martedì 31 dicembre 2019

Auguri!


Buon 2020 a tutti voi!

lunedì 23 dicembre 2019

Auguri!

Buon Natale a tutti Voi!

venerdì 20 dicembre 2019

Sardine


lunedì 16 dicembre 2019

Orwell, la sinistra a le sardine

Il movimento dei pesci in mano e la deriva orwelliana della sinistra italiana di Roberto Vallepiano

Guardo alla pochezza della Sinistra Sardina, osservo i loro capetti: figli del benesseree e del privilegio dall'espressione ridanciana e non molto acuta, e ripenso a un passo del ibro 1984 di George Orwell: “Perfino quando in mezzo a loro serpeggiava il malcontento (il che, talvolta, pure accadeva), questo scontento non aveva sbocchi perché, privi com’erano di una visione generale dei fatti, finivano per convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. Non riuscivano mai ad avere consapevolezza dei problemi più grandi“.

Leggo che uno dei punti focali del programma delle Sardine recita: "Pretendiamo che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica".

Questa frase, incresciosa dal punto di vista logico e pericolosissima da quello politico, pare ripresa pari pari dal "Ministero dell'Amore".

Nell'universo concentrazionario immaginato da Orwell in 1984, il Ministero dell'Amore si occupava di reprimere, mediante un vasto apparato di lavaggio del cervello ogni sintomo di dissenso contro la società e contro il Partito di Governo. Il suo nome è volutamente paradossale e rientra nella logica del bispensiero. E' il Ministero che controlla la psicopolizia. La verità è che tutto ciò che dagli anni '70 in poi è stato lo spauracchio della sinistra e dei movimenti: il perbenismo, il moralismo, il bigottismo, le pruderie ridicole e affettate nei confronti del torpiloquio, quell'atteggiamento spocchioso di rigida e ipocrita difesa della morale, oggi diviene rappresentazione plastica della sinistra stessa.
Delle sue ossessioni pedagogiche e dei suoi tic rivelatori.

Gli stessi che un tempo deridevano in modo dissacrante gli inamidati dirigenti della Democrazia Cristiana, oggi si sono trasformati a pieno titolo negli alfieri del Semanticamente Corretto. Oggi si censura bollando con l'etichetta di "populismo" e di "odio" tutto ciò che non piace alla sinistra da salotto: i cori da stadio, gli status di facebook, i sacrosanti insulti ai politicanti. Con un fanatismo da Santa Inquisizione si indignano e si lagnano per qualsiasi cosa provenga dai ceti popolari e danno dell'analfabeta funzionale a chiunque si opponga alle loro sconclusionate narrazioni.

Al fianco dell'oscurantismo cool e progressista, il gregge belante delle sardine e come di consueto la schiera servile dei "giornalisti da riporto", sempre così pacati e scodinzolanti davanti ai propri padroni, sempre così arroganti nei confronti della gente comune. Ecco chi sono quelli che oggi dai loro giornali e tv celebrano le "Sardine". Pennivendoli falliti che ci raccontano tutto e il contrario di tutto, tanto la coerenza è un optional e l'opportunismo una vocazione. Dalla Yugoslavia alla Libia, dalla Siria al Venezuela, negli ultimi venti anni hanno dimostrato di non capire un cazzo di ciò che stava accadendo, ma oggi scrivono libri per spiegarci come va il mondo.

L’intellighenzia di sinistra, sempre pronta a guardare tutti dall'alto in basso, con i loro occhialetti rotondi, le loro ignobili maglie a collo alto, le loro orribili giacche di tweed e sopratutto i loro insopportabili sorrisetti di colta superiorità.

venerdì 13 dicembre 2019

Boris Johnson e gli inglesi analfabeti

Come era? Gli inglesi, non vogliono la brexit? E, secondo il fine e pacato Lord Caprarica, ha votato Johnson la parte più arretrata dell’Inghilterra. Eh, questi luridi analfabeti, sono la rovina degli Stati...

Purtroppo, noi non possiamo votare, per ora ma, la goduria di vedere smantellate le terroristiche tesi dei media, è grande. 

giovedì 12 dicembre 2019

Su ilva e mes

Intanto è stato spento l'altoforno 2 dell'impianto siderurgico di Taranto. 3500 operai in cassa integrazione e mestamente l'impianto si avvia a chiusura. Hanno fatto passare la buriana e l'operazione Morgenthau di completa deindustrializzazione dell'Italia sta andando in porto nel silenzio generale.

E questo, così, giusto per ricordarlo...

mercoledì 11 dicembre 2019

Dialogo [sur]reale

Un paese sull’orlo del precipizio, senza ritorno o speranza...

-Allora, facciamo il punto della situazione: con l'industria automobilistica come stanno messi?

-Tutto sistemato, abbiamo chiuso da tempo quasi tutti gli stabilimenti con la scusa delle delocalizzazione. Quelli residui sono un'appendice di quello ormai trasferito definitivamente in America, ma non è che siano floridi. Presto chiuderanno per mancanza strategica di commesse.

-Bene. Industria siderurgica?

-Li abbiamo mandati sul lastrico piano piano. Il colpo da maestro è stato lo stabilimento Ilva. Chiuso lui se ne va anche tutto il suo indotto.

-Ok, bravi. Con il settore agroalimentare siamo a buon punto?

-Assolutamente sì. Abbiamo abbattuto il settore di punta che riguardava l'industria olearia e quella casearia. La prima con un ulteriore ingresso di 25 milioni di litri di olio estero e la seconda con la caseina e il latte proveniente obbligatoriamente dai paesi del'Est. Farei notare anche la criminalizzazione dei prodotti alimentari italiani etichettati anche di recente come nocivi per la salute.

-Ottimo. Passiamo alla compagnia aerea di bandiera. Sempre peggio come previsto?

-Certo. E adesso che la decisione è in mano nostra per decidere se consentire di erogare aiuti di stato o no, direi che possono mettere una pietra sopra anche sull'Alitalia.

-Benone. Che altro....Ah! Il settore manifatturiero?

-Beh, quello ormai è quasi tutto in mano a Francia, Cina e Paesi Arabi. Resiste il calzaturiero, ma con la Cina che ci aiuta presto diventerà un settore dipendente dai cinesi. Il 58% dell'indotto satellite è già in mano loro.

-Capolavoro! Eeee...dimmi, il settore cantieristico navale?

-Lì abbiamo dei problemucci, perchè l'Italia è leader globale in questo settore. Tuttavia stiamo lavorando per far entrare la Cina attraverso una diminuzione vergognosa della tassazione per i profitti derivanti dai capitali cinesi investiti in Italia.

-Bene, bene.

-L'aspetto immobiliare? I pignoramenti avanzano?

-Ci stiamo lavorando. Presto dovranno allinearsi e con tutte le tasse che aumenteremo capiranno che la proprietà di una casa è un lusso che non possono più permettersi. Quanto alle nuove generazioni, quelle una casa non se la potranno mai comprare...

-Con il turismo invece? Dammi buone notizie ti prego, che quella è una nota dolente che proprio non riusciamo a digerire. Pensare a quella miniera d'oro di Arte in mano a degli analfabeti funzionali...

-Sì ma, non dovremmo preoccuparci più di tanto. I loro politici ci pensano da soli a mandare tutto alla malora. Non si rendono nemmeno conto che ci potrebbero vivere di rendita, anzi, ci investono sempre meno fondi, tranquillo.

-Insomma, fatti due calcoli, quanto potrà resistere ancora prima che getti la spugna e si venga a inginocchiare al nostro sportello?

-E' difficile da prevedere. Vedi, gli Italiani nella classifica dell'analfabetismo funzionale saranno pure ai primi posti, ma quella valutazione non comprendeva il genio e la creatività. E' lì che nessuno riesce a superarli...

-Uhmmmm...E se incrementassimo i fondi per l'Erasmus?

L'Erasmus è sufficientemente massificante mi pare. E' meglio che i loro giovani vengano a lavorare per noi prima che si rendano conto della nostra strategia.

Dalla bacheca di Luigi Mattioli

martedì 3 dicembre 2019

Sul Mes

Alberto Bagnai


lunedì 2 dicembre 2019

Di Marcello Veneziani


Ma chi è il nemico principale della sinistra? Voi direte Salvini o il centauro Salvini-Meloni. Ma vi sbagliate. E andando a ritroso avreste risposto Berlusconi, o prima ancora Craxi, Fanfani o Almirante.

Ma anche in quei casi sareste stati approssimativi, avendo ragione sul piano superficiale e contingente. Il vero nemico storico, ontologico, assoluto della sinistra è la realtà. E questo spiega gli appelli infruttuosi che lanciano i suoi leader e i suoi chierici a ritrovare il rapporto con la gente, a rifarsi un’anima, un popolo e una passione sociale, o viceversa a spiegare, senza mai spiegarselo, come mai avviene il travaso di consensi in territori e quartieri proletari, da sinistra ai sovranisti.
La sinistra è contro la realtà. Rifiuta la realtà, la natura, l’esperienza, il senso comune e il sentire popolare. Qualche giorno fa in tv, Corrado Augias ha detto un’apparente sciocchezza. Ha detto che essere di destra è molto più facile che essere di sinistra. Di primo acchito sobbalzerete: sapete bene, e io lo so benissimo per esperienza diretta, quanto è difficile essere di destra anche quando la destra è maggioritaria. Perché c’è una sottile riprovazione, se non una palese intimidazione e censura verso chi è di destra; hai la vita difficile nel lavoro, hai difficoltà a esprimere le tue opinioni, si configurano perfino reati se dici cosa pensi e traducono in fobia ogni amore verso la famiglia, la patria, la tradizione, la civiltà, la religione. Altro che facile.
Però Augias voleva dire forse qualcos’altro. Essere di sinistra è più difficile perché vai controsenso cioè contro il corso naturale della realtà.

