attacchi (sgradevoli, strumentali, elettoralistici quanto si vuole) di Salvini e Meloni: attraverso i social, con in comunicato, con dichiarazioni o interviste. Tutti i mezzi di comunicazione, e ovviamente anche il giornale che dirigo, gli avrebbero dato un ampio spazio (e peraltro è quello che abbiamo fatto anche ieri sera). Ma parlando al paese il premier Conte doveva conservare il profilo per il quale gli veniva consentito di usare quel canale privilegiato. Se voleva spiegare la situazione dopo l'Eurogruppo, come ha fatto, gli bastava ricordare che il governo italiano non ha chiesto di accedere al Mes e nel prossimo vertice europeo tornerà a chiedere gli Eurobond, con buona pace di chi sostiene il contrario. Punto. Agli attacchi, che ripeto sono forse sgradevoli, falsi, elettoralistici o strumentali, ma che fanno parte dell'armamentario di ogni opposizione, possono e devono replicare i loro pari grado della maggioranza, non il capo del governo mentre parla al paese.
Per questo ho detto che avrei espunto quella parte del suo discorso, altro che censura. In passato ho mosso critiche dello stesso tenore, e più sferzanti, a molti predecessori di Conte, come lui nel momento di massimo consenso, da Berlusconi a Renzi, e più volte allo stesso Salvini quando era al governo, in tv e qui. Sempre sine ira et studio. E sempre con lo stesso metro di distanza giornalistica. Non pretendo di avere il consenso di tutti, né di avere ragione a prescindere; ma che si rispettino buona fede, indipendenza e passione professionale sì. La logica dei fanatici "se critichi Tizio sei al soldo di Caio" mi ripugna. So che da sempre infesta i social e la combatto. E non rinuncio a dire la mia quando lo ritengo giusto. Si può perdere un follower o uno spettatore, non la coerenza.

Enrico Mentana

venerdì 10 aprile 2020

La conferenza stampa

Era attesissimo. Del resto, s’è fatto attendere, come usa dire. Prima avrebbe dovuto essere giovedì sera alle 21 l’intervento del Vis-Conte dimezzato dalle tonalità giallofucsia. Ma non si palesò. Poscia avrebbe dovuto essere venerdì alle 14 l’intervento del nostro eroico Vis-Conte, che fu avvocato del popolo, prima di ascendere al soglio di avvocato dei mercati. Ma nemmeno alle 14 si palesò. Apparve, e fu estatica visione, alle 19,40 circa di venerdì. S’era fatto attendere. E venne a comunicare la divina volontà dei mercati. Di fatto, a esser precisi, comunicò che lui e il suo fido scudiero Gualtieri avevano con coraggio ratificato ciò che Germania e Olanda avevano imposto d'imperio. Ricordate? In origine, il Vis-Conte disse al “Financial Times” che il MES era necessario. Poi si corresse. E agli italiani disse che giammai si sarebbe avuto il MES. Eppure ieri sera è tornata a favellare la parte cattiva del Vis-Conte dimezzato: quella che ci ha detto che si farà il MES. Quel MES voluto nel 2012 anche da Salvini e Meloni, certo. Un MES diverso, sia chiaro: che non vi passi per la testa di dire, a voi che forgiate da mattina a sera fake news, che s’è fatto il MES. È un MES light, lovely, smart e cool. Non è il MES. È la stessa cosa del MES, certo. Ma non è il MES. Ha il suo stesso nome, è vero. Ma è light e trendy. Non ha condizionalità (perché dire banalmente condizioni è da antidiluviani). Vi piacerà e farà bene a tutti. Ce lo chiede l’Europa. E poi se si fa è comunque colpa di Salvini e Meloni che l’hanno firmato, anni addietro. Si vede, nello sguardo un po’ torvo del vis-Conte, un lieve disagio, il sembiante di chi vorrebbe, potesse, essere altrove e non lì: è lo sguardo di chi non deve rispondere politicamente a un popolo, ma sempre e solo a potentati stranieri. E, dunque, al popolo farebbe volentieri anche a meno di rivolgersi. È a disagio, lui che del popolo fu avvocato e ora dei mercati nemici del popolo perora la causa. Vorrebbe solo parlare di lockdown e cinguettare in modalità hashtag “ce la faremo”, “andrà tutto bene”. Ma alla fine deve parlare del MES. Non può aggirarlo. Parla di scorciatoie inesistenti. Si guarda bene, invero, dal menzionare quella che pur vi sarebbe: uscita immediata dalla UE, rimozione improvvisa della nostra testa dal cappio usuraio. Ma se lo dicesse, i mercati n’avrebbero a male. Sarebbero scontenti. E sarebbe egli, invero, ben deludente avvocato. Sembra di essere in una novella di Pirandello, converrete con me. Una di quelle in cui non riesci mai a capire chi dica il vero e chi racconti credibilissime fandonie. Intanto una cosa è certa: i vostri arresti domiciliari, italiani, sono allungati fino al 3 maggio. Così, intanto, grazie al prodigio del distanziamento sociale, non potrete manifestare né opporvi, chiusi in casa come topi, a questo MES che non è il MES, anche se sembra il MES.

