martedì 25 gennaio 2022

Il passaporto vaccinale UE

Il lasciapassare verde: tramonto o alba? Di Andrea Zhok 


È noto come la Commissione Europea avesse progettato sin dal gennaio 2018 l’implementazione di un pass sanitario per i cittadini UE (vaccination passport for EU citizens). L’intento dichiarato concerneva la mobilità tra paesi dell’UE e la “road map” che era stata proposta aveva il 2022 come data di implementazione definitiva. Il fatto che questo progetto fosse inteso soltanto come limitazione agli spostamenti tra paesi non deve trarre in inganno circa la radicalità del progetto. Infatti è da tempo che le normative europee non contemplano alcuna distinzione netta tra la mobilità interna a ciascuno stato dell’UE e la mobilità tra stati, e dunque un passaporto vaccinale che potesse porre limitazioni alla mobilità tra stati implica di principio una legittimazione generale a porre limitazioni ad ogni mobilità territoriale, a qualunque livello. È anche interessante notare che la proposta del 2018, una volta resa pubblica e commentabile dalla cittadinanza venne subissata da una debordante quantità di critiche, al punto che i commenti pubblici sulla pagina dedicata nel sito della Commissione Europea vennero bloccati nel marzo 2018. Dopo questa accoglienza il progetto sembrava sospeso. Ora, assumiamo ragionevolmente che la Commissione Europea ignorasse l’emergere futuro della pandemia di Sars-Cov-2. La domanda interessante da porre sotto queste condizioni è: quale era la ratio originaria di tale passaporto vaccinale? Questa domanda si impone perché:


1) nella legislazione UE un blocco alla libera mobilità è una cosa assai seria, implicando di diritto un’esclusione generalizzata ad accedere a luoghi e possibilità di lavoro; 


2) non c’erano state nella storia europea degli ultimi cento anni eventi epidemici di peso tale da lasciar prevedere serie necessità di contenimento.


Dunque, perché spingere tale proposta, al tempo stesso ricca di implicazioni e priva di forti motivazioni sanitarie? Per tentare una risposta dobbiamo chiederci quali sono le caratteristiche intrinseche di un tale passaporto, a prescindere dalla specifica, eventuale, emergenza sanitaria. Un passaporto sanitario così concepito ha caratteristiche specifiche, del tutto diverse da qualunque altra “licenza” ordinaria. Se desidero guidare un’automobile, o portare una pistola, farò una domanda per ottenere una patente di guida o un porto d’armi. Guidare o portare un’arma sono “poteri ulteriori” che acquisisco rispetto alle persone che mi stanno attorno, e tali poteri possono mettermi nelle condizioni di esercitare una minaccia verso il prossimo. Le relative licenze vengono perciò erogate a seguito di una serie di esami volti ad assicurare l’idoneità, la capacità e l’equilibrio di chi potrà in seguito circolare su un’automobile o con una pistola. Se desidero ottenere una facoltà supplementare mi sottopongo ad un esame che rassicura la collettività intorno alla mia capacità di gestirla. Un passaporto vaccinale invece opera in modo inverso: anche se io non chiedo né pretendo nulla, esso mi sottrae alcuni diritti primari di cittadinanza, come i diritti di movimento o accesso, fino a quando io non abbia dimostrato di meritarli. Questo è il primo punto che deve essere sottolineato: qui siamo in presenza di una sottrazione di diritti generali della cittadinanza, e non di una richiesta personale di accesso ad ulteriori facoltà (come per le “licenze” di cui sopra).


In stretta connessione col primo punto sta il secondo: il passaporto vaccinale crea un’inversione dell’onere della prova. La situazione è tale che io ho accesso ai miei diritti di cittadinanza solo se dimostro di esserne degno, mentre nelle condizioni antecedenti io avevo intatti i miei diritti fino a quando non fossi stato dimostrato indegno di essi. Quest’inversione dell’onere della prova rappresenta un cambiamento di paradigma gravido di implicazioni: ora sta a me dimostrare di essere normale e di poter vivere in modo normale; e se per qualche motivo non sono in grado di dimostrarlo (foss’anche per un malfunzionamento tecnico), immediatamente ciò mi mette in una condizione di grave deprivazione (spostamenti, istruzione, salario, lavoro). C’è infine una terza caratteristica decisiva: un passaporto vaccinale è concepito come testimonianza di una condizione intesa come durevole. La condizione di normalità (la non patologicità) è ora qualcosa che deve essere provato da ciascun soggetto in pianta stabile, a tempo illimitato. 


