L'Italia sforerà il rapporto del 3% deficit/Pil per pochi giorni, ma poi riaggiusteremo tutto. Come dire: sì, sbandiamo, usciamo di strada ma torniamo in carreggiata. Niente incidente, per ora, ma dal meccanico (dall'Ue) forse ci dovremo passare comunque. Il governo ha dato il via libera alla nota di aggiornamento al Def ed è il premier Enrico Letta ad annunciare: "Trovate il deficit al 3,1% che a legislazione vigente è l'attuale deficit, e confermo l'impegno a stare sotto il 3% alla fine dell'anno. Il passaggio riguarda un aggiustamento di uno 0,1% che è assolutamente alla portata e che non necessiterà interventi particolari". In sostanza: l'Unione europea si fidi, i patti verranno rispettati. "L'interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell'instabilità politica pesa sui conti e per questo non siamo stati in grado di scrivere oggi il 3%". Nessun errore nei conti, dunque, la colpa è degli altri. Meglio, del mondo intero. Nell'attesa, assicura Letta, sono garantiti "12 miliardi di euro nel triennio di interventi in corso per rilanciare l'economia, aiutare l'occupazione, riuscire a far sì che il nostro Paese abbia il segno più davanti agli indicatori giusti".
"Al 3% entro fine anno" - Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni è naturalmente in linea con il premier. "Crediamo che il lieve scostamento registrato venga corretto rapidamente, si tratta di un dato monitorato attentamente dalle stanze europee". "Il 3% - continua - è il dato su cui noi intendiamo collocarci da qui a fine anno ed è il presupposto per soffocare gli elementi di tensione dei mercati finanziari". Dalle ultime indicazioni, ha spiegato parlando dello spread, emerge che "il sosrpasso della Spagna è stato di breve durata", mentre l'obiettivo alla fine del periodo è di arrivare a quota 100 rispetto ai Bund tedeschi. "I dati riportati su questo documento - precisa poi Saccomanni - si inscrivono nel contesto delle raccomandazioni Ue". Il quadro comunque non è positivo: come conferma il ministro degli Affari regionali Graziano Delrio, le stime del Pil per il 2013 sono riviste al ribasso rispetto ad aprile, -1,7 per cento. Come farà il governo a recuperare quello 0,1% in eccesso da qui ai prossimi 3 mesi resta un mistero. L'ipotesi già prospettata nelle ultime ore da più ambienti, soprattutto vicini al Pd, è la solita: rivedere l'abolizione dell'Imu sulla prima casa, reintroducendo la tassa e facendola pagare al 10% rappresentato da proprietari di abitazioni di pregio. Tanto più che proprio oggi i Comuni hanno avvertito che se non verranno rimborsati entro domenica prossima i 2,4 miliardi delle prima rata, i sindaci non avranno soldi per pagare i dipendenti. "A fine settimana arriveranno i rimborsi", giurano da Palazzo Chigi.
0 commenti:
Posta un commento