venerdì 20 settembre 2013

C'era un tempo...

Ero piccola e, ogni paio di settimane, ci andavo coi miei, sia di sabato che di domenica. Mi piaceva andarci. C'erano dei negozi bellissimi. Il centro era stupendo coi suoi vicoli medievali, i palazzi signorili e la piazza coi caffè antichi e le logge, il corso, tutto molto pulito e curato e nel periodo natalizio era ancora più bello coi suoi addobbi particolari. La gente non aveva mai fretta, si attardava seduta davanti a quei caffè coi tavolini eleganti. Gli alberi di natale ai lati degli ingressi dei negozi, le luci a pioggia. Un tempo era un salotto. Un tempo, appunto. Ora, ogni volta che ci torno, tutta quella magia di quando ero piccola, non c'è più. In realtà, sono parecchi anni che quella magia è sparita. Da quando sono iniziate le chiusure dei negozi storici... e adesso? Bhe, adesso faccio a meno di andarci. Perchè non c'è più niente da vedere. Nè il centro, nè lo Sferisterio e nè tantomeno i giardini. E non è l'unica città ad aver fatto questa fine. Ma pare che nessuno, razzisti a parte, voglia aprire gli occhi e fermare tutto questo schifo.

Macerata: per FN è in atto una ‘sostituzione etnica’

C’era una volta Macerata, una tranquilla città marchigiana, italiana ed europea. Sembrerebbe l’inizio di una favola, in realtà il finale è tutt’altro che rassicurante e non c’è un lieto fine. Perché oggi Macerata non c’è più. Basta fare un giro in Piazza Mazzini, in Corso Cairoli, in piazza Garibaldi o alle Fosse per rendersi conto che questa simpatica città del Centro-Italia assume ogni giorno di più le sembianze di una casbah. Nel giro di un decennio gli extracomunitari regolari residenti in città sono triplicati, senza tener conto dell’imponente flusso dei clandestini, arrivando a rappresentare oltre il 10% della popolazione. E’ in atto una vera e propria sostituzione etnica: dove prima c’erano negozi storici, oggi stanno aprendo attività cinesi; dove prima c’era l’alimentari di fiducia, oggi proliferano bazar e kebab; ogni giorno ci arrivano segnalazioni di cittadini, diventati “ospiti sgraditi” nella propria città, costretti a subire angherie e soprusi da parte di immigrati senza che l’autorità politica/poliziesca locale muova un dito per risolvere la faccenda e senza che loro stessi possano reagire (se “osassero” farlo rischierebbero ritorsioni o magari la galera per eccesso di legittima difesa). Si continuano a promuovere costose politiche di accoglienza con la consapevolezza che non c’è lavoro per gli stessi italiani, che le nostre imprese stanno delocalizzando all’estero e che nelle condizioni in cui è ridotto il Paese non potranno che andare ad arricchire le file del lavoro nero e della criminalità. E infatti negli ultimi due anni lo spaccio di droga è triplicato, i furti sono raddoppiati e in provincia iniziamo ad assistere a episodi che fino a poco tempo fa guardavamo lontani in televisione, come il duplice omicidio dei coniugi di Montelupone. Insomma, le manie di integrazione a tutti i costi della nostra classe politica, locale e nazionale, stanno trasformando Macerata in una città di frontiera. E certo non sarà la sola, ne tantomeno la prima, è già stata preceduta e si trova in buona compagnia. E’ la sorte che toccherà a tutta l’Europa se non ci sarà un’inversione di rotta.

Tommaso Golini
FN Macerata
forzanuovamacerata@yahoo.it

1 commenti:

Nessie ha detto...

Belli i tuoi ricordi su Macerata, Elly. Ma guarda te se dobbiamo assistere passivi e impotenti a tutto questo sfacelo!