domenica 31 maggio 2020

Il piano di Colao

Il Grande Piano di Colao: la Grande Abbuffata!

La notizia più importante del giorno ce la dà Milano Finanza: la Commissione Colao istituita al di là di qualsiasi processo democratico, per fare un piano anticrisi - ha presentato il suo Dossier. Il Punto fondamentale descritto dall'articolista di MF è il seguente: “Il sostegno all'economia dovrebbe passare attraverso la creazione di un Fondo per lo Sviluppo che avrà una dotazione compresa tra i 100 e i 200 miliardi di euro. Lo Stato, le regioni, le province e i comuni conferiranno al Fondo immobili, partecipazioni in società e titoli. (...) Secondo quanto si apprende verrà poi sondata anche la possibilità di attingere a parte delle riserve auree di Bankitalia. E' previsto che il fondo verrà gestito da CdP. Le sue quote dovrebbero essere messe a garanzia dei crediti erogati alle imprese e dunque assegnate alle banche e vendute agli investitori internazionali e alla stessa Bce”. Cosa possiamo dedurre? Vediamo brevemente:

- Che lo stato dovrà dare fondo a tutto il suo patrimonio (quello che è rimasto dopo il grande saccheggio degli anni 90). Per raggiungere la capienza prevista dal fondo lo stato dovrà conferire, Eni, Enel, Fincantieri, Leonardo, Anas-Ferrovie. Le Regioni e Comuni tutte le società di servizi di pubblica utilità da quelle per l'erogazione dell'acqua alle municipalizzate dei trasporti, dell'energia elettrica, dello smaltimento rifiuti. Tutto. 

- La cessione delle grandi aziende di stato, che peraltro sono le uniche italiane a mietere successi in tutto il mondo (ultimo caso la costruzione delle Fregate Fremm per la Us Navy da parte di Fincantieri) relegherebbe l'Italia nella serie B delle nazioni. Un danno diplomatico e politico immenso. 

- Non si capisce perchè l'oro di Bankitalia dovrebbe essere conferito al fondo castrando qualsiasi margine di Bankitalia di essere operativa nel caso in cui si tornasse ad una moneta nazionale (cosa che potrebbe accadere non perchè l'Italia esce dall'Euro ma perchè l'Euro si disgrega a causa della rottura definitiva dell'asse franco-tedesco). Inoltre quell'oro potrebbe essere collocato tramite covered bond direttamente sul mercato raccogliendo danaro a tasso negativo perchè simili covered andrebbero a ruba in tutto il mondo. Invece conferendo al fondo non ci sarebbe trasparenza sulla valutazione e sulla resa. 

- Ci sarebbe anche un problema di equità sociale. Il patrimonio dello stato non appartiene alla Razza Padrona degli imprenditori (selezionati dalla politica) che si vedrebbero garantiti i loro prestiti con le quote del fondo ma a tutti gli italiani compresi quelli che non sono imprenditori e compresi anche i cittadini italiani che in questa fase dormono in macchina perchè non hanno una casa. Lo stato e il suo patrimonio non sono della borghesia compradora italiana ma di tutti. Questo è un problema di democrazia che la commissione Colao evidentemente non coglie (le miserie degli studi in materie economiche sono questi). 

Insomma, la Commissione Colao composta da tecnocrati ipercompetenti partorisce il solito progetto di saccheggio dello stato italiano a vantaggio di pochi. Evito di sottolineare poi le aderenze di Colao con i mitici "investitori internazionali" che dovrebbero acquistare le quote del Fondo anche se il conflitto di interesse pare evidente. Infine una parola per la Professoressa Marianna Mazzuccato, componente della Commissione diventata famosa a livello internazionale per aver scritto il libro "Lo stato imprenditore". Con questo piano ha semplicemente strappato le pagine del suo libro, una ad una, le ha appallottolate, messe in bocca, masticate ed ingollate. Una prece.

Giuseppe Masala

giovedì 28 maggio 2020

Recovery fund

Il recovery fund spiegato facile

Stando alle notizie di oggi, il Recovery Fund dovrebbe essere di 750 miliardi di euro: 500 di stanziamenti e 250 di prestiti.

Come verranno raccolti quei 500 miliardi di stanziamenti? Tramite i contributi pro quota di partecipazione al bilancio europeo dei Paesi membri. Vuol dire che l’Italia dovrebbe mettere di tasca sua sui 60 miliardi. Per ricevere, forse, 82 miliardi. Cioè 22 miliardi netti. Questo sempre che non vadano coperti coi contributi statali tutti i 750 miliardi del fondo. Cosa che farebbe arrivare il contributo italiano a 90 miliardi di euro circa.  Dicevamo 22 miliardi netti. Da spendere in 3 anni. E da utilizzare, ovviamente, come direbbe la UE. 22 miliardi in 3 anni sono circa 7,3 miliardi l’anno. Cioè lo 0,3% del PIL. Come se non bastasse, la Commissione ha proposto una serie di nuove tasse e imposte europee per ripagare il debito nei prossimi anni.  A tutto questo scempio, classica ciliegina sulla torta, bisognerebbe aggiungere le riforme imposte dalla UE.

Quali sono le riforme che chiede, da sempre, la UE? Solo negli ultimi anni, agli Stati membri, ha chiesto: 105 volte di ridurre le pensioni e aumentare l’età pensionabile; 63 volte di tagliare il sistema sanitario pubblico e a privatizzarlo; 50 volte di ridurre dei salari; 45 volte di tagliare le protezioni sociali per disoccupati e disabili; 38 volte di ridurre le tutele dei lavoratori. I politici e la stampa che in Italia esultano per questo accordo o sono ignoranti o sono in malafede. Non esiste una terza opzione.

Dalla bacheca di Gilberto Trombetta

La magistratura che conta...

È uno tsunami. Agosto 2018 (conversazione Whatsapp agli atti)

Il capo della Procura di Viterbo Paolo Auriemma (non indagato) dice a Palamara: “Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell’Interno interviene perché questo non avvenga. E non capisco cosa c’entri la Procura di Agrigento. Questo dal punto di vista tecnico al di là del lato politico. Tienilo per te ma sbaglio?”.

Palamara replica: “No hai ragione… Ma ora bisogna attaccarlo”

Auriemma: “Comunque è una cazzata atroce attaccarlo adesso perché tutti la pensano come lui. E tutti pensano che ha fatto benissimo a bloccare i migranti che avrebbero dovuto portare di nuovo da dove erano partiti”.

(altra conversazione intercettata)

Alle 16.45 del 24 agosto 2018, Palamara invia un messaggio al pm di Agrigento Luigi Patronaggio che stava per avviare le indagini per sequestro di persona nei confronti del  ministro dell'interno sul caso Diciotti: "Siamo tutti con te, anche Legnini (ex senatore PD e vicepresidente Csm)" 

Patronaggio: "Mi ha già chiamato e mi fa molto piacere."

(Nota di redazione: Il giorno successivo quando Patronaggio è a Roma per interrogare i funzionari del Viminale, Salvini che è ministro dell'Interno, sarà indagato).

C'è poco da girarci intorno, il verminaio che esce fuori da queste chat delinea un tentativo di golpe giudiziario. 

I 5stelle sono stati indegnamente e colpevolmente al gioco e ne pagheranno le giuste conseguenze.

Mattarella tace.

E' un terremoto.

Tratto dalla bacheca di Alessandro Mucciarelli

lunedì 25 maggio 2020

I 60 mila

Il bando per 60mila "assistenti civici", deputati a sorvegliare sui comportamenti inappropriati in termini di distanziamento, mascherine, assembramenti et similia è una delle iniziative più tristi e imbarazzanti che l'Italia abbia visto da lungo tempo (e sì che siamo abituati bene). Secondo le raccomandazioni del ministro Boccia dovrebbero essere dei "distributori volontari di buona educazione", che si aggireranno indossando una casacca con dietro la scritta «assistente civico». Non essendo né pubblici ufficiali, né avendo alcuna competenza particolare, non avranno naturalmente neppure nessuna autorità per far rispettare i propri 'suggerimenti'. E non essendo pagati, quali possono essere le motivazioni di qualcuno che si offre come volontario? Senza voler malignare troppo, c'è da aspettarsi che si offriranno persone che non hanno niente con cui riempire le proprie vite, e che bramano di avere una volta almeno una qualche 'autorità ufficiale' con cui darsi un tono. Praticamente siamo di fronte ad un bando per ronde di delatori amatoriali.

Supponiamo che Mario e Maria discutano senza mascherina a breve distanza. Che fa l'assistente civico Brontolo? Gli si appropinquerà furtivamente chiedendo di soppiatto se sono congiunti? Chiamerà la forza pubblica per ripristinare le distanze? Li rimprovererà con severo cipiglio? E quante sono le chance che Mario e Maria non lo mandino a liberare l'intestino in luogo apposito? E se invece di Mario e Maria ci fosse la squadra di Rugby del paesello? Quante saranno le possibilità che Brontolo non finisca a fare una nuotata imprevista nel corso d'acqua più vicino? Ora, se la gente non decide spontaneamente di adottare comportamenti prudenti non c'è la benché minima possibilità che tali comportamenti vengano garantiti neppure da pattuglie dell'esercito, figuriamoci da delatori dilettanti privi di qualsivoglia autorità. La buona notizia - quantomeno per quelli che temono la 'società del controllo' - è che un ceto politico cui vengono in mente questi colpi di genio non sarebbe in grado di controllare neanche il proprio cane, figuriamoci la 'società'. Certo, quello che possono fare, in ciò un talento glielo si può riconoscere, è creare qualche tensione inutile, mettere gli uni contro gli altri alcuni gruppi, insomma generare qualche problema di cui nessuno sentiva il bisogno. Per poi mostrare quanto sono stati bravi a risolverlo.

Andrea Zhok

domenica 24 maggio 2020

Le follie degli imbecilli

Assistenti civici, in arrivo 60 mila volontari per vigilare sulla Fase 2

Assistenti civici, in arrivo 60 mila volontari per vigilare sulla Fase 2. Nuovi lavori in tempo di crisi. Sono in arrivo 60 mila «assistenti civici» che avranno il compito di aiutare e vigilare durante la Fase 2. In settimana sarà lanciato il bando rivolto «a inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali». Ad annunciarlo, in una nota congiunta, sono il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari, spiegando che gli assistenti saranno «individuati su base volontaria». Gli assistenti civici saranno coordinati dalla Protezione Civile che «indica alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale, e impiegati dai sindaci per attività sociali, per collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno alla parte più debole della popolazione» affermano Boccia e Decaro. «Stiamo progressivamente entrando in una nuova normalità — aggiunge il ministro Boccia — c’è una graduale ripresa delle attività produttive e i cittadini stanno, giorno dopo giorno, tornando a popolare le città. I Comuni, attraverso Anci, potranno avvalersi del contributo degli “assistenti civici” per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale. Dopo le migliaia di domande di medici, infermieri e operatori socio sanitari, arrivate alla Protezione civile nel momento maggiore emergenza negli ospedali italiani, ora è il momento di reclutare tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico». Aggiunge Decaro: «Sono stati i volontari, con noi amministratori a prendersi cura di chi aveva più bisogno nella fase del lockdown. È ai volontari che vogliamo affidare le nostre comunità in questa nuova e complessa fase: quella in cui proviamo a convivere con il virus e impariamo a difenderci, anche tornando a una vita meno compressa dai divieti. Da questa emergenza possiamo uscire solo stando uniti e collaborando ognuno per la sua parte, con senso di responsabilità».

