domenica 30 settembre 2018

Gli antiitaliani

E direttamente dal facebook di Maurizio Martina,  (e vi invito ad andare sul suo facebook per leggere i commenti) copio e incollo il suo grido di dolore contro la manovra dell'attuale governo. Io, dal canto mio, gli ho ricordato chi sono gli antiitaliani. Sono quelli che hanno governato 7 anni senza essere stati eletti, sono quelli che hanno derubato i risparmiatori per salvare le loro banche, quelli che hanno tolto tutti i diritti ai lavoratori con il jobs act, quelli che hanno devastato le pensioni con la fornero, quelli che hanno distrutto il welfare, quelli che hanno condonato le società di slot machine... quelli che ci hanno fatto invadere dai clandestini facendo ingrassare le loro coop e le ong... perchè ce lo chiedevano l'europa e i mercati.

"Quello del governo di Lega-Cinque Stelle non è cambiamento. E’ ingiustizia. Che si abbatterà prima di tutto sui giovani. Perché un paese più indebitato è un paese più povero che decide di scaricare tutto sulle generazioni future. Hanno deciso di spendere miliardi di euro a pioggia. Non esistono impegni concreti sul lavoro, sulla scuola, sulla sanità, sulla riqualificazione del territorio. Niente investimenti, solo spesa corrente. Una manovra pericolosa e ingiusta contro il futuro del Paese. Una manovra iniqua per condonare gli evasori, fare assistenzialismo vecchia maniera, togliere risorse ai quartieri popolari, tagliare le tasse ai ricchi (pochi) e non dare NULLA agli altri (tanti). Una manovra solo per ingrassare la loro propaganda di giornata. Quella che si ferma al minuto dopo e non pensa al domani. Tanto paga ancora pantalone, tanto pagano ancora gli italiani. Sono ladri di futuro. E anche per questo Domenica saremo tanti in piazza a Roma per l’Italia."

domenica 23 settembre 2018

Visso e Castel Sant'Angelo sul Nera

Non sono una persona empatica. Non soffro delle sofferenze altrui e non soffro nemmeno delle mie sofferenze. Alcuni, mi direbbero che sono arida di sentimenti. Può essere. Quando e se piango, lo faccio solo per rabbia e niente altro. Oggi è stato diverso. Siamo andati a Visso e a Castel Sant'Angelo sul Nera, si, sui luoghi del terremoto a quasi 2 anni di distanza. Ogni foto e ogni immagine passata sugli schermi televisivi, posso assicurare, non rendono affatto l'idea di cosa sia. Ho pianto a vedere quelle case sventrate, spaccate, crepate, cadute. Ho pianto del silenzio attorno alle zone rosse, ho pianto di due paesi desertificati nei cuori centrali. Ci sono case chiuse e lasciate morire. Risate, saluti, chiacchiere e scalpiccii di scarpe che tacciono. Centri transennati, macerie tutto attorno ma, le persone non vogliono mollare. Abbiamo oltrepassato decine di sae sparse dovunque e, laddove c'è ancora silenzio, intorno la vita cerca di andare avanti. C'erano molti turisti a pranzare e a comprare prodotti locali e queste, per loro sono piccole boccate d'ossigeno. Non ho scattato foto delle sae perchè rispetto chi ha perso tutto e ha dovuto accettare ciò che gli è stato offerto. Ho fatto alcune foto a ciò che resta di Visso e di Castel Sant'Angelo, poche perchè ha prevalso in me la tristezza. E non rendono così tanto, bisogna vederlo cosa è.

Castel Sant'Angelo sul Nera


Visso

sabato 22 settembre 2018

L'idiota Ceriscioli e le piste ciclabili...

Che dire, Ceriscioli, insulso e dannoso presidente della regione marche, ce l'ha fatta a realizzare il suo ambizioso progetto di nuove (e immagino utilissime, insieme alle decine di scuole inaugurate nei territori terremotati) ciclabili in tutto il territorio mentre, a chi ha perso tutto, si chiedono immani sforzi come il pagamento dei mutui su case crollate, pagamento dei ticket sanitari e molto molto altro... Lui è soddisfatto, la ricostruzione non c'è, la desertificazione delle zone avanza inesorabilmente. Io ho la speranza che alle prossime elezioni, i marchigiani lo buttino fuori a calci nel sedere.


