L’insegnamento della lingua araba nella scuola italiana parte inaspettatamente dalla fortezza del Nordest, la dura e pura Treviso. Proprio gli abitanti della Marca gioiosa, che agognavano al dialetto veneto come lingua ufficiale, manderanno i figli a imparare l’arabo. Infatti, la scuola elementare Coletti inserirà nell’orario scolastico le lezioni di «corso lingua e cultura araba». L’istituto trevigiano è il primo in Italia a implementare un corso di arabo totalmente gratuito, perché pagato dal governo del Marocco. «Un traguardo clamoroso per l’associazione Intermedia» commenta il professore marocchino residente a Treviso ZinounBouchra «…i bambini dalla terza alla quinta avranno la possibilità di imparare l’alfabeto arabo, la storia e la cultura da cui provengono tanti loro compagni. E tutto durante l’orario scolastico. Treviso batte un colpo nel campo dell’integrazione e l’iniziativa è assolutamente gratuita».
Comprendiamo la gioia del prof marocchino per il traguardo raggiunto, ma ci permettiamo di dubitare dell’utilità didattica dello studio dell’arabo per ragazzi in tenera età. Anche se, a dirla tutta, l’innovazione appare un avvicinamento, o più maliziosamente un indirizzamento alla cultura islamica più che un corso finalizzato all’apprendimento di un idioma. Così i fioi de Treviso conosceranno poco o nulla della Repubblica Serenissima, delle mutilazioni e del martirio eroico di Marcantonio Bragadin, generale della Repubblica veneta, torturato e trucidato in nome dell’Islam, il cui cadavere fu issato sul pennone di una galea ottomana e portato a Costantinopoli, dopo giorni di prigionia con naso e orecchie mozzate. Poitiers, Lepanto, millenni di storia e battaglie spazzati via dai sussidiari di scuola in cambio del Corano e della Mecca. Non essendo riuscita la conquista con le armi, oggi, in nome del falso mito dell’integrazione razziale, la colonizzazione araba parte dalla scuola elementare. Complimenti alla lungimiranza del governo marocchino che, dopo aver favorito lo sbarco clandestino di migliaia di marocchini in Italia, riesce a istituire e sovvenzionare corsi di cultura araba nella roccaforte del leghismo e della razza Piave. E noi che facciamo? Subiamo sempre.
Miopi e ipocriti Siamo abbindolati da questa barzelletta dell’integrazione razziale senza renderci conto che avviene sempre e solo a senso unico. In Alto Adige sta sparendo l’italiano per far largo al tedesco e il Veneto vuole andare oltre: marocchino gratuito a 7 anni. Così formiamo le classi dirigenti del futuro capaci di competere sul mercato globale, insegnando alla nostra gioventù come si rivolge il tappetino alla Mecca e i dogmi maomettani. Rifinanziamo la missione dei militari italiani per proteggerci da Al Qaeda, all’Onu discutiamo sulla guerra alla Siria, ma a Treviso blandiamo l’Islam che così s’insinua subdolamente nel nostro tessuto sociale. E non voglio immaginare l’espressione del viso di quei genitori che un giorno, in luogo del Pater noster, sentiranno recitare la preghierina dell’ora di pranzo dal proprio figlio: Allah Akbar!
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