Aggiungo che tuttavia, lo spaccio e il bivacco dei clandestini, continua e oggi pomeriggio, al sud, una nave madre, ha scaricato sulla spiaggia, altri 400 clandestini. Si mormora che il sindaco, li abbia accolti un un gran benvenuti. 

Il dito e la luna

Stiamo guardando il dito e non la luna

Ma se invece di fare i delatori seriali e puntare il dito verso gente che, semplicemente VIVE, dopo quasi tre mesi di diligente quarantena vi incazzaste con un governo di incapaci, che non ha distribuito che briciole e promesse e ha ridotto la gente in povertà, ha sottovalutato e minimizzato il problema e si è fatto trovare impreparato e senza strategia tre mesi fa, non sarebbe più sensato e intelligente? Siete diventati tutti sceriffi senza stella, ma vi dimenticate che vi hanno lasciato senza tutele sussidi e presidi per mesi. Vi siete dimenticati che gli Ospedali e gli Eroi in camice abbiamo dovuto rifornirli noi con le raccolte, perché hanno massacrato la spesa sanitaria, vi siete dimenticati che non c'erano posti letto, vi siete dimenticati dei morti perché le terapie intensive erano sature, vi siete dimenticati degli infermieri, Dottori, operatori sanitari morti perché senza protezioni, vi siete dimenticati che non abbiamo trovato mascherine per mesi, che il ministero diceva di curare polmoniti quando erano trombosi, vi siete dimenticati che nelle RSA c'è stato un genocidio per la dabbenaggine di chi le gestiva, vi siete dimenticati che bastavano quindici giorni di chiusura totale, ma un governo schiavo di Confindustria non ha avuto le palle di chiudere tutto e ha fatto un lockdown a strattoni prolungandolo per mesi.

Oggi vi mettete a fare gli spioni quando in un Paese Normale (che ad uno Salvini stia sul cazzo o meno) dovreste essere in piazza a chiedere che siano azzerati i vertici della magistratura perché è semplicemente indegna e ripugnante la melassa di intrecci politici e la faziosità che stanno emergendo dalle intercettazioni. Ieri che è stato l'anniversario della morte di un Uomo e della sua scorta uccisi proprio dagli intrecci indicibili tra politica, pezzi dello stato corrotti e mafia dei colletti bianchi. No, si continuano a fare video e foto di gente che dopo tre mesi di “detenzione" fatta in maniera diligente, semplicemente cerca di vivere e di sopravvivere. Sapete una cosa? Ci siamo fatti tutti friggere il cervello. Siamo sottomessi, avulsi dalla realtà e non abbiamo memoria. Ci vorrebbe di ritrovare un po’ di orgoglio e di palle perché invece di cadere nel tranello di farci la guerra fra di noi, dovremmo alzarci in piedi e rovesciare il tavolo. Eravamo un popolo di "poeti, santi e navigatori", siamo diventati un popolo di apallici  lobotomizzati, viziati e spie. Stiamo guardando il dito e non la Luna. Rifletteteci bene.

Tratto dalla bacheca di Robertone Lazzeri

venerdì 22 maggio 2020

Sul fare schifo

Ma insomma, non vi fate un po’ schifo?

Sapete cosa mi disgusta di più delle vomitevoli intercettazioni tra l’allora presidente dell’associazione nazionali magistrati ed altri procuratori? No, non è il tenore delle incontinenti conversazioni togate, nel corso delle quali il leader della Lega viene definito una “merda” contro il quale, anche se innocente, deve scatenarsi un necessario attacco giudiziario. Solo dei ciechi non avrebbero visto, già nei decenni passati, una ripugnante e sempre più palese politicizzazione della magistratura (e non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere).  Non è neanche il vigliacco silenzio della stampa di regime che, dinanzi a tale obbrobrio, fa spallucce e gira la faccina deretaniforme dall’altra parte. La stessa parte dove l’aveva già girata durante l’esodo dalle carceri di centinaia di mafiosi. Che poi è sempre la stessa parte dove l’ha tenuta ben ritorta nei giorni scorsi quando un clandestino, lanciatosi da una nave di una ONG, bloccata in mare dall’attuale governo, è miseramente affogato. 

So bene che, anche a rischio di beccarsi un lancinante torcicollo, siffatti giornalisti e opinionisti prezzolati si attivano a comando o, in caso contrario, rimangono in codardo letargo. Non c’è dubbio alcuno che gli stessi silenti giornalisti, se analoghe disgustose parole fossero state intercettate ai danni del leader del PD, nel corso di una conversazione tra il comandante generale dei carabinieri o il capo della polizia e i propri dirigenti, a quel punto, saltando sui banchi come scimmie, lacerandosi le vesti e strappandosi i capelli, avrebbero gridato (giustamente) al golpe. Così come è certo che avrebbero suonato le trombe del giudizio universale se quel clandestino fosse affogato durante un blocco navale imposto dall’allora ministro degli interni. No, non sono questi pagliacci che mi disgustano. Ciò che mi fa veramente ribrezzo è l’indifferenza dei cittadini, quelli mentalmente stabili, politicamente avversi alla Lega.  Come fate voi a rimanere impassibili di fronte a tali enormi sperequazioni, pur se in danno di avversari politici? Sì, anche voi potete pensare che un leader politico sia una “merda”, ma, se possedete un minimo di onestà intellettuale, come fate a non provare un senso di disagio davanti a tali macroscopiche ingiustizie? Sì, gli attacchi giudiziari possono crearvi un vantaggio politico, ma poi come fate a dare fiducia ad una giustizia del genere? Come fate a mettervi sotto i piedi la verità, l’imparzialità, l’equità e la ragione? Come può tutto ciò scorrervi addosso come acqua fresca? E’ questo lo stato libero e democratico che sognate? Insomma, sinceramente, non vi fate un po’ schifo?

Dalla bacheca di Salvino Paternò

Ostia

Grillini e Pd contro gli italiani. A Ostia metodo Bellanova  di Francesco Storace

Anche a Ostia il metodo Bellanova. Sono uniti Pd e Cinquestelle. Sono uniti a Roma. A Ostia. Contro gli italiani che non hanno una casa. E che trovano un rifugio grazie alla solidarietà di altri italiani. Come Luca Marsella, consigliere municipale di CasaPound. E’ da lasciare attoniti quanti accaduto ieri nel municipio del mare. Sono riusciti persino ad espellere dalla seduta in videoconferenza il rappresentante della Tartaruga, che stava con le famiglie che hanno “occupato” un terreno della Difesa abbandonato all’incuria da decenni. Nel prefabbricato c’era solo degrado e lo stanno rimettendo a posto da soli.

CasaPound difende quegli italiani da Pd e Cinquestelle

Pd e Cinquestelle, ormai in simbiosi contro gli italiani, hanno approvato un ordine del giorno che sollecita lo sgombero di un luogo incolto. Sono gli stessi che tacciono – e anzi si oppongono – ad un’azione di polizia presso lo stabile dell’ex colonia Vittorio Emanuele, quello sì occupato da tanti anni da bande di clandestini, spacciatori inclusi, che nessuno tocca con le loro ferraglie.

Finché “Area 121”, come è indicato quel luogo, era lasciato all’incuria nessuno se ne preoccupava. Oggi che CasaPound assiste quelle famiglie, si è scatenata la solita e immorale canea. Anziché prospettare una soluzione a chi soffre l’emergenza abitativa romana, Pd e Cinquestelle chiamano le forze dell’ordine. Al contrario di quanto fanno da tempo immemorabile con le decine e decine di stabili occupati per scopi politici dall’estrema sinistra assieme ai clandestini.

A Ostia il metodo Bellanova: i clandestini non si toccano

Dice Marsella: “Fa particolarmente rabbia una frase, pronunciata da Athos De Luca, ex senatore del Pd ed oggi consigliere, rivolta alle famiglie occupanti: ‘Vi siete scelti la parte politica sbagliata’, ha detto ridendo prima di votare lo sgombero, riferendosi al fatto che a difendere le famiglie sia il sottoscritto. Se ci fossero stati i centri sociali non avrebbe votato?”.

Alla Vittorio Emanuele – proprietà comunale – le bollette le paga il Comune grazie alla tolleranza di Virginia Raggi. In Procura giace un esposto presentato proprio da Marsella, ma nulla si muove. A novembre 2018 CasaPound e Fdi chiesero in un ordine del giorno in consiglio di procedere allo sgombero. E anche allora Pd e Cinquestelle si unirono per favorire i clandestini. Ora l’alleanza è – coerentemente… – contro le famiglie italiane. C’è del metodo: perché i nostri connazionali non troveranno un ministro come la Bellanova disponibile a versare lacrime per loro e i loro figli.

giovedì 21 maggio 2020

Lo stato democratico

Lo stato democratico non esiste più 

Lo Stato democratico si fonda essenzialmente su tre pilastri: il principio democratico, la sovranità popolare e la separazione dei poteri. Il principio democratico. Siamo l'unico Paese al mondo in cui, essendoci una legge elettorale che prevede espressamente la possibilità per due o più liste di partecipare alle elezioni politiche in coalizione, proprio la coalizione che ha vinto le elezioni - seppur solo con la maggioranza relativa dei voti - è rimasta fuori dal governo. Neppure una sola lista della coalizione di centrodestra, che il 4 marzo 2018 aveva ottenuto la maggioranza relativa dei voti e dei seggi, oggi siede al governo. Unico caso nel mondo occidentale. Certo, siamo una repubblica parlamentare in cui le maggioranze si formano in Parlamento, ma ciò non può prescindere dal dato elettorale nel quale risiede la sovranità del popolo, anche a seconda dei meccanismi elettorali tipizzati nella legge elettorale. Inoltre è evidente - soprattutto in questo periodo - lo scollamento drammatico tra Paese reale (cittadini, lavoratori, partite Iva e imprese) e Paese legale  (governo e maggioranza parlamentare). Per quel che riguarda la sovranità popolare, le cose stanno addirittura peggio: i processi democratici e decisionali si sono spostati a livello sovranazionale all'interno della sovrastruttura europea, dove peraltro il Parlamento europeo - l'unica istituzione eletta direttamente dai cittadini - non esercita l'iniziativa legislativa e solo parzialmente la funzione legislativa, che divide col Consiglio dell'Ue, un organismo non eletto e composto dai ministri degli Stati membri competenti per materia da trattare.