ANCONA – Uno sviluppo “a pettine” che collega le aree interne con la fascia costiera. È lo schema della Rete ciclabile regionale per lo sviluppo della mobilità ciclistica marchigiana. È stato illustrato dal presidente Luca Ceriscioli e dalla vicepresidente Anna Casini, in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibile. Prevede un investimento di 46,3 milioni di euro che consentirà la realizzazione di ulteriori 247 km di ciclabile, per un totale di 432 km di percorsi disponibili: più del doppio di quelli già esistenti (162 km). “Si tratta di un bel salto di qualità. Fa delle Marche una regione importante che sa coniugare un paesaggio straordinario a una mobilità dolce che si lega perfettamente alla bellezza del territorio”, ha commentato il presidente Ceriscioli. “Nelle Marche si parte con un piano veramente ambizioso e, inoltre, siamo capofila nella realizzazione della Ciclovia adriatica: nella pianificazione nazionale, rappresenta una infrastruttura con pari dignità rispetto a quelle viarie tradizionali. Unisce Trieste a Santa Maria di Leuca, in Puglia, con uno sviluppo di 1.300 Km e il coinvolgimento di sette regioni adriatiche. Per i collegamenti a pettine verso l’interno, la Regione sarà a fianco dei Comuni sia nella progettazione che nella realizzazione. Inoltre i Rup (Responsabili unici del procedimento) saranno dipendenti regionali”, ha ribadito la vicepresidente Casini. Quello avviato dalle Marche, ha proseguito Ceriscioli, “è un progetto complessivo, di rete, molto ampio, che segna un cambiamento profondo di strategia e di sviluppo: non si tratta più di realizzare un tratto che collega due punti mappali, ma una vera e propria rete che va a unire gran parte del territorio. Raddoppiamo i tracciati esistenti con un progetto ulteriormente implementabile fino alla completa realizzazione dei percorsi. Costruiamo un’opportunità importante per il turismo, collegando le bellezze delle aree interne all’attrattività della costa. Sono piste che ci parlano d’ambiente, senza impattare sulla sostenibilità. Distanze, all’interno delle Marche, da percorrere con la velocità della bici, ideale per gustare le bellezze del territorio”. Il progetto di ciclovia delle Marche, ha evidenziato Anna Casini, “si sposa bene con l’obiettivo regionale di puntare sulla qualità, sia se si parla di agricoltura o paesaggio, che dei centri storici e di mobilità. Il sistema Marche si sta delineando secondo le direttrici che l’amministrazione regionale ha progettato nel suo programma di governo”. Il sistema delle ciclovie marchigiane prevede la realizzazione di una rete di infrastrutture ciclabili, interconnesse tra loro e con il sistema di trasporto pubblico locale, ferroviario e automobilistico. Una rete integrata con parcheggi dedicati, nodi di scambio intermodali, velostazioni, bike officine, punti di informazione cicloturistica e ristoro. L’obiettivo è contribuire a ridurre l’inquinamento, a rilanciare le città, a promuovere una migliore fruizione del territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e culturale. Le principali direttrici di sviluppo coinvolgono la litoranea (individuata come Ciclovia adriatica, nell’ambito del progetto nazionale delle ciclovie turistiche) e le dodici vallate regionali attraversate dai fiumi: Foglia, Matauro, Cesano, Misa, Esino, Musone, Potenza, Chienti, Tenna, Ete Vivo, Aso, Tronto. La Regione dispone già di 46,3 milioni (oltre 17 milioni europei del Por Fesr e più di 29 nazionali del Fondo di sviluppo e coesione) che assicureranno la realizzazione di 247 km di ciclabili. Al tratto marchigiano della “Adriatica” sono destinati altri 4,4 milioni di fondi ministeriali. Si sommano ai 6 milioni Por Fesr stanziati dalla Regione con un recente bando che consente di realizzare 58 km di tracciato, coinvolgendo 21 comuni raggruppati in sei progetti.

mercoledì 19 settembre 2018

Se fossi italiano...

E' alquanto singolare che tutti si sentano in diritto di criticare alcuni membri dell'attuale governo, (che si, se fossero comuni mortali, avrebbero tutto il diritto di farlo),dimenticandosi però che questi, siano stati eletti democraticamente. E' la volta di tale Thuram, un "francese" che ha speso parte della sua vita a correre dietro ad un pallone diventando milionario. Dall'alto della sua superiorità morale, ci dice che se fosse italiano si vergognerebbe di essere rappresentato da Salvini. Non è italiano e noi ce ne facciamo una ragione, inoltre, tralascia il fatto che tanti italiani lo abbiano votato senza essere costretti a farlo. Pensi alla sua terra d'adozione che con gli immigrati irregolari fa peggio di Salvini. Ed è anche più singolare che ad intervistarlo sia una sempre peggiore famiglia cristiana. La redazione s'è dimenticata dei maltrattamenti del signore verso sua moglie... si, la moglie poi ritirò la denuncia. Quindi, pensi al suo micron piuttosto che a Salvini.

