domenica 23 giugno 2013
Ancora deliri e provocazioni congolesi
CASERTA - Circondata da bambini, mischiata alle senegalesi e nigeriane. E chiamata per nome da chi ha dieci anni e il suo stesso desiderio di battersi. "Per favore, Cécile. Per favore, ministro, impegnati. Te lo chiedo a nome di tutti i bimbi stranieri che sono nati in Italia. Conto su di te, per questa cittadinanza", le chiede Fatu. "Non prometto miracoli. Ma sono qui per testimoniare che farò la mia parte", sorride il ministro per l'Integrazione, Cécile Kyenge. Poco prima, a chi le mostrava solidarietà dopo le recenti offese, risponde: "Quegli insulti non sono rivolti solo a me, ma colpiscono la grande maggioranza degli italiani accoglienti, e chiunque rifiuti il razzismo: che è una questione culturale. Da parte mia, devo dare esempi di non violenza e, come istituzione, anche risposte".
Il ministro sceglie Caserta per una giornata di testimonianza e riflessione. Come quella promossa, su questi temi, dalla quindicesima conferenza europea della Fondazione Rodolfo Debenedetti. Il convegno su "Carriere legali e illegali" è aperto in mattinata dall'ingegner Carlo De Benedetti e dal professor Tito Boeri nella reggia vanvitelliana. Due report al centro del dibattito. Ma un dato si impone, nella ricerca su "Politica migratoria e criminalità": nel paese in cui dopo le sanatorie calano i crimini, e l'80 per cento degli stranieri che commette reati è sempre "irregolare", va superata l'equazione "più immigrati uguale meno sicurezza". Sottolinea De Benedetti, presidente della Fondazione: "Che la Bossi-Fini abbia fallito lo ammette anche Fini. Ma in troppi continuano a pensare che più immigrazione significhi più criminalità: e non è così. Solo con le restrizioni, con lo status di clandestini, crescono i crimini, spesso compiuti da chi dovendo sopravvivere diventa manovalanza".
Una fotografia condivisa dal ministro. Che incontra prima il sindaco di Caserta, Pio del Gaudio e il consiglio, poi si ferma alla sartoria "new hope" con donne di varie nazionalità che lavorano al fianco di Mirella e di suor Rita Giarretta, poi all'ex canapificio da Mimma D'Amico e Mamadou Sy, infine con docenti e studiosi impegnati nelle analisi della Fondazione RDB. E dalla Caserta dell'immigrazione "a rischio", dove le esperienze pilota devono vedersela con una delle più alte concentrazioni di irregolari - e la bomba Castel Volturno è a due passi - la Kyenge lancia "la sfida culturale che riguarda il rapporto tra crimine e stranieri". Punta il dito su alcuni comportamenti. "Spesso i media danno molta enfasi ai crimini commessi dagli immigrati mentre il crimine non va etnicizzato", dice il ministro. Una critica limpida alla consuetudine, molto italiana, di indicare la nazionalità di chi delinque. "Davanti alla legge si è tutti uguali, va giudicato il crimine per quello che è, a prescindere da chi lo commette". Alla fine, immersa tra le stoffe africane in sartoria, qualcuno le porge, e la Kyenge lo indossa, un grembiule coloratissimo. "Lo abbiamo offerto spesso ai politici che però non l'hanno infilato - le dice Mirella - Il grembiule è: servizio. Le auguro che possa vantarsi di averlo indossato".
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9 commenti:
Infatti i crimini vengono solitamente giudicati tutti con lo stesso criterio: vicenda del rom del post qui sotto insegna.
Quando ieri ho letto la notizia m'è salito il veleno. E la Idem dovrebbe avere solo il buongusto di tacere
Eh, Nico, buongusto maddechè. C'hanno le facce come il culo. La magistratura poi che s'offende quando la si accusa di essere ideologizzata.
a proposito di crimini, leggete le motivazioni di questa sentenza:
http://www.immigrazione.biz/4427.html
e invece l'immigrazione da cui siamo invasi non è questione "culturale" nè razzista,
ma numerica e coatta-obbligatoria.
Non ce ne stanno più. PUNTO.
Kyenge:
"Spesso i media danno molta enfasi ai crimini commessi dagli immigrati mentre il crimine non va etnicizzato", dice il ministro.
Perfetto, ma se su 10 strupri, 7 sono di extra, non è più un fatto culturale, ma l'emergere di una tendenza di condotta.
K:
"Davanti alla legge si è tutti uguali, va giudicato il crimine per quello che è, a prescindere da chi lo commette".
Quando IL Giornale s'è interrogato sul rom che ha stirato tutta quella gente in auto, e ha notato per i rom una pena INFERIORE che non per italiani,
è stato accustao di razzsimo dall'altra collega straniera, la IDEM.
Quindi il crimine non è giudicato per quel che è, ma già va un occhio di riguardo se....
qui ce n'è un'altra:
http://voxnews.info/2013/06/24/la-congolese-vuole-dare-le-seconde-case-ai-rom/
"La sua idea: dare le case – le nostre case – ai viveurs dei campi nomadi. Si è detta infatti scioccata, dal fatto che vi sia chi ha una seconda casa, e che questa rimanga sfitta per diversi mesi l’anno. La proposta è ‘favorire’ la sistemazione dei ‘nomadi’ in queste case a prezzi ‘popolari’."
Siamo alla Requisizione
ma ne ha una nuova ogni giorno?
guarda la percentuale di carcerati stranieri nel carcere di Ferrara:http://www.estense.com/?p=311041
Maria Luisa, bhe, se non altro cresciamo grazie a loro. http://www.corriere.it/cronache/13_giugno_25/istat-stranieri-popolazione_08cfdd42-dd7d-11e2-a264-78b7af641acd.shtml
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