Per quanto concerne la separazione dei poteri - teorizzata nella storia moderna da Montesquieu - potere legislativo, esecutivo e giudiziario devono essere tra loro distinti e separati in modo tale che nessuno prevalga sull'altro. Secondo il nostro assetto costituzionale, la magistratura non è nemmeno un potere ma solo un ordine, come del resto stabilito dall'art. 104 della Costituzione e come più volte ribadito dall'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Purtroppo negli ultimi ventotto anni la magistratura ha assunto le vesti di super-potere dello Stato ed ha determinato - tanto direttamente quanto indirettamente - la politica del nostro Paese, talvolta sostituendosi anche agli altri due poteri. La vera casta di intoccabili non è più la politica ma la magistratura. Da ultimo, tanto per citare un caso, le intercettazioni dei messaggi su WhatsApp tra alcuni magistrati che - parlando dell'attuale leader dell'opposizione Salvini (in quel tempo ministro dell'interno) - lo definiscono una "merda" e, nonostante ammettano che abbia ragione - scrivono che bisogna comunque attaccarlo, in ogni caso.  Una vergogna che, in qualsiasi altro Paese, avrebbe giustificato quantomeno l'azzeramento del CSM. E invece nulla, per i partiti di maggioranza - che di questo schifo ne sono complici - è tutto normale. Nulla di nuovo, è dai tempi di Tangentopoli - e poi di Berlusconi - che i giudici  fanno politica attiva. E continuano a farla. Tutto questo ha drammaticamente minato le basi dello Stato democratico, che vive purtroppo la sua uscita di scena. Quello che verrà, forse, sarà uno "stato di polizia" e/o uno "stato terapeutico", dove la politica sarà ancora più debole di quanto non lo sia da quasi trent'anni. A governare ben presto sarà la diarchia tecnici-giudici, con la politica e la democrazia che avranno perso di forza e addirittura di significato. È una sconfitta per tutti, ma nel frattempo proprio quel "tutti" fa finta di niente. Non sarà il virus ad ucciderci ma la nostra incapacità di difendere lo Stato democratico. 

Giuseppe Palma

Una storia di dittatura

IO SONO LEGGENDA - LE COSE CHE NON SO - Giorno 73 - Molte cose mi sono ormai sconosciute. 

Non so ad esempio come si chiami un sistema nel quale la magistratura complotta apertamente per eliminare l'avversario politico in ascesa sovvertendo la funzione giudiziaria, mentre il presidente della Repubblica – che pure di quella magistratura è nominalmente a capo – si preoccupa del proprio taglio di capelli. Non so come si chiami un sistema nel quale viene compressa a tempo indeterminato ogni libertà fondamentale, da quella di movimento e di pensiero a quella di riunione (ribattezzata “assembramento”) e d'impresa, rinchiudendo i cittadini in una prigione prima grande appena quanto la loro casa, e poi quanto la loro regione – e spacciando questo come una graziosa ma provvisoria concessione. Non so come si chiami un sistema nel quale il potere è usurpato da forze politiche minoritarie e concentrato in una macchietta mai eletta da alcuno che decide senza neppure consultare il parlamento, “concedendo” e “permettendo” a capriccio come un sultano ottomano. Non so come si chiami un sistema che vieta ai liberi professionisti e agli imprenditori di lavorare per creare ricchezza ma poi pretende di estorcere loro tasse esose, garantendo con esse il misero stipendietto alla gran massa di inutili dipendenti pubblici che costituisce la sua unica base di consenso.

Non so come si chiami un sistema che falsifica sistematicamente i dati sanitari per mantenere un'emergenza artificiale e giustificare così l'esercizio di “pieni poteri” non previsti in costituzione. Non so come si chiami un sistema nel quale l'apparato di potere depreda senza più alcun pudore né freno il popolo disperato, e dove ogni risorsa viene drenata per alimentare il parassitismo clientelare e marci meccanismi mafiosi. Non so come si chiami un sistema che pretende di indottrinare la popolazione per farne strumento e vittima del proprio potere assoluto. Non so come si chiami un sistema nel quale la vita stessa dei cittadini è considerata un bene sacrificabile in nome delle convenienze politiche e delle esigenze propagandistiche, ad esempio negando inizialmente una minaccia sanitaria per esaltare invece la lotta contro un razzismo inesistente e causando così l'atroce morte di migliaia di sventurati. Non so come si chiami un sistema nel quale l'informazione è integralmente asservita, e propala ogni giorno notizie false e grossolanamente distorte per magnificare l'operato del governo e, al contempo, per censurare il dissenso e mettere in cattiva luce ogni realtà non conforme alla narrazione preordinata.

Non so come si chiami un sistema nel quale la proprietà privata non è più riconosciuta né tutelata. Non so come si chiami un sistema nel quale le forze dell'ordine eseguono ciecamente e implacabilmente ordini illegittimi, vessando e opprimendo i cittadini per bene, ma dimostrandosi completamente indifferenti allorché si tratta di contrastare i criminali. Non so come si chiami un sistema nel quale un manipolo di rozzi corrotti, bifolchi, semianalfabeti e ritardati mentali si sono arrogati il potere di decidere del destino di questa e delle prossime generazioni. Non so come si chiami un sistema dove la tracotanza, l'ignoranza e il conformismo sono elevati a uniche virtù. Non so come si chiami un sistema del genere, perché io lo chiamerei regime totalitario – ma mi dicono che ciò sia sbagliato, forse anche pericoloso.

Tratto dalla bacheca di Piergiorgio Molinari

mercoledì 20 maggio 2020

La logica secondo Matteo Renzi

Telegraficamente, per punti.

1) Renzi ha detto più o meno questo. “Voi 5 stelle siete un branco di stronzi, se noi fossimo come voi il governo cadrebbe. Ma noi NON siamo come voi, quindi votiamo la fiducia a Bonafede ed il governo non cade”. Ha dimenticato di aggiungere: “in questo modo gli stronzi potranno continuare a governare il paese”. Insomma, chi non è stronzo agisce in maniera tale che siano gli stronzi a governare. La logica secondo Matteo (Renzi).

2) Renzi ha strillato di non essere giustizialista, di non volere che un ministro si debba dimettere per dei sospetti. Si chiedevano le dimisioni di Bonafede NON perché sospettato di qualcosa ma perché del tutto incapace di fare il ministro. Il garantismo ed il giustizialismo non c'entrano. Ma Renzi è maestro nell'arte di far finta di non capire.

3) CHI lo ha detto che un ministro non si può dimettere in momenti di crisi per il paese? CHI lo ha detto che se la situazione è grave un governo non può cadere? In Gran Bretagna c'è stata una crisi di governo nel 1940, mentre le armate di Hitler dilagavano in Francia e il contingente britannico era intrappolato a Dunkerque. Semmai è proprio nei momenti di crisi che un governo manifestamente incapace arreca al paese i danni maggiori e va messo alla porta. Per qualcuno in Italia il governo non può mai cadere, a meno che a governare non sia il centro destra ovviamente. E il popolo non può mai esser chiamato a votare. 

4) Renzi ha scambiato la poltrona di Bonafede con l'approvazione della sanatoria generalizzata per i migranti. Forse per qualche poltrona. Fra un po' avrà più poltrone che voti. 

E tanto basta. I buffoni non meritano troppe parole.

Dalla bacheca di Giovanni Bernardini

La fine del contratto sociale

Era il 1762 quando Jean-Jacques Rousseau dava alle stampe il suo "contratto sociale": la sovranità appartiene non al sovrano, ma al popolo, una somma di individui che si fa comunità, una sola comunità composta da individui diversi tra loro. Il sovrano, che non è messo in discussione, regna secondo le regole della comunità. Tratto dall'Opera: «Trovare una forma di associazione che difenda e protegga, mediante tutta la forza comune, la persona e i beni di ciascun associato e per mezzo della quale ognuno, unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia che a se stesso e rimanga libero come prima». All'interno dello Stato democratico, la Libertà al centro di tutto.

Tutto questo era una bestemmia per l'epoca. Re Luigi XV ne impedì la diffusione, ma l'opera circolò ugualmente. Improponibili e blasfeme le teorie del filosofo svizzero in quell'epoca. L'Europa intera si reggeva, da circa mille anni, sul sistema feudale, marcato dalla centralità del Re nella forma di stato della monarchia assoluta ("L'état, c'est moi"). Eppure, dopo appena ventisette anni, il "contratto sociale" divenne il fondamento teorico dei rivoluzionari francesi. Su quell'assetto e su quella architettura disegnate da Rousseau si fondano ancora oggi i sistemi costituzionali degli Stati del mondo occidentale. 

Fino a ieri.

Da un lato i processi democratici e decisionali sono stati trasferiti dalle comunità nazionali alla non-comunità sovranazionale della Ue, superando l'originaria concezione del rapporto diretto tra rappresentato e rappresentanti. Le assembleee rappresentative dei popoli di ciascuna nazione, nelle quali risiedeva la titolarità della funzione legislativa, sono state esautorate quasi del tutto, trasferendo i processi decisionali verso organismi sovranazionali non eletti. La rappresentanza dei popoli è stata così relegata all'interno di una assemblea elettiva - anch'essa sovranazionale - priva della piena funzione legislativa.

Questa la situazione.

Oggi v'è un elemento nuovo. Con uno sguardo sul nostro Paese, l'attuale governo è frutto di un sovvertimento della volontà popolare così come espressa alle ultime elezioni politiche. Le forze politiche della coalizione vincente sono rimaste fuori dal governo. Un primo aspetto di usurpazione del potere politico, avvenuto in modo legale - senza dubbio - ma senza alcun rispetto del principio democratico. Può esistere legalità costituzionale senza il rispetto del principio democratico, indipendentemente dalla forma di governo? Il dubbio resta ed è lacerante. 

La pandemia, per quanto riguarda il nostro Paese, ha solo accelerato il processo di dissoluzione del sistema democratico, facendone emergere tutte le ferite. Un totale scollamento tra gli interessi del popolo (in cui risiede l'interesse della comunità, quindi della nazione) e quelli dei rappresentanti e governanti, che già da decenni non rispondono più al popolo ma agli organismi sovranazionali. In buona sostanza, il "contratto sociale" è stato esautorato. Nemmeno i diritti fondamentali, tra cui quello inviolabile della Libertà, sono riusciti a mantenere la loro solidità. È bastato un virus perché il popolo, che ormai ha dimenticato il valore della Libertà, dandola per scontata, si è presto mostrato disponibile - addirittura con formule di giubilo - a rinunciare alla Libertà. Di questo passo, sarà felice di farsi impiantare anche un microchip sottopelle. Tanto, è per il bene di tutti si dirà. E poi, se non si ha nulla da nascondere, che problema c'è? È la stessa vulgata di qualche anno fa sulle intercettazioni telefoniche: se non hai nulla da nascondere, non hai alcuna paura di essere ascoltato. Il livello di civiltà giuridica è ormai scaduto definitivamente. La Libertà ce l'hai dentro. Se non ce l'hai, nessuno te la può dare. Il "contratto sociale", che è sopravvissuto 250 anni circa, è morto. E con esso la Libertà, che s'è trascinata nella tomba il sistema democratico. 