Oggi la sinistra più sofisticata adotta una visione correttiva della realtà che viene chiamata non a caso politically correct, e che avversa la natura, l’esperienza, la storia, la tradizione, il senso comune, nel nome di un moralismo ideologico e lessicale che produce da un verso ipocrisia e dall’altro intolleranza. Ipocrisia perché non puoi chiamare le cose col loro nome, non puoi indicare la realtà per quello che è e per come l’hai davvero conosciuta nell’esperienza personale e tramandata. Ma se ti ostini a farlo, se non ti adegui e non ti correggi, incorri nelle sanzioni dell’intolleranza.
La sinistra non accetta la natura, non accetta i limiti e i confini imposti dalla vita; respinge gli assetti consolidati nel tempo; disconosce o colpevolizza le molle naturali dell’umanità, da quelle economiche a quelle affettive, dalla legittima aspirazione al riconoscimento dei propri meriti e delle proprie capacità, alla motivazione personale del profitto e del miglioramento economico-sociale; dalla preferenza in amore e solidarietà verso i famigliari, gli amici, i connazionali, alla tutela delle proprie identità. Rovescia la realtà, ribalta l’ordine della carità e della vita, spezza il legame tra diritti e doveri, tra azioni e responsabilità, tra libertà e suoi limiti.
Prevale il razzismo etico in base al quale tutto ciò che proviene dalla realtà, dalla natura, dalla civiltà e della tradizione deve essere condannato e capovolto.

Da questa scelta culturale di fondo discende sul piano pratico e politico quel continuo schierarsi contro il sentire comune, contro il buon senso, gli interessi e le preoccupazioni della gente. Trascurando la richiesta di sicurezza e di identità, la paura dell’ignoto e dell’oscurità, o viceversa lo spaesamento, la perdita dei confini, la piramide capovolta dei rapporti di cittadinanza, la preferenza a tutto ciò che viene da fuori e da lontano.
Poi ogni tanto, nella terapia di gruppo si chiedono: ma dove abbiamo sbagliato, perché il popolo ci è contrario? Perché hanno dichiarato guerra alla realtà. Per carità, sempre nel nome della pace… Odiano, ma a fin di bene.

Tratto e sintetizzato da un articolo di Marcello Veneziani, Panorama n. 49 (2019)

mercoledì 27 novembre 2019

Sul terremoto


Sta facendo scalpore e rabbia la foto dell’ aula di Montecitorio vuota (solo 6 deputati) in occasione dell’ assemblea per discutere il Decreto Sisma. Innanzitutto il Decreto non è da discutere, ma da rifare. Per quanto mi riguarda e per quanto concerne tutti i terremotati questo Decreto non risolve nulla, mentre ho la sensazione che continuerà sempre più una pastoia di regole e limiti inconciliabili con una rinascita reale dei terremotati e del cratere. Ad ogni modo in aula erano presenti in 6, i loro nomi potete leggerli nell’ articolo qui sotto.

Questa immagine ha generato rabbia, sgomento, indignazione, sentimenti di disprezzo, mentre in me ha generato solo pena, una pena infinita nell’ assistere ancora una volta all’ inadeguatezza di un mondo politico italiano lontanissimo dal popolo e che si erge su uno scranno di superiorità assolutamente inesistente. Superati i tre anni dal 24 agosto 2016 ciò che ora vedo con chiarezza è la malignità, oltre che la lentezza, delle amministrazioni, dalle locali alla nazionale. In tre anni non ho mai sentito dire a nessun politico “un plauso a tutti quei terremotati che si stanno ricostruendo una vita da soli, tra mille difficoltà”. Perché? Nessuna risposta a pec e mail, a richieste di vario tipo, risposte arroganti o denigratorie alle sacrosante lamentele di un popolo terremotato continuamente preso in giro, un decreto sul Cas (contributo di autonoma sistemazione) che sembra una punizione causa omicidio, sae (soluzioni abitative di emergenza) brutte, si, obiettivamente brutte, con il riscaldamento a gas (noi avevamo quasi tutti stufe a pellet, a legna o camino, perché in montagna funziona così, ma le istituzioni non lo sanno?), alcune con gravi problemi di umidità e mancato drenaggio di acqua, una vecchina (Peppina) denunciata perché con i suoi soldi vuole continuare a vivere in una casa di legno anziché in una casetta di truciolato, ogni anno richieste di dati già in possesso delle amministrazioni per cercare di eliminare dal contributo più persone possibili, di ricostruzione neanche l’ ombra tranne pochi edifici, di piano socio-economico da qui a vent’ anni neanche a parlarne, di risarcimento per familiari delle vittime di grandi calamità non ne vogliono sentir parlare, di dare la possibilita’ a chi lo richiede di avere la liquidazione della propria casa neanche (non sarebbe meglio anziché pagare cas a iosa?), addirittura neanche le tasse (irpef e bollo) tolte ma dovute dai terremotati, nessun piano di sostegno psicologico (abbiamo persone che hanno perso i figli, chi tutta la famiglia, oltre tutto il resto), nessun reale piano di reinserimento lavorativo per terremotati (il Comitato centro Italia aveva chiesto di riservare alcuni posti nei concorsi pubblici ai terremotati, neanche questo), e altro, e si permettono di disertare un incontro per la discussione del Decreto? E non si scusano, ma magari si fanno anche passare la mosca su per il naso mostrandosi irritati perché ognuno avrà una scusa da fornire? Io non ho scuse quando devo pagare il mio, a noi non viene concesso di poter mettere scuse quando dobbiamo svolgere il nostro dovere.

In questi tre anni ne ho lette di ogni, friulani che hanno scritto che stiamo con le mani in mano ad aspettare che le istituzioni ci aiutino mentre loro si sono rialzati da soli (come mai nessun politico spiega che nelle nostre zone montane esiste il vincolo paesaggistico e norme nuove che non consentono una ricostruzione fedele all’ originale?), persone che hanno scritto che i politici hanno molto da fare e non ci siamo solo noi…. persone che ci hanno messo a confronto con altre problematiche (spetta al terremotato risolvere i problemi del Paese?). Come mai le amministrazioni non spiegano queste cose mentre preferiscono lasciare che le persone si scannino tra loro senza sapere, oltretutto, la realtà? Il sisma mi ha dimostrato il grande cuore del popolo italiano e mi chiedo cosa abbiamo fatto di male per meritare una classe politica così, capace persino di rispondere piccata a delle rimostranze e, forse, convinta, di avere a che fare con un manipolo di deficienti.

È questa la situazione? È finito tutto su quelle lapidi? Ben quattro regioni che formano il centro Italia sono ormai un discorso chiuso? Ciascuno di noi terremotati deve continuare a cavarsela da solo? E dovremo ancora sopportare le risposte arroganti e spocchiose di chi si sente superiore al popolo perché occupa una poltrona in pelle umana? Strano, credevo che il valore delle persone non si misurasse né in base alla cultura scolastica né al ruolo occupato in società, ma in base ai principi cardine del valore umano e sopratutto per le azioni compiute. E molti terremotati stanno dimostrando sul campo di quanta forza di volontà e intelligenza sono capaci.

Emanuela Pandolfi

domenica 24 novembre 2019

Una lunga agonia

Fa pena per chi è stato per un certo periodo vicino al M5S e persino iscritto, e che sentiva quasi quotidianamente per telefono Gianroberto Casaleggio, assistere alla lenta agonia di un MoVimento che doveva (e poteva) cambiare l‘Italia e in cui milioni di italiani hanno creduto. Non mi si dica che comunque con la presenza del M5S è cambiato in Italia il modo di fare politica. Non è il MoVimento che ha cambiato la politica, ma la politica che ha cambiato il MoVimento. Entrato prima nel palazzo e poi nella stanza dei bottoni, gli eletti si sono sistemati su comode poltrone e hanno dimenticato che erano semplici cittadini che dovevano fare non i fighetti alla televisione ma i portavoce dei cittadini. In dieci anni il M5S non ha cambiato niente di sostanziale. Anche dire che è stata la risposta alla crisi dei partiti è falso perché i grillini da MoVimento si sono trasformati in partito. Come pure dire che il MoVimento è in continuo MoVimento, in evoluzione, è solo un modo per nascondere l’involuzione e la perdita di identità. Il tentativo di dar luogo ora ad una riflessione generale sul futuro del MoVimento è tardiva. Ha poco senso parlare di futuro sul letto di morte.

Può essere che qualche volta la storia si ripeta, ma il fatto è che il M5S ha perso una occasione storica. Il declino era già da tempo in atto, ma Beppe Grillo ha dato questa estate il colpo di grazia al MoVimento che aveva contribuito a creare. L’odio che ha sempre nutrito per Salvini lo ha portato a far abbracciare il M5S al Pd e l’abbraccio è stato mortale. Un suicidio collettivo messo in atto da Grillo. Ci ha provato con l’Umbria a dimostrare che non era vero, ma era vero. Ora votare o non votare in Emilia e in Calabria cambia poco. Continuerà la lenta agonia sino a quando gli italiani voteranno alle politiche e staccheranno la spina.

Dalla pagina di Paolo Becchi

giovedì 21 novembre 2019

Ridere o piangere con le sardine?

