«Ho parlato con un magistrato del penale di altissimo livello». E che le ha detto? Piero Ostellino, ex direttore del Corriere della Sera, saggista, autore di numerosi libri, non si fa pregare: «Lui ha letto la sentenza della Cassazione con attenzione e mi ha spiegato che non si capisce perché abbiano condannato il Cavaliere».
Non è chiaro? «Non ci sono le prove. L'Italia è zeppa di imprenditori, grandi imprenditori, che potevano non sapere, lui invece non poteva non sapere».
Allora il videomessaggio del Cavaliere la convince? «Un attimo. Ha ragione nel denunciare questi vent'anni di processi, accuse, avvisi di garanzia e tutto il resto. L'obbligatorietà dell'azione penale contro Berlusconi, e glielo dice uno che non vota il Cavaliere e osserva la vita del Palazzo con distacco, è scattata quando è sceso in politica. Mi pare non ci siano dubbi. Sul piano umano ha ragione».
E su quello politico? «Io, fossi stato al suo posto, avrei parlato prima e in Parlamento».
Perché? «Per denunciare le ragioni per cui non si riesce a riformare questo Paese. Per dare un nome alle corporazioni che bloccano lo sviluppo e ci tengono incatenati ad un modello ormai superato».
Il videomessaggio arriva tardi? «Certo. Se a fermare il cambiamento sono stati i partitini, come dice lui, i Casini e company, perché a suo tempo non ha parlato chiaro davanti alle Camere?».
Oggi ripropone Forza Italia. «Forza Italia è un po' il sogno della gioventù, il fulgore dell'origine, l'inizio spumeggiante».
Operazione nostalgia? «Molta».
Allora è troppo tardi per il Cavaliere? «No, non ho detto questo. Berlusconi stravincerà alle prossime elezioni».
Addirittura? «Sì. Perché i voti glieli porterà direttamente la sinistra che è burocratica, è reazionaria, guarda con sospetto gli imprenditori, come insegna il caso dell'Ilva, ed è alleata della magistratura».
Berlusconi è ossessionato dalla magistratura. «Ma lei li ha letti i documenti di Magistratura democratica? Lì sono scritte cose incredibili: questi magistrati hanno teorizzato l'avanzata dei diritti dei ceti più deboli e la trasformazione in chiave progressista della nostra società, insomma gli stessi slogan con cui il vecchio Pci ha cercato in tutti i modi dal 45 in poi di far diventare l'Italia una fotocopia della Germania Est. Questi giudici hanno affermato nei loro documenti che in un'aula di tribunale un lavoratore vale più di un imprenditore: inquietante. Il cittadino Piero Ostellino si sente in pericolo davanti ad affermazioni di questo tenore».
La sentenza che condanna la Fininvest a pagare 500 milioni a De Benedetti per la vicenda Mondadori? «È una porcata. Il Lodo Mondadori fu un accordo e De Benedetti ne fu soddisfatto».
E dov'è la porcata? «La magistratura ha ripagato De Benedetti che sui suoi giornali le ha sempre dato ragione e dà sempre del delinquente al Cavaliere, qualunque cosa faccia o dica».
Le sue sono affermazioni pesantissime. «Ma sono la verità».
Dunque, Berlusconi ha di nuovo ragione? «Se ha commesso un errore è di aver appiattito la questione giustizia sui suoi problemi. Lo capisco, però lui è un politico, dovrebbe, anzi doveva andare oltre. Ha promesso il cambiamento e il cambiamento non è arrivato».
Chi ci porterà fuori dalla crisi? «Monti era stato chiamato per risolvere i problemi che Berlusconi non aveva affrontato e invece ha massacrato il Paese. Il suo è stato il peggior governo del dopoguerra, un diluvio di tasse».
L'Italia era sul ciglio del baratro: il Professore che poteva fare? «E me lo chiede? Ridurre le spese, o meglio la spesa della macchina statale che è costosissima, e poi tagliare le tasse per far ripartire il Paese. Naturalmente ha fatto il contrario e ci metteremo vent'anni per riprenderci. Novantaduemila contribuenti spariti nel nulla, perché non hanno più redditi da denunciare, migliaia di imprese chiuse, i suicidi degli industriali. Un disastro. Peraltro questa valanga di tasse era stata impostata già da Tremonti che se non erro era il ministro dell'economia nel governo del Cavaliere».
Letta? «È la fotocopia del governo precedente. Non riesce a tagliare di un centesimo la spesa pubblica, che continua a salire insieme al debito pubblico, e allora per recuperare un miliardo si aumenta l'Iva di un punto. Così i consumi già depressi si deprimeranno ancora di più. Geniale in un momento drammatico come questo».
Aspettiamo sempre la rivoluzione liberale? «Le rivoluzioni si fanno e non si annunciano. Comunque, Berlusconi continuerà a fare politica come prima. Questo tema dell'agibilità non ha alcun senso: lui è il leader del centrodestra e continuerà ad esserlo. Dentro o fuori dal Parlamento. Almeno finché questo Paese resterà libero».
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