Diego Fusaro

Tuttavia, Giorgia Meloni non era presente in quel 2012 e di conseguenza, non voto’. Matteo Salvini votò contro il mes. 

Il mes secondo Corrao

La replica di Ignazio Corrao

❗️NON È STATO ATTIVATO ALCUN MES ❗️

Scriverò un post approfondito domani, con calma e dopo aver ascoltato la posizione che terrà Conte su queste conclusioni dell’eurogruppo.

Nel frattempo però vi dico;

- Non credete ai distributori automatici di minchiate della lega nord e dei farlocchi d’Italia perché sono dei bugiardi scandalosi. Non è stato attivato o accettato proprio un bel NIENTE (se il m5s avallasse e arrivasse il MES io lascerei subito, l’ho detto e lo ripeto, di modo che non ci fraintendiamo. Ma sono sicuro che non accadrà, piuttosto che accettare il MES, si sfiducia Gualtieri e casca il governo).

- Si sta parlando di conclusioni dei ministri delle finanze, che ora passeranno la palla ai leader di governo. Quindi palla a Conte. Sarà lui la voce autorevole che parla e negozia per il governo intero.

-Il Mes esiste dal 2012, fu negoziato e approvato nel 2010-2011 da un governo di cui la Meloni era ministro e la lega nord era parte. Hanno massacrato la Grecia con questo strumento. Noi del m5s abbiamo il dovere di provare a smantellarlo.

- Gualtieri era mio collega europarlamentare e fu relatore del MES per il parlamento europeo. Cosa vi aspettavate da lui? Che perché canta “bella ciao” diventa un rivoluzionario? Che facesse la battaglia contro uno strumento da lui stesso sostenuto. La sua è la posizione del PD, non quella nostra. Fu un errore del m5s a suo tempo (da me ampiamente denunciato) lasciare al PD tali ruoli così strategici.

P.s. Chiunque commenta con insulti, offese o diffamazioni varie (totalmente prive di fondamento e basate sulle falsità messe in giro da quei due) è bene che sia coperto economicamente da Salvini e Meloni, perché la mia tolleranza ai loro mezzi di propaganda social è finita e finisce tutto dritto in tribunale.

Ora la domanda è: a chi vogliamo credere?

martedì 7 aprile 2020

Bazooka economico?

Il governo mette sul piatto 750 miliardi. Manovra poderosa. Immensa potenza di fuoco. Bazooka economico. Dopo essersi paragonato a Churchill ora è probabile che Conte immagini di essere il generale Patton che con fiero cipiglio guida le imprese italiane alla riscossa. Ma si tratta, di nuovo, di un gioco di prestigio. Vediamo un po'. I 750 miliardi si compongono di 400 stanziati ieri e di 350 stanziati il 16 Marzo col decreto “cura Italia”. In realtà quei 350 miliardi semplicemente NON ESISTONO. Il "cura Italia" ha stanziato non 350 ma 25 miliardi. Come ha fatto Patton – Conte ad arrivare a 350? Semplice, si è affidato all'effetto moltiplicatore ed ha applicato a 25 il moltiplicatore, del tutto irrealistico, di 14. Io presto 10 euro a Tizio che compra con quei 10 merci da Caio che, sempre con quei 10, paga servizi a Sempronio. Ammettiamo pure che tutto questo avvenga, ha senso dire che io ho prestato a Tizio non 10 ma 30 euro? No, ovviamente. Conte cerca di trasformare il risultato finale (PRESUNTO) di una immissione di liquidità nell'ammontare di questa immissione. Ritengo che 25 attivino 350 quindi dico che ho inserito nel sistema liquidità per 350. Un giochetto di prestigio da scadente avanspettacolo.