Il manifesto delle “sardine”

Benvenuti in mare aperto. Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita. Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla. Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare. Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara. Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete. Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare. Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. È stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi. Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto. Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie. Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare. Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo. Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre acque torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo sardine libere, e adesso ci troverete ovunque. Benvenuti in mare aperto. È chiaro che il pensiero dà fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. Anzi, è un pesce. E come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare. Com’è profondo il mare.

Firmato: 6000 sardine

Riflessioni e ipotesi

Comunque non illudetevi, l’ennesima votazione/farsa sulla piattaforma Rousseau serve solo a tutelare il direttivo del cinque stelle per le scelte (sbagliate) che stanno portando avanti, in modo da scaricare le colpe sugli attivisti e sollevare i capi politici da ogni responsabilità.

La decisione è già presa a monte, il partito con la maggioranza relativa in Parlamento ha deciso di non partecipare alle regionali 2020 per favorire il PD a discapito di Salvini, in modo da arginarne l’eventuale ascesa. 

Come in Francia qualche anno fa quando la sinistra si ritirò dai ballottaggi per favorire la sconfitta del Front Nationale. 

Non stupitevi, non stupiamoci, si potrebbe pensare che pd e 5 stelle siano amici, e gli amici si aiutano tra di loro, sempre, ma l’attuale atteggiamento grillino sembra un servilismo fine a se stesso, in grado di cedere argomenti ed elettorato agli avversari storici, un harakiri dei tempi moderni.

La stagione di governo della Lega è stata apprezzatissima dagli italiani, il partito è salito da 17% delle nazionali al 34% delle europee per via dell’azione di Governo, non per le barzellette di Repubblica e co., ma l’allergia delle sinistre al volere popolare si dimostra anche non accettando le sconfitte e non cambiando atteggiamento nei confronti degli elettori, i quali chiedono garanzie per il lavoro e riduzione della pressione fiscale, ma loro continuano a proporre ius soli e immigrazione.

La trasformazione del MoVimento, da sindacato del popolo a difensori delle elite è compiuto, proprio come ci raccontava Orwell nella “Fattoria degli animali”, prima i porci uccidono il contadino umano per protesa contro i suoi metodi, ma una volta saliti al potere assumono sembianze antropomorfe e attuano gli stessi metodi del contadino. Ed ora chiedono ai propri attivisti di farsi anche garanti di queste scelleratezze.

Dalla bacheca di Scure Sovranista

mercoledì 6 novembre 2019

Il terremoto, una questione di partito

PER LA SINISTRA DELLE MARCHE IL TERREMOTO È UNA QUESTIONE DI PARTITO. Sciapichetti definisce “inutile” la mozione che chiedeva di risolvere i problemi dei tecnici professionisti del sisma

Comunicato integrale

Per Sciapichetti & co, i problemi e le richieste dei tecnici professionisti del terremoto sono questione “inutile e datata”, sebbene nessuna sia stata ancora risolta. Bocciata in consiglio regionale la mozione del capogruppo Elena Leonardi che chiedeva l'impegno della Regione per risolvere i nodi legati alle professioni tecniche che operano sul sisma. “La valutazione, a seguito della bocciatura della mozione chiedeva alla Giunta regionale un impegno per risolvere i problemi dei tecnici professionisti del terremoto, potrebbe essere nel merito della questione. Perché nessuna delle richieste che avevo fatto ben quattro mesi fa ad oggi è stata risolta – ha commentato il consigliere di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi –. Non l'anticipo del 50% delle parcelle dei tecnici (che è già legge dall'ottobre 2018, con il Decreto Genova, ma per la quale continua a mancare l'ordinanza commissariale che attui questa misura), non la nomina del Comitato Tecnico Scientifico, per la quale non esiste nessun atto formale da parte del commissario, al contrario di quanto detto dall'assessore Sciapichetti, non il rinnovo del Protocollo d'Intesa tra il commissario e la Rete nazionale delle Professioni, scaduto il 31 dicembre 2018, non la possibilità di anticipo economico delle prestazioni tecniche da parte dei committenti beneficiari del contributo di ricostruzione, non l’istituzionalizzazione nei Tavoli Tecnici, della presenza dei rappresentanti degli Ordini professionali ricadenti sul cratere e anche delle rappresentanti delle Organizzazioni sindacali di categoria, non il pagamento delle Schede Aedes con esito “A”, che almeno finalmente sappiamo essere ben 644. Potrei entrare nel merito, ma non serve, perché l'assessore Sciapichetti si è smentito da solo – prosegue il capogruppo di Fratelli d'Italia – dichiarando ormai datato e inutile il mio atto, da me presentato il 25 luglio e calendarizzato solo ieri, il 5 novembre. Invece di cogliere al volo l'occasione, e rafforzare l'azione politica della Regione per cercare di risolvere alcuni dei problemi che attanagliano la ricostruzione, soprattutto in questi giorni in cui in Parlamento è in discussione il decreto sisma, lui la bolla con un “inutile” per una mera questione politica, per far passare il messaggio che tutto quello che si stava chiedendo era già stato affrontato e risolto. Una grande falsità! Sciapichetti e la sinistra delle Marche, bocciando la mia mozione, hanno di fatto ribadito che per loro il terremoto è una questione di partito. L'altroieri, quando si sono trovati a dover scrivere le regole della gestione del sisma, hanno messo in piedi un sistema che senza distinzione, a tutti i territori delle Marche, dà la stessa medicina, facendo morire quelli in codice rosso e rafforzando quelli in codice verde o che godono di ottima salute. Ieri, che si sono trovati all'opposizione, hanno cominciato a gridare “al lupo al lupo”, e a chiedere al governo gialloverde di risolvere al più presto i problemi che loro stessi avevano creato. Ed oggi, che si trovano di nuovo nella maggioranza di Governo, mentendo ai cittadini mettono a tacere coloro i quali invece, da sempre, come la sottoscritta, cercano di risolvere le criticità legate alla gestione scellerata del post sisma, a prescindere dal colore dell'esecutivo. Fa molto sorridere, infine, che l'assessore Sciapichetti abbia ironizzato in consiglio sull'eventualità che questa questione, che reputo grave e molto seria, potesse essere frutto di un mio comunicato stampa. Forse ha paura, l'assessore Sciapichetti, che i marchigiani sappiano quello che accade in consiglio regionale?”.

Sull’ilva

Conte ripristini ripristini lo scudo penale e vediamo se la decisione di ArcelorMittal è un bluff

Se la decisione di Arcelor Mittal di rescindere il contratto per l'ILVA è un bluff, oggi il premier Conte avrà un modo cristallino per dimostrarlo: reinserire lo scudo penale. Solo a quel punto potremo capire veramente le intenzioni dell'azienda franco indiana.

Detto questo, nel caso sia veramente lo scudo penale la pietra dello scandalo, possiamo dire che si è consumato lo scempio più devastante al sistema industriale italiano degli ultimi 50 anni. Molti rimproverano il fatto che la salute venga prima. Infatti è così. Ricordiamo che il piano ambientale di AM vale più di un miliardo di euro. Senza quei soldi, non ci sarà alcuna bonifica , dunque il problema per Taranto peggiorerà. Va da sé che lo Stato italiano non ha quel miliardo e rotti di euro per bonificare da sé il sito. Si aggiunga inoltre la lista di bonifiche ambientali, per conto dello stato, finite male. Quindi, messa in pericolo ulteriormente la salute di migliaia di cittadini, i demagoghi al governo hanno anche messo a repentaglio occupazione, PIL, esportazioni di una Nazione intera.

Non è possibile puntare il dito contro AM e lavarsi la coscienza. Per l'azienda franco indiana, l'ILVA è probabilmente il più grande disastro industriale che abbiano mai avuto dalla loro nascita. Studi indipendenti dimostrano che l'uscita da ILVA frutterà ad AM 1.5MLD di euro, nel breve periodo. Tuttavia nel medio lungo ne perderà il doppio.

Ad ogni modo, sia come sia, oggi Conte ha la possibilità unica di stanare il bluff, oppure di porre rimedio al disastro compiuto dai 5S. A lui la scelta. E a tutti noi, gli effetti. Buona giornata a tutti.

Dalla pagina GeopoliticalCenter

martedì 5 novembre 2019

Quarto Reich

E soprattutto oggi è stato presentato dal Reich Millenario di Bruxelles il Multiannual Financial Framework per il settennato 2021-2027. L'Italia dovrà contribuire ogni anno mediamente per 15,27 miliadi all'anno per una cifra complessiva di 107 miliardi di euro (diconsi, centosette miliardi di euro). Non ci sono commenti da fare.  Un paese che sta collassando, con oltre cinque milioni di poveri assoluti, il 20% della popolazione che si trova nella fascia di reddito a rischio povertà, il sistema produttivo al collasso e in balia di scorribande dei saccheggiatori stranieri. L'Ue che non perde occasione per darci lezioni quando ci levano il sangue per tenerli nel lusso, che oltretutto ci fanno una guerra senza esclusione di colpi comprese le navi dei bucanieri nordeuropei che fanno trasbordo di clandestini e che ci costano oltre 5 miliardi l'anno mentre i nostri fratelli europoidi ci danno lezioni e nel frattempo chiudono le frontiere. E noi, a questa gente? Gli diamo centosette miliardi in sette anni? Ma che davvero? E io sarei estremista perchè voglio l'uscita dell'italia dal Reich Europoide? Ci hanno fatto le scarpe. O come si dice in sardo, nos ant salidu sa pala. 

PS Per correttezza, ovviamente il costo di 107 miliardi di euro è lordo. Al quale dovrà essere sottratto quanto la UE ci restituirà sotto forma di fondi strutturali, per la ricerca, per l'agricoltura ecc. Naturalmente però continueremo ad essere contributori netti, ovviamente.

