ROMA - Da portavoce del teatro Valle occupato a impiegata nelle istituzionali e austere stanze del Dipartimento alla cultura del Campidoglio. È il salto professionale di Benedetta Cappon, 33 anni, figlia dell'ex direttore generale della Rai Claudio, assunta con contratto a tempo determinato dall'amministrazione di Roma Capitale su proposta dell'assessore Flavia Barca (e quindi a chiamata diretta, cioè senza bando pubblico). Benedetta Cappon, che prima di diventare la voce degli «occupanti» del teatro Valle era stata capo ufficio stampa dell'Eliseo, è una delle tredici persone assunte con delibere della giunta guidata da Ignazio Marino nell'ultimo mese, paradossalmente proprio mentre all'interno dello staff dello stesso sindaco c'era chi provava a studiare, come misura salva-bilancio, il prepensionamento di circa 5000 dipendenti comunali in esubero. L'ipotesi per adesso è accantonata. I dipendenti però si preparano ad affrontare tempi duri. «Se l'idea è di tagliare chi è entrato con concorso e intanto assumere a chiamata diretta i "figli di" o gli "amici di", non ci siamo» protestano negli uffici comunali. Anche perché quanto accaduto nei giorni scorso proprio al Dipartimento cultura ha destato malumori e preoccupazioni. Appena insediata l'assessore Barca aveva annunciato agli uffici la volontà di «inserire delle nuove professionalità».
Dopo pochi giorni, la prima novità: Rosi Nicolai, dipendente del Comune che lavorava al Dipartimento cultura dai tempi di Gianni Borgna assessore (e che era rimasta con tutte le giunte, compresa quella di Alemanno), tornata da un periodo di ferie non ha ritrovato il proprio posto. Flavia Barca aveva deciso infatti di privarsi della sua collaborazione (dopo aver ricevuto tantissime attestazioni di stima e solidarietà, Rosi Nicolai è stata poi ripescata nella Commissione cultura dell'Assemblea capitolina). A breve giro di posta, dopo la rimozione della collaboratrice storica dell'ufficio, è stata quindi approvata la delibera che prevede l'assunzione a tempo determinato della Cappon e di altre due persone, Valerio Mingarelli e Mariangela Modafferi, selezionate perché - fra i vari motivi - «in considerazione delle numerose e rilevanti funzioni politico-istituzionali assegnate all'assessore, si rende necessario individuare dei collaboratori che, per esperienza, capacità personali e professionali, siano in grado di coadiuvare il medesimo nell'espletamento del proprio mandato». Tutti selezionati «intuitu personae», cioè a chiamata diretta a causa del «carattere fiduciario» dell'incarico. Le retribuzioni per tutti e tre i neo-assunti ammontano a circa 22 mila euro lordi all'anno, più un misterioso «emolumento unico» stabilito con «note protocollari» firmate dall'assessore che però, pur essendo citate, non sono allegate alla delibera (come del resto i curriculum delle persone selezionate, non ancora disponibili sul sito Internet di Roma Capitale).
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