Giuseppe Palma

sabato 16 maggio 2020

Lo stato di terrore

Stato di emergenza permanente. Le conseguenze 

Con Tarro ci sono riusciti. Lo hanno insultato e infangato in tutti i modi. Nonostante il professore messinese sia stato allievo di Sabin e abbia avuto in passato grandi meriti nella cura del colera, virologi da passerella e tecnoscienziati governativi lo hanno fatto passare per un incompetente. Ci hanno provato anche col prof. De Donno, ma non ci sono riusciti. La cura del plasma funziona ed è stata utilizzata - quantomeno finora - con risultati a dir poco straordinari. Merito di Mantova e Pavia. Ora il nuovo mantra del governo e dei tecnoscienziati è: non ci sarà un pieno ritorno alla libertà fin quando non vi saranno dosi vaccinali sufficienti per tutti (Conte lo ha anche detto stasera in conferenza stampa). Il che vuol dire che l'uso politico del terrore consentirà per almeno un altro anno la sopravvivenza del governo e delle task-force, almeno fino alla diffusione del vaccino. Un terrore ingiustificato, come ingiustificata è la proroga dello "stato di emergenza" di altri sei mesi. Rispetto al 20 febbraio, oggi abbiamo quasi il triplo di posti letto in terapia intensiva, il triplo di respiratori polmonari e una cura molto efficace attraverso il plasma. La chiusura nella Fase1 fu giustificata non dalla letalità del virus, che pure è pericoloso, ma per l'insufficienza di posti letto in terapia intensiva e respiratori polmonari. 

Non capisco perché non possa esserci ridata la libertà. 
Non capisco perché smaterializzare e digitalizzare rapporti personali e metodi di lavoro.
Non capisco perché telematizzare scuola e università.
Non capisco perché criminalizzare il contatto tra esseri umani.
Non capisco il perché di protocolli folli e demenziali per la riapertura di ristoranti, bar, parrucchieri, stabilimenti balneari etc. Virus è potere. E come tale garantisce la possibilità di controllare cittadini e imprese, circostanza che in un momento normale sarebbe stato inimmaginabile. Ma non solo. Il virus, la paura e il perenne stato di eccezione consentiranno al governo di fare riforme che, in tempi normali, il Paese non avrebbe mai accettato. La decretazione d'urgenza, che finora è stata utilizzata per l'emergenza, da ora in avanti verrà utilizzata per le famose riforme strutturali (contro il popolo e i suoi diritti). Ma voi applaudirete. Come avete applaudito tutto ciò che vi ha ridotti in schiavitù. 

Giuseppe Palma

venerdì 15 maggio 2020

Sul presunto odio

L’odio quale panacea di ogni minchiata 

La liberazione di Silvia Romano ci riporta tristemente alle solite litanie liturgiche: l'odio quale panacea di ogni minchiata. Dinanzi a sciocchezze che non si sa giustificare, ci si rifugia nell'odio e il gioco è fatto. Insomma, non sono loro a dire o fare cose insensate, la colpa è degli italiani che odiano.
Qualunque persona dotata di raziocinio avrebbe previsto che le immagini tripudianti della ragazza liberata, avvolta nella palandrana verde e impellentemente bisognosa di rendere omaggio ai propri rapitori, avrebbero creato sconcerto nella gente. Di cosa ci si meraviglia? Cosa c'entra l’odio? Il turbamento che quel video suscita non spegne la felicità per la vita di una connazionale tolta dalle grinfie di biechi tagliagole, ma inevitabilmente ci porta a riflettere (dato che fino a prova contraria siamo ancora liberi di farlo…o no?). Se poi, qualcuno, allo stato attuale, esprime risentimento nei confronti della vittima, sbaglia clamorosamente. Non sappiamo che incubo possa aver vissuto in 18 mesi di segregazione e a quali terrificanti forme di plagio possa esser stata sottoposta. E’ probabile che la giovane donna sia ancora sotto sequestro; se pur ha riacquistato la libertà fisica, la mente potrebbe essere ancora prigioniera dei suoi aguzzini. Mi pare irreale una conversione all’islamismo maturata con il corano tra le mani e una pistola alla tempia.  L'abito non fa il monaco…e neanche lo jihadista.

A me, sinceramente, ha fatto pena. Mi ha impressionato quel suo sorriso innaturale e ipotizzo un crudele e profondo stravolgimento psichico su una mente vulnerabile. Se, al contrario, si appurerà che il suo atteggiamento è frutto di una consapevole complicità subdola con i propri rapitori, allora il discorso cambierà. Ma mi pare presto per giungere a tali conclusioni. Non è invece troppo presto per giudicare negativamente chi ha allestito lo stomachevole teatrino della passerella, con l’intento di portarla in trofeo, senza neanche rendersi conto che la medaglia che si stava pomposamente esibendo era in realtà appuntata sul petto dei terroristi islamici. Se il premier ed il ministro degli esteri non fossero stati impegnati a sgomitare tra loro, avrebbero compreso che la cosa più giusta e umana da fare era quella di tenere la ragazza al riparo dal giudizio del paese. Ma, evidentemente, l’incontinenza di festeggiare una vittoria dello stato era predominante. Che poi… mi spiegate dove starebbe tale “vittoria”? Degli assassini sequestrano una giovane donna, lo stato paga il riscatto e la vittima, invece di ringraziare i suoi liberatori, tesse le lodi dei sequestratori. Ma dove lo vedete il successo? Certo, ci si rallegra perché la ragazza è tornata viva e fin troppo vegeta, ma confondere la vittoria con l’inconsapevole propaganda per l'estremismo islamico è deprimente. Per cui, è errato scagliare strali contro la vittima di questa vicenda. Il suo atteggiamento potrebbe essere causato da un lavaggio del cervello. Invece, nessun lavaggio del cervello giustifica il comportamento dei nostri governanti. I loro cervelli non devono essere lavati, sono già lindi, nitidi, trasparenti… così trasparenti da sembrare inesistenti, così trasparenti che lasciano tracce, come il volo degli uccelli in un cielo terso...

Dalla bacheca di Salvino Paternò

Il regalo di Bellanova piangente

Avete mai visto un paese che per combattere il caporalato, regolarizza i clandestini? 

Clandestini regolarizzati per combattere il caporalato. Come se il caporalato si cibasse solo di irregolari e non di disoccupazione e disperazione. Questo provvedimento fortemente voluto da Italia Viva é un insulto ai nostri padri e nonni che hanno combattuto per l'Italia e per difendere le nostre frontiere. É solo un pretesto per ampliare, in prospettiva, il bacino di voti di alcuni partiti e sopratutto, non combatte affatto il caporalato, ma al contrario alimenta drammaticamente il numero di disperati che andranno alla ricerca di un lavoro a qualsiasi condizione, anche la più degradante. Altro che giustizia sociale, questi dementi al governo, hanno importato una bomba sociale di proporzioni enormi, pronta ad esplodere, e credo lo abbiano fatto di proposito per creare contrapposizione al disagio sociale degli autoctoni che stanno creando con la loro incapacità e supponenza. La carenza di manodopera in uno specifico settore, é una favoletta che sfidiamo chiunque a dimostrare. C'é sicuramente carenza di manodopera disposta a lavorare a condizioni di schiavizzazione e probabilmente é questa carenza che il Decreto si proponeva di risolvere.

Da Marco Corrini - Segretario Nazionale di UFI

mercoledì 13 maggio 2020

La beffa delle riaperture

Governo e maggioranza parlamentare non hanno alcuna cognizione di cosa sia la vita reale. Nessun contatto con la realtà. Il 18 maggio dovrebbero riaprire gran parte delle attività commerciali e artigianali, ma i protocolli di riapertura che girano in queste ore (elaborati da governo e task-force) hanno contenuti raccapriccianti. Regole su regole, limitazioni su limitazioni: si pensi ai ristoranti, che dovranno rispettare il distanziamento di 4 metri da un cliente all'altro, oppure agli stabilimenti balneari, che saranno costretti ad osservare una distanza di 4,5 metri tra ombrelloni, con obbligo di mascherine in spiaggia. Col caldo agostano far portare la mascherina sulla battigia è semplicemente da idioti. Al di là del lato grottesco di tutta questa situazione (si pensi al divieto di respirazione bocca a bocca per chi rischia di annegare), ci sono aspetti economici drammatici. Un ristorante che paga un canone di locazione pre-virus, nel dover rispettare la distanza dei 4 metri da un cliente all'altro si vedrà ridimensionare il suo fatturato di circa il 75%. Se prima dell'epidemia faceva 100 coperti, da lunedì in avanti potrà farne al massimo 25-30. Sempre che i clienti abbiano ancora il denaro per potersi permettere di mangiare al ristorante. In ogni caso ci sarà un calo vertiginoso degli incassi a tassazione e spese invariate. In pratica, chiusura del ristorante e licenziamento dei dipendenti. 

Di tutto questo al governo non interessa nulla. Con la riapertura, Conte e compagni potranno di fatto non elargire più i 600 o gli 800 euro previsti fino a maggio, e da settembre potrà pretendere il pagamento delle tasse. Il governo Conte ha imposto la chiusura sin dai primi di marzo, ma consente ora la riapertura con protocolli scritti da dementi che, di fatto, condurranno le attività commerciali e artigianali verso il fallimento. In questo modo Conte potrà dire che il massacro di queste imprese non è da ascrivere a lui, che comunque ha consentito la riapertura, ma al virus e alla crisi economica che ne è scaturita. Ma c'è anche un altro aspetto. Questo perenne stato di emergenza garantisce, attraverso il terrore, la sopravvivenza politica del governo giallo-rosso e la conduzione dello Stato da parte di tecno-scienziati che hanno trovato nel virus, attraverso la paura generata nel popolo, l'imperdibile occasione di esercitare il potere godendo non solo di lauti compensi, ma anche delle luci della ribalta. 

Il mantra é quello che ritorneremo alla libertà non prima di essere stati vaccinati, forse tra un anno. Io sono sempre stato un convinto e deciso sostenitore dei vaccini, ma in questa situazione qualcosa non mi quadra. Stando ad alcune rilevanze scientifiche, la soluzione del plasma - già sperimentata con risultati straordinari - dovrebbe garantire una cura efficace nel caso vi fossero nuovi contagi. Ma non solo. A differenza dei mesi precedenti, oggi abbiamo quasi il triplo dei posti letto in terapia intensiva con relativi respiratori polmonari. Continuare ad infondere terrore e a limitare le libertà fondamentali ed economiche non ha più alcun senso. Ma con ogni probabilità ha ragione Enrico Montesano quando dice che la soluzione del plasma è osteggiata dalle task-force perché è efficace, costa poco e non arricchisce nessuno. Torniamo all'economia. Nella stessa situazione dei ristoranti si troveranno anche bar e barbieri. Se fino a tre mesi fa un bar poteva contare su 3-400 caffè al giorno, con relativa brioche, da lunedì in avanti - dovendo far rispettare la distanza di 1 metro per i clienti al banco e 2 metri per quelli seduti - una riduzione di almeno il 60% del fatturato è garantito. A spese e tassazione invariate. Soluzione? Chiusura o licenziamento dei dipendenti. Per i barbieri stesso discorso. La stragrande maggioranza di barber e parrucchieri hanno locali di piccole dimensioni, quindi i clienti dovranno aspettare fuori o andare per appuntamento. Passo domani, forse... Insomma, una pletora di tecno-scienziati in cerca di denaro, potere e visibilità, unitamente ad un governo di pericolosi incapaci, stanno distruggendo un intero Paese. Tra gli applausi dei coglioni. 