Giuseppe Masala

sabato 2 novembre 2019

Boldrini e la commissione Segre

Prima del post, aggiungo che la signora Segre non ha alcun social network, si mormora addirittura che abbia appreso dai giornali di essere stata vittima di insulti. Lascio a voi i commenti.

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Se qualcuno ha dei dubbi sulla funzione reale della cosiddetta "Commissione Segre" (Dio, non sapete neanche quanto mi costi chiamare così la istituenda commissione scaturita dalla mozione che vede come prima firmataria Liliana Segre) ecco che tutto si è chiarito. La giornalista del Tg2 Anna Mazzone è stata posta alla pubblica gogna per un innocente post su facebook e una foto raffigurante Laura Boldrini vestita da Maria Antonietta con la dicitura "Se il popolo ha fame tappiamogli la bocca con la commissione contro l'odio". Immediatamente, come se non bastasse, è arrivata la dichiarazione di tale Michele Anzaldi - parlamentare de Italia Viva - che chiede provvedimenti disciplinari contro la giornalista evidentemente colpevole di lesa Maestà. A questo serve la commissione istituenda contro l'odio, ad intimidire e a reprimere qualsiasi forma di dissenso, anche la più innocente come in questo caso. Scusatemi, ma questo è fascismo. Mi spiace per Liliana Segre, senza dubbio strumentalizzata ma ha prestato il suo nome ad una masnada di fascisti. 

E attenzione, la vicenda è doppiamente grave. Primo per i metodi fascisti: altrimenti non saprei come definire chi spia i profili social altrui con la finalità di vedere la vittima cadere in fallo. Metodi degni dell'Ovra. Secondo perchè la finalità è fascista: reprimere la libera manifestazione del pensiero. Metodi fascisti per finalità fasciste.

Di Giuseppe Masala

giovedì 31 ottobre 2019

La commissione contro l’odio della Boldrini

Spiace davvero leggere decine di commenti intelligentissimi e corretti sotto ogni punto di vista che stigmatizzano l'istituzione della "commissione straordinaria per il contrasto (...) dell'istigazione all'odio". C'è chi ricorda Gramsci (<>), chi ricorda Edoardo Sanguinetti (<>), c'è chi ricorda la poesia che apre "Se questo è un uomo" di Primo Levi (<<(...)O vi si sfasci la casa, la malattia vi impedisca>>), c'è chi ricorda lo psicoreato del 1984 di George Orwell. C'è chi fa correttamente notare che non si può comprimere la libertà di pensiero (e di sentimento) quando peraltro - se l'odio si trasformasse in qualcosa di concreto - sono già previsto dal nostro ordinamento i reati di diffamazione, minaccia, ingiuria e qualsiasi forma di discriminazione. C'è chi la butta sullo storico e fa correttamente notare che uno dei (non) reati di cui furono accusati i dissidenti del regime fascista trascinati davanti ai tribunali speciali era proprio quello di "istigazione all'odio tra classi sociali" (art. 415 codice penale allora vigente). 

Comunque la si voglia mettere questa storia della "commissione straordinaria per il contrasto all'odio (ecc. ecc)" è una mostruosità giuridica e filosofica. 

Spiace davvero perchè una persona cristallina come Liliana Segre, a cui tutti siamo debitori, sia incorsa in errore. Ma la ragione è ragione. Capita, gli si vuole bene lo stesso. Altrettanto non si può dire di tutti coloro che hanno spinto per questa commissione il cui chiaro intento è quello di mettere il bavaglio ai social network. Belli i tempi, Signora Bonino, quando pontificavate senza reale contradditorio dalle tv e dai giornali?

Giuseppe Masala

martedì 29 ottobre 2019

La storia che si ripete


Lascia davvero stupefatti la naturalezza con la quale si anticipa la nomina di Draghi a Senatore a Vita. Certamente si tratta di una prerogativa del Presidente che può essere esercitata autonomamente ma non arbitrariamente. Infatti se capisco bene l'italiano (pur non essendo un giurista) mi pare evidente che i costituenti abbiano messo precisi limiti rilevabili dalla lettura dell'Art. 59 della Costituzione: <<(...) cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario>>. Non si capisce quali possano essere questi altissimi meriti con i quali Draghi abbia dato lustro alla nazione. Sì, è un accademico, ma onestamente ha esercitato per pochissimi anni e non risulta abbia lasciato testimonianza di ricerche che abbiano accresciuto la conoscenza della sua materia. Potenzialmente certo - l'intelligenza e la bravura non gli mancano - poteva farlo ma, potenzialmente, per quanto ne sappiamo noi potrebbe essere anche un pittore superiore a Michelangelo. Fatto sta che non ha mai dipinto come non ha mai fatto ricerca economica per quanto mi risulti.
 
Per quanto riguarda la sua attività si tratta di un Pubblico Funzionario, lautamente pagato per fare il suo lavoro. Non mi pare una ragione sufficiente per dargli questa carica. Dico questo senza entrare nel merito di quello che sono state le scelte nelle varie cariche che ha svolto. Scelte che, sia chiaro, non sono certamente esenti da critiche; per andarci leggero. Ma la torsione più grave della Costituzione derivante da questa possibile nomima è, per come la vedo io, un'altra. La nomina di Draghi sarebbe premessa ad una sua discesa nell'agone politico. Situazione questa che già si è verificata con Mario Monti che dopo aver ricevuto l'onorificenza è stato nominato Presidente del Consiglio e dopo, addirittura, ha presentato una lista con il suo nome alle elezioni (Scelta Civica con Monti). Ecco, non vi è traccia nella Costituzione della prerogativa del Presidente della Repubblica di usare - di fatto - la concessione di un onorificenza per paracadutare qualcuno nell'agone politico e per consentirgli la possibilità di occupare cariche istituzionali come per esempio la Presidenza del Consiglio. Non sono un esperto di Costituzione ma se questa prassi fosse realmente prevista saremmo di fronte non ad una Costituzione improntata alla democrazia, all'eguaglianza dei cittadini grazie alla sovranità popolare ma ad una Costituzione delle Oligarchie e degli Ottimati che hanno il diritto di agire al di sopra della volontà popolare. C'è solo un modo previsto dalla Costituzione per scendere in politica: candidarsi alle elezioni e sottoporsi al giudizio del popolo sovrano.

sabato 26 ottobre 2019

Multikulti tedesco

La Germania sta iniziando a pagare il conto delle sue politiche 

A Limburg (Assia, Germania), un 34enne di origini tunisine ieri ha ucciso la ex-compagna 29enne, madre dei suoi figli, in mezzo alla strada. Dopo averla speronata con l'auto, l'ha pugnalata con un coltello da macellaio, infine le ha staccato la testa con un colpo d'ascia, che teneva nel bagagliaio dell'auto. 

L'omicidio è diventato un caso in Germania. I mainstream sembrano fare a gara a occultare la notizia e le generalità dell'assassino per timore di rappresaglie etniche e, soprattutto,  per non offrire combustibile all'estrema destra. Succede, però, che qualcuno ha ripreso la scena con il telefonino e il video dell'esecuzione è ormai diventato virale sulle reti sociali, scatenando una rabbia generalizzata. L'account della polizia di Limburg è stato preso d'assalto da gente inferocita che chiede giustizia sommaria. 

La Germania sta iniziando a pagare il conto delle politiche deflattive della signora Merkel. Uno studio della Fondazione Hans-Böckler in collaborazione con il sindacato DGB uscito pochi giorni fa (e pubblicato anche dal Sole24Ore) rivela che negli ultimi dieci anni, nonostante la crescita del PIL e il tanto declamato boom economico, i salari della classe media e meno abbiente in Germania non sono aumentati proporzionalmente. Oggi la forchetta tra il 10% più ricco e il resto della popolazione si è allargata notevolmente (dal 2005 al 2016 l'indice di Gini è cresciuto del 2%). L'1% dei tedeschi possiede da solo oltre il 56% della ricchezza nazionale e ha beneficiato negli ultimi dieci anni delle rendite finanziarie, dell'esplosione del DAX e, in particolare, del boom immobiliare. Fatalmente, anche gli episodi di violenza urbana sono in aumento preoccupante, amplificati dagli inevitabili problemi associati a un'immigrazione incontrollata (solo nel 2015 in Germania sono entrati più di 1,1 milioni di extracomunitari). 

Con la recessione globale alle porte, l'Europa si è trasformata in una bomba a orologeria. Se vivremo abbastanza, la storia presto o tardi darà ragione a chi tutto questo lo aveva previsto in tempi non sospetti.

Dalla bacheca di Filippo Nesi

Sul criminale Draghi

Più leggo tutte le pompose agiografie dedicate oggi a Mario Draghi e più penso che qualcosa non torna. Draghi è l'uomo che spedì al Governo Italiano le famose raccomandazioni di Politica Economica nel 2011 (peraltro assolutamente lesive della Costituzione e dei Trattati) che hanno reso inefficace la sua politica monetaria. Se si chiedono politiche economiche ferocemente deflattive non si può poi sperare che le politiche monetarie riescano a generare inflazione. Il risultato infatti non è lusinghiero, come il tempo secondo me chiarirà più avanti. 

Rimane poi il crimine di aver tagliato i finanziamenti emergenziali al sistema bancario greco per piegare la volontà politica del governo di Atene. Un vero e proprio golpe per via monetaria  che però ha chiarito la natura autoritaria dell'Unione Europea. Per me, possono farlo Senatore a vita e magari Presidente della Repubblica. Rimane un boiardo dell'alta finanza e dell'Unione Europea filo tedesca. Su quello che fece negli anni bui del saccheggio dello stato italiano attraverso privatizzazioni manco mi soffermo. 