Lui dice: "se fossi italiano". Io dico: "se fossi foco, arderei il mondo".

martedì 18 settembre 2018

L'hotel house

Il ministro Salvini, domenica scorsa, è tornato per la terza volta a visitare l'hotel house (ne ho parlato qui di cosa fosse ora) ed è salito fin sul tetto. L'hotel house ha tantissime problematiche e il ministro, senza tanti giri di parole, ha detto che va abbattuto. E non è l'unico. Ce ne sarebbero altri due a Porto Recanati e un ghetto a Lido tre archi in provincia di Fermo. In questi posti, non ci sono mai entrati nemmeno i governatori di regione o i sindaci che si sono succeduti negli anni. Matteo Salvini c'è stato. Renzi faceva le leopolde e Salvini mette a rischio la sua incolumità. All'hotel house la situazione pare davvero irrisolvibile perché ci sono oltre due milioni di Euro di debito ascritto alla personalità giuridica del condominio, un debito che è impensabile poter esigere. Per questo motivo, anche nell'ipotesi che i condomini improvvisamente ricominciassero a pagare le proprie quote condominiali, queste verrebbero immediatamente sequestrate dai creditori e non potrebbero riportare in alcun modo la situazione alla normalità. Oltre al fatto che ci sono criminali e spacciatori extracomunitari. E pensare che un tempo, qualcuno si vantava della fantastica convivenza di più di un centinaio di etnie... Inoltre, altra notizia da Macerata, è stato fermato uno dei tizi colpito da Luca Traini, naturalmente, stava spacciando droga e per di più, davanti ad una scuola. Al controllo, pare abbia aggredito le forze dell'ordine. Ma è solo una percezione di pericolo...

giovedì 13 settembre 2018

La Ue e internet

Del Primo Ministro Ungherese Viktor Orban ne sta parlando Nessie. Io, voglio parlare della tristissima pagina (sono tante, a dire il vero, le pagine tristissime aperte dalla UE) che si è aperta ieri in parlamento UE a favore della censura del web, mascherata da "salvaguardia del copyright". Prendo un post di Luca Donadel che spiega esattamente ciò che sta accadendo in questo momento, appellandosi anche a Luigi Di Maio.Tra l'altro, proprio Luigi Di Maio ha rilasciato alcune dichiarazioni veritiere e Tajani, ha definito quelle dichiarazioni come infamità.

Ebbene, oggi abbiamo avuto prova di come funziona la democrazia nella UE. Dopo le numerose rimostranze popolari di luglio, in cui Wikipedia era arrivata ad auto-censurarsi per protesta, è bastato rimandare il voto di qualche mese, attendere che le acque si calmassero leggermente, e approvare il tutto con calma.

C'è davvero bisogno di una riforma del copyright ma serve qualcosa che vada nella direzione di una maggiore libertà, non verso maggiori restrizioni (come cerca di fare, ancora una volta, questa proposta). Questa legge è scritta in modo pericolosamente vago, non c'è nulla di chiaro e definito ma solo un “consoni ed equi” (per esempio sull'articolo 11, la “link-tax”) che sostanzialmente non vuol dire nulla. L’articolo 13 pone le basi per un sistema automatico, potenzialmente liberticida, di filtraggio dei contenuti in fase di upload sulle grandi piattaforme. Non essendo chiaramente definito il concetto di “FAIR USE”, molti dei miei video passati in cui mostro immagini o video per commentarli probabilmente sarebbero stati censurati in modo preventivo e non sarebbero mai arrivati a voi.

In molti mi hanno chiesto perché non mi sono espresso prima sulla questione. Risposta: perché non mi piace sprecare il fiato per nulla. Sono state scritte decine di migliaia di email, intasate le linee telefoniche degli eurodeputati, fatte numerose proteste, e a cosa è servito? A nulla. Alla fine hanno vinto le lobby, per gli eurodeputati la loro voce vale più di quella di noi cittadini, è una partita persa in partenza.

Non mi aspettavo un esito diverso da parte di un’entità sovranazionale e fondamentalmente antidemocratica come la UE e non c’è realisticamente nulla che i cittadini possano fare per ribellarsi a questo, se non protestare contro la UE stessa. Spero che voi tutti ricorderete quanto accaduto oggi quando sarete chiamati al voto alle prossime elezioni europee nel 2019: è finito il tempo delle supercazzole in stile “cambiare l'Europa da dentro”, è evidente che ci siano gravi falle sistemiche in questa macchina sovranazionale difficilmente risolvibili, indipendentemente dai partiti che vinceranno. Inoltre non mi sorprende che partiti come il PD abbiano votato a favore di questa riforma (con rarissime eccezioni come Benifei e Viotti) mentre mi complimento con il Movimento 5 Stelle e la Lega che hanno sempre votato contro.

COSA SUCCEDE ADESSO

 
La direttiva del copyright sarà ora analizzata nei negoziati tra istituzioni europee e stati membri. C’è ancora una possibilità che non sia adottata, nel caso in cui uno o più stati si mettano di traverso. I negoziati potrebbero durare più di un anno.
Mi appello a politici come Luigi Di Maio che gli scorsi mesi avevano dichiarato che anche se questa riforma fosse passata l’Italia non l’avrebbe recepita.
Nel nome della libertà di espressione e della nostra sovranità nazionale, spero che il governo mantenga fede a questa promessa. #SaveTheInternet

-Luca Donadel