mercoledì 29 maggio 2019

Gli intellettuali


L’altro grande sconfitto - coi 5 Stelle – delle Europee è la cosiddetta sinistra radicale. E questa non è certo una novità, perché dalla “Sinistra Arcobaleno” in giù è sempre stato un pianto. Eppure non imparano mai. Ormai i social servono più che altro come balconcino per qualche para-intellettuale "de sinistra". Mentre le Murgia e altri geni spelacchiati gridavano al fascismo & nazismo, indignandosi già che c’erano pure sulla Nutella, Salvini riempiva le piazze e collezionava consensi. E' la differenza tra paese reale e seghe mentali, baby. Da mesi gli intellettuali engagé ci smerigliano le gonadi sull’imminente apocalisse. Yeown. Vivono sui social, criticano pensosamente ogni ruttino del "Capitano", scrivono libri che si leggono da soli e - tra un appello e l’altro pro-Cesare Battisti - si autoproclamano “intellettuali”. Quarta Repubblica (Rete4) ha di recente mostrato uno spaccato emblematico della autoreferenzialità cara alla sinistra dura e pura. C’era la Murgia, in un soffitto poco frequentato di una libreria, che presentava una sua pubblicazione. A un certo punto, con aria compiaciuta, Ella ha detto parola più parola meno che “Ieri c’era Pasolini e oggi noi”. E già qui son partite le ambulanze. Purtroppo però Ella è andata pure avanti: “Finalmente noi intellettuali siamo tornati a parlarci”. Finalmente, sì: proprio non ci dormivo la notte. Gran finale: “Abbiamo anche una chat su whatsapp dove ci confrontiamo”. Dagli “Scritti corsari” alle chat su whatsapp: son soddisfazioni. Ora: questi allegri (neanche tanto: “indossano” tutti quello sguardo funereo di chi la sera preferisce al sesso le paratattiche di Marcuse) intellettuali in mancanza di prove ci avevano dettato la linea. Niente Lega, che son scimmioni nazisti. Niente 5 Stelle, che son coglioni fiancheggiatori. Niente Pd, o meglio “facciamo finta che noi siamo alternativi al Pd”, perché la cosiddetta sinistra radicale (tranne Rizzo e i desaparecidos di Potere al Popolo) si è poi alleata col Pd. Dall’esito di tale onda rossa si sarebbe alfin soppesata la portata quantitativa di questi Casarini convinti d’esser Gobetti. E sia: vediamoli, questi risultati. Nelle realtà-simbolo dell’accoglienza, Lampedusa e Riace, Salvini ha preso 45% e 30%. Tutti emuli di Himmler? Casa Pound e Forza Nuova ridotte a pulviscolo (alla faccia del “nuovo fascismo alle porte”). Astensione al 44%, e tanti son proprio di sinistra. Bonino & Pizzarotti (featuring Taradash e Daverio), che di sinistra non sono ma volendo fan brodo proletario anche loro: 3,09%. Oltre ogni marginalità immaginabile, nonostante appelli, digiuni e altre frignatine a favor di telecamera. Europa Verde (?), dal quale Civati - un altro che ha proprio il tocco magico - è sceso un attimo prima dello schianto: 2,29%. Quindi “La Sinistra”, con queste maiuscole goffamente altisonanti e con dentro pure la mai anacronistica Rifondazione Comunista. C’erano stati gli appelli di Mannoia & Marescotti, delusi (come tanti) dai 5 Stelle. C’erano state le tirate acritiche pro-Ong. E c’erano stati i tweet dei soliti intellettuali "wuminghioni", pronti a dirci che Salvini è Farinacci e la Ceccardi Eva Braun. A sentir loro, le masse avrebbero sgomitato a milioni per tributare all’onnipresente mediatico Fratoianni il sacro ruolo di nuovo Marx. II risultato? Uno stiticissimo 1.7%. Complimenti: che fiuto, che lungimiranza, che peso. Dopo una batosta così, certi “scrittori” e certi “politici” dovrebbero - come minimo - domandarsi se abbiano o no il polso della situazione. Ma non lo faranno: dall’alto della loro smisurata evanescenza bolsa, continueranno a insegnarci a vivere e a trattare chi non la pensa come loro da minorati. Geni sempiterni.

P.s. Se si fossero presentati insieme, Europa Verde, La Sinistra e Rizzo avrebbero (di poco) superato lo sbarramento. Ma - da sempre - preferiscono correre da soli per giocare a chi ce l’ha più lungo. Cioè più corto. Protetti e benedetti dai peggiori “intellettuali” della galassia.

domenica 26 maggio 2019

Calenda e mercatone uno


venerdì 10 maggio 2019

Quando la democrazia...

Quando in un paese la democrazia non riesce a soddisfare le esigenze dei propri cittadini, quando a colpi di austerità e di ramanzine su quanto 'abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità' si lasciano sguarnite le periferie, e indifesi i ceti più deboli, quando dai propri attici con portineria si plaude all'accoglienza illimitata, quando dalla sicurezza della propria area gentrificata si deridono le proteste sgrammaticate contro l'insicurezza, quando si spediscono all'estero in cerca di fortuna 250.000 persone all'anno presentando questo scempio come "le virtù della mobilità", quando viene fatto tutto questo, lamentarsi del fascismo è come lamentarsi per il rumore degli starnuti di qualcuno dopo che lo hai lasciato nudo sotto la pioggia.

 (Dalla bacheca di Andrea Zhok)