Giuseppe Palma

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Cattivi auspici

L'ultima volta che una donna pianse annunciando un provvedimento, ci ritrovammo con il sistema pensionistico a carte quarantotto. Ora la nuova Elsa regolarizza la deflazione salariale. Sui risultati empirici delle quote rosa stendiamo un velo pietoso.

Caterina Betti

... e mes-sia

Con la sentenza del 5 maggio, la corte costituzionale tedesca ha sostenuto che la BCE, nell’attuare misure come il Q.E. voluto da Draghi dal 2015 che applicavano il whatever it takes, abbia infranto la misura della proporzionalità nel sostenere i Paesi dell’eurozona. Non solo, si è anche rivolta sia al governo tedesco, sia al parlamento tedesco, rilevando che queste istituzioni nazionali non hanno vigilato ed eccepito in merito, a difesa degli interessi nazionali. Non solo. Si è anche rilevato che la corte di giustizia europea non ha vigilato sull’operato della BCE e non ne ha limitato l’azione. Quindi riassumendo, in una articolata e complessa sentenza, la corte costituzionale tedesca, ossia il massimo organo giuridico nazionale di un paese europeo, anzi, del paese egemone in Europa, ha criticato diverse istituzioni nazionali e internazionali: il parlamento tedesco, il governo tedesco, la BCE e la corte di giustizia europea. Nessuna di queste quattro istituzioni, due nazionali, due europee, hanno fatto il proprio dovere secondo la corte costituzionale tedesca. Nonostante i numerosi trattati europei, dice la corte tedesca, la sovranità spetta ancora agli Stati nazionali che hanno solo conferito mandati con la sottoscrizione dei trattati, per spazi d’azione limitati che, qualora dovessero risultare violati da parte della azione della BCE, o del MES, che ne sostituisce l’azione di politica monetaria attraverso la politica economica di aggiustamenti macroeconomici per i Paesi in difficoltà, la corte costituzionale tedesca si riserva il compito di indagare e chiedere spiegazioni. Interessante che secondo la corte costituzionale tedesca, la sovranità appartiene ancora agli Stati della UE, non è stata ceduta a titolo originario, ma solo con un mandato, che in quanto tale è rivedibile. 

Si gettano le fondamenta per la Germanexit, in un conflitto istituzionale tra un Paese membro (e quale Paese!) e la Corte Costituzionale europea delegittimata e messa sul banco degli imputati. Lo stesso per la banca centrale europea. Che da trattati internazionali deve mantenere la stabilità dei prezzi e difendere la valuta, ma alla quale quei trattati non conferiscono mezzi specifici, al punto che si è passati dall’ad-ogni-costo di Draghi alle laconiche dichiarazioni della Lagarde, che in un solo giorno fanno perdere all’Italia più del 17% in borsa. In questo clima di meravigliosa cooperazione e spirito unionista, si inserisce il MES.  In sostanza, la BCE è stata fondata a metà, e ora risponde alla corte tedesca di aver agito bene e che non poteva fare altrimenti, quando ha attivato il Q.E., ma che oggi di fronte alla pandemia e i suoi effetti economici propone il MES, prima e dopo i pasti, come unica medicina per l’Italia. Per pietà nei confronti di un presidente del consiglio oggettivamente in difficoltà, oramai grottesco, letteralmente seppellito dai propri DPCM, dai pre-consigli dei ministri che durano giorni, notti intere, altre ore, forse settimane (nessuno lo sa con certezza), omettiamo di virgolettare gli spergiuri di non accettare il MES in quanto tale e l’arroganza con cui diceva di metterci la faccia, pochi giorni prima di accettarlo. Andiamo al sodo. Il comma 3 dell’articolo 136 del TFUE (trattato del funzionamento dell’unione europea) non è stato cancellato, e non avrebbe potuto esserlo perché avrebbe richiesto tempo e soprattutto volontà unanime, difficile da immaginare quando Olanda, Finlandia, Germania e altri “alleati” nordeuropei chiedevano a gran voce di farci ingoiare il MES così com’era, anzi, così come ancora è. 

Quel singolo cavillo è il maggior responsabile della macelleria sociale operata in Grecia, per capirci, perché prevede non tanto il commissariamento, quanto la spoliazione delle ricchezze pubbliche di uno Stato [“rigorose condizionalità”, questo implicano, ma avremo modo di scoprirlo, ahimé!]. Lo Stato siamo noi, giova ricordarlo sempre. Certo, finché capitava alla Grecia, anche in Italia non si sono sentiti troppi fermenti. Qualche critica, subito tacciata di euroscetticismo, populismo, sfascismo. Ora che tocca a noi, però, più di qualcuno finalmente si è agitato sobbalzando sulla sedia. Bene così, anzi male, perché ce lo becchiamo lo stesso. Senza condizionalità, a condizione che i 36 miliardi [di cui 15 sono nostri perché li abbiamo versati sottraendoli allo Stato, cioè i cittadini italiani] vengano spesi per la sanità. Questa però è una condizionalità. E non da poco, primo perché in Italia sta morendo tutto, non solo la sanità. Secondo, perché con 36 miliardi tu costruisci ospedali, ma poi per riempirli di personale competente (avevamo i migliori al mondo, adesso molti di quei migliori operano all’estero), devi riaprire le specializzazioni, investire nella formazione, quindi tempo e denaro. 

A Bergamo è stato allestito un ospedale per rianimazioni in tempi record che hanno fatto impallidire Wuhan (con donazioni private e volontariato, non con soldi pubblici). Però il personale va formato.  Terzo perché, una volta attuato, sul breve c’è solo quello strumento a disposizione, e siccome quei soldi per l’Italia intera non bastano minimamente, bisognerà ricorrere ad altre somme, che questa volta saranno soggette alle famose condizionalità. Se qualcuno obietta che è stato contemplato il Recovery Fund, sappia che è una delle tante mosse da gioco delle tre carte di Conte (su iniziativa francese per altro). Il Recovery Fund attualmente è come l’ippogrifo di Kant, non si sa se è un prestito o uno stanziamento a fondo perduto, o piuttosto uno stanziamento per fondi perduti come il nostro, visto che se ne parlerà dal  2021 e bisogna ancora stabilirne la natura, quindi, ammesso che lo sia, è una soluzione a lungo termine. Nel lungo termine, diceva Keynes, saremo tutti morti. Il MES è un fondo privato che persegue la sola logica del profitto, non un fondo assistenziale, nel trattato non compare nemmeno per sbaglio la parola solidarietà. Sarebbe servita una banca centrale capace di fare la banca centrale, ossia stampare e sostenere, invece di affossare l’Italia come ha fatto la BCE della Lagarde. 

A proposito, se la schermaglia tra la corte costituzionale tedesca e la corte di giustizia europea dovesse proseguire sulla direttrice intrapresa, ossia quella della delegittimazione della seconda da parte della prima, la Germania potrebbe delegittimare ispo facto la Bce e tornare alla politica monetaria della BundesBank. E noi che siamo stati danneggiati, che aspettiamo a chiedere un risarcimento alla distratta governatrice? Si dirà che non si può far causa alla BCE (con gli attuali governanti poi neanche a parlarne!) in quanto è un organo tecnico. Ma è proprio per questo che deve rispondere del proprio operato, ha sbagliato, ha causato un danneggiamento economico nazionale alla borsa. Allora si dirà che la BCE è in realtà una istituzione politica, infatti attua politiche monetarie, e non puoi mandare a processo scelte politiche, ma allora, se è politica, deve essere sottoposta alle decisioni dei rappresentanti politici dei Paesi membri, se vogliamo che almeno conservi le sembianze democratiche questa benedetta UE. Invece no, proprio per niente, la BCE è un organo politico-monetario indipendente dalle volontà dei rappresentanti degli Stati membri. Ma anche la FED lo è, eppure Trump è riuscito a imporre l’helicopter money e bonificare direttamente i nuovi disoccupati americani, possibile che da noi la BCE non riesca a fare altrettanto? Possibile sì, visto che ora deve rispondere del Q.E. voluto da Draghi. Ma deve risponderne a chi? Alla corte costituzionale tedesca. E perché alla corte costituzionale italiana invece non deve alcunché? Perché non siamo la Germania, la locomotiva d’Europa. 

Se continua così però, la Germania rischia di essere il capostazione, non la locomotiva, e se decide di uscire, chiude la stazione ferroviaria per tutti i treni, o si fermano tutti i vagoni, cioè viene giù l’Unione. In questo scenario, gli europeisti sostengono che la Germania ci ha aiutati, curando i nostri malati, e la BCE garantisce un certo contenimento dello spread perché acquista titoli di Stato. Cosa vera. Gli euroscettici ricordano che la BCE ci ha causato il peggior tonfo in borsa della storia repubblicana, e non stampando denaro come fa la FED, è per l’Unione un ente inutile, per alcuni Stati come l’Italia persino dannosa. Cosa altrettanto vera. Gli europeisti ribattono che alcuni malati sono pur stati curati in Germania. Cosa vera. Gli euroscettici osservano che ciò è avvenuto ad aprile inoltrato, dopo che da febbraio proprio la Germania aveva bloccato l’invio di materiale sanitario e persino mascherine all’Italia, e quando la Russia ha inviato aiuti all’Italia è stato negato lo spazio aereo dei Paesi europei che ci separano, costringendo i soccorritori a circumnavigare i confini degli Stati membri per raggiungerci in più tempo, quando tempo non ce n’era e ogni giorno che passava contavamo i decessi. Così si fa tra “alleati”.  Lo scrivente sospetta che il problema più grosso stia già altrove. Stampare denaro a uffa sul breve tampona le emergenze. Sul medio e lungo termine, in assenza di produzione di beni reali, produce inflazione che potrebbe diventare iperinflazione. Un po’ quello che succede da anni in Venezuela per capirci. Dovesse concretizzarsi su dollaro ed euro uno scenario come quello, altri asset di investimento potrebbero fare numeri da capogiro. 

Primo di tutti l’oro fisico, asset di protezione del risparmio per antonomasia: non può andare a zero, come ha fatto il petrolio, è un bene sempre più scarso e di difficile reperimento, dato che le risorse naturali più accessibili sono state già sfruttate, quindi richiede costi sempre più alti di estrazione, purtroppo anche in termini di vite umane. L’Italia è il terzo Paese al mondo che custodisce riserve auree, il quarto se si conteggia il Fondo Monetario Internazionale 

Sembra incredibile ma abbiamo più lingotti della Francia, della Russia, della Cina, della Svizzera (!). L’Italia ha ancora proprietà pubbliche strategiche importanti e di alto valore. In assenza di aiuti veri, non cavalli di troika come il MES, da parte della BCE e dell’UE, si potrebbero emettere titoli di Stato per il mercato interno, visto che oltre alle terze riserve auree del mondo abbiamo anche uno dei più alti risparmi privati d’Europa. Non la patrimoniale a tradimento, come successe a Cipro, che ha l’effetto di azzerare lo sviluppo, ingenerare la fuga dei capitali e rompere la fiducia del cittadini  nelle istituzioni, ma un patto con i risparmiatori. Le garanzie sono solide, il cittadino ha tutto l’interesse a finanziare la ricostruzione dello Stato come accadde nel dopoguerra, perché è il suo Stato, la sua sanità, la sua scuola e dei suoi figli, mentre se contrai debito a condizioni capestro con investitori esteri, costoro non percepiranno la ricostruzione nazionale come un vantaggio proprio, e vorranno solo realizzare la massima estrazione di profitto possibile nella socializzazione delle perdite. 