E veniamo ai 400 miliardi di ieri. Si tratta NON di liquidità fresca immessa nel sistema ma di CREDITI DI FIRMA che lo stato concede alle banche a garanzia di eventuali prestiti che queste potrebbero concedere alle imprese. Poniamo che Tizio mi chieda un prestito di 10. Io posso prestargli 10 oppure dirgli: “chiedi il prestito ad una banca ed io firmerò una fideiussione a garanzia”. Si equivalgono le due risposte? NO, ovviamente. Non esiste infatti certezza alcuna che la garanzia indurrà la banca ad aprire i cordoni della borsa, tanto più se chi la concede ha meritata fama di essere un pessimo pagatore (tale è lo stato). Inoltre, a che condizioni la banca aprirà il credito? A che tasso, con quali scadenze? Ed ancora, poniamo che lo stato paghi la fideiussione perché l'impresa non è stata in grado di restituire il prestito alla banca. L'impresa resta in questo modo indebitata nei confronti dello stato? E' un particolare della massima importanza... Ed ancora. Con quali fondi lo stato garantirà le banche? Con quelli che l'imprenditore, e tutti noi, paghiamo in tasse. Lo stato garantisce usando fondi che i contribuenti danno allo stato... una partita di giro. Chissà, potrebbe anche essere utile perché l'importante, nell'immediato, è far circolare un po' di liquido, ma, di nuovo, spacciarla per “grande bazooka economico” è un giochetto di prestigio, peggio, uno squallido gioco delle tre carte. 

I vari TG sparano propaganda a pieno ritmo su questo “bazooka”. Parlano di 750 miliardi come se fossero noccioline. Ma non si illudano i novelli Goebbels. Quando ci sono di mezzo i soldi, a Genova si dice le “palanche”, i nodi vengono rapidamente al pettine!

Dalla bacheca di Giovanni Bernardini

venerdì 3 aprile 2020

Le leggi ad personam del pd


Mentre in Italia – e soprattutto in Lombardia – si continua a morire di Coronavirus, mentre emergono i numeri reali di questa catastrofe sanitaria, che solo a Bergamo e provincia ha fatto 4.500 morti (concentrati tutti nel mese di marzo), mentre continua incessante il flusso di testimonianze di persone che hanno perso i propri famigliari in modo traumatico e impietoso – chi dentro casa e chi in ospedali come quello di Alzano Lombardo in Val Seriana, dove tutto è iniziato il 23 febbraio – a Roma c’è già chi si sta mobilitando per mettere in campo uno scudo penale, non solo a difesa dei medici, ma anche dei responsabili gestionali di questa crisi. Si sta cercando, in pratica, di eliminare il reato di epidemia colposa per mantenere solo quello di epidemia dolosa. I partiti di maggioranza e opposizione hanno infatti depositato emendamenti al decreto ‘Cura Italia’ per ridefinire, per il periodo di emergenza da Covid19, il perimetro della responsabilità per medici e operatori del settore. Si va da richieste di esonero totale, che cancellerebbero la responsabilità penale, civile, amministrativa ed erariale di tutti i protagonisti di questa vicenda, a richieste di rendere perseguibili penalmente le sole colpe gravi, fino alle richieste di chiedere il patrocinio gratuito dello Stato a chi sarà accusato di presunti errori. Il decreto ‘Cura Italia’ è da ieri all’esame della Commissione Bilancio del Senato, che vaglierà gli emendamenti prima della discussione in Aula, prevista per la settimana prossima.

