lunedì 22 novembre 2021

Selvaggia Lucarelli

L’impavida Selvaggia Lucarelli, orgoglio del giornalismo nostrano, decide di andare controcorrente e, invece di attenersi alle sagge norme del mainstream finalizzate ad ignorare, occultare e misconoscere le imponenti proteste di piazza (sintomo di un malessere diffuso che sempre meno ha a che fare con il virus), si presenta tronfia e impettita al Circo Massimo, gremito come non mai, invitando i manifestanti a vaççinarsi. Conoscendo la sua proverbiale pacatezza è facile immaginare con quale flemmatica serenità e spirito dialogante abbia messo in atto la provocazione. E’, infatti, a tutti noto il suo impegno contro gli haters profuso spargendo livore a piene mani, fedele al motto schizofrenico ed ipocrita secondo il quale l'odio lo si combatte con l'odio. Fatto sta che, come era prevedibile (e come lei stessa sperava), si becca uno spintone che le fa finire il cellulare, spianato impietosamente sui biechi manifestanti, sul suo bel faccino. Apriti cielo! Il mainstream dichiara il lutto nazionale e i rappresentanti politici si accalcano ansiosi di porgerle la loro solidarietà.


Beh, sinceramente è difficile sopprimere la volontà sfrenata di esimersi dal coro unanime di sostegno e di dare la solidarietà solo al povero cellulare... Verrebbe voglia di ripagarla con la stessa moneta con cui l’opinionista trattò i due agenti di polizia che, nel dicembre 2016, affrontarono il tunisino autore della strage del mercatino di Natale a Berlino. Malgrado uno dei due rimase ferito nella violentissima colluttazione, la Lucarelli sdegnosamente si rifiutò di dargli la sua vicinanza poiché, spulciando il profilo fb, aveva scovato qualche fastidioso link di estrema destra. E che dire di quando negò la solidarietà all’odiatissima leader di Fratelli d’Italia, sobriamente definita "vacca e scrofa" da un esimio professore universitario? Ma poiché sono geneticamente diverso da lei, con il cuoricino contrito ed affranto, le esprimo la mia totale solidarietà. Vabbè, lo faccio anche perché ho la sadica consapevolezza che la solidarietà di chi non la “pensa” come lei la infastidisca… Ma vado ben oltre la solidarietà e invoco misure concrete in suo favore! Poiché nel commentare l’increscioso episodio, la Lucarelli lamenta che non c’era alcun agente delle forze dell’ordine presente alla vile aggressione, allora chiedo urgenti misure di protezione per la preziosissima intellettuale. Suvvia, dategliela una scorta! Distaccate qualche agente antisommossa delle forze speciali ondulatorie e mettetelo a difesa dell'intrepida cronista. Proteggete siffatta professionista del nulla, abilissima nel mascherare la sconfortante vacuità concettuale con una tracotante superbia, la superficialità con la boria, il vuoto intellettuale con il fanatismo vanaglorioso. Tutelate questa eroina dell'inconsistenza che sfoggia orgogliosa l'acrimonia, ostenta radiosa l’astio e si pavoneggia nel rancore. Non privateci dei suoi eterei pensieri, forgiati da gracili idee e labili meditazioni. Non spegnete la sua voce, altrimenti sprofonderemo nel vuoto. Un “vuoto” talmente profondo e immenso che è noto solo a chi è così “pieno” di se...


Salvino Paternò

venerdì 19 novembre 2021

Arresti domiciliari per non vaccinati…

Green pass rafforzato e divieti ai no vax per cinema, ristoranti, bar e teatri. Il nuovo decreto di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini


Possibile decreto la prossima settimana. Speranza: la situazione peggiora. Il certificato verde sarà valido mesi e regole più severe per chi decide di non vaccinarsi. Veri e propri divieti legati alla vita sociale per proteggere chi è immunizzato. L’impennata dei contagi da Covid-19 e il pressing dei presidenti di Regione che non vogliono rischiare nuove chiusure nel periodo natalizio, convincono il governo a intervenire. Il decreto che introdurrà anche l’obbligo di richiamo per il personale sanitario e i lavoratori che entrano nelle Rsa, le residenze per anziani, potrebbe essere approvato già la prossima settimana. La linea della cautela sin qui tenuta da Palazzo Chigi non regge di fronte al rischio che le terapie intensive superino la soglia critica, come sta accadendo in altri Stati europei. E dunque anche l’Italia sembra andare nella direzione di un doppio binario, per premiare chi ha completato il ciclo vaccinale.