Io ve lo dico chiaro, se questo individuo sale al Quirinale (peraltro senza essersi mai sottoposto ad elezioni manco condominiali) è proprio il segno che peggio sei e più fai strada.

Di Giuseppe Masala 

martedì 8 ottobre 2019

E mentre ci ammazzano...

Immigrazione, il rapporto sull’economia Leone Moressa: “L’Italia non può fare a meno di migranti economici e integrazione” di Alberto Sofia

Dalla ricchezza prodotta e dall’apporto al Prodotto interno lordo nazionale, fino al contributo per le sorti future del sistema pensionistico e al valore aggiunto offerto nelle differenti tipologie professionali. A fotografare come gli “stranieri residenti oggi in Italia rappresentino una forza vitale per il nostro Paese” è la fondazione Leone Moressa, nel suo rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione. Nel 2018 i lavoratori stranieri in Italia sono stati 2,5 milioni, pari al 10,6% degli occupati totali. La ricchezza da loro prodotta è stata stimata in 139 miliardi di euro, pari al 9% del Pil. Questo è il dato emerso dall’analisi dello stesso rapporto, dove si sottolinea come gli occupati stranieri si concentrino però soprattutto nelle professioni non qualificate (33,3%), solo il 7,6% in quelle qualificate. Il restante 60% si divide quasi equamente tra operai, artigiani-commercianti e impiegati.

Nonostante la popolazione italiana stia diminuendo, a causa della bassa natalità, con il saldo tra nati e morti negativo da oltre 25 anni, l’Italia ha però chiuso le porte da circa un decennio agli immigrati regolari. Allo stesso tempo è tornata terra d’emigrazione, con quasi 250mila giovani persi negli ultimi dieci anni: una fuga che ci è costata 16 miliardi di euro. Un gap che potrebbe essere colmato con l’apporto dei lavoratori stranieri regolari. Anche perché allo stesso tempo aumentano gli anziani: l’Istat prevede che nel 2038 gli over 65 saranno un terzo della popolazione. “Ciò determinerà squilibri sociali, economici e finanziari, dato che proporzionalmente diminuiscono i lavoratori e aumentano i pensionati”, si spiega nel rapporto.

“L’Italia avrebbe bisogno di rivitalizzare i decreti flussi. Sono le stesse organizzazioni datoriali a chiedere manodopera”, spiega Enrico Di Pasquale, ricercatore della fondazione Moressa. Mentre Andrea Stuppini, ex rappresentante delle Regione nel comitato tecnico nazionale immigrazione, chiarisce: “C’è stato un forte calo negli ultimi dieci anni, è mancato un piano. Responsabilità della politica? L’onda della propaganda è stata forte, ha sottovalutato l’investimento economico e culturale necessario per l’integrazione degli immigrati. Eppure questa è l’unica strada: tornare ad aumentare l’immigrazione economica rispetto ai profughi. Si avrebbero maggiori persone pronte a pagare tasse e contributi”. Già oggi abbiamo “un contributo pari a 3,5 miliardi di euro di Irpef e quasi 14 miliardi di contributi previdenziali che sostengono la nostra economia”, ha aggiunto Di Pasquale. Oltre che un rapporto positivo tra entrate e uscite per quanto riguarda la spesa pubblica relativa all’immigrazione. “Quando si arriva a sprecare fondi europei, come hanno fatto alcune Regioni italiane, piuttosto che usarli per l’integrazione, si pagherà un alto prezzo nei prossimi anni”, ha denunciato Stuppini. “Rispetto alla discussione pubblica rivolta alla pancia del Paese, questo rapporto fa emergere tutta l’utilità che l’Italia avrebbe se facesse partire un percorso di reale integrazione degli immigrati”, ha concluso Triantafillos Loukarelis, Direttore UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali). Mentre Paola Alvarez (Oim) rivendica: “Il cambiamento nel governo apre un periodo di nuove opportunità. Introduzione dello Ius culturae? Non abbiamo una posizione in merito, ma sarebbe un’opportunità per arricchire la società”.

domenica 6 ottobre 2019

A fermo con la roncola in mano...

Quindi, i ricollocamenti in unione europea, avverranno nelle regioni italiane. Si sono fatte avanti le marche e altre due regioni. Ancona, ne "ospiterà" gentilmente 30. Qui, il documento. E il bluff dei ricollocamenti tanto sbandierato dall'avvocato del diavolo Conte bis. Ma tant'è... tant'è che ormai è diventato normale farsi sopraffare da una vera e propria orda di clandestini, malati mentali e delinquenti stranieri. Così talmente normale che due giorni fa, in una mattinata di pioggia battente, un bravo clandestino, minacciava auto e passanti al centro di una rotonda, armato di roncola. Era recidivo, qualche giorno prima, con la stessa roncola, minacciava e rubava gli avventori all'ingresso del cimitero. Era stato espulso... per dove? Per la nigeria, forse? No, era rimasto a Fermo a farsi i cazzi suoi e a rapinare e minacciare la gente. Qui, il racconto di una mattinata di follia. E' di cronache fermane,  il racconto, lo si prenda con le pinze perchè il giornale, è un tantino così... Ah, si, ovviamente, gli agenti, hanno subito delle lesioni più o meno gravi. Perchè secondo il signor Rubio, gli agenti non sanno fare il proprio mestiere... Però, forse, non ha tenuto conto dell'austerità nazista della ue che non fa altro che tagliare fondi... o che gli agenti non possono sparare per primi perchè tacciati di fascismo o per paura di finire in galera. Senza taser e senza possibilità di potersi difendere per davvero?

Dimenticavo: Osagie Halvebhose, il Nigeriano che, giovedì scorso ha terrorizzato Fermo girando con una roncola, lo ha fatto per "difendersi da eventuali aggressioni". Lo dice il suo avvocato al Corriere Adriatico in un articolo uscito oggi. Secondo il legale dell'uomo con la roncola, il 38enne sarebbe "una persona estremamente sola, un ragazzo visibilmente malnutrito che ha vissuto, dal suo arrivo in Italia, 3 anni e 8 mesi fa, ai margini della società". Questo spiega tutto: chiunque, quando si sente solo, va in ferramenta, si compra una roncola e va a farsi un giro.

Riflessione sulle forze dell’ordine

L’ipocrita rispetto per le divise solo quando il berretto d’ordinanza sta sopra una bara

Se arrestano delinquenti con troppa veemenza, finiscono indagati. Quando in 3 o 4 devono fermare il clandestino che scalcia e morde, c'è sempre una "progressista" che pur di cercare di metterli nei guai riprende tutto con lo smartphone nella custodia rossa, mentre la si sente squittire stizzita: "Piano!!! Poverino, fugge dalle guerre! Fate piano!" Quando si difendono sparando al ROM che ha appena tentato di investirli al posto di blocco, finiscono sotto processo. Il taser non glielo hanno dato, perchè potrebbe essere lesivo della dignità dei delinquenti.

Sui social abbondano le insegnanti scolastiche progressiste, gli intellettuali, ed ora perfino un esponente di governo, che li coprono di insulti. Quando sfilano alla festa della Repubblica, c'è una nota esponente politica che con una smorfia di disgusto volge lo sguardo altrove, e c'è chi dedica la manifestazione ai ROM. Quando finiscono in ospedale per le coltellate ricevute in stazione centrale durante il controllo del clandestino senza fissa dimora, i giornalisti si preoccupano che il clandestino non sia stato maltrattato, e si finisce con quest'ultimo che viene rilasciato mentre gli agenti sono ancora sotto ai ferri a farsi ricucire.

Se c'è la vedova di un Carabiniere a cui far visita, prima si va in carcere a trovare i suoi assassini, perchè per una certa ideologia politica, le priorità sono importanti. Nelle manifestazioni violente c'è chi vorrebbe schedare loro piuttosto che i delinquenti che manifestano con spranghe, molotov, e bombe carta, e pur di criminalizzarli è stato introdotto il "reato di tortura", grazie al quale ogni spacciatore con un minimo di fantasia, può dilettarsi nel vedere finire indagati quelli che lo hanno disturbato arrestandolo. Rischiano di pagare più loro facendo un giro sulla moto d'acqua assieme al figlio di Salvini, di quanto tra sconti di pena ed attenuanti culturali non pagherà il macellaio Innocent Oseghale.

Sono costretti a lavorare con i guanti da maggiordomo mentre fermano trogloditi abituati da secoli a dirimere ogni controversia a colpi di machete, perchè se durante le colluttazioni negli arresti solo alzano la voce, o gli scappa un buffetto, o qualche "parolina proibita" dal neo sillogismo del politicamente corretto, sono praticamente rovinati. Ecco, oggi Pierluigi e Matteo, Poliziotti poco più che trentenni, hanno fatto una delle poche cose che in questo paese malato possa fare un Poliziotto, senza urtare troppo la sensibilità dei "progressisti" di una certa parte politica. Rispetto per i due agenti morti a Trieste. Disprezzo assoluto per un'ideologia aberrante e patologica, capace di ostentare un ipocrita e subdolo rispetto per le divise, solo quando il berretto d'ordinanza sta sopra una bara.
E nemmeno sempre...

Dalla bacheca di Fabio Armano

sabato 5 ottobre 2019

su Greta

CARA GRETA, SAREBBE STATO BELLO SE...

Sarebbe stato bello se un bambino libico sul quale l'Europa ha sganciato bombe per mesi, avesse ottenuto lo stesso effetto all'assemblea dell'Onu gridando: “𝐌𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐫𝐮𝐛𝐚𝐭𝐨 𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐞”.