L’emendamento a prima firma Marcucci (Partito Democratico) – che ha ricevuto il parere favorevole del Governo – chiede ad esempio di limitare la punibilità penale per “le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie – professionali – tecniche amministrative del Servizio sanitario” alle sole violazioni “macroscopiche” di “colpa grave”. Secondo il testo, tuttavia, la protezione riguarda non solo le “condotte professionali”, ma anche “le condotte gestionali o amministrative” purché non “sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione”.

“Lo trovo inaccettabile – sottolinea a TPI l’avvocato bergamasco Roberto Trussardi, che segue da vicino il caso di Alzano Lombardo – approvare un emendamento del genere significa dare un colpo di spugna ai tre quarti degli eventi che si sono verificati in questo periodo, tranne i casi gravissimi. Se le condotte gestionali o amministrative, anche se eclatanti, non potranno essere perseguite se non c’è dolo, significa che non si potranno perseguire mai”.

Questo significa, dunque, che la vera novità di questa modifica che potrebbe essere inserita nel decreto “Cura Italia” è la protezione fornita ai burocrati e ai dirigenti amministrativi, il che potrebbe far sorgere il ragionevole dubbio che il vero scopo della norma sia quello di tutelare la direzione politica e gestionale dell’emergenza Covid19, anche perché – come primo effetto immediato – faciliterebbe la difesa dei futuri imputati. E proprio sulla vicenda dell’Ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo, nei cui confronti l’ipotesi di reato potrebbe essere quella di epidemia colposa, l’avvocato Trussardi ci spiega che se passasse questo emendamento “ci sarà da discutere se si tratta di un caso macroscopico, eclatante oppure solo di colpa grave e in questo caso il reato non sarebbe perseguibile”.

Raggiunto telefonicamente da TPI per commentare questi emendamenti al decreto “Cura Italia”, il senatore Gregorio De Falco (del gruppo misto) ha così commentato: “Qui si sta cercando di precostituire una assoluzione per le responsabilità che in realtà non hanno carattere sanitario e medico, ma manageriale, probabilmente politico. Mi è stato detto che in questo momento sarebbe opportuno proteggere quei ragazzi, quei volontari che sono buttati al fronte, senza che abbiano una esperienza adeguata, magari non specializzati, ma qui non stanno proteggendo quelle specifiche categorie, qui si sta proteggendo tutto il sistema sanitario. Perché? E da che cosa? Forse dalle responsabilità che hanno assunto per aver messo medici e infermieri nelle condizioni di lavorare con quella carta straccia che hanno indosso al posto delle mascherine? Questo è gravissimo. Penso che si sia scritta una cosa che va ben oltre le intenzioni.”

Il senatore De Falco è un fiume in piena: “La responsabilità dei medici è già coperta da una recente legge – aggiunge – quindi non capisco quale sia la necessità di un emendamento di questo tipo. Tutti gli operatori sanitari stanno dando un contributo enorme, se però vengono mandati al fronte con quelle mascherine swifter che non servono a niente, bisogna stabilire chi ha certificato che quei dispositivi fossero ritenuti idonei. Qualcuno ne dovrà rispondere. Perché poi le persone muoiono”.

giovedì 2 aprile 2020

Come le iene

Come le iene che aspettano il momento di estrema debolezza della preda prima di attaccarla, così la Germania lancia un attacco speculativo contro l'Italia proprio nel momento peggiore per la nostra economia. La Commerzbank, seconda banca tedesca, esorta a vendere i BTP italiani in quanto "a breve diventeranno spazzatura". Secondo l'analisi della banca tedesca: "l'azione delle agenzie di rating costringerà il governo italiano ad accettare le condizioni poste dal Mes per il sostegno economico". Lo dico da tempo e continuo a ripeterlo: la Germania non ci tratta da alleato ma da nemico di guerra. Non può esistere un unione tra i paesi europei che comprenda anche la Germania. Quello che fa la Germania non è altro che imperialismo economico: finanzia il suo debito sfruttando gli alti tassi degli altri paesi e incrementa la domanda estera di suoi prodotti soffocando la domanda interna delle sue colonie (tra cui l'Italia) attraverso inviolabili regole di austerità. Ci siamo sbagliati: da tempo diciamo che per far funzionare l'UE servirebbe modificare l'impianto liberista dei trattati, cancellare il patto di stabilità e dare veri poteri da banca centrale alla BCE. La verità è un'altra: per far funzionare l'UE andrebbe prima di tutto sbattuta fuori la Germania insieme a tutti i suoi burocrati. Andassero a vendere i loro prodotti ai paesi di Visegrad.