Se non lo facciamo prima di subito, a mettere le mani sulle ricchezze nazionali rimaste saranno i nostri creditori esteri. E le misure disumane che abbiamo visto in Grecia, colpiranno anche gli italiani. Ultimo pensiero. Si dirà che questo discorso è populista quando non di peggio, a partire da “sovranista”, che sarebbe l’anticamera del fascismo. Oramai quando non si sa cosa controbattere si zittisce così, chi fa osservazioni scomode. Allora giova ricordare che il primo articolo della costituzione è nel contempo populista e sovranista: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Quindi non entro i limiti della UE, nemmeno delle letterine della BCE, tantomeno della Weltanschauung (visione del mondo) della corte costituzionale tedesca (il Reich). 

(Massimiliano Bonavoglia - Professore di filosofia del diritto Università E-Campus)

lunedì 11 maggio 2020

Virus è potere

“Restiamo distanti oggi per riabbracciarci domani“. Questo lo slogan con cui Giuseppe Conte ha conquistato, quantomeno nella Fase1, la fiducia degli italiani. Applausi scroscianti al “comandante in capo”, all’ “uomo solo al comando”. Agli inizi di marzo nessuno poteva pensare che certe misure restrittive della libertà personale (e non solo) potessero prolungarsi fino al 31 luglio, data ultima dello “stato di emergenza” dichiarato il 31 gennaio. Chi faceva notare un tempo così lungo dello stato emergenziale (fino alla fine di luglio) veniva tacciato di diffondere fake-news perché tutto si sarebbe risolto in poche settimane, come lasciava intendere il presidente del consiglio. E invece, di rinvio in rinvio, siamo arrivati a maggio, agli inizi della Fase2.

Nel frattempo, con gli italiani costretti sul divano o sul balcone, sono arrivate 15 task-force con 450 esperti nominati dal governo. Un poltronificio con cui la politica ha abdicato alla tecnoscienza. Un’occasione ghiotta per virologi e presunti scienziati – chi più chi meno legati ad organizzazioni sovranazionali o a multinazionali – di esercitare il potere esecutivo coperti dalla maschera di un esecutivo politico. Con un patto implicito ben preciso che lega governo e tecnoscienza: i tecnici diffondono la paura e il governo mantiene lo stato emergenziale che garantisce ad entrambi la sopravvivenza e la continuità nella gestione del potere. Un prolungato stato di pericolo e di terrore (soprattutto psicologico) che giustifica la conservazione del potere e l’adozione di misure folli, contrarie al buon senso e alle libertà fondamentali.

Prima gli obblighi del distanziamento sociale e della mascherina, poi la proposta dei braccialetti ai bambini nelle scuole piuttosto che la didattica a distanza come misura non più emergenziale ma permanente, ora l’AppImmuni e una maggiore digitalizzazione del lavoro che esclude i contatti umani, infine la proposta dei 4 metri di distanza da un posto all’altro nei ristoranti con plexiglass di separazione tra clienti. Dulcis in fundo la proposta della Protezione Civile, che è un dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di estendere di altri sei mesi lo “stato di emergenza”, fino al 31 gennaio 2021. E che ci vuole poi, essendo inverno, a prolungarlo fino al 31 luglio del prossimo anno? Proprio quando scatterà il semestre bianco (fine luglio 2021) e le Camere non potranno essere sciolte, quindi niente elezioni anticipate. Nelle more non più la politica deciderà della vita sociale bensì la tecnoscienza, che certamente non risponde alle regole della democrazia.

Non è solo una pandemia, è anche un esperimento sociale. Il virus c’è e va sconfitto, ma ora la questione non è più (solo) il virus, anche perché prima che sia disponibile il vaccino vi sono altre soluzioni parecchio efficaci capaci di curare gli infettati (il plasma sta dando ottimi risultati in tal senso), senza la necessità di prolungare lo “stato di emergenza”. Ma tali soluzioni sono osteggiate dai Sacerdoti della “verità” scientifica che, ad essere sinceri, fino ad ora non ne hanno azzeccata una ma continuano ugualmente a diffondere diktat e terrore. Il tutto nella più subdola operazione di limitazione delle libertà fondamentali con semplici atti amministrativi del governo. In alcuni casi si è anche proceduto a TSO – trattamento sanitario obbligatorio – nei confronti di chi ha espresso (giusto o sbagliato che sia) il suo libero pensiero. Ovviamente i media di regime non hanno dato risalto alla cosa (caso Ravanusa). Se al governo invece che che i giallo-rossi vi fosse stato il centrodestra, una notizia del genere avrebbe riempito i giornali e i talk-show per mesi. E invece niente. Col PD al governo è ammessa ogni nefandezza. Per farla breve, in attesa del vaccino, il Covid19 è un’occasione d’oro per l’establishment giallo-rosso di restare aggrappato al potere. E con esso l’establishment della tecnoscienza globalista che ne è complementare. Inutile dirlo, ma in questo lasso di tempo l’essere umano verrà privato di una parte delle sue libertà e abitudini ormai secolari. E si sentirà disposto a farlo perché crederà al perenne stato di emergenza narrato dal mainstream, al continuo terrore del virus che governo e tecnoscienziati sapranno diffondere e misurare a dosi sufficienti. Se in economia ha ormai ben attecchito la scemenza di “aver vissuto per decenni al di sopra le nostre possibilità“, ora la vulgata del “dobbiamo cambiare le nostre abitudini perché nulla sarà più come prima” troverà di fronte a sé un’autostrada. È, in buona sostanza, il solito mantra neo-liberista: la sottrazione di un diritto o di una libertà viene camuffata da “sfida“, in modo da abbagliare gli stolti. Avevamo dato la Libertà per scontata, per questo non siamo più in grado di difenderla.

Giuseppe Palma

domenica 10 maggio 2020

Il rientro...

Vignetta di Pubble

4 milioni di euro che Salvini aveva deciso di non pagare quando ancora era ministro dell'interno. 4 milioni di euro pagati col governo pd/m5s per riportare a casa una volontaria di una organizzazione non governativa e la chiamano vittoria. Si, vittoria per quei terroristi islamici che hanno incassato 4 milioni dei soldi versati con le nostre tasse e che useranno per ammazzare migliaia di persone. Convertita all'islam e sposata ad uno dei suoi rapitori, rientra in italia accolta da due dei tanti imbecilli di governo e scende dall'aereo di stato vestita del burqa. Mentre in america, ancora in carcere c'è Chico Forti e sparsi per il mondo, ci sono connazionali che a causa del virus, non riescono a tornare in patria.

I competenti di governo


Vignetta di Pubble

venerdì 8 maggio 2020

Le comiche al governo

Bonus di 500 euro per l’acquisto di bici e monopattini elettrici. Ecco come funzionerebbe. Il governo sta ipotizzando la possibilità di dare ai cittadini dei bonus da 500 euro per l'acquisto di bici e monopattini elettrici per recarsi a lavoro o all'università.

Bonus di 500 euro per l’acquisto di bici e monopattini elettrici. Ecco come funzionerebbe. Che la mobilità alternativa rappresenti il futuro, ormai non c’è alcun dubbio. In particolare, dopo queste settimane di quarantena legate alla pandemia da Coronavirus, lasciare i mezzi pubblici sfollati è la migliore soluzione per ridurre le possibilità di tornare ai tempi del lockdown. Proprio per questo motivo, il Governo sta pensando la seria possibilità di garantire dei buoni per l’acquisto di bici e monopattini elettrici. La decisione di stanziare dai 120 ai 150 milioni nel decreto di maggio consentirebbe a tutti di usufruire di un bonus di circa 500 euro per comprare un qualsiasi mezzo elettrico per recarsi a lavoro o anche per il semplice spostamento. Al momento non ci sono testi ufficiali che confermino il bonus da 500 euro, ma il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, ha iniziato a proporre le prime idee a riguardo.

Bonus 500 euro: come funziona la proposta? In media, le bici e i monopattini elettrici sarebbero scontati di circa il 65-70% sul reale prezzo di acquisto. Questo significa che i monopattini più economici dei 500 euro saranno scontati della stessa percentuale, senza dunque usufruire appieno del bonus. I 500 euro sarebbero applicati solo su quei mezzi elettrici particolarmente costosi. Secondo il programma del Ministro, il bonus sarà disponibile a tutti i cittadini, con qualsiasi reddito, e potrà essere richiesto solo da coloro che abitano in città con più di 45 mila abitanti. Questo porrebbe un primo problema, in quanto sarebbero esclusi milioni di abitanti che abitano in Paesi con circa 15 mila abitanti nelle vicinanze delle metropoli, che tuttavia si recano ogni giorno a lavoro proprio in queste ultime. Due sono le ipotesi fatte sul come effettuare il rimborso: la prima è che il cittadino acquisti il mezzo di trasporto, successivamente si carichi la fattura su una piattaforma specifica, e solo in ultimo si procederebbe al rimborso parziale. La seconda ipotesi è che l’acquirente si rechi in negozio e compri il mezzo a prezzo già scontato. Le ultime indiscrezioni confermano che tale bonus potrebbe valere solo per gli acquisti effettuati dopo il 4 maggio.

giovedì 7 maggio 2020

I nuovi negrieri

Manodopera in agricoltura: sì al lavoro stagionale regolare, no alle sanatorie

In Italia ogni anno lavorano nei campi 1 milione e 100mila persone: di queste, quasi 350mila è rappresentata da manodopera stagionale straniera che, a causa delle restrizioni per arginare la diffusione del Covid-19, non potrà prestare la propria opera nei lavori stagionali nelle campagne italiane. Questo problema è oramai impellente e non più rinviabile vista l’imminente periodo di raccolta di tante colture. Le filiere agroalimentari, del resto, sono tra i pochi comparti che hanno sempre continuato ad operare nonostante le mille difficoltà, la chiusura di molti sbocchi commerciali e gli ovvi timori per la sicurezza e la salute. Ciò, però, ha permesso all’Italia di mantenere in piedi posti di lavoro nonché non perdere ulteriori percentuali di PIL. È pertanto doveroso per lo Stato italiano trovare soluzioni accettabili, concrete e rapide. Ed è per questa ragione che il governo sta approntando una apposita misura per i lavoratori stagionali. Lo ripetiamo, l’obbiettivo dell’intervento attualmente in discussione riguarda i lavoratori stagionali e non l’insieme dei cittadini irregolari, che sono altra questione da affrontare in altro modo e in un diverso momento.