Sarebbe stato bello se un bambino greco, al quale l'Europa ha tolto il diritto ad una sanità ed istruzione adeguata con le politiche restrittive, avesse ottenuto lo stesso effetto all'assemblea dell'Onu gridando: “𝐌𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐫𝐮𝐛𝐚𝐭𝐨 𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐞”.

Sarebbe stato bello se le migliaia di bambini denutriti in Yemen nel disinteresse degli Stati Uniti e del mondo, avessero ottenuto lo stesso effetto all'assemblea dell'Onu gridando: “𝐌𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐫𝐮𝐛𝐚𝐭𝐨 𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐞”.

Sarebbe stato bello se le migliaia di spose bambine che ogni giorno vengono private dell'infanzia,avessero ottenuto lo stesso effetto all'assemblea dell'Onu gridando: “𝐌𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐫𝐮𝐛𝐚𝐭𝐨 𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐞”.

Sarebbe stato bello se i bambini siriani bombardati per un'assurda guerra di potere sostenuta dall'occidente, avessero ottenuto lo stesso effetto all'assemblea dell'Onu gridando: “𝐌𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐫𝐮𝐛𝐚𝐭𝐨 𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐞”.

Sarebbe stato bello se le decine di migliaia di bambini sfruttati in Cina ed India in nome del libero mercato, avessero ottenuto lo stesso effetto all'assemblea dell'Onu gridando: “𝐌𝐢 𝐚𝐯𝐞𝐭𝐞 𝐫𝐮𝐛𝐚𝐭𝐨 𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐟𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐯𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐮𝐨𝐭𝐞”.

Si, sarebbe stato bello! Ma non è successo! Loro non hanno voce. Ai potenti non interessano. Anzi spesso i potenti ne sono la causa. Abbiamo preferito la pagliacciata in barca vela, le centinaia di aerei inquinanti usati per raggiungere l'assemblea ONU, e il più grande sfruttamento mediatico di una giovane ragazzina che di clima scientificamente non sa nulla, ma che funziona benissimo per il marketing.

(dal web)

domenica 29 settembre 2019

Reddito di cittadinanza

L’ex brigatista Saraceni, percepisce il reddito di cittadinanza. Quando la tetta di stato, nasconde sempre le serpi in seno.

20 maggio 1999, Massimo D’antona - giuslavorista- viene ucciso in via Salaria. Tra i sette componenti delle Nuove Br, autori del gesto, c’è Federica Saraceni a cui vengono contestati i reati di partecipazione a banda armata e concorso in omicidio. Viene condannata in via definitiva a 21 anni e 6 mesi e dal 2005 usufruisce dei domiciliari. E già ci sarebbe tanto da dire ma andiamo avanti. Il padre della novella brigatista è nientemeno che Luigi Saraceni, toga rossa e uno dei fondatori di Magistratura Democratica. Luciano Violante, che Magistratura Democratica la lasciò dopo averla fondata, dichiarò anni fa:” Ho lasciato MD per l’insopportabile ambiguità nei confronti del fenomeno terroristico. MD era spaccata al suo interno e c’era una componente esagitata- il gruppo romano- che considerava il brigatismo rosso come una montatura ad opera di apparati dello Stato. Questa fazione faceva capo a Luigi Saraceni, padre di una terrorista”.

Questa premessa è doverosa ed importante per sottolineare come l’ex (?) brigatista FEDERICA SARACENI dal mese scorso percepisca 623 euro di reddito di cittadinanza nonostante sia tutt’ora ai domiciliari. Peccato che tra i requisiti richiesti per ottenere il rdc ci sia proprio quello di non essere sottoposti a misura cautelare personale. Per quanto riguarda la condanna invece tra le condizioni vi è quella non essere condannati in via definitiva per reati gravissimi nei 10 anni precedenti la richiesta. La Saraceni è stata condannata a giugno 2007 e quindi sarebbe in regola. Incredibile questa clausola vero? Anche voi non capite come questa ex brigatista ai domiciliari possa essere mantenuta dallo Stato contro cui si è rivoltata? Non siamo i soli nemmeno a chiederci come possa essere indirizzata ad un lavoro essendo ai domiciliari.

È ben vero che purtroppo molti soffrano di memoria corta ma D’Antona collaborava proprio con il Ministero del Lavoro, ministero che ha ideato una misura mal espressa, peggio applicata e ridotta ad assistenzialismo di nostrana fattura. E dovrà rendere conto insieme all’INPS- ente erogatore- di questa inspiegabile concessione. Ci auguriamo che qualcuno di realmente competente metta mano a questo provvedimento nella sua interezza in modo da trasformarlo in un aiuto serio e non in un allattamento alla tetta di mamma Stato. Naturalmente non è l’unica. La Faranda nel 2016 tenne un corso per la formazione dei magistrati.

Roberto Del Bello, ex brigatista della colonna veneta, ha lavorato al Viminale come segretario particolare del rifondarolo Francesco Bonato. Pagato coi soldi dello Stato, lo stesso Stato che in passato voleva annientare.

Maurizio Iannelli, uno dei componenti della colonna romana condannato a due ergastoli, dal 1999 ha iniziato a lavorare in Rai come autore di documentari impegnati e di programmi tv.

La Balzerani ha lavorato con la coop «Blow Up» ed ha dichiarato: “Io non sono e non sarò mai un ex brigatista, sono sempre io con le mie idee. Nessuno può chiedermi di dissociarmi dalle mie idee. Nel libro racconto la mia storia e ammetto di essere colpevole di tanti reati, ma penso che ci siano tante responsabilità in quel pezzo di storia d'Italia”.

Susanna Ronconi ha avuto consulenze da Asl, Comuni e dal ministro Livia Turco.

E come dimenticare i responsabili dell’omicidio di SERGIO RAMELLI. Ferrari Bravo è diventato giornalista di “Liberazione”, quotidiano di Rifondazione Comunista. Antonio Belpiede da qualche anno è primario a Canosa, in Puglia. Dal 1 gennaio 2015 anche Claudio Scazza è arrivato all’apice della sua carriera: è primario del reparto di Psichiatria 3 di Niguarda. E così la tetta di mamma Stato in realtà ospita le serpi in seno.

~Giulia

sabato 31 agosto 2019

La signora Cirinnà e Bibbiano



martedì 23 luglio 2019

Su Bibbiano


Più leggo e rifletto sul caso #Bibbiano e più mi persuado di una tragica verità. Foti, il Dottor Stranamore, il Cattivo (ma cattivo per davvero) Maestro sarà assolto. Provo a spiegarmi. Il caso Bibbiano a grandi linee è il seguente: un gruppo di persone insinuate a vario titolo nella Pubblica Amministrazione sottraeva i figli alle famiglie naturali con varie scuse. Il gruppo era mosso da furore ideologico da un lato e dall’altro lato dall’interesse economico. Ecco, però non tutti in questo gruppo di persone avevano le medesime responsabilità. Da un lato abbiamo “i soldati” – come per esempio l’assistente sociale lesbica e femminista – che hanno agito compiendo degli atti materiali illegali. Per esempio hanno modificato i disegni dei bambini inducendo in maniera fraudolenta i giudici in errore e facendogli emettere sentenza di sottrazione dei figli alle famiglie naturali. E’ chiaro ed evidente che qui c’è un atto materiale doloso che giustamente verrà sanzionato. Ma Foti il grande guru che cosa ha fatto? Materialmente nulla. Ha solo pensato. Lui pensa (lo si deduce anche da un suo post di avanti ieri sulla sua pagina facebook) che nella famiglia naturale (o patriarcale, come dicono loro) vige la seguente regola rivolta ai figli: “io t’ho fatto, io ti distruggo”. Un retroterra violento rappresentato dal padre. Fosse per lui – ripeto, basta leggere quello che ha scritto – tutti i figli andrebbero sottratti alle famiglie naturali. Lui vuole rivoluzionare la società imponendo altri paradigmi. Ecco, io posso pensare che il pensiero del Foti sia un pensiero delirante, fondamentalmente nazista, violentissimo e direi mostruoso. Ma il suo è un pensiero. Il suo è un sistema valoriale. Il suo è peraltro un sistema valoriale che non nasce dal nulla ma è figlio di una ben precisa scuola e di un ben preciso orientamento culturale. Anzi, molti orientamenti, variamente intrecciati tra loro:il postmodernismo, il costruttivismo, il freudo-marxismo (in difesa di Marx, sempre ricordiamo che giustamente morì dicendo di non essere marxista e probabilmente se avesse conosciuto questi ignobili filestei li avrebbe scuoiati vivi), la microfisica del potere, la biopolitica, la macchina desiderante, l’Antiedipo, l’esaltazione del perverso polimorfo,l’anarchismo libertario fino ad arrivare – secondo me – all’ultrauomo nietzscheiano.