Il decreto 


Il ministro della Salute Roberto Speranza ieri ha incontrato il sottosegretario Roberto Garofoli, con il quale ha analizzato i dati dei contagi e dei morti. Per il governo è ormai chiaro che «la situazione sta peggiorando, non si può stare fermi» e sarà inevitabile che «i non vaccinati paghino più di chi ha invece scelto di immunizzarsi». Segue la stessa linea la titolare degli Affari Regionali Mariastella Gelmini che di fronte ai presidenti di Regione ha chiarito come non ci sia «alcuna volontà di spaccare il Paese, ma se l’aumento dei contagi e delle ospedalizzazioni dovesse portare a nuove restrizioni, non sarebbe ipotizzabile mettere sullo stesso piano i vaccinati e i non vaccinati». La prossima settimana — dopo un nuovo confronto con i governatori — sarà dunque convocata la cabina di regia e poi si procederà con un decreto.


Green pass da 9 mesi


Sulla riduzione della validità del green pass non ci sono più dubbi. Gli ultimi studi dell’Istituto superiore di sanità che dimostrano come la copertura vaccinale cominci a scemare dopo i 6 mesi, convincono tutti che sia necessario intervenire al più presto. Il decreto stabilirà che il green pass non è più valido un anno, ma 9 mesi dall’ultima inoculazione. E in questo senso va la decisione presa ieri sera da Speranza di anticipare al 22 novembre l’avvio della campagna di richiamo per la fascia di età tra i 40 e i 60 anni. Entro il 29 novembre l’Ema dovrebbe dare il via libera al vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Subito dopo l’Italia avvierà la campagna anche per i più piccoli.


I tamponi


Le opzioni sul tavolo sono diverse. Sarà la cabina di regia del governo, confortata dal parere degli scienziati, a prendere la decisione. I tamponi antigenici hanno mostrato un’attendibilità non completa e per questo c’è chi vorrebbe eliminarli come requisito per ottenere il green pass. Rimane il dubbio anche per i molecolari, ma in questo caso il problema riguarda la durata. Dal momento in cui arriva l’esito negativo ci sono infatti 72 ore e molti scienziati ritengono che in questo lasso di tempo ci si possa infettare e dunque essere contagiosi senza accorgersene. Per questo hanno chiesto di ridurre la validità portandola a 48 ore, mentre quella dell’antigenico potrebbe essere limitata a 24 ore.


Divieti ai no vax e green pass rafforzato


Bar, ristoranti, cinema, teatri e tutti i luoghi al chiuso potrebbero essere inaccessibili per chi non è vaccinato. Al ministero della Salute lo ritengono ormai «inevitabile». Il rigore che sin dall’inizio della pandemia ha sempre caratterizzato la linea di Speranza, ritorna nel momento in cui c’è il rischio di «vanificare gli sforzi fatti sin ad ora». Insomma, perché penalizzare le attività e la vita di chi ha aderito alla campagna vaccinale? La convinzione del fronte rigorista è che a subire le restrizioni debbano essere le persone che hanno scelto di non immunizzarsi. Il presidente del Consiglio finora è stato cauto sulla possibilità di far pagare un prezzo più alto, in termini di libertà negate, ai non vaccinati. Ma col virus che corre, anche Draghi si starebbe convincendo che sia la via più indolore, come del resto chiedono compatti i governatori, sia pur di schieramenti opposti. Una delle ipotesi potrebbe essere l’eliminazione del tampone per ottenere il green pass. Antigenici e molecolari dovrebbero essere utilizzati soltanto per chi non ha il vaccino ma deve andare al lavoro.


Richiamo a 5 mesi


Il decreto confermerà l’obbligo per il personale sanitario e per i lavoratori delle Rsa di sottoporsi al richiamo del vaccino. Il governo sta valutando l’anticipo della terza dose a partire dalla fine del quinto mese e non dal sesto. Su questo dovrebbero però essere compatti i componenti del Cts per superare il parere dell’Ema, che ritiene valido l’intervallo di 6 mesi.

domenica 7 novembre 2021

Criminali di governo

Nelle vie dello shopping si accendono le luminarie, il secondo Natale ai tempi del virus si avvicina e Roberto Speranza guarda alle festività con un mix di preoccupazione, fiducia e prudenza. La stagione del rigore assoluto che lo ha visto protagonista, anche tra mille polemiche politiche, è alle spalle e per fortuna non è più tempo di imporre restrizioni. Ma anche se in Italia «i numeri dell’epidemia e dei vaccinati sono oggettivamente migliori» il ministro della Salute vuole «restare con i piedi per terra, perché in tutta Europa la situazione è seria, l’onda del Covid è ancora alta».