È importante notare come la condizione emergenziale (reale o presunta) è stata sì richiamata per introdurre questo lasciapassare, ma non è stata più richiamata per definirne i limiti. La sua introduzione non è stata accompagnata da alcuna definizione delle condizioni sotto cui esso sarebbe stato tolto. Anzi, nonostante ripetute sollecitazioni i governi che hanno adottato questa soluzione si sono sistematicamente rifiutati di chiarire sotto quali condizioni il lasciapassare sarebbe venuto meno in quanto superfluo. In questi giorni si parla di “durata illimitata” per chi ha fatto la terza dose, e il punto importante di questa proposta non sta naturalmente nel numero delle dosi ritenute imperscrutabilmente bastevoli dai nostri esperti da avanspettacolo, ma nell’idea che comunque il meccanismo implementato rimarrà in vigore senza limite temporale. Quand’anche le condizioni specifiche per il conferimento del lasciapassare verde venissero allentate, tale allentamento sarebbe sempre revocabile, proprio in quanto è l’istituzione del lasciapassare in quanto tale a rimanere in vigore. Veniamo così alla questione finale, quella determinante. 


Non sappiamo quali fossero le intenzioni originarie per l’introduzione di questo lasciapassare nella proposta del 2018, ma abbiamo tutti gli elementi per capire che, quali che siano state tali intenzioni, tale dispositivo consente di esercitare un nuovo radicale livello di controllo sulla popolazione. Immaginiamo due scenari. 


Nel primo scenario tutta la popolazione accoglie senza fare resistenza questo dispositivo. Se questo accadesse chi governa avrebbe mano libera per effettuarne ulteriori “upgrade”, estendendo le funzioni di un sistema così ben accetto. A questo punto qualunque “virtù” che venisse efficacemente rappresentata come “di interesse pubblico” potrebbe divenire una nuova condizione da dover provare su base individuale per avere accesso alle condizioni di cittadinanza normale.


Nel secondo scenario una parte della popolazione fa resistenza a questo dispositivo. Ciò permette a chi governa di presentare i “resistenti” come problema fondamentale del paese, come origine e causa dei malfunzionamenti e delle inefficienze che lo assillano. Se solo questi nostri concitttadini fossero virtuosi e non renitenti, i problemi non sussisterebbero. Questa mossa sposta la responsabilità dalle spalle di chi governa a quelle di una sezione della società, concentrando l'attenzione pubblica su di un conflitto interno alla società.


Dal primo scenario si può passare al secondo quando gli “upgrade” del dispositivo diventano momentaneamente troppo esigenti, producendo una resistenza nella società. 


Dal secondo scenario si può passare al primo, quando la popolazione stremata finisce per rassegnarsi alle nuove condizioni.


Ecco, io non so se qualcuno abbia escogitato questo dispositivo a tavolino, con tali finalità. Se lo ha fatto possiamo complimentarci per l’ingegno, oltre che per il cinismo. Oppure nessuno lo ha inteso, ma semplicemente esso emerge come punto di caduta casuale di altre dinamiche. Ma questo non ne sottrae affatto le caratteristiche esiziali e la possibilità di essere utilizzato esattamente in questo modo. Di fatto un tale dispositivo può funzionare come un collare a strozzo per qualunque libertà e qualunque diritto, consegnando a tempo indeterminato un potere nuovo e radicale ai governi centrali sulla propria popolazione, accedendo ad un nuovo livello di controllo sociale e di compressione degli spazi di libertà. Questo è il momento decisivo in cui si determinerà il sentiero che andremo a prendere. In questo momento il lasciapassare verde, oltre ad essersi dimostrato un fallimento per ciò che prometteva di ottenere, risulta sempre più chiaramente sia inutile sul piano sanitario che dannoso su quello economico. Questo è il momento per cancellarlo. Se si permette che esso sopravviva, magari in una forma ad apparente “basso voltaggio” per qualche mese, esso diventerà un tratto definitivo della nostra vita, portando a compimento un processo di degrado irrevocabile nelle forme della libera cittadinanza.

