Gli insulti razzisti al ministro Cecile Kyenge? Solo una bomba mediatica. Eccola, la difesa ufficiale della segreteria politica della Lega Nord: «L'enfasi mediatica attribuita alle vicende delle dichiarazioni del senatore Roberto Calderoli ha avuto l'effetto di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla vicenda incredibile e scandalosa della deportazione della piccola Adua in Kazakistan».
BISOGNA PARLARE D'ALTRO. Insomma, la tattica in via Bellerio è la stessa da due giorni: non bisognerebbe parlare di Calderoli, ma di lavoro, esodati, o al massimo del caso Ablyazov. Proprio su questo argomento la Lega ha affermato di aver «deliberato di lavorare per incalzare il governo su questa vicenda senza capri espiatori».
MARONI: «BASTA STRUMENTALIZZARE». E Maroni? Il premier Enrico Letta lo aveva invitato a risolvere in fretta la vergognosa questione. Il governatore della Lombardia e segretario federale del Carroccio ha risposto così: «Ribadisco ciò che ho già dichiarato. Calderoli ha sbagliato, la Lega contrasta le proposte che non condivide, ma non si devono mai insultare le persone. Calderoli stesso ha riconosciuto l'errore e si è scusato, sia pubblicamente che personalmente con la ministra Kyenge. Ora però basta alimentare polemiche e strumentalizzazioni, utili forse a coprire il rumore di altre questioni che vedono il governo direttamente coinvolto».
SPERONI: «CALDEROLI NON SI DIMETTE». Insomma, Calderoli non ha intenzione di mollare il suo prestigioso scranno da vice presidente del Senato. L'ha confermato ai giornalisti l'europarlamentare della Lega Francesco Speroni: «Si dimette? Penso proprio di no».
«ORA MANIFESTAZIONE ANTI-CLANDESTINI». I padani però non sembrano morire dalla voglia di stemperare i toni. Anzi: la segreteria ha deciso di dare ancora più forza alla sua iniziativa politica organizzando «una manifestazione sulla legalità e il contrasto alla immigrazione clandestina il 7 settembre a Torino».
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