sabato 15 ottobre 2022

Criminali

Per fortuna il covid è sparito dai megafoni assordanti della propaganda e gli alchimisti dei vari comitati governativi stanno chiudendo baracca e burattini per ritornare nell’oblio dal quale erano emersi. Ma un punto sulla questione va messo per capire cosa è veramente successo in questi anni assurdi. Tralasciando le fasi caotiche e convulse dei primi momenti in cui, inevitabilmente, si andava avanti a tentoni commettendo errori anche in buona fede, è necessario tracciare una netta linea di demarcazione dal momento in cui il vaccino della Pfizer fece il suo ingresso trionfale. E’ da allora, infatti, che nel nostro paese si è creato un clima da guerra civile. Milioni di persone private della libertà di circolazione, posti di lavoro persi, commercianti falliti, vere e proprie ghettizzazioni, idranti, manganellate, donne incinta fatte abortire sui marciapiedi, anziani privati dell’ultimo abbraccio, fratelli contro fratelli, censure, denigrazioni, minacce, aggressioni… L’imperativo era uno e categorico: vaccinarsi al fine di impedire la diffusione del contagio. E chi si rifiutava era un untore, socialmente pericoloso che andava fermato a tutti i costi. E in nessun altro paese del mondo come in Italia le norme liberticide furono così ferree e severe da sfiorare il sadismo, prima con il green pass e infine con l’obbligo vaccinale.


Sia chiaro, se il vaccino avesse frenato la diffusione del virus, alla luce del Machiavellico principio che “il fine giustifica il mezzo”, in una tale situazione di necessità e urgenza, il tutto si sarebbe anche potuto giustificare… ma era veramente così? Ebbene oggi sappiamo, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la risposta è NO! Sebbene i mezzi di propaganda mediatica si guardino bene dall’informarci, nei giorni scorsi la presidente dei mercati internazionali della Pfizer è stata “trascinata” in un’audizione dinanzi al Parlamento Europeo. Alle pressanti domande, la top manager ha dovuto ammettere che il vaccino non era mai stato testato come strumento per impedire la trasmissione del virus. Quindi, sin dalla sua origine, c’era la consapevolezza che non preveniva il contagio. Poteva stimolare una risposta immunitaria alla malattia, ma non produceva immunità. Ci rendiamo conto della enorme gravità di tale assunto? Tutta la legislazione speciale varata dal governo e strombazzata dalla propaganda si basava su una ciclopica falsità. E non mi riferisco certo alle cazzate dette da Draghi nella tristemente famosa conferenza stampa, per cui chi aveva il green pass era “sicuro di non contagiare e di essere tra persone che non si contagiano”.


Quelle potrebbero essere stupidaggini dal sen fuggite che fanno il paio con: “volete i condizionatori accesi o la pace?”.  Puttanata in più o in meno, poco cambia, tanto i giornalisti applaudono comunque. No, verba volant scripta manent! Mi riferisco a quanto messo, nero su bianco, nei decreti legge. Sapete qual era l’obiettivo del decreto 52 istitutivo del green pass? “Contenere l’emergenza epidemiologica”. Ancora più esplicito era l’obiettivo del decreto 44\2021 sull’obbligo vaccinale: “Favorire la prevenzione del contagio”. Ma il vaccino non conteneva, né preveniva una beata mazza! Chi non si vaccinava eventualmente metteva a rischio se stesso (e forse, nelle prime fasi dell’epidemia, il sistema sanitario) ma non gli altri! Questo alcuni di noi, capaci di resistere ai lavaggi di cervello mediatici, lo avevano già intuito. Ma comunque oggi lo sappiamo tutti. E’ mai possibile che al governo non lo sapessero? Tutta quella pletora di scienziati un tanto al chilo del comitato tecnico scientifico erano ignari o forse ignavi? E non ne sapeva nulla neanche la giuliva Von der Leyen che condusse personalmente i misteriosi negoziati con i vertici della Pfizer per la fornitura di un lotto di quasi 2 miliardi di dosi? Un punto sulla questione va messo anche se il covid è sparito dai megafoni della propaganda. Perché la propaganda è ancora più attiva che mai sebbene impegnata su altri fronti. E solo capendo il passato possiamo tentare di capire il presente…



Salvino Paternò