Luca Pinasco

mercoledì 1 aprile 2020

Riflessione sugli immigrati

Migranti di Toni Capuozzo

... In questi giorni un sindaco di destra, a Piombino, è stato l’unico a consentire a una nave da crociera, la Costa Diadema, di entrare in porto. Il comandante e l’equipaggio sono italiani, la nave batte bandiera italiana, ma ha a bordo qualcuno ammalato: gli altri porti erano chiusi. Come tutti quelli europei: il 16 marzo la tedesca Von der Leyen ha annunciato la chiusura dell’Europa a ogni viaggio non essenziale per 30 giorni. Ho provato a tenere conto degli sbarchi: quasi azzerati. Ottantadue sbarcati a Lampedusa, e messi in quarantena in un hotel requisito, perché nell’hotspot c’erano già 26 persone in quarantena. Quarantaquattro sbarcati nel brindisino, e indossavano le mascherine. In tutto il mese di marzo 241 sbarchi. Ho sempre sostenuto che le migrazioni, quando non si tratta di fuga dalla guerra, devono esser incanalate nella legalità: visti, quote, sicurezza nei viaggi e dignità vera nell’accoglienza. L’ho sostenuto contro l’idealismo facile di chi apriva a chiunque si presentasse: il biglietto d’ingresso era il rischio di morire, e il prezzo della traversata.

E adesso mi chiedo: ma allora se si sono azzerati gli sbarchi, cosa succede? Succede che gli scafisti, privi di mascherine, si sono spaventati? Succede che l’inferno libico, dove le fazioni continuano incuranti di tutto a farsi la guerra, come due calvi che litigano per un pettine, è migliore del nostro purgatorio italiano? E gli allarmi su imbarcazioni in difficoltà? Secondo Alarm Phone ci sono state diverse chiamate, ma nulla più. Stanno avvenendo naufragi di massa e non ce lo dicono o semplicemente non si parte più, dalle spiagge libiche? E le navi delle ONG dove sono? Mediterranea ha comunicato la sospensione delle missioni. Ferme per riparazioni le navi della spagnola Open Arms, non so dov’è Carole Rackete, la tedesca più amata dagli italiani, forse le restrizioni valgono anche per lei. Ma una cosa è certa, adesso che nel Mediterraneo non ci sono soccorsi. Le ONG che hanno sospeso le operazioni non si accorgono, in questo silenzio, di dare un potente argomento a chi diceva che le migrazioni, e le morti, ci sono perché loro le attirano, come lampadine con le farfalle notturne.

Sulla situazione in Africa, dove l’affacciarsi del virus si somma all’invasione delle cavallette, bisognerà riflettere, con umanità e chiarezza: quando in maniera graduale riapriremo i porti, accetteremo ingressi da paesi in cui c’è chi fugge, come abbiamo fatto noi dal nord Italia, dal virus? Faremo all’arrivo i tamponi che non siamo stati capaci di fare ai nostri malati, ai nostri sani, ai cittadini che lo chiedono? Sull’altra sponda e sulle altre porte d’Europa, questa era la situazione ieri:

Egitto: 41 morti, 465 positivi,150 ricoverati
Libia: 0 morti, 8 positivi, 0 ricoverati
Tunisia: 10 morti, 349 positivi, 3 ricoverati
Algeria: 35 morti, 512 positivi, 37 ricoverati
Marocco: 33 morti, 526 positivi, 15 ricoverati
Turchia: 46 morti, 1114 positivi,52 ricoverati