lunedì 24 gennaio 2022

Aggiornamento

Ho fatto, di mia iniziativa, un altro tampone, stavolta con la luminescenza. Sono negativa. Il primo febbraio, io e il mio compagno, abbiamo il molecolare dell’Asl. Stiamo bene entrambi ma chiusi entrambi in casa. Ripeto, l’ultimo tampone del mio compagno, è risultato positivo a non si sa bene cosa. Noi, diciamo influenza stagionale, ma tant’è che ormai, esiste solo il mostro covid. È tutta una follia. Quantomeno, ho visto bene col nuovo medico. Fa il medico e lo sa fare.

sabato 22 gennaio 2022

Positivo e negativo…

Il mio compagno, venerdì mattina è risultato positivo (a cosa, non si è capito perfettamente) al tampone. Aveva un po’ di febbre il giorno prima, ha chiamato il medico e, appunto, gli ha chiesto di fare il tampone. Ieri pomeriggio, su consiglio del medico, ho fatto il tampone anche io e per ora, sono risultata negativa. Ha dato comunque la stessa terapia ad entrambi. Grazie a dio, non è la Tachipirina e la vigile attesa. Lunedì, ripeterò il tampone per vedere se mi sono positivizzata anche io. Stiamo bene entrambi. Leggermente acciaccati, qualche starnuto e qualche colpetto di tosse e lui, con febbre a poco più di 37. No, non indossiamo le mascherine ffp2 in casa, non ci siamo isolati l’uno dall’altro, non disinfetto più del solito. Siamo in casa, in quarantena a guardare films e a giocare alla PlayStation. 

sabato 15 gennaio 2022

Bipensiero e totalitarismo

IL BIPENSIERO ALL'OPERA IN UNA SOCIETÀ TOTALITARIA


Il bipensiero consiste nell'accogliere nella propria mente due parole con significato opposto e usare il significato all'occorrenza, per avere sempre ragione. 


In questo post vi forniamo un paio di esempi per capire come si applica nella vita reale, e nella dittatura totalitaria che stiamo vivendo. 


SI È "VACCINATI" SOLO QUANDO TORNA COMODO A DRAGHI


Draghi ha detto recentemente che i 3/4 dei morti sono non vaccinati. Dinanzi alla palese assurdità della sua dichiarazione si è cercato di comprenderne come sia stata formulata tale assurdità, quando di fatto i dati ISS mostrano che in numeri assoluti i vaccinati muoiono in maggior misura rispetto ai non vaccinati. Ebbene, se ci si ragiona, si scopre che la cosa non è casuale: da parte del regime c'è il tentativo di modificare il concetto di vaccinato. Si è vaccinati finché si fanno tutte le dosi previste. Per cui l'ultima ed unica folle manovra che hanno per difendere la narrazione pandemica è considerare coloro che hanno fatto due dosi da più di 120 giorni come NON VACCINATI.

Ma poi ci si ricorda che il potere attua anche un'altra narrazione, in cui sostiene che un vaccinato è uguale ad un consenso. Ma se i vaccinati sono solo quelli che hanno fatto la terza dose o la seconda da meno di 120 giorni, dov'è il consenso maggioritario che legittima questo dittatore a distruggere l'economia e i diritti del paese? Ecco che d'incanto i vaccinati tornano ad essere quasi il 90% e i novax solo una minoranza da ignorare. 


LA LIBERTÀ INIZIA E FINISCE DOVE LO DICE DRAGHI


Le ultime dichiarazioni di Draghi, ma anche della sua ombra informe che è Mattarella, dicono che dobbiamo "lottare" per difendere la nuova normalità che abbiamo raggiunto e che il vaccino consente la libertà. Quando si tratta di fare un autoelogio per il culto della personalità del vile affarista, allora siamo tutti liberi grazie a lui. Ma poi, però, d'incanto, quando gli si ricorda che mostrare un passaporto sanitario per qualsivoglia attività della propria vita non è libertà, ma carcerazione, allora d'un tratto egli ci ricorda che bisogna mantenere lo stato di emergenza con cui portare a termine la campagna vaccinale (spoiler: non finirà mai) e che la "vera" libertà è una promessa lontana, a patto che in un modo o nell'altro, i no vax vengano fatti fuori.