Se l’Italia sta meglio rispetto a Germania, Francia, Gran Bretagna lo si deve al «dato meraviglioso di 46 milioni e 716 mila italiani che hanno fatto almeno una dose», nonché alla scelta del governo di allentare «molto gradualmente» le restrizioni. «La strategia ha funzionato — rivendica Speranza rispondendo al Corriere —. Vaccini, green pass e mascherine, che non abbiamo tolto mai, ci hanno messo in condizione di reggere meglio la quarta ondata». Basta alzare lo sguardo a Est per capire che la curva epidemiologica è destinata a crescere ancora: «La Romania con meno di 20 milioni di abitanti e solo il 30% di vaccinati fa 600 morti al giorno. La proporzionalità è evidente, più un Paese sale con i vaccini e più è protetto». Ma poiché è «realistico» aspettarsi una crescita anche in Italia, è fondamentale continuare a rispettare le regole: «Al chiuso resta l’obbligo di mascherine, non ho intenzione di toccarlo. E non si tocca l’uso robusto del green pass. I numeri sono dalla nostra parte, il modello adottato sta funzionando. Regole e strategia dunque non cambiano, ma ovviamente valuteremo». La priorità del governo è accelerare con la terza dose e avviare subito la vaccinazione dei bambini. Quando si parte con la fascia 5/11? «Il mio auspicio è dicembre, non appena l’Ema avrà approvato il vaccino e l’Aifa avrà dato il via libera per l’Italia. Gli scienziati stanno dicendo che la dose di un terzo di Pfizer è efficace e sicura. Lavoreremo con i pediatri per tranquillizzare le famiglie». Dei 3,2 milioni di bambini di quella fascia, Speranza punta a vaccinarne almeno la metà: «Se tra i 12 e i 19 anni siamo arrivati al 70%, per i più piccoli dobbiamo arrivare almeno al 50%».


Mario Draghi tirerà dritto, anche con Matteo Salvini contrario? «Il premier ha grande fiducia nella comunità scientifica. Non ci sono paturnie politiche in grado di fermare una scelta che ci vede molto determinati. Su materie così delicate decide la scienza, non la politica. Fino ad ora il governo ha fatto così e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».


Anche sulla terza dose è il momento di correre: «Stiamo spingendo, c’è una crescita forte». I vaccini ci sono, gli appelli del governo sono destinati a intensificarsi. Che fare per convincere i dubbiosi? «Sabato abbiamo superato i due milioni e 44 mila booster e segnato il record di 120 mila terze dosi in un giorno, non sono pochissime. Questa settimana decideremo con gli scienziati di allargare a ulteriori fasce d’età». In Gran Bretagna hanno aperto agli over 50, possiamo fare meglio? «Penso che a sei mesi dalla seconda dose sia opportuno favorire la terza per la platea più larga possibile». Siamo in grado di scendere anche sotto i 30 anni? «Per me sì, ma già somministrare la terza dose alla fascia tra 40 e 60 sarebbe un bel risultato. Ci atterremo al parere degli scienziati». Lo stesso si farà sulle regole del Natale. In conferenza stampa Speranza ha schivato la domanda su feste e cenoni perché teme che il «tormentone» parta in anticipo. Ma il calendario non fa sconti e il ministro si rassegna a sfogliarlo: «Al momento non abbiamo pianificato nulla, non ci sono norme allo studio. L’inverno è la stagione più insidiosa perché si sta più al chiuso, quindi il mio invito è alla prudenza totale, a indossare le mascherine e rispettare il distanziamento». Chi sta programmando viaggi all’estero può comprare serenamente il biglietto? «Io sono per le vacanze in Italia», prova a cavarsela con una battuta Speranza.


Come se lo immagina, il Natale 2021? «Se i reparti ospedalieri tengono non scatteranno misure e sarà un Natale come gli altri prima del Covid. Se invece i ricoveri salgono scatteranno le misure nei territori, in base al sistema dei colori. Non abbiamo mica sospeso la legge che prevede le fasce di rischio... Con il giallo tornano le mascherine all’aperto e al ristorante c’è il limite di 4 a tavola». E qui il ministro si ferma. Forse perché in una fase di (cauto) orgoglio, con il nostro Paese che può vantare le uniche sei regioni d’Europa nella fascia più bassa di rischio, non vuole evocare quella cartina d’Italia a macchie gialle, arancioni e rosse che ha scandito le fasi più dure della pandemia. «Il mio è un messaggio di prudenza, ma voglio ringraziare gli italiani che all’86% si sono vaccinati, anche gli ultimi 17 mila che, dopo tanti dubbi, hanno fatto la prima dose». E i no vax, che continuano a protestare nelle piazze? «Li invito a osservare la proporzionalità straordinaria tra numero di vaccini e numero di contagiati. C’è un lavoro massiccio di persuasione da fare su quel 12 o 13 per cento di persone che sono no vax, hanno paura o sono difficili da contattare. Dobbiamo convincerli uno per uno. Ogni vaccino in più rende il nostro scudo più forte». Arrivano notizie incoraggianti sul fronte delle cure. Le nuove pillole anti-Covid di Merck e Pfizer sono «ulteriori strumenti che possono aiutarci, ma non possono certo sostituire l’arma fondamentale che è il vaccino». Quando finirà questo lungo incubo? Dovremo vaccinarci contro il Covid ogni anno, come per l’influenza? «Lo capiremo con i mesi — sospira Speranza —. Ma quando hai una fetta larghissima di popolazione vaccinata affronti meglio il virus. Passato l’inverno, se a livello mondiale salirà la copertura vaccinale sarà più facile evitare ulteriori varianti». Ne arriveranno ancora? «È il tema vero, la cosa che più ci preoccupa».