Già, in che pagina di notizie è scivolata la Grecia, dove l’Europa stava naufragando tra i lacrimogeni già prima di non voler scucire neanche un eurobond? E l’isola di Lesbo? Mi chiedo: se i cittadini greci impediscono gli attracchi, se i contadini pattugliano con i trattori, non è che la correttezza politica imposta dall’alto genera il suo contrario? Potete cavarvela dicendo che sono neonazi o fascioleghisti, come usa dire. Ma gli abitanti di Lesbo, cinque anni fa, cucinavano per i nuovi arrivati. Gli abitanti di Lesbo sono stati candidati al Nobel per la Pace. Avevano, 5 anni fa, un campo per 3000 ospiti. Adesso sono 14.000. Cos’è l’Europa? Una grande sala di terapia intensiva dove c’è posto fino a un certo punto? Almeno gli anestesisti ce l’hanno detto chiaro. I profeti dell’accoglienza non ci hanno mai spiegato chi scegliere, tu avanti, tu resta dove sei... 

Personale

Sarà probabilmente un post di sfogo è molto confuso. Comincio intanto con chi è affetto dalla sindrome di Stoccolma e che in questi ultimi giorni sta ringraziando la Cina per i suoi medici e i suoi aiuti. Che siano maledetti e che siano maledetti anche i cinesi che ci hanno inviato il virus. Proseguo col maledire questo governo che sapeva da tempo e che non ha fatto niente nonostante ci fosse stato un piano per il contagio. Maledico gli Zingaretti, i Gori, le Lucarelli, gli Scanzi che ridevano, bevevano e invitavano la gente ad uscire da casa. Maledico la Ue che dal 2011 in poi, ha cancellato sanità e welfare, ammazzando letteralmente più di 60 medici che cercavano di salvare la vita di altri esseri umani. Maledico chi continua a fare inutili flashmob, chi usa hashtag idioti e chi fa l’imbecille sul proprio balcone. Io, a fine emergenza, pretendo tutte le teste di questo governo criminale. Perché questo è. Un governo criminale. Ringrazio invece, i sindaci che hanno ammainato le bandiere della ue dal proprio comune e dai propri uffici. Crosetto è stato il primo e lo ringrazio di cuore. Ora, passo allo sfogo personale che non avrei voluto fare ma, per certi versi, sono costretta. Non vedo mio padre ottantenne (anche se di spirito e di fisico, ne dimostra 10 di meno) dall’8 marzo perché due giorni dopo, è cominciata la reclusione di tutte le marche. È vero che ci sentiamo più volte al giorno ma, ero abituata a stare spesso da lui. Da ciò che mi dice, si tiene occupato in qualsiasi modo in casa ma, lui ha le sue abitudini e non poter uscire come e quando vuole, ovviamente, lo ha destabilizzato. Ho temuto e temo per una eventuale depressione perché immagino che chiuso in casa, sembrerà un leone in gabbia e questo, mi fa stare male. È anche vero che, al piano di sopra c’è l’appartamento di suo fratello e della moglie, nella casa di fianco c’è suo nipote con la moglie e quindi, non starebbe proprio da solo e abbandonato a se stesso ma io, non posso essere lì anche solo ogni tanto. Altra preoccupazione, mio fratello che fa il camionista e che comunque, deve andare in giro (per fortuna, se non altro, ha ancora commesse da smaltire visto che lavora per una ditta di caffè) con rischi e pericoli del contagio anche se ha le attrezzature necessarie per poter lavorare. C’è il mio compagno che ha la partita iva e che per il momento, lavora solo per le urgenze ma, per fare le urgenze, deve continuare ad entrare dentro le abitazione di chi lo chiama. Ha l’attrezzatura anche lui ma... E poi, ci sono io che soffro di una patologia autoimmune che si, non è poi così grave ma, devo comunque seguire un certo stile di vita e devo muovermi, camminare ed andare in palestra. Soffro già un po’ di depressione e soffro anche di insonnia e se, in un periodo che sia normale, dormo poco, adesso, dormo ancora meno. Per non parlare di ciò che sarà dopo col lavoro. Non voglio pensarci ma sono costretta a farlo e mi fa stare anche peggio. E questo è quanto.