Ecco, processare Foti significa processare Derrida, Deleuze, Guattari, Foucault, Nietzsche. Per certi versi anche Sartre e Simone de Beauvoir e molti, molti altri. Ma le idee non si processano. E non si processa neanche chi ha creato una costruzione intellettuale delirante miscelando molte idee come secondo me ha fatto il Foti. Le Corti di Giustizia sono attrezzate – secondo me – per sanzionare reati, non per dibattere idee per quanto sbagliate, pericolosissime e deliranti. Ecco, pur non essendo un giurista, non riesco a capire come possano condannare un uomo (pericolosissimo) per aver prodotto delle idee che io posso anche definire (come ho sempre definito) la peste del pensiero. Non risultando che Foti abbia commesso atti contrari alla legge ed essendo difficile dimostrare che lui era al corrente (e dunque era il mandante diretto) dei comportamenti delittuosi posti in essere dai “soldati” della congrega agente a Bibbiano (e temo non solo a Bibbiano, viste le ramificazioni in tutta Italia) mi sembra difficile che venga condannato. Ecco, se un giorno, tra qualche anno, non si vorrà vedere questa persona santificata e beatificata appare sempre più necessario scindere la vicenda giudiziaria dalla battaglia delle idee. Le idee sbagliate si combattono dialetticamente con le idee non con le forche e le manette. L’unica cosa che si può fare è pretendere che venga rotto quel meccanismo perverso dove l’interesse economico si somma alle idee ottenendo il risultato di rafforzarle grazie al potere del danaro. Poi bisogna leggere, studiare e scrivere dimostrando la perversione malefica di un certo apparato culturale. Insomma bisogna fare esattamente quello che ha fatto questa gente in questi cinquant’anni arrivando ad occupare tutti i gangli del potere culturale. Insomma bisogna fare egemonia per dirla con il buon Antonio Gramsci. Sperare che questa battaglia la combattano i giudici con le loro armi spuntate sarebbe un errore tragico che alla lunga rafforzerebbe quello che non esito a definire il Nemico Antiumano. Scusate la predica non richiesta.

martedì 16 luglio 2019

Ringraziamo i 5 stelle

Ebbravi i 5s. 

"Per essere eletta, alla #vonderLeyen servivano 376 voti. Non uno di meno. Ne ha ottenuti 383, appena 9 in più della maggioranza richiesta. Senza i 14 voti del #M5S, non sarebbe mai stata eletta. I #5Stelle hanno determinato l'elezione di una tra le più terribili sostenitrici dell'austerità e dei vincoli di bilancio. Se fosse saltata la sua elezione, oltre a verificarsi un fatto storico senza precedenti, avrebbe probabilmente avuto fine l'egemonia dell'asse franco-tedesco, che tanto male ha fatto - e fa - al nostro Paese. Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Hanno semplicemente fatto la fine del tonno nella scatoletta".

Giuseppe Palma

martedì 2 luglio 2019

Associazione nazionale partigiani italiani

Solidarizzano coi bambini (e le ex famiglie) sottratti con la forza ai loro cari per essere stati venduti, sfruttati, picchiati, violentati dalle nuove famiglie? Giammai. Solidarizzano invece con chi ha fatto loro questo. No, la lettera NON è un fake.


mercoledì 29 maggio 2019

Gli intellettuali


L’altro grande sconfitto - coi 5 Stelle – delle Europee è la cosiddetta sinistra radicale. E questa non è certo una novità, perché dalla “Sinistra Arcobaleno” in giù è sempre stato un pianto. Eppure non imparano mai. Ormai i social servono più che altro come balconcino per qualche para-intellettuale "de sinistra". Mentre le Murgia e altri geni spelacchiati gridavano al fascismo & nazismo, indignandosi già che c’erano pure sulla Nutella, Salvini riempiva le piazze e collezionava consensi. E' la differenza tra paese reale e seghe mentali, baby. Da mesi gli intellettuali engagé ci smerigliano le gonadi sull’imminente apocalisse. Yeown. Vivono sui social, criticano pensosamente ogni ruttino del "Capitano", scrivono libri che si leggono da soli e - tra un appello e l’altro pro-Cesare Battisti - si autoproclamano “intellettuali”. Quarta Repubblica (Rete4) ha di recente mostrato uno spaccato emblematico della autoreferenzialità cara alla sinistra dura e pura. C’era la Murgia, in un soffitto poco frequentato di una libreria, che presentava una sua pubblicazione. A un certo punto, con aria compiaciuta, Ella ha detto parola più parola meno che “Ieri c’era Pasolini e oggi noi”. E già qui son partite le ambulanze. Purtroppo però Ella è andata pure avanti: “Finalmente noi intellettuali siamo tornati a parlarci”. Finalmente, sì: proprio non ci dormivo la notte. Gran finale: “Abbiamo anche una chat su whatsapp dove ci confrontiamo”. Dagli “Scritti corsari” alle chat su whatsapp: son soddisfazioni. Ora: questi allegri (neanche tanto: “indossano” tutti quello sguardo funereo di chi la sera preferisce al sesso le paratattiche di Marcuse) intellettuali in mancanza di prove ci avevano dettato la linea. Niente Lega, che son scimmioni nazisti. Niente 5 Stelle, che son coglioni fiancheggiatori. Niente Pd, o meglio “facciamo finta che noi siamo alternativi al Pd”, perché la cosiddetta sinistra radicale (tranne Rizzo e i desaparecidos di Potere al Popolo) si è poi alleata col Pd. Dall’esito di tale onda rossa si sarebbe alfin soppesata la portata quantitativa di questi Casarini convinti d’esser Gobetti. E sia: vediamoli, questi risultati. Nelle realtà-simbolo dell’accoglienza, Lampedusa e Riace, Salvini ha preso 45% e 30%. Tutti emuli di Himmler? Casa Pound e Forza Nuova ridotte a pulviscolo (alla faccia del “nuovo fascismo alle porte”). Astensione al 44%, e tanti son proprio di sinistra. Bonino & Pizzarotti (featuring Taradash e Daverio), che di sinistra non sono ma volendo fan brodo proletario anche loro: 3,09%. Oltre ogni marginalità immaginabile, nonostante appelli, digiuni e altre frignatine a favor di telecamera. Europa Verde (?), dal quale Civati - un altro che ha proprio il tocco magico - è sceso un attimo prima dello schianto: 2,29%. Quindi “La Sinistra”, con queste maiuscole goffamente altisonanti e con dentro pure la mai anacronistica Rifondazione Comunista. C’erano stati gli appelli di Mannoia & Marescotti, delusi (come tanti) dai 5 Stelle. C’erano state le tirate acritiche pro-Ong. E c’erano stati i tweet dei soliti intellettuali "wuminghioni", pronti a dirci che Salvini è Farinacci e la Ceccardi Eva Braun. A sentir loro, le masse avrebbero sgomitato a milioni per tributare all’onnipresente mediatico Fratoianni il sacro ruolo di nuovo Marx. II risultato? Uno stiticissimo 1.7%. Complimenti: che fiuto, che lungimiranza, che peso. Dopo una batosta così, certi “scrittori” e certi “politici” dovrebbero - come minimo - domandarsi se abbiano o no il polso della situazione. Ma non lo faranno: dall’alto della loro smisurata evanescenza bolsa, continueranno a insegnarci a vivere e a trattare chi non la pensa come loro da minorati. Geni sempiterni.

P.s. Se si fossero presentati insieme, Europa Verde, La Sinistra e Rizzo avrebbero (di poco) superato lo sbarramento. Ma - da sempre - preferiscono correre da soli per giocare a chi ce l’ha più lungo. Cioè più corto. Protetti e benedetti dai peggiori “intellettuali” della galassia.

domenica 26 maggio 2019

Calenda e mercatone uno


venerdì 10 maggio 2019

Quando la democrazia...

Quando in un paese la democrazia non riesce a soddisfare le esigenze dei propri cittadini, quando a colpi di austerità e di ramanzine su quanto 'abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità' si lasciano sguarnite le periferie, e indifesi i ceti più deboli, quando dai propri attici con portineria si plaude all'accoglienza illimitata, quando dalla sicurezza della propria area gentrificata si deridono le proteste sgrammaticate contro l'insicurezza, quando si spediscono all'estero in cerca di fortuna 250.000 persone all'anno presentando questo scempio come "le virtù della mobilità", quando viene fatto tutto questo, lamentarsi del fascismo è come lamentarsi per il rumore degli starnuti di qualcuno dopo che lo hai lasciato nudo sotto la pioggia.

 (Dalla bacheca di Andrea Zhok)

lunedì 22 aprile 2019

Gli "adoratori della Pasqua"

Bombe in Sri Lanka su chiese e resort, nel giorno di Pasqua. Oltre 700 persone coinvolte, morte e ferite. È un non specificato “terrorismo religioso”. Per certo, non sono le Tigri Tamil e nemmeno i buddhisti, non se la prendono con turisti e cristiani.

Scrive Giuseppe Masala nel suo facebook: "Hillary Clinton e Barack Obama nel loro tweet di condoglianze per gli attentati terroristici dello Sri Lanka non riescono a scrivere manco la parola "cristiani" e si inventano di sana pianta il neologismo "Easter worshippers". Adoratori della Pasqua. Sembrano due personaggi usciti da un romanzo gotico dell'800. O se preferite due demoni del film l'Esorcista. Pure il nome cristiani gli da fastidio."

sabato 20 aprile 2019

Auguri!


Greta va a Roma


In sella ad una bicicletta ricavata da vecchi numeri di Repubblica, Greta Thunberg raggiunge finalmente Roma. Ad accoglierla si precipita il fior fiore della gioventù italiana. Ragazzi svegli, cresciuti coltivando il dubbio e il libero pensiero, immuni alla propaganda mediatica e con le idee chiare. “Lo spread scioglierà i ghiacci?” chiede preoccupato un laureando alla giovane svedese. “Salviamo i pinguini dai fascisti!” tuona un’attivista. “L’omofobia del governo dell’odio distrugge ettari di foresta tropicale” precisa un giovane appena assunto da Open, mentre dietro di loro un cartellone recita “migranti = energia green”. Dopo un paio di selfie e trecentosette libri venduti, Greta si dirige pedalando verso il Vaticano, imboccando il lungotevere assieme al suo folto seguito. Estasiati dalla sua presenza, gli automobilisti romani abbandonano la tradizionale compostezza, scendono dalle vetture e le dedicano una lunga ovazione.