Risulta innanzitutto necessario dare vita ad una piattaforma digitale istituzionale per l’incontro tra domanda e offerta in agricoltura. La struttura è già stata realizzata da ANPAL: va solo adeguata alle esigenze e peculiarità del comparto primario e riempita con le informazioni presenti nei database di AGEA (imprese con localizzazione delle relative particelle di terreno e dei luoghi di lavoro) e di INPS (lavoratori). Proprio negli elenchi INPS troviamo un primo potenziale bacino di possibile manodopera: sono circa 350mila i lavoratori (di cui 164mila stranieri) che storicamente non riescono a raggiungere le 50 giornate. Si tratta di persone che ha già prestato la propria opera in agricoltura e che, magari, non è riuscita a trovare nuove occasioni di lavoro ma che sarebbe molto propensa all’impiego in quanto la 51esima giornata rappresenta il traguardo per ottenere un primo sussidio al reddito, l’assegno di disoccupazione agricola.

Un secondo potenziale bacino potrebbe essere rappresentato da coloro che percepiscono sostegni al reddito (reddito di cittadinanza, Naspi) ma che desiderano avere altre entrate, attraverso lavori stagionali in agricoltura, a patto di non perdere però il proprio beneficio (in particolare adesso che stiamo affrontando questa emergenza), una volta terminata questa esperienza lavorativa. A tale scopo è necessaria una modifica normativa temporale ma ciò può avvenire con tempi molto rapidi. Quella che oggi manca – è bene ribadirlo – è manodopera straniera che, per la maggior parte, normalmente è comunitaria e che oggi non è presente in Italia a causa del Covid-19: l’Ue nel frattempo ha agevolato la creazione di “corridoi verdi” per far giungere nei Paesi dove è necessario (Italia, Spagna, Portogallo) questi lavoratori agricoli in totale sicurezza.

Infine, ci sono gli immigrati irregolari già presenti sul nostro territorio. Una non meglio precisata stima di 600mila persone “invisibili”, troppo spesso costrette ad alimentare il mercato nero del comparto primario (con conseguente caporalto), dell’edilizia, dei servizi alla persona. Una regolarizzazione di massa tout court non rappresenterebbe, però, la risposta alle necessità di manodopera stagionale in agricoltura. Una platea che del resto è solo “potenziale”, in quanto nessuno può costringere queste persone all’impiego in agricoltura. Le diverse sanatorie degli immigrati irregolari (l’ultima fu del ministro dell’Interno Maroni, Lega) non hanno affatto risolto le problematiche. Dobbiamo anche evitare il rischio di una competizione al ribasso del mercato del lavoro che si instaurerebbe se una regolarizzazione tour court riversasse i “potenziali” 600mila soggetti sul mercato del lavoro agricolo: molti irregolari andrebbero presumibilmente alla ricerca dell’imprenditore agricolo che garantisca poche giornate per ottenere il permesso stagionale, garantendo loro una permanenza legale ma non la manodopera nei campi.

Nel corso del 2019, il Decreto flussi aveva previsto che potevano essere chiamati a lavorare stagionalmente 30.850 lavoratori suddivisi tra varie nazionalità. Di questi, 12.850 posti erano riservati alle conversioni da stagionale a subordinato, a lavoro non subordinato e a lavoro autonomo. Gli altri 18.000 erano riservati ai primi ingressi nel settore agricolo e turistico alberghiero. Negli anni precedenti, la situazione era stata similare. Sulla base di queste quote e dell’iter descritto per la trasformazione dei permessi stagionali in lavoro subordinato, si potrebbe stimare che almeno la metà del numero complessivo previsto dai decreti stagionali, non sia riuscita a stabilizzarsi nel nostro Paese e, quindi, siano rimasti in clandestinità. Una norma in tal senso metterebbe immediatamente a disposizione un bacino potenziale di circa 40.000 lavoratori.

La questione dei migranti irregolari è una problematica seria, complessa e che merita un confronto approfondito. In questo particolare momento, siamo chiamati a raggiungere un risultato concreto per le imprese, i lavoratori e l’economia nazionale: la necessità di avere manodopera stagionale in agricoltura. Un risultato differente rispetto a questo rischierebbe di rappresentare solamente una battaglia di parte poco utile, se non dannosa, per il Sistema Paese.

Le regolarizzazioni di Bellanova

Battaglia aperta sulla regolarizzazione dei migranti. Qualche domanda e considerazione.

1) La regolarizzazione NON è una esigenza che nasce dalle necessità della agricoltura. La regolarizzazione degli immigrati clandestini, come lo ius soli, è sempre stato uno dei cavalli di battaglia di certa sinistra. Oggi l'agricoltura è solo una scusa.

2) In Italia ci sono milioni di disoccupati, fra cui moltissimi giovani. In moltissimi prendono il reddito di cittadinanza senza fare letteralmente una mazza. Possibile che per raccogliere cocomeri e pomodori si debbano regolarizzare centinaia di migliaia di clandestini?

3) Perché non utilizzare uno strumento come i voucher?

4) Chi ha detto che una volta regolarizzati i migranti correranno tutti a fare lavori agricoli? 

5) Chi ha detto che un migrante, per il solo fatto di essere stato regolarizzato, non farà lavori in nero o non delinquerà?  Forse che i criminali italiani sono tali perché irregolari?

6) Una volta finito il lavoro stagionale cosa faranno questi “regolarizzati”. E' fuori luogo sospettare che saranno mantenuti dalla collettività? Proprio nel momento in cui ci attende una crisi devastante?

AND LAST BUT NON LEAST

Ci rendiamo conto di quanto sia biecamente, intrinsecamente RAZZISTA l'idea che solo i migranti possano raccogliere cocomeri e pomodori? Forse si tratta di lavori umilianti, indegni degli italiani? In realtà quei lavori, se adeguatamente retribuiti e svolti nell'ambito della legalità, non fanno di certo schifo ad un giovane disoccupato italiano. Malgrado le belle parole chi pensa che solo un migrante possa svolgerli ha in mente non il lavoro regolare, ma quello illegale, sottopagato. Ma guarda un po'...

Dalla bacheca di Giovanni Bernardini

mercoledì 6 maggio 2020

Multe ai ristoratori

E’ l’ora di dire basta! Temete l’ira del mite!

Su La7: a Milano hanno multato i ristoratori ed i loro dipendenti che protestavano in modo ordinato contro i mancati aiuti del governo dopo la chiusura forzata delle loro attività: si noti che tenevano le debite distanze ed indossavano tutti le mascherine d'ordinanza. I verbali riportano come motivazione l'avere contribuito a creare un assembramento. Sono multe di 400 Euro a testa (a marito e moglie che partecipavano alla manifestazione civile sono 800 Euro) comminate a gente che non lavora da due mesi e che è disperata. Il 25 aprile l'atteggiamento nei confronti di chi era sceso in piazza era stato molto diverso, per cui non ci si può appellare al salomonico e trito motto "Dura lex sed lex" e tanto meno alla celebre frase "La legge è uguale per tutti".

Cassa integrazione non ancora versata, aiuti solo teorici ed inesistenti, pessima capacità di valutare una realtà che chi governa evidentemente non conosce o non conosce abbastanza. Alcuni fra coloro  che si trovano nella condizione (che oggi possiamo definire privilegiata) di avere uno stipendio fisso non solo non mostrano alcuna empatia verso chi, suo concittadino e suo vicino di casa,  soffre, ma addirittura (l'ho letto su alcune bacheche) quasi godono dei guai di chi, per loro, sarebbero solo degli "evasori", quindi non degni di ricevere alcun aiuto o solidarietà morale. In realtà anche chi è dipendente statale dovrebbe fare il tifo per le imprese, perché gli stipendi provengono solo dalla fiscalità, e se gli imprenditori - gli unici che creano vero lavoro - scomparissero, il 27 di ogni mese i bonifici sarebbero sospesi anche per loro. 

Siamo tutti necessari, siamo tutti degni di attenzione, non dobbiamo dividerci.  Capisco l'emergenza sanitaria, capisco le misure, non capisco però l'accanimento nei confronti di cittadini in buona fede o disperati, se non con la volontà di fare cassa con lo stesso cinismo dello sceriffo di Nottingham. Sembra che ogni decreto, lacunoso e fumoso, voglia lasciare spazio a libere e fantasiose interpretazioni ma si stia bene attenti, perché una regola applicata senza il buon senso genera l'ingiustizia, e l'ingiustizia proviene in genere dalla tirannia. E le tirannie non meritano rispetto. Le regole devono servire l'uomo, e non l'uomo deve servire le regole. Se a giugno arriveranno davvero gli 8 milioni di cartelle annunciate, chiederanno anche di pagare le tasse, continuando a vessare i cittadini che tuttora non lavorano con multe astronomiche ed inaccettabili, asfissieranno ancora di più le imprese con controlli eccessivi, la situazione sfuggirà di mano a tutti. 

Non tirate troppo la corda, perché l'ira del mite quando perde la pazienza, è la più terribile.

Dalla bacheca di Stefano Burbi

martedì 5 maggio 2020

Confronti

Il caso Siri e la vicenda Bonafede, parole a confronto

E' passato esattamente un anno da quando il Presidente Conte, assieme a tutto il M5S, pretese le dimissioni del sottosegretario Armando Siri per il sospetto di aver inserito nella manovra una norma sulle energie rinnovabili in cambio del pagamento di una tangente da trentamila euro, della quale peraltro non ne è mai stata rinvenuta alcuna traccia. Ma allora il sedicente avvocato del popolo si impuntò, facendone una questione di onore per l'intero governo da lui presieduto: "lo schiodo io dalla seggiola" disse brutalmente Conte. Ed a lui si accodò tutto il M5S, memore di aver fatto di onestà e trasparenza il manifesto ed il simbolo della sua stessa  essenza politica. Ma veniamo ai giorni nostri: un manipolo di pericolosi capi delle grandi centrali malavitose italiane - tutti già latitanti arrestati dopo anni di ricerche costellate dal sacrificio e dal sangue di molti servitori dello Stato - vengono trasferiti dal regime di carcerazione dura ex art. 41bis agli arresti domiciliari, con risibili motivazioni di salute e con il pretesto del Coronavirus. 

Al clamore che ne segue si aggiunge inoltre una stupefacente dichiarazione del magistrato Nino Di Matteo - una delle icone della lotta alla Mafia - che dice di essere stato contattato dal ministro della giustizia Alfonso Bonafede per assumere il vertice del DAP (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria) ma che lo stesso Bonafede ritirò successivamente questa sua proposta a causa delle pressioni su di lui esercitate dai boss, roba da far tremare i polsi, dichiarazioni di inusitata gravità. Ma qui il salto dalla tragedia alla commedia all'italiana è tanto rapido quanto disinvolto e quello stesso premier che aveva voluto la testa di Siri per un'accusa estremamente più lieve ecco che ora si schiera decisamente dalla parte di Bonafede. E con Conte c'è di nuovo il M5S che evidentemente ha deciso di archiviare lo slogan "onestà onestà onestà" per sostituirlo con le parole d'ordine del suo nuovo corso: opportunismo e poltrone. 