https://www.corriere.it/politica/21_novembre_07/speranza-bimbi-vaccinati-dicembre-9f1fa804-3f3f-11ec-962b-eeb23879ffbb.shtml 

Due righe soltanto

Avevano cominciato con le chiusure per poche settimane e siamo stati dentro casa per più di tre mesi all’inizio, era per salvare la Pasqua. Ci hanno richiuso di nuovo in casa a fine ottobre per salvare il Natale e siamo rimasti chiusi in casa altri 6 mesi. Avevano detto che due dosi di vaccino bastavano ad immunizzare poi, ci hanno ripensato dicendo che due dosi, bastavano per non finire intubati in terapia intensiva, dopodiché, hanno detto che due dosi non bastavano più visto che le difese immunitarie dopo un tot di mesi, calano e quindi, quindi, bisogna fare una terza dose “booster” perché ci sono le varianti. L’immunizzazione non esiste perché i vaccinati, possono essere contagiati e contagiare a loro volta. E mi si chiede perché dovrei fidarmi? Stanno facendo la caccia ai non vaccinati, li stanno ammazzando negando loro la vita e la socialità. Li stanno trattando come feccia dell’Italia e invece, la feccia sono loro che hanno instaurato un regime peggiore a quello Hitleriano. Stanno vientando le piazze a chi chiede di abolire il green pass per lavorare, stanno mandando la polizia a picchiare persone inermi e pacifiche. No, loro non pagheranno, purtroppo. A pagare, siamo sempre e solo noi.

mercoledì 3 novembre 2021

L’uomo col tavolino

E’ bastato un uomo con un tavolino, che si è seduto pacificamente in Piazza del Popolo, per far scattare la reazione scomposta ed esagerata del governo: via da Roma per un anno. Questo è il livello di paura che serpeggia in questi giorni ai piani alti del potere. Hanno avuto paura di un uomo con un tavolino. Stefano Puzzer ha fatto una mossa geniale: “Visto che ci avevano promesso una risposta che non è mai arrivata – ha detto - vado io a Roma e mi siedo in piazza ad aspettare”. Nulla di più semplice e nulla di più eloquente allo stesso tempo. Quella presenza in piazza, con quelle sedie vuote davanti al tavolino di Puzzer, era un’immagine insopportabile per un governo di vigliacchi che non riesce a giustificare in alcun modo la scelta scellerata del green pass ai suoi cittadini. E così è scattato l’allontanamento, rivelando il nervo scoperto dei nostri aguzzini: hanno paura.


Le piazze spaventano. A Trieste hanno usato la patetica scusa dei “contagi” per chiudere a tutti la piazza principale fino al 31 dicembre. La Confcommercio chiede lo stop alle manifestazioni del sabato pomeriggio, “perchè così si danneggia l’economia”. Le manifestazioni nelle varie città d’Italia vengono taciute nei telegiornali, affinchè gli italiani non sappiano. E un singolo uomo con un tavolino viene allontanato dalla capitale d’Italia, perchè in poche ore era riuscito a raccogliere intorno a sè centinaia di cittadini che erano venuti a dargli supporto. Questo dimostra una sola cosa: è il momento di insistere. Abbiamo tutto il diritto di protestare, in modo pacifico, contro la privazione delle nostre libertà e contro il ricatto ignobile di un greenpass che lede ogni più elementare principio costituzionale. Chiunque resti a casa oggi, pur potendo andare in piazza, potrà serenamente ritenersi responsabile nel giorno in cui ci accorgessimo che le nostre libertà individuali sono state soppresse per sempre. E quel giorno sarà troppo tardi per piangere.


Massimo Mazzucco