La Thunberg ricambia sorridendo e domanda incuriosita alla guida: “what is levatedarcazzo?” Bergoglio accoglie Greta gettandosi ai suoi piedi, tuttavia la svedese non si lascia intimidire e lo redarguisce severamente: “gli ultimi studi dimostrano che le preghiere aumentano la CO2”. Pronta la replica del Pontefice: “con me, pratica diminuita del 70%”. Soddisfatta, Greta osserva Piazza San Pietro e sospira: “salveremo questo mondo?”. Bergoglio la guarda con dolcezza: “tutto è possibile, con Allah.” La Thunberg decide di pranzare in una trattoria di Trastevere, dove chiede una Carbonara vegan, dei carciofi alla giudia allevati liberi e un caffé ecosolidale. Poco dopo, Greta rimonta in bici con la pancia piena e un solo dubbio “what is magnaenunrompe?” È il turno del Senato, dove la ragazza si commuove: “qui il riciclo funziona benissimo!” Al Quirinale, Mattarella abbraccia Greta come fosse sua nipote: la prende in braccio e le racconta la favola dell’Italietta che da sola non ce la fa. Il Presidente della Repubblica conclude la visita facendo suonare in onore della Thunberg l’inno nazionale. Con le note della Marsigliese ancora nelle orecchie, Greta raggiunge Piazza del Popolo. È un tripudio di persone. Oltre a tanti millennials, pronti a rinunciare persino ad un giorno di scuola, si presentano decine di politici. “Amiamo gli animali” dice uno di loro, accarezzando un grosso giornalista al guinzaglio “e loro amano noi!” L’evento è totalmente ecosostenibile. Cento operai precari che corrono in una ruota alimentano i fari del palco e un contatore del debito pubblico. Uno spettacolo che fa scendere una lacrima ad Emma Bonino: “manca solo George”.

Greta incanta tutti con un discorso magistrale. “Abbiamo solo cinquant’anni per votare alle europee e scongiurare due gradi di Brexit” esclama con forza. In collegamento da Bruxelles, Juncker le dedica un brindisi e la festa si conclude con la folla che balla sul palco, trascinata da una scatenata Boldrini. Infine, tra la costernazione di tutti, Greta monta sulla sua bicicletta, manda un bacio agli astanti e corre a grandi pedalate verso la sua Svezia. Alcuni cercano di lanciarsi nel cestello. “Portami nel Nord Europa civile e aperto!” supplica un ragazzo aggrappato alla bici, prima di lasciare la presa e finire schiacciato da un camioncino dell’Ikea. Greta è felice. Roma l’ha rapita e la giornata è stata molto proficua: ha incontrato grandi statisti, ha parlato con il Papa, ha scambiato idee con l’intellighenzia d’Italia. Ed ha venduto novecentosedici libri, inciso due dischi e girato uno spot per la Nike davanti al Pantheon. Mentre le luci ambrate del Raccordo Anulare le illuminano il viso e un casellante le tributa un ultimo saluto da dietro la Gazzetta dello Sport, Greta Thunberg ripensa sorridendo a tutto ciò che di bello ha visto. Tante sono le domande che si accavallano nella sua mente. Quanto è maestoso il Colosseo? Quanto sono grandi i Fori Imperiali? “And what is limortaccitua?”

martedì 16 aprile 2019

Sciacalli

A me, piacerebbe sapere come si fa a dar credito a Saviano e alla Murgia. Come è possibile farli ancora vomitare pubblicamente idiozie del genere. Come?




Quando c’era la Murgia al Governo (2017) i morti furono più del triplo, ma nessuno criminalizzava le ONG, come la mettiamo?
Eppure i “corridoi umanitari” li avevano “garantiti” eccome...
Dati: IOM - UN Migration

lunedì 15 aprile 2019

Notre Dame de Paris

Non esulto come fanno i musulmani. I francesi non li sopporto ma non esulto. Ciò che brucia, è storia, arte, religione e radici. E ho il cuore a pezzi.

venerdì 12 aprile 2019

Bergoglio in ginocchio

Se questo è un papa

Oggi, 11 aprile 2019, Bergoglio ha inscenato l'ennesimo episodio stravagante e  dissacratorio che va a ad arricchire il suo  già nutrito repertorio di gaffe e comportamenti pubblici discutibili. 
Incontrando una delegazione composta dal Presidente e dai vicepresidenti del Sud Sudan si è inginocchiato prostrandosi a turno dinanzi ciascuno di loro.

Mentre le sue ginocchia non si piegano mai davanti al Santissimo Sacramento, dinanzi al quale rimane ritto come un palo, si mette qui a carponi in un improvvisato  bacio della pantofola non previsto e non richiesto al presidente di uno Stato e ai suoi vicepresidenti attoniti e imbarazzati.

Tanto ostentatamente rifiuta per se stesso, quegli onori che gli spetterebbero di diritto in quanto, almeno in apparenza, vicario di Cristo,  quanto elargisce con disinvoltura gesti plateali e sproporzionati a coloro ai quali non spettano affatto dimostrano per l'ennesima volta con un gesto eloquente, il totale disprezzo del suo status e un sottile ribaltamento dei ruoli. Queste patetiche esibizioni di miserabilismo che fanno il giro del mondo sui media, accrescendo tra le masse stolte il mito del papa umile e dai gesti spontanei, non ingannano certo coloro che avendo compreso chi è costui e quali sono i suoi piani riconoscono che tali gesti,studiati a tavolino, hanno  l'unico scopo di umiliare l'istituzione del papato.

Raramente infatti abbiamo assistito a immagini così ignobili e disturbanti con le quali per l'ennesimo volta Bergoglio prende in giro i cattolici e la Chiesa intera come istituzione fornendo di essa l'immagine plastica di come lui la vorrebbe : prostrata, ridicola, sottomessa al mondo e pervasa da un patologico senso di colpa.

domenica 7 aprile 2019

Il potere stabile della sinistra

Dal facebook di Stelio Fregola

Credo che gli argomenti semplici siano spesso vincenti, e ieri ho notato che sono stati rimessi in circolo in qualche post. In questo caso l'argomento semplice è che molta gente ancora non capisce la differenza tra governo "eletto" e poteri stabili.  La "sinistra" (dunque come devo ripetere sempre, tutto ciò che gira intorno al "centro nevralgico PD" ma soprattutto ai suoi scissionismi) detiene i poteri stabili di questo Paese da almeno cinquant'anni. Che vada al governo o meno. Significa che questi ultimi grosso modo (con qualche sfumatura che non cambia la visione d'insieme) hanno un'idea di società assolutamente simile se non addirittura identica al "partito madre".

Questi poteri stabili sono rappresentati da una parte consistente della magistratura, dai sindacati, dal 90% della stampa e della televisione. E quando qualcuno dall'interno prova a rompere o comunque a indebolire questo schema viene azzannato senza pietà, come è successo a Renzi (che non è un dissidente sul progetto generale, ma uno che voleva cambiare le carte in tavola a sinistra, tutto qui). Ciò non toglie che sui temi cardine di famiglia, figli, adozioni, economia, globalizzazione, immigrazionismo e liberismo la visione sia assolutamente identica, a parte sfumature singole che non mutano il progetto d'insieme, perché l'ostilità di questo o quel politico verso una di esse viene schiacciata dalla preponderante maggioranza degli altri, rendendo impossibile un cambiamento di rotta anche nelle singole fattispecie. E questo spiega perché lo stesso Renzi disse evidentemente una fesseria quando al Senato dichiarò, poco dopo l'insediamento del nuovo governo "ora siete voi l'establishment".

No, l'estabishment è quello sopra descritto. E non è elettivo. Invertirlo è sempre un problema, perché anche quando ai vertici della TV pubblica arrivano uomini portatori di idee abbastanza diverse (e mi riferisco alla Rai) questi pure devono far fronte a tutto il contesto ostile che li circonda, rendendo difficile fare ogni singola mossa. La stessa Rai, pur cambiando linea editoriale, non è finora riuscita a proporre alternative discontinue rispetto alla cultura dei "poteri stabili". "Povera Patria" non è minimamente paragonabile a "Carta Bianca" della Berlinguer o a "Che Tempo che fa" di Fazio. O a qualsiasi talk show del panorama di La7. È un programma sicuramente più sovranista, in cui si è tentato di introdurre voci un pochino più libere come quella di Alessandro Giuli, questo sì, ma al momento c'è poco altro. Ed è difficile che ci sia, perché i poteri stabili non permettono con tanta facilità alla nuova corrente di insediarsi e di espandersi.

Cosa visibile anche al di fuori della Rai, dove Nicola Porro ci prova alla grande e lo fa alla grande con la sua zuppa, con un freno a mano decisamente più tirato in televisione (meglio di quanto faceva in Rai, in ogni caso). Porro, Giuli o chi per loro non sono i primi ad introdurre temi di dissenso rispetto ai poteri stabili. Ma la sensazione è che si muovano sempre nel guado, dovendo stare attenti ad ogni singola mossa, mentre una Berlinguer o una Myrta Merlino possano esprimere le proprie idee fischiettando. E se per caso a qualcuno viene in mente di farle fuori, hanno un esercito di ideologhi da strapazzo pronti a urlare allo scandalo antidemocratico e a rimetterle tranquillamente al loro posto.
Non invidio per nulla il lavoro di Marcello Foa, Carlo Freccero e Gennaro Sangiuliano.  Che non mi illudo mi leggano sia chiaro, ma con la magia dei social non si sa mai. È un messaggio chiaramente rivolto anche a loro, nella speranza che un giorno ce la si possa fare davvero.