E non finisce qui perchè perfino quella brutta copia di Catone il censore che risponde al nome di Marco Travaglio arriva a smentire se stesso contraddicendo la linea di rigore morale che ha caratterizzato il suo lavoro di giornalista: per lui si è semplicemente trattato di "un equivoco tra due persone in buona fede". Mentre intanto ben 376 grandi mafiosi e trafficanti - tra i quali pure il temibile Pasquale Zagaria - sono stati scarcerati, mi chiedo cosa sarebbe accaduto se il ministro della giustizia fosse stato un esponente del centrodestra e non oso darmi una risposta. E chiudo con le parole di Roberto Saviano alle quali ha dato grande rilievo La Repubblica: "Garantire la salute di qualunque detenuto è fondamentale ed è un atto di un'efficacia antimafia immediatamente misurabile" e il titolo del quotidiano è emblematico: "Lo Stato di diritto deve valere anche per Caino". E mentre il Quirinale come sempre tace e non vede, ecco che  la sinistra giustizialista si è improvvisamente risvegliata collusa con la malavita, chissà, forse avrà pensato che anche i mafiosi e i camorristi votano e di questi tempi tutto fa brodo.

Dalla bacheca di Danilo Bonelli

Se...

Se fosse accertato che il virus fuoriesca da un laboratorio cinese, che paghino loro tutti i nostri debiti. 

Un tempo il pericolo rosso si fermava agli Urali, la guerra fredda aveva peraltro, celato il fallimento di un sistema totalitario, per alcuni versi addirittura feroce, su cui però tanti avevano riposto speranze.  L’internazionale socialista nella sua vulgata bolscevica aveva tradito in gran parte gli ideali marxisti, il sistema economico implodeva sempre di più e le classi meno abbienti, anche se non vivevano più nel terrore di una polizia di regime spietata come nel periodo stalinista, vedevano comunque, la loro emancipazione frustrata.  Che il sistema fosse ormai al collasso venne a riferircelo la tragedia di Chernobyl.  Un impianto strategico ad altissimo potenziale di rischio abbandonato al più disdicevole degrado.  Anche in quell’occasione il regime tentò di occultare, nascondere e poi, limitare la portata di un immane disastro ambientale. 

Ma la cortina di ferro serrò i ranghi e cercò di contenere un fallimento politico economico sociale che ormai era esploso in tutti i modi e che soltanto qualche anno dopo sarebbe crollato miseramente. Per carità, i nostalgici ne tengono ancora in piedi la memoria, ma la realtà purtroppo ha disvelato ben altro panorama. Quello di uno stato pronto a sacrificare la propria gente e quella di altri popoli pur di preservare una burocrazia infantile, un’industria vetusta ed una gerarchia feudale, in nome di un partito comunista che attraverso un controllo asfissiante aveva tolto la libertà ai propri cittadini e mortificato gli ideali della rivoluzione. Il crollo venne da tutti celebrato come una liberazione. 

Si pensò che l’URSS sostenesse con la forza di Sansone le colonne portanti del tempio. Ma fu un errore pensare che il suo crollo minasse le basi di un intero sistema mondiale sostenuto dai dettami della sua chiesa. È vero che sul fronte europeo si sciolse come neve al sole. Ma altrove, no! In estremo oriente specialmente, il virus ideologico partoriva una mutazione genetica. Si trasformava. Il comunismo, a quelle latitudini, amava definirsi, nella sua forma ecumenica, una “democrazia popolare”, riuscendo a convivere magicamente con il suo nemico storico: il capitalismo. Il regime che impone un ferreo capitalismo di stato. Per il popolo non cambiava assolutamente nulla, schiavo era, ed asservito rimaneva (tranne un 5% tra benestanti di partito e super miliardari), ma la mutazione si è evoluta tenendo conto degli sbagli del passato, soprattutto in chiave economica, creando gli anticorpi necessari al superamento delle avversità. 

Oggi la Cina è solida, il regime è ambizioso, cinico, spregiudicato  e per la ragione di stato non fa sconti a nessuno. Come tutti i grandi imperi determina gli eventi ed attraverso un controllo costante di tutte le fonti di informazione circoscrive la realtà agli interessi di regime. Ha mantenuto persino la furbizia e la prepotenza dei paesi imperialisti che talvolta si macchiano impunemente di delitti orribili e che nel nasconderli, senza ritegno, calpestano ogni forma di dignità e di rispetto verso l’uomo e le sue organizzazioni sociali. La Cina, per il covid, ha imposto la legge marziale ad una intera Ragione che soltanto l’ingenuità ed il candore dei sprovveduti europei poteva ritenere che si trattasse di un fatto normale. 

Mentre Pechino, dopo piazza Tienanmen, si rifaceva il trucco abbandonando ogni pubblica forma di ferocia nei confronti del dissenso (ed il focolaio di Hong Kong ne è la prova), al contempo, metteva a ferro e fuoco 38 milioni di propri cittadini come se l’epidemia circolasse nell’aria. La comunicazione di regime ha poi fatto il resto. Dapprima minimizzando e poi, arrestando i numeri dei decessi e dei contagiati a quanto probabilmente prefissato a monte. Nella reticenza generale. Ora c’è poco da essere complottisti. È vero che gli americani le armi chimiche a Bagdad non le hanno mai rinvenute, ma è altrettanto vero che una parte della scienza, che mai come in questa occasione appare così divisa, non esclude una nascita in laboratorio del terribile virus. 

Se così fosse l’Europa, che al tempo del disastro ambientale di Chernobyl si dimostrò succube ed impotente, anche perché dinanzi a se aveva una Superpotenza che incuteva ancora timore (e nessuno ne presagiva una così rapida liquidazione), oggi,  dovrà chiedere un risarcimento adeguato per i danni subiti. I nostri debiti derivanti dal Covid, se si accertasse che fossero stati i cinesi a provocarli con esperimenti di laboratorio fuori controllo, che li pagassero loro.

lunedì 4 maggio 2020

Sulla storia di Bonafede

#Bonafede #DiMatteo

Io una mia idea me la sono fatta, del tutto personale, frutto del mio libero pensiero:

- scoppia la rivolta nelle carceri, addirittura con scontri ed alcune evasioni;
- i boss promettono di sedarla;
- il governo, alle prese col virus, non ha gli strumenti per fermarla e accetta;
- i boss sedano la rivolta e presentano il conto al governo;
- il governo accetta;
- salta la nomina di Di Matteo, famoso per la sua intransigenza, e ci mettono un altro;
- alcuni boss escono dal carcere.

Insomma, lo stile "Cutolo".

E bravi ai 5Stelle! Honestaaaa!!!! Honestaaaa!!!! #Honesta!

Giuseppe Palma

domenica 3 maggio 2020

Sulle scarcerazioni dei criminali

Allora, ricapitoliamo, c’è stato un blackout tra il ministro della giustizia, la magistratura e il precedente titolare del dap e dunque, sono stati scarcerati e portati ai domiciliari un tot di criminali che stavano al 41bis. Questo, è successo in coincidenza del dpcm “cura Italia”. Il deputato 5s, Giarrusso, racconta una storia sua poco realistica e difende l’indifendibile. Lui, fa parte dei manettari ma, per un qui pro quo, scarcerano mafiosi e gente pericolosissima e continuano a difendere l’operato del ministro della giustizia. La magistratura, come già detto, ci ha messo del suo e il direttore del dap, non ha voluto rispondere. La coincidenza è: il governo attuale, il cura Italia con scarcerazioni a muzzo, la magistratura che in parte fa schifo e in ultimo, un ministro della giustizia inadatto. Ma Giarrusso, continua nella difesa...

Conte e i soldi per l’oms...

Giuseppe Conte Emmanuel Macron Angela Merkel Charles Michel Erna Solberg e Ursula von der Leyen, che domani hanno intenzione di firmare, in seno alla Commissione europea, l’impegno a finanziare la ricerca del vaccino Covid 19 per un importo di 7,5 miliardi, che la cosa farà incazzare, e non poco, mister Trump. Lui taglia i fondi all’OMS (leggasi Bill Gates) e noi invece gli telefoniamo e apriamo i rubinetti, anche quelli italiani, per 130 milioni.

Occhio, Giuseppi, che se quello oltreoceano poi parte, e dal momento che dal 27 Marzo si è rimpossessato della Federal Reserve, poi la paghiamo ancora noi la tua ignoranza politica. Leggasi firmare la Via della Seta con 133 basi NATO sul territorio.

Ma secondo te, Trump si fa fottere l’Italia e soprattutto i porti dell’Italia dai cinesi? Non ti sei ancora reso conto che sei veramente il burattino di tutti?. Alla Merkel domani servi per firmare e allora ti leccherà il culo salvo poi lanciarti la pelle del salame quando vai a chiedere soldi in Europa. Il tuo scodinzolare a favore dei poteri forti in contrapposizione al tuo voler essere duce con noi italiani è semplicemente vergognoso.

Dalla bacheca di Claudia Monteverdi

venerdì 1 maggio 2020

Nuova normalità

Le cose inutili nella “nuova normalità” di Debora Billi

L’alimentari è indispensabile. Ristorante, bar, pizzeria, pasticceria, gelateria sono inutili. La passeggiata è indispensabile. Tutto lo sport, dal calcio alla piscina dei bimbi, è inutile. Internet, il cellulare, sono indispensabili. Il teatro, il cinema, la musica, ballare, sono inutili. Il parrucchiere, la ceretta, la barba, il massaggio sono inutili. Il funerale è indispensabile. La Messa, sposarsi, battezzare, è inutile. Studiare è indispensabile. La scuola e l’università sono inutili. La Polizia e l’app sono indispensabili. I tribunali e le carceri sono inutili. I trasporti sono indispensabili. I viaggi, le vacanze, le gite, le escursioni, le scampagnate sono inutili. Il modo di procedere è chiaro: non si tratta di codici Ateco, né di contagiosi assembramenti. Il nostro Paese è ora chiuso al “superfluo”, sulla base di valutazioni da Stato etico in cui tanti cittadini rivestono volentieri il ruolo di polizia morale. Chi afferma (e accade in tutto il mondo con la medesima locuzione) “abituatevi alla nuova normalità”, è proprio a questo che si riferisce. Come nell’Anno Domini 1979 dell’Iran khomeinista, è abolito ogni piacere della vita, e ci si deve rassegnare a una squallida quotidianità basata sulle categorie morali di qualche ignoto Pasdaran al potere. In strada ci sarà chi provvederà a farvi adeguare, e dove non ci sarà, ci penserà l’app. E chi lavora nei settori inutili? Beh buon 1 maggio, e w la rivoluzione khomeinista!

Difendere e resistere...

"Saremo qui a difendere e a resistere, dalla parte di quell'Italia che abbiamo costruito e che non vi faremo distruggere!” Graziano Delrio

- 5 milioni di poveri assoluti, 8 milioni di poveri relativi.

- 7 milioni di italiani indebitati per potersi curare.

- Disoccupazione, licenziamenti e precarietà endemici, soprattutto al Sud, grazie a Job Act, delocalizzazioni e all'abolizione dell'Articolo 18.

- Operai che muoiono sul posto di lavoro a quasi 70 anni per colpa della Legge Fornero.

- Ponti e viadotti che crollano a causa delle privatizzazioni delle autostrade, regalate agli amici degli amici.

- Regalie a banche e multinazionali e distruzione del welfare.

Grazie Graziano Del Rio.
Questa è la bella Italia che hanno costruito i governi del PD.