CONCLUSIONE


Quando si arriva a questo punto, la rinuncia e il rifiuto della razionalità è ormai compiuto. Le idee del regime diventano infalsificabili e incriticabili perché lo stesso linguaggio perde di senso, dal momento che il significato delle parole cambia all'occorrenza. Nella società totalitaria le parole non veicolano più concetti, ma solo emozioni. Noi non siamo riusciti ad entrare nella narrazione e nella macchina pandemica perché oltre a non voler immolare il nostro corpo per un "bene superiore" (spoiler: il portafoglio dei figli di Draghi) non siamo riusciti a compiere il suicidio del nostro intelletto. Con la scomparsa dei "non vaccinati" (quelli veri però, non quelli che non sono a regola con le dosi) scomparirà anche l'ultimo barlume di ragione da questo mondo.


Da No-green pass

lunedì 10 gennaio 2022

Draghi semina odio

Un discorso di incitamento all'odio o discorso d'odio è una comunicazione con elementi verbali e non verbali mirati a esprimere e diffondere odio e intolleranza, o a incitare al pregiudizio e alla paura verso un individuo o un gruppo di individui accomunati da etnia, orientamento sessuale o religioso, disabilità, altra appartenenza sociale o culturale... non mi risulta dal dopo guerra che ci sia stato un presidente del consiglio che abbia usato elementi verbali e non verbali mirati a incitare pregiudizi, paure e intolleranza verso una parte di italiani... è incredibile.


Concordo. Grazie a chi lo ha espresso perfettamente. E ribadisco, in tutto questo, non c’è assolutamente niente di scientifico.

giovedì 6 gennaio 2022

Non lo farò.

No, non mi vaccinerò finché non si prenderanno loro la responsabilità degli eventuali effetti avversi. Non mi vaccinerò con un trattamento che non serve a niente. Non mi sono vaccinata finora e non ho intenzione di farlo nemmeno dopo il 15 febbraio. Ho già scelto. E nonostante siamo dentro ad una dittatura ferocissima, non farò ciò che pretendono questi criminali che spero, possano morire male. Tutti. Dal primo all’ultimo. Se avrò bisogno di andare in banca, in posta, dal parrucchiere o dall’estetista, farò un tampone. E se necessario, per essere lasciata in pace, pagherò la multa di 100 euro. Non regalo loro il mio corpo. Ringrazio comunque i vigliacchi della lega che avrebbero potuto fare la differenza ma si sono svenduti e hanno di nuovo tradito i propri elettori. 

domenica 2 gennaio 2022

Crimini draghiani

La linea del governo Draghi: “le nostre misure non funzionano? Bene, accentuiamole”                                                


Di fronte a fallimenti, discriminazioni e bugie i provvedimenti via via adottati sono sempre più incredibili. Da un Consiglio dei Ministri all’altro, l’arlecchinata di disposizioni rispetto agli eventi pare non fermarsi più: vaccino obbligatorio per lavorare,  collasso del sistema dei tamponi, richiesta delle Regioni di alleggerire le regole sulle quarantene, boom di casi positivi, molti dei quali del tutto asintomatici e molti -anche- tra i vaccinati con doppia o terza dose. Il premier Draghi, chiuso nella sua Wolfsschanze, insieme ai suoi “esperti”, rilancia. L’obbligo di super Green Pass viene allargato dal 10 gennaio ai trasporti pubblici locali e regionali (contravvenendo alla Costituzione), agli alberghi, ai ristoranti persino all’aperto e a tutto il resto. Una sorta di obbligo vaccinale surrettizio, a cui non corrisponde da parte del “governo dei  migliori” una assunzione di responsabilità per i casi avversi gravi, tantomeno prevedendo la chiamata in causa delle multinazionali del farmaco. Di maggiori investimenti per la sanità manco a parlarne, anzi, per gli anni a venire, sono previste ulteriori riduzioni di investimenti pubblici. Perché avviene questo? Principalmente perché larga parte del popolo ancora accetta (o subisce) questa fallimentare dottrina, secondariamente perché nel paese “culla del diritto” non esiste, ad ora, una ragguardevole numero di giuristi che abbia gli attributi per fare massa critica sufficiente e denunciare lo stato di eccezione e sospensione dei diritti costituzionali (primo l’accesso al lavoro). Tutto questo serve soprattutto a coprire il disastro economico e sociale che si sta abbattendo sul nostro Paese. Fino a quando? La Stalingrado di Draghi si avvicina e noi, a quel punto, saremo in campo come forza organizzata.


Marco Rizzo