La soluzione al giallo Imu dovrebbe - sottolineaiamo, dovrebbe - arrivare a fine agosto. Ma il tormentone dell'estate potrebbe durare a lungo: l'accordo bipartisan nel governo è ancora lontano. Come andrà a finire, insomma, è un mistero. Ma ci sono dei segnali importanti che non devono essere sottovalutati. Per esempio quelli lanciati dal ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che si batte contro l'abolizione dell'imposta.
La stangata - Il titolare di via XX Settembre, infatti, propone una semplice rimoludazione della gabella sulla casa e "una stretta sugli immobili a disposizione, seconde e terze case sfitte, oggi esclusi dall'Irpef a differenza di quelli affittati". Secondo Saccomanni si tratta di un'anomalia "tutta italiana, un'ingiustificata asimmetrica che fa pesare l'imposta sul reddito solo sui proprietari affittuari, mentre non è prevista su chi lascia la casa vuota". In soldoni, l'idea è quella di stangare chi ha una seconda casa e da questa non ricava reddito, ossia la stragrande maggioranza degli italiani che vuole tenersi la dimora per la vileggiatura, o semplicemente sfitta per ragioni personali.
La "colpa" - Le motivazioni della stretta ventilata da Saccomanni stanno in un recente studio di Halldis, che spiega: "Il ricavo lordo potenziale per ogni famiglia che mettesse un immobile a disposizione ammonterebbe a 10mila euro annui". Quindi, il "mancato investimento", "potrebbe generare un fatturato del settore extra alberghiero di 16 miliardi di euro, rispetto ai 6,6 miliardi attuali". Un fatturato che lo Stato potrebbe tassare. Insomma, non affittare la casa potrebbe trasformarsi in una "colpa", da "punire" con una maggiore tassazione per far fronte a quella che "sfugge" lasciando sfitto un immobile.
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